Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EX SEMINARIO BENEDETTO XV

Scheda Opera

  • Veduta Nord dell’ala sinistra dell’edificio
  • Veduta Nord-Ovest dell’ala sinistra dell’edificio
  • Veduta del prospetto interno dell’edificio
  • Veduta Nord-Est del prospetto interno dell’edificio
  • Veduta Nord-Est dell’ala sinistra dell’edificio
  • Veduta Sud-Ovest del prospetto esterno dell’ala sinistra
  • Veduta d’angolo del prospetto esterno dell’ala sinistra
  • Veduta Sud-Est dell’ala destra dell’edificio
  • Veduta Nord-Est dell’ingresso all’ala destra dell’edificio
  • Veduta Nord dell’ala destra dell’edificio
  • Veduta dell’ala destra dell’edificio
  • Veduta Nord d’angolo dell’ala destra dell’edificio
  • Veduta del prospetto laterale dell’ala destra dell’edificio
  • Comune: Bologna
  • Località: Santo Stefano
  • Denominazione: EX SEMINARIO BENEDETTO XV
  • Indirizzo: Via di Barbiano N. 1/10
  • Data: 1961 - 1967
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Glauco Gresleri, Giorgio Trebbi
Descrizione

Adagiato sulla collina di Barbino come un moderno eremo, l’edificio sorge a ridosso dell’ospedale ortopedico Rizzoli, da cui viene acquisito all’inizio degli anni Ottanta.
L’organizzazione planimetrica è impostata su un impianto a ferro di cavallo, sviluppato intorno ad un corpo principale e si articola su tre livelli seguendo l’altimetria della collina: un piano interrato, uno intermedio ad altezza di 1,66 metri da terra e un piano superiore ad altezza di 4,60 metri. Al piano interrato trovano collocazione i locali di servizio: sotto l’ala sinistra, la centrale termica, sotto l’ala destra, la mensa, le cucina e le dispense, affacciate sulla città e su uno spazio a verde trattato come un “hortus conclusus”, evocando i tradizionali spazi all’aperto dei complessi monastici.
L’accesso al piano intermedio avviene attraverso una rampa su cui affacciano gli uffici e i parlatoi. Al termine di questa, uno spazio di raccordo centrale assume la valenza di luogo di incontro e di relazione per gli utenti. Da esso si diparte una scala per l’accesso alla mensa, al refettorio e direttamente alla chiesa (disposta in posizione centrale rispetto alla pianta), all’aula magna e alle due braccia laterali del complesso. Queste ultime, al livello superiore, sono costituite da un doppio volume, il cui piano inferiore ospita gli ambienti della vita collettiva e di studio: la biblioteca, le aule comunitarie, le aulette per la musica e gli ateliers. Al di sopra di questi si trova il piano dei dormitori. Qui lo spazio diviene individuale: ogni "cellula" con i suoi servizi è indipendente dalle altre. All’estremità del braccio destro viene collocata la cappella privata per le suore.
Il piano di copertura inizialmente pensato come tetto giardino, è invece risolto con un tetto piano forato da una serie di lucernai posti a diversi livelli.
L’edificio mostra alcune ispirazioni lecorbuseriane e brutaliste, visibili nella contrapposizione volumetrica delle ali laterali ancorate alla collina, nella finitura grezza dell’intonaco, nella sezione della copertura, con le terminazioni degli spioventi risvoltati a corno, a sottolineare nuove valenze plastiche offerte dalle costruzioni in cemento armato.
La struttura intelaiata si legge nei prospetti laterali in cui viene evidenziata dalla maglia lasciata grezza, e nelle facciate longitudinali, in particolare, nella trave a vista che funge da marcapiano che rende evidente la separazione tra il piano intermedio e il piano superiore a doppio volume.
Le finestre sono trattate come scavi nel volume e fanno risaltare lo spessore e la consistenza materica dell’intonaco. In corrispondenza di ciascuna finestra del blocco dei piani superiori, una fenditura in corrispondenza della mezzeria, taglia il piano a tutt’altezza, caratterizzando fortemente l’aspetto figurativo dei fronti.
Le aperture del piano superiore sono allineate su uno stesso asse che segna il prospetto come un’incisione nella parete e segue una disposizione secondo un modulo sfalsato rispetto a quelle del piano intermedio.
La mancanza di aggetti impedisce l’affaccio all’esterno, isolando l’interno e mantenendone la caratteristica di luogo di concentrazione individuale. La stessa collocazione della chiesa mantiene una posizione baricentrica rispetto alla composizione in pianta ma risulta nascosta alla vista, quasi incavata nella collina, con scarsi spazi di relazione con i percorsi delle restanti.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: 1961 -
  • Esecuzione: 1962 - 1967
  • Committente: Seminario Regionale Pontificio
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: seminario regionale pontificio
  • Destinazione attuale: sede della direzione e degli uffici amministrativi, dei laboratori di ricerca, del poliambulatorio, del centro di ricerca Codivilla-Putti (Istituto Ortopedico Rizzoli)
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Glauco Gresleri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/glauco-gresleri/ SI
Vittorio Morpurgo Progetto architettonico Progetto NO
Giorgio Trebbi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=257386&force=1 SI
  • Strutture: struttura intelaiata in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: laterizi, intonaco
  • Coperture: soletta in calcestruzzo armato
  • Serramenti: legno, vetro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L’accesso al piano intermedio avviene attraverso una rampa su cui affacciano gli uffici e i parlatoi. Al termine di questa, uno spazio di raccordo centrale assume la valenza di luogo di incontro e di relazione per gli utenti. Da esso si diparte una scala per l’accesso alla mensa, al refettorio e direttamente alla chiesa (disposta in posizione centrale rispetto alla pianta), all’aula magna e alle due braccia laterali del complesso. Queste ultime, al livello superiore, sono costituite da un doppio volume, il cui piano inferiore ospita gli ambienti della vita collettiva e di studio: la biblioteca, le aule comunitarie, le aulette per la musica e gli ateliers. Al di sopra di questi si trova il piano dei dormitori. Qui lo spazio diviene individuale: ogni "cellula" con i suoi servizi è indipendente dalle altre. All’estremità del braccio destro viene collocata la cappella privata per le suore.
Il piano di copertura inizialmente pensato come tetto giardino, è invece risolto con un tetto piano forato da una serie di lucernai posti a diversi livelli.
L’edificio mostra alcune ispirazioni lecorbuseriane e brutaliste, visibili nella contrapposizione volumetrica delle ali laterali ancorate alla collina, nella finitura grezza dell’intonaco, nella sezione della copertura, con le terminazioni degli spioventi risvoltati a corno, a sottolineare nuove valenze plastiche offerte dalle costruzioni in cemento armato. 
La struttura intelaiata si legge nei prospetti laterali in cui viene evidenziata dalla maglia lasciata grezza, e nelle facciate longitudinali, in particolare, nella trave a vista che funge da marcapiano che rende evidente la separazione tra il piano intermedio e il piano superiore a doppio volume.
Le finestre sono trattate come scavi nel volume e fanno risaltare lo spessore e la consistenza materica dell’intonaco. In corrispondenza di ciascuna finestra del blocco dei piani superiori, una fenditura in corrispondenza della mezzeria, taglia il piano a tutt’altezza, caratterizzando fortemente l’aspetto figurativo dei fronti.
Le aperture del piano superiore sono allineate su uno stesso asse che segna il prospetto come un’incisione nella parete e segue una disposizione secondo un modulo sfalsato rispetto a quelle del piano intermedio. 
La mancanza di aggetti impedisce l’affaccio all’esterno, isolando l’interno e mantenendone la caratteristica di luogo di concentrazione individuale. La stessa collocazione della chiesa mantiene una posizione baricentrica rispetto alla composizione in pianta ma risulta nascosta alla vista, quasi incavata nella collina, con scarsi spazi di relazione con i percorsi delle restanti. 
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Glauco Gresleri (Bologna 1930 - 2016) 
Si laurea in Architettura a Firenze nel 1956, con Adalberto Libera. Tappa fondamentale della sua formazione è il rapporto personale con A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, K. Tange, A. Sartoris, L. Figini, L. Quaroni e G. Michelucci, diventa una delle figure di contatto tra il mondo professionale bolognese e i maestri dell'architettura Moderna e uno dei principali animatori culturali del panorama. Nel 1970 fonda la rivista "Parametro", attiva fino al 2006, uno dei “luoghi” centrali di diffusione e divulgazione del dibattito architettonico della regione e non solo. Nel 1984 è tra i co-fondatori della rivista “Frames”.
Particolarmente importante è la sua attività nell’ambito dell’architettura sacra. 
Nel 1955 collabora all'organizzazione del Primo Congresso di Architettura Sacra e collabora continuativamente con il cardinal Lercaro per lo sviluppo del Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e per la rivista "Chiesa e Quartiere". È cofondatore del “Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra” di Bologna (1956) e delle riviste “Chiesa e Quartiere” (1955); “Inarcos” (1967).
A partire dalla metà degli anni cinquanta è impegnato nel programma di realizzazione di chiese nelle periferie, progettando prima soluzioni provvisorie (San Vincenzo de' Paoli), poi edifici definitivi, di cui il primo è la Beata Vergine Immacolata alla Certosa. Tra le altre opere bolognesi si segnalano la sede extra urbana dell’Oikos (1958-84), l’ex seminario Benedetto XV in collaborazione con G. Trebbi (1962-65) e le officine OM (1963).
È Medaglia d’Oro della Biennale di Salisburgo per l’Architettura Sacra (1962); Premio “InArch” dell’Istituto Nazionale di Architettura (1966; 1990); “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York (1966). 

Vittorio Morpurgo (Roma 1890-1966)
Svolge la sua attività nel campo dell'architettura e dell'urbanistica come progettista; diviene professore alla facoltà di Architettura di Roma e, successivamente, membro dell’Accademia di San Luca. Prende parte a molti concorsi nazionali in cui riporta alcune vittorie tra le quali si ricorda quella conseguita insieme con E. Del Debbio e A. Foschini per la Casa Littoria a Roma. Parte attiva nel dibattito architettonico italiano sul razionalismo e l’identità dell’architettura sviluppatosi negli anni Quaranta, apporta un elemento di arricchimento al dialogo sul futuro dell’architettura con  il blocco di edifici a confine con il parco dei Barberini in angolo fra Via XX Settembre e Via Quattro fontane a Roma. Ha progettato con M. Piacentini, la Città universitaria di Rio de Janeiro.
La prima soluzione progettuale per il seminario (non approvata) era ad opera degli architetti Gresleri e Trebbi, e prevedeva la realizzazione di piccoli padiglioni nel verde collegati da una trama di percorsi coperti, con scale e rampe. Lo schema planimetrico definitivo è conforme al progetto di Vittorio Morpurgo.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 258
  • Particella: 43

Note

Giorgio Trebbi (1926-2002) Personalità centrale del panorama architettonico Bolognese e non solo, Trebbi è uno dei principali animatori culturali della città. Co-fondatore della rivista “Parametro”. A lui si devono, tra gli altri, i contatti che portano a Bologna alcune delle figure internazionali di maggior rilievo: Le Corbusier, A. Aalto e K. Tange. Partecipa in prima linea alla stagione di costruzione del programma di edifici sacri voluti dal Cardinale Lercaro, dirige il "Centro studi e informazioni per l'Architettura sacra" e nella rivista "Chiesa e Quartiere". Architetto e docente, si ricordano tra le sue opere: la chiesa di San Pio X e l’ex Seminario Benedetto XV, oggi Ospedale Rizzoli, realizzato in collaborazione con Glauco Gresleri. Glauco Gresleri (Bologna 1930 - 2016) Si laurea in Architettura a Firenze nel 1956, con Adalberto Libera. Tappa fondamentale della sua formazione è il rapporto personale con A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, K. Tange, A. Sartoris, L. Figini, L. Quaroni e G. Michelucci, diventa una delle figure di contatto tra il mondo professionale bolognese e i maestri dell'architettura Moderna e uno dei principali animatori culturali del panorama. Nel 1970 fonda la rivista "Parametro", attiva fino al 2006, uno dei “luoghi” centrali di diffusione e divulgazione del dibattito architettonico della regione e non solo. Nel 1984 è tra i co-fondatori della rivista “Frames”. Particolarmente importante è la sua attività nell’ambito dell’architettura sacra. Nel 1955 collabora all'organizzazione del Primo Congresso di Architettura Sacra e collabora continuativamente con il cardinal Lercaro per lo sviluppo del Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e per la rivista "Chiesa e Quartiere". È cofondatore del “Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra” di Bologna (1956) e delle riviste “Chiesa e Quartiere” (1955); “Inarcos” (1967). A partire dalla metà degli anni cinquanta è impegnato nel programma di realizzazione di chiese nelle periferie, progettando prima soluzioni provvisorie (San Vincenzo de' Paoli), poi edifici definitivi, di cui il primo è la Beata Vergine Immacolata alla Certosa. Tra le altre opere bolognesi si segnalano la sede extra urbana dell’Oikos (1958-84), l’ex seminario Benedetto XV in collaborazione con G. Trebbi (1962-65) e le officine OM (1963). È Medaglia d’Oro della Biennale di Salisburgo per l’Architettura Sacra (1962); Premio “InArch” dell’Istituto Nazionale di Architettura (1966; 1990); “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York (1966). Vittorio Morpurgo (Roma 1890-1966) Svolge la sua attività nel campo dell'architettura e dell'urbanistica come progettista; diviene professore alla facoltà di Architettura di Roma e, successivamente, membro dell’Accademia di San Luca. Prende parte a molti concorsi nazionali in cui riporta alcune vittorie tra le quali si ricorda quella conseguita insieme con E. Del Debbio e A. Foschini per la Casa Littoria a Roma. Parte attiva nel dibattito architettonico italiano sul razionalismo e l’identità dell’architettura sviluppatosi negli anni Quaranta, apporta un elemento di arricchimento al dialogo sul futuro dell’architettura con il blocco di edifici a confine con il parco dei Barberini in angolo fra Via XX Settembre e Via Quattro fontane a Roma. Ha progettato con M. Piacentini, la Città universitaria di Rio de Janeiro. La prima soluzione progettuale per il seminario (non approvata) era ad opera degli architetti Gresleri e Trebbi, e prevedeva la realizzazione di piccoli padiglioni nel verde collegati da una trama di percorsi coperti, con scale e rampe. Lo schema planimetrico definitivo è conforme al progetto di Vittorio Morpurgo.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Canevaro Andrea 1967 Il Seminario Benedetto XV a Bologna Chiesa e Quartiere n. 44 38-41 Si
Alberti Franco 1968 Cronache di architetture italiana Casabella n. 322 Si
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna moderna. 1860-1980 Pàtron, Bologna 210-211 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Polano Sergio, Mulazzani Marco 2005 Guida all’Architettura italiana del Novecento Electa, Milano 314-315 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta Nord dell’ala sinistra dell’edificio Veduta Nord dell’ala sinistra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord-Ovest dell’ala sinistra dell’edificio Veduta Nord-Ovest dell’ala sinistra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta del prospetto interno dell’edificio Veduta del prospetto interno dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord-Est del prospetto interno dell’edificio Veduta Nord-Est del prospetto interno dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord-Est dell’ala sinistra dell’edificio Veduta Nord-Est dell’ala sinistra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Sud-Ovest del prospetto esterno dell’ala sinistra Veduta Sud-Ovest del prospetto esterno dell’ala sinistra Margherita Merendino
Veduta d’angolo del prospetto esterno dell’ala sinistra Veduta d’angolo del prospetto esterno dell’ala sinistra Margherita Merendino
Veduta Sud-Est dell’ala destra dell’edificio Veduta Sud-Est dell’ala destra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord-Est dell’ingresso all’ala destra dell’edificio Veduta Nord-Est dell’ingresso all’ala destra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord dell’ala destra dell’edificio Veduta Nord dell’ala destra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta dell’ala destra dell’edificio Veduta dell’ala destra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta Nord d’angolo dell’ala destra dell’edificio Veduta Nord d’angolo dell’ala destra dell’edificio Margherita Merendino
Veduta del prospetto laterale dell’ala destra dell’edificio Veduta del prospetto laterale dell’ala destra dell’edificio Margherita Merendino

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Stefano Setti