EX SEMINARIO BENEDETTO XV
Scheda Opera
- Comune: Bologna
- Località: Santo Stefano
- Denominazione: EX SEMINARIO BENEDETTO XV
- Indirizzo: Via di Barbiano N. 1/10
- Data: 1961 - 1967
- Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
- Autori principali: Glauco Gresleri, Giorgio Trebbi
Descrizione
Adagiato sulla collina di Barbino come un moderno eremo, l’edificio sorge a ridosso dell’ospedale ortopedico Rizzoli, da cui viene acquisito all’inizio degli anni Ottanta.
L’organizzazione planimetrica è impostata su un impianto a ferro di cavallo, sviluppato intorno ad un corpo principale e si articola su tre livelli seguendo l’altimetria della collina: un piano interrato, uno intermedio ad altezza di 1,66 metri da terra e un piano superiore ad altezza di 4,60 metri. Al piano interrato trovano collocazione i locali di servizio: sotto l’ala sinistra, la centrale termica, sotto l’ala destra, la mensa, le cucina e le dispense, affacciate sulla città e su uno spazio a verde trattato come un “hortus conclusus”, evocando i tradizionali spazi all’aperto dei complessi monastici.
L’accesso al piano intermedio avviene attraverso una rampa su cui affacciano gli uffici e i parlatoi. Al termine di questa, uno spazio di raccordo centrale assume la valenza di luogo di incontro e di relazione per gli utenti. Da esso si diparte una scala per l’accesso alla mensa, al refettorio e direttamente alla chiesa (disposta in posizione centrale rispetto alla pianta), all’aula magna e alle due braccia laterali del complesso. Queste ultime, al livello superiore, sono costituite da un doppio volume, il cui piano inferiore ospita gli ambienti della vita collettiva e di studio: la biblioteca, le aule comunitarie, le aulette per la musica e gli ateliers. Al di sopra di questi si trova il piano dei dormitori. Qui lo spazio diviene individuale: ogni "cellula" con i suoi servizi è indipendente dalle altre. All’estremità del braccio destro viene collocata la cappella privata per le suore.
Il piano di copertura inizialmente pensato come tetto giardino, è invece risolto con un tetto piano forato da una serie di lucernai posti a diversi livelli.
L’edificio mostra alcune ispirazioni lecorbuseriane e brutaliste, visibili nella contrapposizione volumetrica delle ali laterali ancorate alla collina, nella finitura grezza dell’intonaco, nella sezione della copertura, con le terminazioni degli spioventi risvoltati a corno, a sottolineare nuove valenze plastiche offerte dalle costruzioni in cemento armato.
La struttura intelaiata si legge nei prospetti laterali in cui viene evidenziata dalla maglia lasciata grezza, e nelle facciate longitudinali, in particolare, nella trave a vista che funge da marcapiano che rende evidente la separazione tra il piano intermedio e il piano superiore a doppio volume.
Le finestre sono trattate come scavi nel volume e fanno risaltare lo spessore e la consistenza materica dell’intonaco. In corrispondenza di ciascuna finestra del blocco dei piani superiori, una fenditura in corrispondenza della mezzeria, taglia il piano a tutt’altezza, caratterizzando fortemente l’aspetto figurativo dei fronti.
Le aperture del piano superiore sono allineate su uno stesso asse che segna il prospetto come un’incisione nella parete e segue una disposizione secondo un modulo sfalsato rispetto a quelle del piano intermedio.
La mancanza di aggetti impedisce l’affaccio all’esterno, isolando l’interno e mantenendone la caratteristica di luogo di concentrazione individuale. La stessa collocazione della chiesa mantiene una posizione baricentrica rispetto alla composizione in pianta ma risulta nascosta alla vista, quasi incavata nella collina, con scarsi spazi di relazione con i percorsi delle restanti.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)
Info
- Progetto: 1961 -
- Esecuzione: 1962 - 1967
- Committente: Seminario Regionale Pontificio
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: seminario regionale pontificio
- Destinazione attuale: sede della direzione e degli uffici amministrativi, dei laboratori di ricerca, del poliambulatorio, del centro di ricerca Codivilla-Putti (Istituto Ortopedico Rizzoli)
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Glauco | Gresleri | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/glauco-gresleri/ | SI |
Vittorio | Morpurgo | Progetto architettonico | Progetto | NO | ||
Giorgio | Trebbi | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=257386&force=1 | SI |
- Strutture: struttura intelaiata in calcestruzzo armato
- Materiale di facciata: laterizi, intonaco
- Coperture: soletta in calcestruzzo armato
- Serramenti: legno, vetro
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 258
- Particella: 43
Note
Giorgio Trebbi (1926-2002) Personalità centrale del panorama architettonico Bolognese e non solo, Trebbi è uno dei principali animatori culturali della città. Co-fondatore della rivista “Parametro”. A lui si devono, tra gli altri, i contatti che portano a Bologna alcune delle figure internazionali di maggior rilievo: Le Corbusier, A. Aalto e K. Tange. Partecipa in prima linea alla stagione di costruzione del programma di edifici sacri voluti dal Cardinale Lercaro, dirige il "Centro studi e informazioni per l'Architettura sacra" e nella rivista "Chiesa e Quartiere". Architetto e docente, si ricordano tra le sue opere: la chiesa di San Pio X e l’ex Seminario Benedetto XV, oggi Ospedale Rizzoli, realizzato in collaborazione con Glauco Gresleri. Glauco Gresleri (Bologna 1930 - 2016) Si laurea in Architettura a Firenze nel 1956, con Adalberto Libera. Tappa fondamentale della sua formazione è il rapporto personale con A. Aalto, Le Corbusier, M. Breuer, K. Tange, A. Sartoris, L. Figini, L. Quaroni e G. Michelucci, diventa una delle figure di contatto tra il mondo professionale bolognese e i maestri dell'architettura Moderna e uno dei principali animatori culturali del panorama. Nel 1970 fonda la rivista "Parametro", attiva fino al 2006, uno dei “luoghi” centrali di diffusione e divulgazione del dibattito architettonico della regione e non solo. Nel 1984 è tra i co-fondatori della rivista “Frames”. Particolarmente importante è la sua attività nell’ambito dell’architettura sacra. Nel 1955 collabora all'organizzazione del Primo Congresso di Architettura Sacra e collabora continuativamente con il cardinal Lercaro per lo sviluppo del Centro di studio e informazione per l'architettura sacra e per la rivista "Chiesa e Quartiere". È cofondatore del “Centro di Studio e Informazione per l’Architettura Sacra” di Bologna (1956) e delle riviste “Chiesa e Quartiere” (1955); “Inarcos” (1967). A partire dalla metà degli anni cinquanta è impegnato nel programma di realizzazione di chiese nelle periferie, progettando prima soluzioni provvisorie (San Vincenzo de' Paoli), poi edifici definitivi, di cui il primo è la Beata Vergine Immacolata alla Certosa. Tra le altre opere bolognesi si segnalano la sede extra urbana dell’Oikos (1958-84), l’ex seminario Benedetto XV in collaborazione con G. Trebbi (1962-65) e le officine OM (1963). È Medaglia d’Oro della Biennale di Salisburgo per l’Architettura Sacra (1962); Premio “InArch” dell’Istituto Nazionale di Architettura (1966; 1990); “Twentieth Century Engineering” del Museo d’Arte Moderna di New York (1966). Vittorio Morpurgo (Roma 1890-1966) Svolge la sua attività nel campo dell'architettura e dell'urbanistica come progettista; diviene professore alla facoltà di Architettura di Roma e, successivamente, membro dell’Accademia di San Luca. Prende parte a molti concorsi nazionali in cui riporta alcune vittorie tra le quali si ricorda quella conseguita insieme con E. Del Debbio e A. Foschini per la Casa Littoria a Roma. Parte attiva nel dibattito architettonico italiano sul razionalismo e l’identità dell’architettura sviluppatosi negli anni Quaranta, apporta un elemento di arricchimento al dialogo sul futuro dell’architettura con il blocco di edifici a confine con il parco dei Barberini in angolo fra Via XX Settembre e Via Quattro fontane a Roma. Ha progettato con M. Piacentini, la Città universitaria di Rio de Janeiro. La prima soluzione progettuale per il seminario (non approvata) era ad opera degli architetti Gresleri e Trebbi, e prevedeva la realizzazione di piccoli padiglioni nel verde collegati da una trama di percorsi coperti, con scale e rampe. Lo schema planimetrico definitivo è conforme al progetto di Vittorio Morpurgo.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Canevaro Andrea | 1967 | Il Seminario Benedetto XV a Bologna | Chiesa e Quartiere n. 44 | 38-41 | Si | |
Alberti Franco | 1968 | Cronache di architetture italiana | Casabella n. 322 | Si | ||
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano | 1984 | Bologna moderna. 1860-1980 | Pàtron, Bologna | 210-211 | Si | |
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No | |
Polano Sergio, Mulazzani Marco | 2005 | Guida all’Architettura italiana del Novecento | Electa, Milano | 314-315 | Si |
Allegati
Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025
Revisori:
Stefano Setti