Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

QUATTRO CASE FAMILIARI

Scheda Opera

  • Vista della seconda villa dalla strada principale
  • Vista della seconda villa dalla strada principale
  • Vista della terza villa e del muro di recinzione
  • Vista della terza villa e del muro di recinzione
  • Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione
  • Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione
  • Vista della quarta villa
  • Comune: Correggio
  • Denominazione: QUATTRO CASE FAMILIARI
  • Indirizzo: Via Campagnola
  • Data: 1967 - 1988
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

"Progettare una serie di ville per un gruppo familiare e più generazioni, concepite in momenti diversi eppure messe a sistema - i lotti sono contigui, il giardino, in cui verde e arredi sono elementi di ricucitura fisica e temporale, abbraccia un organismo unitario costituito da membra singolari - non è un’esperienza comune.
Le prime due case (1967-1971) a pianta centrale, i fronti maggiori di poco arretrati dalla strada, sono metaforicamente unite dai servizi comuni. Il codice dei materiali, le regole delle aperture e delle logge, le falde ribassate definite da alti cornicioni in cemento, i corpi di servizio aggregati liberamente al volume delimitato dal tetto, il rapporto tra abitazione e giardino, accomunano gli esterni. Le originali soluzioni degli interni su due piani sono articolate sulle diverse esigenze familiari, ma incardinate a regole costanti: la centralità di atri e scale, sottolineati da doppi volumi, generatori di zone funzionali rigorosamente distinte, e l’uso solo di materiali a vista e di arredi fissi appositamente disegnati.
La villa 'C' (1969), che offre alla strada il lato corto, è accomunata alle altre dal trattamento degli esterni, dai materiali delle finiture interne e dal doppio volume d’ingresso, ma il fulcro generatore della distribuzione è qui un’asse lineare, accentuato dalla luce che penetra dal taglio dato dallo slittamento di una seconda falda. Si ritrova nelle tre case lo stesso sistema di finestre integrate alle persiane: questa grande attenzione alla luce ha suggerito il paragone con Scarpa, con cui tuttavia non possono esistere altri tratti comuni.
È possibile riconoscere alcune matrici nel primo Wright delle Prairie house, ma qui la geometria della struttura, l’uso decorativo del cemento e la funzionalità della distribuzione mostrano un approccio razionalista, anche nel caso dell’ultima villa, progettata nel 1986, risolta con forme organiche e avvolgenti, quasi generate dal giardino in cui atterra".

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1967 - 1983
  • Esecuzione: 1968 - 1988
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenze private
  • Destinazione attuale: residenze private
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Direzione lavori Esecuzione NO
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
  • Strutture: muratura portante e telaio in c.a.
  • Materiale di facciata: muratura faccia vista con parti in c.a. a vista (case A,B,C) – c.a. faccia vista (casa D)
  • Coperture: a falde, elementi in cotto
  • Serramenti: legno, alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Le prime due case (1967-1971) a pianta centrale, i fronti maggiori di poco arretrati dalla strada, sono metaforicamente unite dai servizi comuni. Il codice dei materiali, le regole delle aperture e delle logge, le falde ribassate definite da alti cornicioni in cemento, i corpi di servizio aggregati liberamente al volume delimitato dal tetto, il rapporto tra abitazione e giardino, accomunano gli esterni. Le originali soluzioni degli interni su due piani sono articolate sulle diverse esigenze familiari, ma incardinate a regole costanti: la centralità di atri e scale, sottolineati da doppi volumi, generatori di zone funzionali rigorosamente distinte, e l’uso solo di materiali a vista e di arredi fissi appositamente disegnati.
La villa 'C' (1969), che offre alla strada il lato corto, è accomunata alle altre dal trattamento degli esterni, dai materiali delle finiture interne e dal doppio volume d’ingresso, ma il fulcro generatore della distribuzione è qui un’asse lineare, accentuato dalla luce che penetra dal taglio dato dallo slittamento di una seconda falda. Si ritrova nelle tre case lo stesso sistema di finestre integrate alle persiane: questa grande attenzione alla luce ha suggerito il paragone con Scarpa, con cui tuttavia non possono esistere altri tratti comuni. 
È possibile riconoscere alcune matrici nel primo Wright delle Prairie house, ma qui la geometria della struttura, l’uso decorativo del cemento e la funzionalità della distribuzione mostrano un approccio razionalista, anche nel caso dell’ultima villa, progettata nel 1986, risolta con forme organiche e avvolgenti, quasi generate dal giardino in cui atterra". 

(Zamboni, Gandolfi 2011)

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Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Koenig Giovanni Klaus 1989 Quattro residenze a Correggio L’Architettura. Cronache e storia n. 402 258-268 Si
Zanichelli Sergio 1991 Itinerari reggiani di architettura moderna. A guide to modern architecture in Reggio Emilia and province Alinea Firenze No
Daolio Stefano, Lucci Carlo 1997 Vivere d’architettura 1938-1997 Biblioteca dell’Immagine Pordenone Si
Lucci Carlo 1998 Notizie sull’attività didattica scientifica e culturale ed elenco delle pubblicazioni. Curriculum di Carlo Lucci, stampato in proprio a Firenze nel 1967, con quattro aggiornamenti, fino al 1998 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 268-269 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di), in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto. Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Carlo Lucci Carlo Lucci Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista della seconda villa dalla strada principale Vista della seconda villa dalla strada principale Matteo Sintini
Vista della seconda villa dalla strada principale Vista della seconda villa dalla strada principale Matteo Sintini
Vista della terza villa e del muro di recinzione Vista della terza villa e del muro di recinzione Matteo Sintini
Vista della terza villa e del muro di recinzione Vista della terza villa e del muro di recinzione Matteo Sintini
Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione Matteo Sintini
Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione Il corpo aggettante della terza villa e il muro di recinzione Matteo Sintini
Vista della quarta villa Vista della quarta villa Matteo Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca:
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 20/01/2025

Revisori:

Stefano Setti