Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

GALLERIA E MUSEO ENZO FERRARI

Scheda Opera

  • Vista della Galleria
  • Vista della Galleria
  • Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori
  • Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori
  • Vista dell'ingresso al complesso
  • Vista della Galleria
  • Vista della Galleria
  • Comune: Maranello
  • Denominazione: GALLERIA E MUSEO ENZO FERRARI
  • Indirizzo: Via Alfredo Dino Ferrari N. 43
  • Data: 1977 - 1990
  • Tipologia: Musei e Aree archeologiche
  • Autori principali: Tiziano Lugli
Descrizione

Alla fine degli anni Settanta, su progetto dell’architetto modenese Tiziano Lugli, la casa automobilistica di Maranello decide la realizzazione di un centro culturale quale luogo di incontro aperto anche alla città. Il museo rappresenta il primo tassello di quella "company town" che, sulla scia del modello olivettiano, punta ad affidare all’industria non solamente un ruolo produttivo, ma anche quella di centro aggregatore della comunità.
L’edificio si compone di un traliccio metallico tridimensionale, realizzato mediante tubi “Mero”, che sostiene la copertura in alluminio. La struttura comunica un effetto di forte astrazione. È come se definisse uno “spazio” primario, in cui il tamponamento svanisce per far prevalere l'"immagine" del giunto e dell’elemento componibile. All’interno di questo si rende visibile il volume cilindrico in pannelli d’acciaio che ospita la sala a gradoni destinata agli eventi culturali. Quest'ultimo spazio è anticipato dalla parete d’ingresso anch’essa curvilinea e in vetrocemento.
L’idea di un museo (di proprietà e di gestione comunale), nata dalla volontà dello stesso Enzo Ferrari, nasce nel 1984 quando s’iniziano a valutare le tre localizzazioni proposte dalle amministrazioni comunali di Maranello Spezzano e Modena.
La scelta della città che ospita la scuderia sembra essere quella più naturale, nonché caldeggiata dallo stesso Ferrari. Inizialmente il progetto, di cui viene incaricato Tiziano Lugli, s’innesta sul precedente Centro Civico e Ricreativo con un volume aggiunto, collegato al preesistente da un atrio comune con ingresso triangolare, realizzato secondo la stessa logica costruttiva del precedente. Al piano terra doveva trovare spazio l’esposizione delle auto, collegata visivamente con la biblioteca posta al primo piano. Successivamente, in corso di realizzazione, lo spazio del museo viene esteso fino a occupare l’intero edificio che assume la valenza di una “galleria” per la messa in mostra di tutto il mondo Ferrari: dalle vetture al ciclo della produzione alla storia dei personaggi e della casa automobilistica fino a una serie di cimeli messi a disposizione da Enzo Ferrari. In seguito alla morte di Enzo Ferrari (1988) Il cantiere subisce un arresto per poi essere ripreso e terminato nel 1990. L’allestimento (su due piani) è opera dello studio Italo Lupi di Milano che organizza un percorso in cui sono esposte le vetture da gara come opere d’arte: dalle prime automobili che hanno fatto la storia della scuderia a quelle più recenti, fino alle auto da gran turismo e i modelli berlina. L’ambiente è pensato per esaltare l’immaginario automobilistico: i pavimenti in gres naturali ricordano il colore di una pista. Ancora: le superfici riflettenti delle pareti accentuano l’effetto di scintillio delle carrozzerie e interagiscono con la trasparenza della copertura.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1977 -
  • Esecuzione: 1977 - 1990
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: centro culturale e museo
  • Destinazione attuale: centro culturale e museo
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Roberto Corradi Progetto architettonico Progetto NO
Franco Lipparini Progetto architettonico Progetto NO
Tiziano Lugli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://biblioteche.comune.modena.it/esplora-i-contenuti/archivi-e-fondi-documentari/archivio-tiziano-lugli SI
  • Strutture: metalliche
  • Materiale di facciata: pannelli in alluminio, vetrocemento
  • Coperture: pannelli in alluminio
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’edificio si compone di un traliccio metallico tridimensionale, realizzato mediante tubi “Mero”, che sostiene la copertura in alluminio. La struttura comunica un effetto di forte astrazione. È come se definisse uno “spazio” primario, in cui il tamponamento svanisce per far prevalere l'"immagine" del giunto e dell’elemento componibile.  All’interno di questo si rende visibile il volume cilindrico in pannelli d’acciaio che ospita la sala a gradoni destinata agli eventi culturali. Quest'ultimo spazio è anticipato dalla parete d’ingresso anch’essa curvilinea e in vetrocemento.
L’idea di un museo (di proprietà e di gestione comunale), nata dalla volontà dello stesso Enzo Ferrari, nasce nel 1984 quando s’iniziano a valutare le tre localizzazioni proposte dalle amministrazioni comunali di Maranello Spezzano e Modena. 
La scelta della città che ospita la scuderia sembra essere quella più naturale, nonché caldeggiata dallo stesso Ferrari. Inizialmente il progetto, di cui viene incaricato Tiziano Lugli, s’innesta sul precedente Centro Civico e Ricreativo con un volume aggiunto, collegato al preesistente da un atrio comune con ingresso triangolare, realizzato secondo la stessa logica costruttiva del precedente. Al piano terra doveva trovare spazio l’esposizione delle auto, collegata visivamente con la biblioteca posta al primo piano. Successivamente, in corso di realizzazione, lo spazio del museo viene esteso fino a occupare l’intero edificio che assume la valenza di una “galleria” per la messa in mostra di tutto il mondo Ferrari: dalle vetture al ciclo della produzione alla storia dei personaggi e della casa automobilistica fino a una serie di cimeli messi a disposizione da Enzo Ferrari. In seguito alla morte di Enzo Ferrari (1988) Il cantiere subisce un arresto per poi essere ripreso e terminato nel 1990. L’allestimento (su due piani) è opera dello studio Italo Lupi di Milano che organizza un percorso in cui sono esposte le vetture da gara come opere d’arte: dalle prime automobili che hanno fatto la storia della scuderia a quelle più recenti, fino alle auto da gran turismo e i modelli berlina. L’ambiente è pensato per esaltare l’immaginario automobilistico: i pavimenti in gres naturali ricordano il colore di una pista. Ancora: le superfici riflettenti delle pareti accentuano l’effetto di scintillio delle carrozzerie e interagiscono con la trasparenza della copertura.

(Matteo Sintini)

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Tiziano Lugli (Soliera 1934 - Modena 2020)
Consegue la laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1960 con Antonio Cassi Ramelli. Accanto a una cospicua attività progettuale si occupa di urbanistica da quando lavora alla stesura del Piano regolatore di Modena del 1965 (con Osvaldo Piacentini, Giuseppe Campos Venuti e Luigi Airaldi). Fra le opere principali realizzate a Modena si ricordano il quartiere Torrenova (1984-1993) e il complesso residenziale Agorà 5 (2002). In collaborazione con Roberto Corradi e Franco Lipparini ha realizzato la scuola d’infanzia Edison (1971), il Direzionale ’70 (1968), il villaggio Zeta (1963-69) e il villaggio Giardino (1973).

Roberto Corradi (Porretta Terme 1934 - Modena 2019) 
Conseguita la laurea alla Facoltà di architettura di Firenze con Ludovico Quaroni nel 1963, collabora all’elaborazione del PRG di Modena del 1965. A Modena partecipa alla progettazione del Direzionale ’70 e, tra il 1975 e il ’78, a quella del quartiere residenziale Amendola Sud. Tra i numerosi progetti modenesi quello per il complesso industriale e uffici di TETRA PAK ITALIANA S.p.A.; il Centro Commerciale Grande Emilia (1993/96), per il quale riceve nel 1997 il Premio Europeo The International Council Of Shopping Centers “For The quality Of Design”, e la ristrutturazione degli stabilimenti, costruzione della torre e complesso uffici e del grande edificio a parcheggi pluripiano della Maserati a Modena (2000-2003).

Franco Lipparini (Bologna 1936) 
Si laurea in architettura a Firenze nel 1964 con Ludovico Quaroni. Attivo dal 1964, lo Studio di Architettura Lipparini progetta numerose opere a destinazione direzionale, come il Direzionale Modena 2 (1981-89) e Cialdini (1981- 83), e residenziale, come quelle del programma Agorà (2003-06). Si occupa di recupero e architettura industriale. Numerose le collaborazioni con l’architetto Tiziano Lugli e Roberto Corradi. Dal 2005 con Lorenzo Lipparini crea il Lipparini Architetti Studio Associato.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Il museo viene ampliato a più riprese nel 2001 e nel 2004 e nel 2012. Nel corso del tempo, accanto allo stabilimento e alla Galleria, sono sorte altre strutture che rendono la cittadella Ferrari (a cui si aggiunge la galleria del vento progettata da Renzo Piano nel 1996) quasi un museo all’aperto di architettura contemporanea. Nel 2004 Marco Visconti realizza il padiglione verniciatura, l’edificio delle Officine Meccaniche e, nel 2008, il ristorante aziendale, mentre Massimiliano Fuksas costruisce il Centro Sviluppo del prodotto. Il padiglione della logistica è affidato allo studio Sturchio architects e Designers. Jean Nouvel firma l’ampliamento della fabbrica Nuove Linee, sui cui spazi esterni interviene il paesaggista Gilles Clement. Dal 2013 al 2017 sono progettati una serie di interventi per ben 600 mq di ampliamento eseguiti dallo studio Archilinea di Sassuolo (Modena). Tiziano Lugli (Soliera 1934 - Modena 2020) Consegue la laurea in architettura al Politecnico di Milano nel 1960 con Antonio Cassi Ramelli. Accanto a una cospicua attività progettuale si occupa di urbanistica da quando lavora alla stesura del Piano regolatore di Modena del 1965 (con Osvaldo Piacentini, Giuseppe Campos Venuti e Luigi Airaldi). Fra le opere principali realizzate a Modena si ricordano il quartiere Torrenova (1984-1993) e il complesso residenziale Agorà 5 (2002). In collaborazione con Roberto Corradi e Franco Lipparini ha realizzato la scuola d’infanzia Edison (1971), il Direzionale ’70 (1968), il villaggio Zeta (1963-69) e il villaggio Giardino (1973). Roberto Corradi (Porretta Terme 1934 - Modena 2019) Conseguita la laurea alla Facoltà di architettura di Firenze con Ludovico Quaroni nel 1963, collabora all’elaborazione del PRG di Modena del 1965. A Modena partecipa alla progettazione del Direzionale ’70 e, tra il 1975 e il ’78, a quella del quartiere residenziale Amendola Sud. Tra i numerosi progetti modenesi quello per il complesso industriale e uffici di TETRA PAK ITALIANA S.p.A.; il Centro Commerciale Grande Emilia (1993/96), per il quale riceve nel 1997 il Premio Europeo The International Council Of Shopping Centers “For The quality Of Design”, e la ristrutturazione degli stabilimenti, costruzione della torre e complesso uffici e del grande edificio a parcheggi pluripiano della Maserati a Modena (2000-2003). Franco Lipparini (Bologna 1936) Si laurea in architettura a Firenze nel 1964 con Ludovico Quaroni. Attivo dal 1964, lo Studio di Architettura Lipparini progetta numerose opere a destinazione direzionale, come il Direzionale Modena 2 (1981-89) e Cialdini (1981- 83), e residenziale, come quelle del programma Agorà (2003-06). Si occupa di recupero e architettura industriale. Numerose le collaborazioni con l’architetto Tiziano Lugli e Roberto Corradi. Dal 2005 con Lorenzo Lipparini crea il Lipparini Architetti Studio Associato.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1978 Roberto Corradi, Franco Lipparini, Tiziano Lugli: Centro culturale Domus n. 580 17-19 Si
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore (a cura di) 1988 Italia, gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 264 Si
1989 Museo dell'auto Ferrari Materia n. 2 10-21 Si
1995 Centro culturale Ferrari L'architettura cronache e storia n. 474 261-263 Si
Scatasta Raffaello (a cura di) 2002 Tiziano Lugli architetto Electa Milano No
Irace Fulvio 2003 La cittadella Ferrari Abitare n. 426 174-183 No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Barbolini Ferrari Elisabetta, Bulgarelli Augusto 2012 Maranello e il suo museo. Tra storia, presente e futuro Banca popolare dell'Emilia Romagna Modena Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Tiziano Lugli Tiziano Lugli Biblioteca Poletti, Modena

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista della Galleria Vista della Galleria R. Vlahov, courtesy IBC
Vista della Galleria Vista della Galleria R. Vlahov, courtesy IBC
Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori R. Vlahov, courtesy IBC
Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori Vista dell'edificio delle Lavorazioni Meccaniche e Motori R. Vlahov, courtesy IBC
Vista dell'ingresso al complesso Vista dell'ingresso al complesso R. Vlahov, courtesy IBC
Vista della Galleria Vista della Galleria R. Vlahov, courtesy IBC
Vista della Galleria Vista della Galleria R. Vlahov, courtesy IBC

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Museo Ferrari, Maranello Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 22/01/2025

Revisori:

Stefano Setti