Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA AVANZI

Scheda Opera

  • Vista dell’edificio da via Repubblica
  • Dettaglio del prospetto principale
  • Vista del portico d’ingresso
  • Vista d’angolo dell’edificio
  • Vista del prospetto laterale
  • Vista dell’attacco a terra del prospetto laterale
  • Vista della loggia sul retro
  • Comune: Cavriago
  • Denominazione: CASA AVANZI
  • Indirizzo: Via della Repubblica N. 2, Via Mercato
  • Data: 1959 - 1961
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Carlo Lucci
Descrizione

"Realizzata dieci anni dopo la villa Bertazzoni mostra una 'maturazione compositiva e culturale' di Lucci e, al contempo, conferma la sua rigorosa posizione etica professionale.
In un lotto irregolare d’angolo, una maglia quadrata di pilastri d’impianto classico si proietta esterna all’edificio, che ospita due appartamenti sovrapposti, con giardino e locali comuni al piano terra: una geometria rigorosa che regola le ricche soluzioni volumetriche e la sostanziale libertà distributiva dell'interno. Un telaio vuoto abbraccia, all’ingresso, il volume della scala svincolato dalla struttura e interrompe le falde del tetto a quattro acque, mentre un’altra campata, parzialmente coperta, si spinge in mezzo al giardino e delimita virtualmente le terrazze, che si incuneano verso l’interno. Il volume sembra protendersi e ritrarsi sotto le spinte dell'ambiente circostante; l’effetto è accentuato dai materiali di strutture e finiture, le cui intersezioni avvengono su piani sfalsati tra le superfici. Sui fronti in mattoni a vista, fasce di vetrocemento sostituiscono i mattoni, grandi vetrate rientrano a filo facciata o aggettano come verande, le finestre diventano feritoie. Da queste alternanze risulta a nord un volume quasi staccato, dove sono allineate, nelle camere, nicchie-armadio con pannelli in pitch-pine - lo stesso tipo di arredi fissi progettati per la zona di ingresso - e dove, nel soggiorno, il camino d’angolo, su cui è interamente incentrato l’ambiente, è quasi un fondale in mattoni, una parete modellata dalla luce che penetra dalle feritoie laterali e dall'alto. La luce fa parte della composizione spaziale: quella naturale viene filtrata dagli aggetti o da veneziane interne, più che da sistemi oscuranti, disegnata da finestre con piccole serre, diverse secondo l’esposizione e la funzione dell’ambiente, che troviamo anche in altri progetti; quella artificiale con tubi al neon, dall’alto e indiretta, è alloggiata nelle nicchie ottenute con l’arretramento dei divisori interni in mattoni rispetto ai telai in cemento".

(Zamboni, Gandolfi 2011)

Info
  • Progetto: 1959 - 1959
  • Esecuzione: 1959 - 1961
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenza privata
  • Destinazione attuale: residenza privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Carlo Lucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://panizzi.comune.re.it/Sezione.jsp?titolo=Archivio+di+Carlo+Lucci&idSezione=1024 SI
Carlo Lucci Progetto strutturale Esecuzione NO
  • Strutture: telaio in cemento armato
  • Materiale di facciata: muratura faccia vista con elementi strutturali in c.a. a vista
  • Coperture: a falde, elementi in cotto
  • Serramenti: alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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(Zamboni, Gandolfi 2011)

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Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965.
Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. 
È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio Emilia, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 13
  • Particella: 602

Note

Carlo Lucci (Firenze, 1911 – Moggio Udinese, 2000) Nasce a Firenze, dove nel 1935 si laurea alla Scuola superiore di Architettura. Nello stesso anno ottiene a Roma l’abilitazione professionale. Chiamato a combattere in Africa, dopo la fine della guerra di Etiopia è per parecchi mesi ingegnere capo del Municipio di Dessié. Nel 1937 si stabilisce a Roma dove collabora soprattutto con Concezio Petrucci e Adalberto Libera. Nel contempo ha l’incarico a Firenze di addetto alle esercitazioni alla cattedra di Caratteri degli edifici di Raffaello Fagnoni, con cui collabora anche professionalmente. Dopo alcuni mesi in cui ricuce vecchi rapporti professionali, tra gli altri con Vietti e Luccichenti, nel 1946 accetta di stabilirsi definitivamente a Reggio Emilia per occuparsi di prefabbricazione. Proprio in questo periodo entra in contatto, attraverso l’esperienza al QT8, con Piero Bottoni, Paolo Antonio Chessa e Vico Magistretti, lavora per Asnago e Vender, e Rogers pubblica su “Domus” il suo lavoro sulla prefabbricazione. Dopo aver partecipato al concorso nazionale di selezione, è incaricato di molti interventi in tutta Italia per entrambi i settenni del piano INA-Casa e per la gestione Gescal. Dal 1948 al 1955 ha la cattedra di Costruzioni all’Istituto tecnico per geometri di Reggio Emilia; dal 1954 riprende i contatti con l’Università di Firenze e diventa assistente di Italo Gamberini. Ottiene la libera docenza nel 1963 e la cattedra di Elementi di Architettura e Rilievo dei monumenti dal 1965. Dal 1974 diviene Direttore dell’Istituto di composizione architettonica e nel 1976 vince il concorso alla cattedra di Composizione architettonica, di cui dopo il 1981 diventa docente fuori ruolo. Nel 1986 lascia la cattedra per raggiunti limiti d’età, ma conserva stretti rapporti con molti colleghi, tra cui Roberto Maestro. La carriera universitaria e l’intensa attività di promozione culturale gli offrono occasione di confronto diretto con Savioli, Ricci, Detti, Quaroni. Dal 1964 diviene membro dell’INU, alle cui attività partecipa attivamente, ma da cui si dimette polemicamente nel 1993. È tra i fondatori dell’Ordine degli architetti di Reggio Emilia, di cui diviene il primo presidente nel 1982. Svolge un’intensa attività progettuale in tutta Italia e a Reggio; qui collabora con alcuni professionisti locali come Getulio Artoni, Amedeo Magnani, Riccardo Barbieri e Giacomo Torelli. Accompagna la sua carriera universitaria con una ricca produzione pubblicistica e studi che prendono spunto dall’intensa ricerca sui contenuti e le forme dell’architettura che Lucci sempre persegue come docente e come professionista. Numerosi gli articoli sulla sua attività e i suoi progetti pubblicati. In campo professionale spazia dalla progettazione e realizzazione a tutto campo di architetture (abitazioni, scuole, edifici industriali e per lo spettacolo, arredamento e arredi sacri), all’elaborazione di piani urbanistici, alla partecipazione a importanti concorsi di architettura, fino alla prefabbricazione. Lascia una sorta di testamento spirituale nel discorso per l’inaugurazione della nuova chiesa di San Silvestro a Cella di Reggio Emilia, la sua ultima opera iniziata nel 1998, e inaugurata il 9 settembre 2000, il giorno dopo la sua scomparsa avvenuta a Moggio Udinese, dove è sepolto.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Viviani Romolo 1963 Edifici di Carlo Lucci in Emilia L’Architettura. Cronache e Storia n. 88 662-673 Si
Dezzi Bardeschi Marco, Segoloni Giulio 1966 Ville d'Italia oggi Celi Bologna No
Daolio Stefano 1997 Carlo Lucci. Vivere d'architettura 1938-1997 Biblioteca dell'Immagine Pordenone No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 260-261 Si
Zamboni Andrea, Gasparini Laura (a cura di) in collaborazione con Lucci Franco 2012 Carlo Lucci architetto Un archivio tra professione e ricerca Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell’edificio da via Repubblica Vista dell’edificio da via Repubblica Matteo Sintini
Dettaglio del prospetto principale Dettaglio del prospetto principale Matteo Sintini
Vista del portico d’ingresso Vista del portico d’ingresso Matteo Sintini
Vista d’angolo dell’edificio Vista d’angolo dell’edificio Matteo Sintini
Vista del prospetto laterale Vista del prospetto laterale Matteo Sintini
Vista dell’attacco a terra del prospetto laterale Vista dell’attacco a terra del prospetto laterale Matteo Sintini
Vista della loggia sul retro Vista della loggia sul retro Matteo Sintini

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca:
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 20/01/2025

Revisori:

Stefano Setti