COMPLESSO RESIDENZIALE SANTA MARGHERITA
Scheda Opera
- Comune: Faenza
- Denominazione: COMPLESSO RESIDENZIALE SANTA MARGHERITA
- Indirizzo: Via Firenze N. 75-77
- Data: 1963 - 1976
- Tipologia: Complessi residenziali
- Autori principali: Filippo Monti
Descrizione
Il complesso residenziale di Santa Margherita rappresenta un passaggio fondamentale della vicenda professionale ed artistica di Filippo Monti, in cui ha modo di sperimentare concretamente l’idea estetica, condivisa con l’amico e maestro Domenico Matteucci, di un’unità percettiva ottenuta attraverso la valorizzazione di essenziali aspetti formali, in contrasto ed equilibrio tra loro.
Su un’area lasciata intatta alla periferia della città di Faenza, caratterizzata da edifici sparsi in ampie porzioni di aree verdi, l’architetto realizza un complesso abitativo, solo in parte costruito, in cui l’immagine del nucleo residenziale è composto da un dialogo di forme in contrasto con quelle urbane consolidate, un tassello di anti-città utopica, governata da logiche autonome e autoreferenziali.
La condizione di “vuoto” che caratterizza il luogo, è quanto Monti utilizza per fondare il progetto delle nuove residenze, organizzate planimetricamente secondo un principio di ricomposizione di frammenti. Le abitazioni sembrano sparse in un grande parco a cui si accede da tutti i blocchi, collegati tra loro da percorsi realizzati in lastre di pietra. Il tutto è fluido e permeabile, favorito dall’assenza di recinzioni tra un corpo e l’altro. Il movimento dei percorsi di attraversamento asseconda il dinamismo della composizione.
Le forme che definiscono le piante, sono in generale tutte riconducibili a figure semplici e riconoscibili geometricamente, come il cilindro, il parallelepipedo, poste alla stessa distanza e caratterizzate dalla stessa altezza di un solo piano fuori terra. Ciò consente, pur nell’estraneità formale del complesso, di adattarlo alle caratteristiche del luogo, dominato dalla dimensione orizzontale e dall’ampia visuale non interrotta da emergenze costruite o naturali. Pur perseguendo una chiara volontà di varietà, le comuni regole di dimensionamento che regolano i rapporti tra un corpo e l’altro contribuiscono a trasmettere un’idea di uniformità nella diversità. I vari “episodi” sono tenuti insieme da principi che Monti desume dallo studio della pittura italiana secentesca, basati sui tracciati diagonali e sull’equilibrio delle forme rispetto al vuoto centrale, come indica anche B. Zevi nelle sue linee guida per l’architettura organica. Lo spazio tra i volumi è dominato da una gioiosa semplicità, da una dimensione quotidiana data dal gioco delle forme, controllate e misurate alla scala del paesaggio e dell’uomo su cui agiscono come schermi, gli effetti di luce e ombra, filtrati dai rami e dalle foglie degli alberi.
Tutto questo potenziato dall’integrazione del cromatismo come elemento partecipante di questa volontà espressiva. Monti utilizza diversi materiali come il marmo, la pietra, il calcestruzzo e il laterizio, che dialogano con le piante; tutto partecipa a realizzare la stessa unità compositiva di misura e di scala. Il verde contrasta con i colori caldi che variano dal giallo di Siena al bardiglio Imperiale; compaiono inoltre i colori puri come il verde della serpentina di Prato e il bianco del marmo di Carrara.
(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)
Info
- Progetto: 1963 - 1964
- Esecuzione: 1964 - 1976
- Committente: conte Antonio Lotti Margotti
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: complesso residenziale
- Destinazione attuale: complesso residenziale
Autori
- Strutture: cemento armato, muratura
- Materiale di facciata: cemento armato, ferro, vetro, marmo, serpentina, intonaco, cotto
- Coperture: piane, metallo
- Serramenti: metallo
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 171
- Particella: 7
Note
Filippo Monti (Faenza 1928 - 2015) Diplomato all’Istituto tecnico per Geometri (1947), si dedica inizialmente alla pittura, per poi dedicarsi all’architettura. Si laurea nel 1954 all’Università di Firenze, con Adalberto Libera. Grazie a questa conoscenza si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza, dove partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 progetta la prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continuerà ad operare prevalentemente nel territorio di Faenza e dintorni. In questi anni progetta le prime opere ispirate alla domus pompeiana come la casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio Direttivo della Sezione Faentina di Italia Nostra e progetta due delle sue opere più significative: il Complesso Residenziale S.Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni progetta inoltre la sua abitazione personale e la seconda casa Porisini. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica e progetta il complesso residenziale di Via Ferrari a Faenza, la casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Nel periodo tra il 1981 ed il 1985, progetta solo gli uffici per Ciba Leasing nel 1985. Esce da questa crisi professionale negli anni successivi, grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995. Progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni e si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 è segnato dalla prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta la casa Boscherini, la casa Gargiulo.
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Dari Emanuele | A proposito di un quadro incompiuto | La prima stanza. Laboratorio di ricerca della qualità architettonica in Emilia Romagna (rivista digitale) | Si | |||
| Monti Filippo | 1994 | Itinerario delle architetture di Filippo Monti | Polis. Idee e cultura nelle città n. 8 | 131 | Si | |
| Bertoni Franco | 2003 | Filippo Monti | Edit | Faenza | No | |
| Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No | |
| Bertoni Franco, Rava Davide | 2009 | Filippo Monti Architetto | Valfrido Edizioni | Faenza | No | |
| Assirelli Massimo, Cossa Maria Concetta, Castiglioni Franca, Dari Emanuele, Piersanti Claudio | 2010 | Architetture Faenza 2011, Itinerari contemporanei | Edit | Faenza | No | |
| Conti Giordano | 2012 | Il complesso residenziale Santa Margherita, in L'architettura del Novecento in Romagna | Foschi editore | Forlì | 172-177 | Si |
Allegati
Criteri
| 4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
| 7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 22/01/2025
Revisori:
Setti Stefano 2022














