Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZO DELLA REGIONE

Scheda Opera

  • Vista dell’esterno dell’edificio
  • Vista dell’esterno dell’edificio
  • Vista del portico
  • Vista del portico
  • Vista dell’esterno dell’edificio
  • Comune: Bologna
  • Località: Porto
  • Denominazione: PALAZZO DELLA REGIONE
  • Indirizzo: Viale Antonio Silvani N. 6
  • Data: - 1971
  • Tipologia: Sedi di enti pubblici e istituzioni
  • Autori principali: Leone Pancaldi
Descrizione

L’edificio occupa un vuoto all’interno di un’area di espansione otto-novecentesca fuori dalle mura, localizzata a ridosso del tratto di circonvallazione compreso tra Porta San Felice e Porta Lame, caratterizzata da un edificato puntuale composto di edifici di due/tre piani posizionati al centro del lotto. Rispetto a questi, il complesso manifesta un evidente salto di scala, che si confronta in modo più omogeneo con la sezione del viale e con gli alti blocchi residenziali in prossimità sull’altro lato della strada.
Realizzato per ospitare il consiglio regionale, istituito per la prima volta nel 1971, l’edificio mostra una precisa immagine di macrostruttura terziaria/direzionale, assai dibattuta dalla cultura architettonica a partire dagli anni Sessanta.
La sede regionale si compone di due blocchi, disposti perpendicolarmente l’uno all’altro in corrispondenza del blocco scala-ascensore, determinando una pianta a forma di “T”.
Il fronte principale, affacciato sul giardino, risulta spezzato da quest’interruzione che ne rompe la continuità, anche in altezza, considerando che la seconda parte presenta un piano in meno. In questo modo, la grande uniformità data dalla ripetizione costante del passo delle aperture a nastro che scorrono per tutta la lunghezza, trova un motivo di variazione nell’asimmetria del volume complessivo.
L’edificio si caratterizza per l’accentuazione dei valori costruttivi visibile in prospetto e nella rigida orditura strutturale della griglia delle travi e pilastri a cui ben si adatta il getto in cemento a vista con cui è realizzato l’intero volume, che connota i fronti di una colorazione tendente al rosa che gli vale l’appellativo di “Casa Rosada”.
Insieme alla Galleria d’Arte Moderna realizzata pochi anni dopo, l’edificio mostra l’intenzione di Pancaldi di ricercare precise valenze estetiche e plastiche grazie all’uso del cemento armato a vista.
(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: - 1968
  • Esecuzione: - 1971
  • Committente: Soc. Imm.Re Varesina
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Sede della Regione Emilia Romagna
  • Destinazione attuale: Sede di alcuni servizi della Regione Emilia Romagna
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Leone Pancaldi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=93267 SI
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cemento armato a vista
  • Coperture: piana in cemento armato
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Realizzato per ospitare il consiglio regionale, istituito per la prima volta nel 1971, l’edificio mostra una precisa immagine di macrostruttura terziaria/direzionale, assai dibattuta dalla cultura architettonica a partire dagli anni Sessanta. 
La sede regionale si compone di due blocchi, disposti perpendicolarmente l’uno all’altro in corrispondenza del blocco scala-ascensore, determinando una pianta a forma di  “T”.
Il fronte principale, affacciato sul giardino, risulta spezzato da quest’interruzione che ne rompe la continuità, anche in altezza, considerando che la seconda parte presenta un piano in meno. In questo modo, la grande uniformità data dalla ripetizione costante del passo delle aperture a nastro che scorrono per tutta la lunghezza, trova un motivo di variazione nell’asimmetria del volume complessivo. 
L’edificio si caratterizza per l’accentuazione dei valori costruttivi visibile in prospetto e  nella rigida orditura strutturale della griglia delle travi e pilastri a cui ben si adatta il getto in cemento a vista con cui è realizzato l’intero volume, che connota i fronti di una colorazione tendente al rosa che gli vale l’appellativo di “Casa Rosada”.
Insieme alla Galleria d’Arte Moderna realizzata pochi anni dopo, l’edificio mostra l’intenzione di Pancaldi di ricercare precise valenze estetiche e plastiche grazie all’uso del cemento armato a vista.
(Matteo Sintini) 

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Leone Pancaldi (Bologna 1915- 1996)
Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze. Imprigionato in un campo di concentramento dal 1943 al 1945, viene a contatto con alcuni intellettuali con cui condivide la stessa tragica esperienza, grazie ai quali riscopre la cultura europea, accostandosi in particolare all’Esistenzialismo. 
Diviene architetto nel 1954, notevolmente influenzato dall’architettura organica di Wright e dall’interpretazione fornito da questo del funzionalismo e razionalismo, ha l’occasione inoltre a partire dalle considerazioni sull’opera del maestro americano, di perseguire quell’integrazione tra arte e architettura che sarà costante in tutta la sua carriera. 
Tra il 1965 e il 1970 vive una stagione di profondo rinnovamento e di importanti stimoli progettuali che lo vedono impegnato in incarichi di rilievo.
Pancaldi ha saputo reinterpretare in maniera critica la concezione degli spazi museali e architettonici degli anni Cinquanta e Sessanta grazie al dialogo costante con l'universo della pittura e la grande influenza sul suo lavoro, del rapporto con gli artisti del periodo informale.
La Galleria d’Arte Moderna di Bologna è la sua opera più importante. Tra i suoi lavori si ricordano anche l'ampliamento della Pinacoteca Nazionale di Bologna (1955-1965), gli allestimenti per i Musei Archeologici di Parma e Bologna (1964), la sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna (1971) e numerosi altri edifici pubblici e privati.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 154
  • Particella: 304

Note

A partire dal 1985 la sede dell’amministrazione regionale si trasferisce nel complesso del Fiera District. Leone Pancaldi (Bologna 1915- 1996) Diplomato all'Accademia di Belle Arti di Bologna, si laurea in Architettura presso l'Università di Firenze. Imprigionato in un campo di concentramento dal 1943 al 1945, viene a contatto con alcuni intellettuali con cui condivide la stessa tragica esperienza, grazie ai quali riscopre la cultura europea, accostandosi in particolare all’Esistenzialismo. Diviene architetto nel 1954, notevolmente influenzato dall’architettura organica di Wright e dall’interpretazione fornito da questo del funzionalismo e razionalismo, ha l’occasione inoltre a partire dalle considerazioni sull’opera del maestro americano, di perseguire quell’integrazione tra arte e architettura che sarà costante in tutta la sua carriera. Tra il 1965 e il 1970 vive una stagione di profondo rinnovamento e di importanti stimoli progettuali che lo vedono impegnato in incarichi di rilievo. Pancaldi ha saputo reinterpretare in maniera critica la concezione degli spazi museali e architettonici degli anni Cinquanta e Sessanta grazie al dialogo costante con l'universo della pittura e la grande influenza sul suo lavoro, del rapporto con gli artisti del periodo informale. La Galleria d’Arte Moderna di Bologna è la sua opera più importante. Tra i suoi lavori si ricordano anche l'ampliamento della Pinacoteca Nazionale di Bologna (1955-1965), gli allestimenti per i Musei Archeologici di Parma e Bologna (1964), la sede della Regione Emilia-Romagna a Bologna (1971) e numerosi altri edifici pubblici e privati.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gnudi Cesare 1975 Leone Pancaldi Grafis Bologna No
Bernabei Giancarlo, Gresleri Giuliano, Zagnoni Stefano 1984 Bologna Moderna Pàtron, Bologna 235 Si
1986 Il futuro fuori porta. Storia del Centro fieristico direzionale di Bologna Finanziaria Fiere di Bologna S.p.A. Bologna No
Vignali Luigi, Leorati Alfredo 1995 Regesto degli architetti bolognesi membri effettivi o corrispondenti dell'Accademia Clementina Grafis Casalecchio di Reno No
2004 Bologna. La metropoli rimossa Meltemi Roma No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell’esterno dell’edificio Vista dell’esterno dell’edificio R. Vlahov, Courtesy IBC
Vista dell’esterno dell’edificio Vista dell’esterno dell’edificio R. Vlahov, Courtesy IBC
Vista del portico Vista del portico R. Vlahov, Courtesy IBC
Vista del portico Vista del portico R. Vlahov, Courtesy IBC
Vista dell’esterno dell’edificio Vista dell’esterno dell’edificio R. Vlahov, Courtesy IBC

Criteri
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/02/2025

Revisori:

Stefano Setti