Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CARTIERA BOSSO

Scheda Opera

  • Schizzo di progetto
  • Planimetria
  • Planimetria e assonometria
  • Prospetti e sezioni
  • Vista prospettica
  • Particolare del fronte e del muro di cinta
  • Scorcio del lato est
  • Veduta del fronte est
  • Muratura con parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato alternate a parti tamponate da pannelli metallici
  • Vista interna
  • Vista laterale, 2019
  • Vista esterna, fronte est, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Scorcio prospettico, 2019
  • Scorcio laterale, 2019
  • Comune: Mathi
  • Denominazione: CARTIERA BOSSO
  • Indirizzo: Via Stura N. 98
  • Data: 1988 - 1991
  • Tipologia: Edifici per attività produttive
  • Autori principali: Roberto Gabetti, Aimaro Isola
Descrizione

1. Opera originaria

«Gli architetti piemontesi ridanno forma a una serie di vecchi edifici attraverso un grande ampliamento che in parte ingloba le preesistenze, e in parte aggiunge nuovi volumi ottenendo in tal modo un grande edificio unitario in cui trovano posto i vecchi e i nuovi macchinari. La fabbrica, perciò, si presenta all’esterno come un grande edificio ritmato da pilastri e dall’alternarsi di parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato e da pannelli metallici. L’impressione è quella di un edificio quasi monumentale che rimanda sia ai temi Behrensiani per le fabbriche dell’AEG sia allo spirito e ai partiti linguistici propri dell’architettura industriale piemontese. I blocchi di cemento di varia tonalità, i colori delle parti metalliche e lo svettare più alto dei pilastri sono gli elementi usati per ridare il senso dell’appartenenza di questo edificio al suo contesto, ove per contesto si devono intendere non solo gli edifici e gli spazi vicini alla fabbrica, quanto in senso più ampio le caratteristiche specifiche di un ambiente, di un’area geografica. Un modo di radicare l’edificio al luogo già proprio al lavoro di Gabetti e Isola ma che trova, in questo edificio, una soluzione particolarmente convincente, non solo come petizione ideologica ma anche nei suoi esiti architettonici, soprattutto nel felice modo di legare edificio e cielo con l’accentuazione dei capitelli dei pilastri. Lo spazio interno, molto luminoso, dà qualità all’ambiente di lavoro». (Ermanno Ranzani, La Cartiera. Gabetti e Isola, Fusari: ampliamento a Mathi Canavese, in «Abitare», n. 307, maggio 1992, pp. 198, 202).

« […] la cartiera Bosso a Mathi Canavese, progettata da Gabetti e Isola con Franco Fusari, è fatta da una “galleria” lunga centoquaranta metri […] la grande navata che ospita la macchina è costituita da alti pilastri in ferro ad interasse regolare su cui poggiano le capriate reticolari in ferro; il tetto è a falde […], le pareti sono tutte chiuse, […] un legame stretto con la storia dell’architettura, con la storia del territorio, con la storia dell’architettura del territorio nel quale il progetto si radica. […] Il disegno del “prospetto sud”, per qualsiasi osservatore, sembrerebbe il disegno di un muro di cinta […] che è disegnato con grande cura ed insolita evidenza, ed è fatto esattamente come le pareti della grande fabbrica: un paramento murario, scandito, irrigidito da pilastri. […] Nella cartiera Bosso di Gabetti e Isola, lo spazio interno è saldamente strutturato, dalla struttura appunto della navata, individuata dai grandi pilastri, conclusa in alto dalla falde inclinate del tetto, occupata e scandita dalle colonne in ferro; l’occhio ha qui qualcosa da guardare, da misurare, un’evidenza da condividere. L’evidenza è quella del capannone, della capanna, grande, gigantesca, che richiama la “capanna primigenia”, argomento centrale nella polemica antibarocca degli illuministi razionalisti del settecento che è alle radici dell’architettura contemporanea». (Sisto Giriodi, La Cartiera Bosso a Mathi Canavese, Torino, in «L’industria delle costruzioni», n. 264, ottobre 1993, pp. 12, 14).

«Ai temi non residenziali, ai grandi lavori di ingegneria civile, appartiene la nuova galleria della cartiera Bosso, tema svolto con voluto “understatement”, privilegiando il rapporto con il contesto rispetto al rapporto con le tecnologie avanzate, così che la cartiera sta nel paese come una delle grandi cascine piemontesi». (Valerio Castronovo, Roberto Gabetti, Aimaro Isola (a cura di), L’Impresa Rosso. Note sul settore edilizio a Torino negli ultimi cinquant’anni, Pluriverso, Torino 1995, pag. 187).

2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera.
Alcune modifiche e adeguamenti normativi hanno riguardato gli interni trattandosi di una vasta area produttiva che occupa al 2019 oltre 500 dipendenti. Per le lavorazioni speciali che si svolgono all’interno della cartiera, l’intero sito è soggetto alle più restrittive normative in termini di sicurezza.

(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1988 - 1989
  • Esecuzione: 1989 - 1991
  • Tipologia Specifica: Cartiera
  • Committente: Bosso Carte Speciali spa
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Cartieraartiera
  • Destinazione attuale: Cartiera
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Paolo Bormida Direzione lavori Esecuzione NO
spa Francesco Rosso & Figli Impresa esecutrice Esecuzione NO
Franco Fusari Progetto architettonico Progetto NO
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ SI
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
spa Matecno Impresa esecutrice Esecuzione NO
Studio Psp, Milano Progetto strutturale Progetto NO
Aldo Santini Progetto strutturale Progetto NO
  • Strutture: cemento armato; carpenteria metallica
  • Materiale di facciata: edificio ritmato da pilastri e dall’alternarsi di parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato colorati e da pannelli metallici
  • Coperture: tetto a falde con struttura con capriate reticolari metalliche e manto di copertura in lamiera
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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«Gli architetti piemontesi ridanno forma a una serie di vecchi edifici attraverso un grande ampliamento che in parte ingloba le preesistenze, e in parte aggiunge nuovi volumi ottenendo in tal modo un grande edificio unitario in cui trovano posto i vecchi e i nuovi macchinari. La fabbrica, perciò, si presenta all’esterno come un grande edificio ritmato da pilastri e dall’alternarsi di parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato e da pannelli metallici. L’impressione è quella di un edificio quasi monumentale che rimanda sia ai temi Behrensiani per le fabbriche dell’AEG sia allo spirito e ai partiti linguistici propri dell’architettura industriale piemontese. I blocchi di cemento di varia tonalità, i colori delle parti metalliche e lo svettare più alto dei pilastri sono gli elementi usati per ridare il senso dell’appartenenza di questo edificio al suo contesto, ove per contesto si devono intendere non solo gli edifici e gli spazi vicini alla fabbrica, quanto in senso più ampio le caratteristiche specifiche di un ambiente, di un’area geografica. Un modo di radicare l’edificio al luogo già proprio al lavoro di Gabetti e Isola ma che trova, in questo edificio, una soluzione particolarmente convincente, non solo come petizione ideologica ma anche nei suoi esiti architettonici, soprattutto nel felice modo di legare edificio e cielo con l’accentuazione dei capitelli dei pilastri. Lo spazio interno, molto luminoso, dà qualità all’ambiente di lavoro». (Ermanno Ranzani, La Cartiera. Gabetti e Isola, Fusari: ampliamento a Mathi Canavese, in «Abitare», n. 307, maggio 1992, pp. 198, 202).

« […] la cartiera Bosso a Mathi Canavese, progettata da Gabetti e Isola con Franco Fusari, è fatta da una “galleria” lunga centoquaranta metri […] la  grande navata che ospita la macchina è costituita da alti pilastri in ferro ad interasse regolare su cui poggiano le capriate reticolari in ferro; il tetto è a falde […], le pareti sono tutte chiuse, […] un legame stretto con la storia dell’architettura, con la storia del territorio, con la storia dell’architettura del territorio nel quale il progetto si radica. […] Il disegno del “prospetto sud”, per qualsiasi osservatore, sembrerebbe il disegno di un muro di cinta […] che è disegnato con grande cura ed insolita evidenza, ed è fatto esattamente come le pareti della grande fabbrica: un paramento murario, scandito, irrigidito da pilastri. […] Nella cartiera Bosso di Gabetti e Isola, lo spazio interno è saldamente strutturato, dalla struttura appunto della navata, individuata dai grandi pilastri, conclusa in alto dalla falde inclinate del tetto, occupata e scandita dalle colonne in ferro; l’occhio ha qui qualcosa da guardare, da misurare, un’evidenza da condividere. L’evidenza è quella del capannone, della capanna, grande, gigantesca, che richiama la “capanna primigenia”, argomento centrale nella polemica antibarocca degli illuministi razionalisti del settecento che è alle radici dell’architettura contemporanea». (Sisto Giriodi, La Cartiera Bosso a Mathi Canavese, Torino, in «L’industria delle costruzioni», n. 264, ottobre 1993, pp. 12, 14).

«Ai temi non residenziali, ai grandi lavori di ingegneria civile, appartiene la nuova galleria della cartiera Bosso, tema svolto con voluto “understatement”, privilegiando il rapporto con il contesto rispetto al rapporto con le tecnologie avanzate, così che la cartiera sta nel paese come una delle grandi cascine piemontesi». (Valerio Castronovo, Roberto Gabetti, Aimaro Isola (a cura di), L’Impresa Rosso. Note sul settore edilizio a Torino negli ultimi cinquant’anni, Pluriverso, Torino 1995, pag. 187).

2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera. 
Alcune modifiche e adeguamenti normativi hanno riguardato gli interni trattandosi di una vasta area produttiva che occupa al 2019 oltre 500 dipendenti. Per le lavorazioni speciali che si svolgono all’interno della cartiera, l’intero sito è soggetto alle più restrittive normative in termini di sicurezza.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Ranzani Ermanno 1992 La Cartiera. Gabetti e Isola, Fusari: ampliamento a Mathi Canavese Abitare n. 307 198-204 No
Giriodi Sisto 1993 La Cartiera Bosso a Mathi Canavese, Torino L’industria delle costruzioni n. 264 43800 No
Olmo Carlo 1993 Gabetti e Isola Allemandi Torino 227 No
Castronovo Valerio, Gabetti Roberto, Isola Aimaro (a cura di) 1995 L’Impresa Rosso. Note sul settore edilizio a Torino negli ultimi cinquant’anni Pluriverso Torino 78, 187 No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1996 Gabetti e Isola: Opere di architettura Electa Milano 240 No
Giriodi Sisto 2006 Uscita di sicurezza. Per laureandi e laureati in architettura Aracne Editrice Roma No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida del Piemonte Architettura del Novecento (1902-2006) Umberto Allemandi Torino 192 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Schizzo di progetto Schizzo di progetto Archivio Gabetti e Isola
Planimetria Planimetria Archivio Gabetti e Isola
Planimetria e assonometria Planimetria e assonometria Archivio Gabetti e Isola
Prospetti e sezioni Prospetti e sezioni Archivio Gabetti e Isola
Vista prospettica Vista prospettica Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Particolare del fronte e del muro di cinta Particolare del fronte e del muro di cinta Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Scorcio del lato est Scorcio del lato est Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Veduta del fronte est Veduta del fronte est Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Muratura con parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato alternate a parti tamponate da pannelli metallici Muratura con parti tamponate in blocchetti di cemento vibrato alternate a parti tamponate da pannelli metallici Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista interna Vista interna Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista laterale, 2019 Vista laterale, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, fronte est, 2019 Vista esterna, fronte est, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Scorcio prospettico, 2019 Scorcio prospettico, 2019 Tanja Marzi - 2019
Scorcio laterale, 2019 Scorcio laterale, 2019 Tanja Marzi - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola Visualizza
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 03/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021