Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASE POPOLARI NEL QUARTIERE INA

Scheda Opera

  • Vista di un blocco di via Puzzarini
  • Vista di un blocco di via Puzzarini
  • Vista di un blocco di via Puzzarini
  • Vista di un blocco di via Puzzarini
  • Dettaglio di un blocco di via Puzzarini
  • Dettaglio di un blocco di via Puzzarini
  • Vista di un blocco di via Amendola
  • Vista di un blocco di via Amendola
  • Vista di un blocco di via Rosselli
  • Vista di un blocco di via Puzzarini
  • Comune: Parma
  • Denominazione: CASE POPOLARI NEL QUARTIERE INA
  • Indirizzo: Via Fratelli Rosselli N. 8-10, Via Alberto Puzzarini N. 3-5
  • Data: - 1954
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Giovanni Michelucci
Descrizione

Parte del programma di intervento di edilizia pubblica di inizio anni Cinquanta, il quartiere si situa nell’area di espansione nord della città ed è costituito da cinque unità abitative che presentano dimensioni e giaciture differenti al fine di creare rapporti volumetrici equilibrati e variati.
Le più grandi si attestano sui lati del lotto di progetto, mentre le due più piccole sono collocate al centro del complesso.
Sulla via principale, Fratelli Rosselli, affaccia un corpo a forma di “C” ottenuto dall’aggregazione di due blocchi abitativi a forma di “L”, posti di testa l’uno contro l’altro. Presentano un fronte spezzato funzionale all’ombreggiamento delle aperture poste sui prospetti longitudinali.
La seconda unità residenziale è posta nelle immediate adiacenze della prima, con orientamento perpendicolare rispetto ad essa. La sua conformazione “a stecca” è il risultato dell’accostamento di due blocchi abitativi su pianta rettangolare, serviti da due vani scala che distribuiscono alloggi su quattro piani, di cui uno rialzato.
Posta sul lato opposto rispetto al primo edificio con lo stesso orientamento nord-sud, la terza unità è divisa in una parte centrale in aggetto e in due laterali a filo con la sagoma del fabbricato. La presenza di un ampio giardino retrostante lo rende l’unico edificio, fra i tre più grandi del complesso, a possedere una porzione di verde privato.
Gli edifici posti all’interno del lotto, sfalsati tra loro, sono due corpi gemelli su pianta rettangolare a tre livelli con un piano rialzato. L’accesso avviene tanto dal fronte su strada quanto dal retrostante giardino di pertinenza.
La scansione dei prospetti, in ciascuno degli edifici, è basata sulla suddivisione delle facciate in moduli composti da una sequenza ritmica di fasce verticali finestrate.
Tra le figure con cui si realizza l’impaginato dei fronti, la finestra a “L” rappresenta un elemento distintivo: è utilizzata in diverse dimensioni e posizioni e definisce le aperture dei vani scala come delle logge.
Nei prospetti di ciascun edificio è leggibile la maglia della struttura intelaiata in cemento armato le cui travi, in particolare, assolvono alla funzione visiva di marcapiano. La caratterizzazione esterna delle pareti, invece, è differente a seconda della tipologia dell’edificio: i tre corpi in linea sono intonacati mentre, nei due centrali, il mattone dei tamponamenti viene lasciato faccia a vista.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: - 1952
  • Esecuzione: 1952 - 1954
  • Tipologia Specifica: Case popolari
  • Committente: Gestione Ina Casa
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: Complesso residenziale
  • Destinazione attuale: Complesso residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Gabriele Bacchi Direzione lavori Esecuzione NO
Giovanni Michelucci Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.michelucci.it/archivio-giovanni-michelucci/ SI
  • Strutture: gabbia intelaiata in cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco, cemento, mattoni
  • Coperture: tetto a falde in latero-cemento con manto di copertura in coppi
  • Serramenti: ferro, vetro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 929
    [codice] => PR029
    [denominazione] => CASE POPOLARI NEL QUARTIERE INA
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Parma
    [comune] => Parma
    [localita] => 
    [indirizzo] => Via Fratelli Rosselli N. 8-10, Via Alberto Puzzarini N. 3-5
    [id_categoria] => 2
    [id_tipologia] => 59
    [tipologia_specifica] => Case popolari
    [anno_inizio_progetto] => 
    [anno_fine_progetto] => 1952
    [anno_inizio_esecuzione] => 1952
    [anno_fine_esecuzione] => 1954
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => Parte del programma di intervento di edilizia pubblica di inizio anni Cinquanta, il quartiere si situa nell’area di espansione nord della città ed è costituito da cinque unità abitative che presentano dimensioni e giaciture differenti al fine di creare rapporti volumetrici equilibrati e variati. 
Le più grandi si attestano sui lati del lotto di progetto, mentre le due più piccole sono collocate al centro del complesso. 
Sulla via principale, Fratelli Rosselli, affaccia un corpo a forma di “C” ottenuto dall’aggregazione di due blocchi abitativi a forma di “L”, posti di testa l’uno contro l’altro. Presentano un fronte spezzato funzionale all’ombreggiamento delle aperture poste sui prospetti longitudinali. 
La seconda unità residenziale è posta nelle immediate adiacenze della prima, con orientamento perpendicolare rispetto ad essa. La sua conformazione “a stecca” è il risultato dell’accostamento di due blocchi abitativi su pianta rettangolare, serviti da due vani scala che distribuiscono alloggi su quattro piani, di cui uno rialzato.
Posta sul lato opposto rispetto al primo edificio con lo stesso orientamento nord-sud, la terza unità è divisa in una parte centrale in aggetto e in due laterali a filo con la sagoma del fabbricato. La presenza di un ampio giardino retrostante lo rende l’unico edificio, fra i tre più grandi del complesso, a possedere una porzione di verde privato.
Gli edifici posti all’interno del lotto, sfalsati tra loro, sono due corpi gemelli su pianta rettangolare a tre livelli con un piano rialzato. L’accesso avviene tanto dal fronte su strada quanto dal retrostante giardino di pertinenza.
La scansione dei prospetti, in ciascuno degli edifici, è basata sulla suddivisione delle facciate in moduli composti da una sequenza ritmica di fasce verticali finestrate. 
Tra le figure con cui si realizza l’impaginato dei fronti, la finestra a “L” rappresenta un elemento distintivo: è utilizzata in diverse dimensioni e posizioni e definisce le aperture dei vani scala come delle logge.
Nei prospetti di ciascun edificio è leggibile la maglia della struttura intelaiata in cemento armato le cui travi, in particolare, assolvono alla funzione visiva di marcapiano. La caratterizzazione esterna delle pareti, invece, è differente a seconda della tipologia dell’edificio: i tre corpi in linea sono intonacati mentre, nei due centrali, il mattone dei tamponamenti viene lasciato faccia a vista.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

    [committente] => Gestione Ina Casa
    [foglio_catastale] => 
    [particella] => 
    [strutture] => gabbia intelaiata in cemento armato
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => intonaco, cemento, mattoni
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => tetto a falde in latero-cemento con manto di copertura in coppi
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => ferro, vetro
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => Complesso residenziale
    [destinazione_attuale] => Complesso residenziale
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 8
    [specifiche_proprieta] => INA Casa e privati
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Gli alloggi dei vari edifici, originariamente di proprietà dell’INA Casa, a oggi sono stati tutti riscattati o alienati. 

Michelucci Giovanni (Pistoia 1891 - Fiesole 1990)
Inizia a lavorare come incisore nel laboratorio di famiglia e si diploma all’Istituto Superiore di architettura dell’Accademia di Belle arti di Pistoia. Nel 1914 diviene Professore di disegno architettonico. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale e realizza presso Caporetto, nel 1916, il suo primo progetto per una cappella.
Nel 1920 ottenne la cattedra al Regio Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale di Roma e in seguito insegna presso l'Istituto superiore di architettura di Firenze dove viene eletto Preside della Facoltà di Architettura nel 1944. A cavallo fra dicembre 1945 e gennaio 1946 fonda la rivista "La Nuova Città".
Grande protagonista della storia e del dibattito dell'architettura italiana del secolo scorso, ne diviene personalità di spicco grazie al progetto della Città Universitaria di Roma accanto a Marcello Piacentini e soprattutto alla vittoria, con il gruppo Toscano, del concorso per la stazione Santa Maria Novella di Firenze (1932-1935). 
Nel secondo dopoguerra la sua attività conosce un momento di grandi ripensamenti disciplinari, evidenti nei progetti per la ricostruzione di Firenze. Le sue tesi vengono rigettate in favore di una politica di ricostruzione del "com’era, dov’era": ciò causa la rottura tra Michelucci e l’ateneo fiorentino, che lascia nel 1948, per divenire docente presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna dove rimarrà per il resto della sua carriera. 
Tra i progetti dell’epoca, con i quali fornisce la sua personale interpretazione ai temi della ricostruzione italiana, si ricordano: la Borsa Merci di Pistoia (1949-50) poi ricostruita ed ampliata dallo stesso nel 1964-67; gli edifici universitari di Bologna; la sede centrale della cassa di Firenze (1953-57); il grattacielo Roma a Livorno (1956-66); la Sede della Direzione provinciale delle Poste e Telegrafi a Firenze (1963-67).
Il suo linguaggio espressivo muta nuovamente con il ciclo delle architetture religiose degli anni Sessanta e Settanta, tra cui si citano: la chiesa dell'Autostrada a Cami Bisenzio presso Firenze (1960-1964) e il Santuario della Beata Vergine della Consolazione a San Marino (1961-66).
Il punto di approdo di una lunga carriera è la vitalità degli ultimi progetti quali: la sede della Monte dei Paschi a Colle val D’Elsa (1973-78); il Giardino degli incontri nel carcere di Sollicciano a Firenze (1985-1990) e il complesso teatrale per la città di Olbia (1988-1990).
Dovendo lasciare l’insegnamento per sopraggiunti limiti di età inaugura un periodo di ricerca su diverse tematiche dell’architettura. Elabora idee innovative quali la concezione dello spazio dovunque percorribile, la città variabile, il rifiuto di formule e schemi tecnicistici o tecnocratici e un nuovo rapporto tra antico-moderno. Nello specifico, quest'ultimo aspetto si esprime anche nell’uso congiunto della pietra e del mattone con il cemento armato, l'acciaio e i nuovi materiali utilizzabili in architettura.



    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.816720
    [longitude] => 10.330182
    [score] => 2
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2025-01-24 08:57:59
    [categoria] => B. Opera selezionata
    [tipologia] => Edilizia residenziale pubblica
    [proprieta] => Proprietà pubblico-privata
    [cat_autori] => Giovanni Michelucci
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Gli alloggi dei vari edifici, originariamente di proprietà dell’INA Casa, a oggi sono stati tutti riscattati o alienati. Michelucci Giovanni (Pistoia 1891 - Fiesole 1990) Inizia a lavorare come incisore nel laboratorio di famiglia e si diploma all’Istituto Superiore di architettura dell’Accademia di Belle arti di Pistoia. Nel 1914 diviene Professore di disegno architettonico. Partecipa alla Prima Guerra Mondiale e realizza presso Caporetto, nel 1916, il suo primo progetto per una cappella. Nel 1920 ottenne la cattedra al Regio Istituto Nazionale d'Istruzione Professionale di Roma e in seguito insegna presso l'Istituto superiore di architettura di Firenze dove viene eletto Preside della Facoltà di Architettura nel 1944. A cavallo fra dicembre 1945 e gennaio 1946 fonda la rivista "La Nuova Città". Grande protagonista della storia e del dibattito dell'architettura italiana del secolo scorso, ne diviene personalità di spicco grazie al progetto della Città Universitaria di Roma accanto a Marcello Piacentini e soprattutto alla vittoria, con il gruppo Toscano, del concorso per la stazione Santa Maria Novella di Firenze (1932-1935). Nel secondo dopoguerra la sua attività conosce un momento di grandi ripensamenti disciplinari, evidenti nei progetti per la ricostruzione di Firenze. Le sue tesi vengono rigettate in favore di una politica di ricostruzione del "com’era, dov’era": ciò causa la rottura tra Michelucci e l’ateneo fiorentino, che lascia nel 1948, per divenire docente presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna dove rimarrà per il resto della sua carriera. Tra i progetti dell’epoca, con i quali fornisce la sua personale interpretazione ai temi della ricostruzione italiana, si ricordano: la Borsa Merci di Pistoia (1949-50) poi ricostruita ed ampliata dallo stesso nel 1964-67; gli edifici universitari di Bologna; la sede centrale della cassa di Firenze (1953-57); il grattacielo Roma a Livorno (1956-66); la Sede della Direzione provinciale delle Poste e Telegrafi a Firenze (1963-67). Il suo linguaggio espressivo muta nuovamente con il ciclo delle architetture religiose degli anni Sessanta e Settanta, tra cui si citano: la chiesa dell'Autostrada a Cami Bisenzio presso Firenze (1960-1964) e il Santuario della Beata Vergine della Consolazione a San Marino (1961-66). Il punto di approdo di una lunga carriera è la vitalità degli ultimi progetti quali: la sede della Monte dei Paschi a Colle val D’Elsa (1973-78); il Giardino degli incontri nel carcere di Sollicciano a Firenze (1985-1990) e il complesso teatrale per la città di Olbia (1988-1990). Dovendo lasciare l’insegnamento per sopraggiunti limiti di età inaugura un periodo di ricerca su diverse tematiche dell’architettura. Elabora idee innovative quali la concezione dello spazio dovunque percorribile, la città variabile, il rifiuto di formule e schemi tecnicistici o tecnocratici e un nuovo rapporto tra antico-moderno. Nello specifico, quest'ultimo aspetto si esprime anche nell’uso congiunto della pietra e del mattone con il cemento armato, l'acciaio e i nuovi materiali utilizzabili in architettura.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Cabassi Antonella (a cura di) 1999 La casa popolare a Parma in 8 itinerari (1850 - 1970) STEP Parma 126 Si
Conforti Claudia, Marandola Marzia, Dulio Roberto 2006 Giovanni Michelucci 1891-1990 (regesto delle opere: Complesso residenziale INA-Casa Delegazione Cortile San Martino, Parma 1952-1956) Electa Milano 385 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista di un blocco di via Puzzarini Vista di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Puzzarini Vista di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Puzzarini Vista di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Puzzarini Vista di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Dettaglio di un blocco di via Puzzarini Dettaglio di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Dettaglio di un blocco di via Puzzarini Dettaglio di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Amendola Vista di un blocco di via Amendola A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Amendola Vista di un blocco di via Amendola A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Rosselli Vista di un blocco di via Rosselli A. Scardova. Courtesy IBC
Vista di un blocco di via Puzzarini Vista di un blocco di via Puzzarini A. Scardova. Courtesy IBC

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Giovanni Michelucci Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Giovanni Michelucci Visualizza
Enciclopedia Treccani - Giovanni Michelucci Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Giovanni Michelucci Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025