Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

EDIFICIO A UNIVERSITÀ DI TRIESTE

Scheda Opera

  • veduta del prospetto principale
  • veduta del prospetto laterale
  • dettaglio della platea d'accesso
  • dettaglio della scalinata del corpo sinistro
  • dettaglio dell'atrio del corpo destro
  • Comune: Trieste
  • Denominazione: EDIFICIO A UNIVERSITÀ DI TRIESTE
  • Indirizzo: Piazzale Europa N. 1
  • Data: 1938 - 1950
  • Tipologia: Università - Campus
  • Autori principali: Umberto Nordio, Raffaello Fagnoni
Descrizione

L’edificio A all’interno del campus universitario triestino in Via Fabio Severo è un’opera monumentale iniziata dal regime fascista nel 1938 per affermare con forza l’appartenenza nazionale della città. Questo significato intrinseco salva l’opera dall’evidente magniloquenza fascista, con motivi dell'architettura classica ed elementi dell'estetica razionalista. L'edificio, progettato per ospitare il Rettorato e le facoltà di Economia e di Giurisprudenza, fu inaugurato solo nel 1950, quando il suo carattere spiccatamente di regime era diventato anacronistico e impopolare. Altri edifici destinati alle altre facoltà, ai laboratori e ai servizi per gli studenti furono progettati sempre da Fagnoni e Nordio, senza però l'intervento di Bianchini, per tutti gli anni '50 e realizzati poi parzialmente o con assetti diversi.
L’area scelta per l’ubicazione della nuova sede dell’Università si presentava accidentata e, al fine di ottenere un platea uniforme dell’estensione di circa 70.000 mq, si rese necessario un vasto sbancamento di terra e macigni di crostello di arenaria. Contemporaneamente furono avviate le operazioni necessarie allo spostamento e all’allargamento di via Fabio Severo: lo scopo era formare, a valle della futura costruzione, un vasto piazzale e provvedere ad una adeguata viabilità, in grado di ordinare il traffico e assicurare un accesso sicuro alla città universitaria.
A partire dai primi mesi del 1940 viene avviata la costruzione vera e propria del fabbricato.
Seppur il progetto dell’Edificio Centrale dell’Ateneo non fosse soggetto al divieto assoluto dell’impiego di armatura metallica, i progettisti furono costretti a trovare delle soluzioni tecniche che assicurassero buone prestazioni pur rispettando le rigide disposizioni imposte da Mussolini. Vista la notevole mole della costruzione e l’impossibilità di utilizzare grandi quantitativi di ferro, fu deciso di creare un sistema portante solido che affidasse gran parte della resistenza alla sola massa di calcestruzzo e laterizio. La struttura portante adottata è di tipo misto: per lo più scatolare, a eccezione di parte del piano terra, dove un porticato si estende lungo il lato delle ali prospiciente il piazzale e in tutto il corpo centrale. Ma accanto ad una struttura di tipo tradizionale, celati dietro l’imponente e monumentale aspetto esteriore dell’edificio, sono presenti elementi costruttivi che sfruttano le moderne tecniche di calcolo del cemento armato e che connotano anche da un punto di vista formale gli ambienti interni. Questa dualità è in realtà propria di molte delle architetture del periodo, il fine ultimo è quello di sfruttare più a fondo le potenzialità dell’abbinamento tra calcestruzzo, armature e laterizio. Un elemento particolare è rappresentato dai due scaloni simmetrici: le due rampe salgono attorno ad un massiccio nucleo centrale a pianta rettangolare con le estremità arrotondate; entrambi sono realizzati in cemento armato, mentre i pianerottoli semicircolari sono in latero-cemento.
A partire dal primo marcapiano gli spessori si riducono notevolmente, grazie all’impiego di mattoni pieni, che favoriscono inoltre una più rapida esecuzione. Considerate le buone caratteristiche di resistenza del terreno costituito da flysch con strati di arenaria di spessore variabile, sono state previste fondazioni continue di calcestruzzo. Soltanto per gli ambienti del piano seminterrato, per il porticato del corpo centrale e per i due piazzali principali è stato progettato un sottofondo in pietrame con sovrastante platea di calcestruzzo. Nella parte delle ali prospiciente il piazzale, in corrispondenza dei porticati, la muratura è sostenuta da arcate. Nel corpo centrale, dove il progetto del 1938 prevede un sistema ad archi che rappresenta la sola struttura portante esistente: l’impalcato del piano primo è costituito da volte a vela in calcestruzzo poggianti su pilastri, disposti in base ad una maglia quadrata 6 x 6 m. In fase di esecuzione la tecnologia costruttiva fu modificata: nel corpo centrale i pilastri furono realizzati con mattoni pieni ad una testa e riempimento in calcestruzzo, mentre le volte con mattoni in foglio. Quindi alle volte fu assegnata soltanto una funzione estetica, non più quella strutturale prevista inizialmente. L’aspetto desiderato è assicurato, ma associato erroneamente alla massa muraria mentre in realtà è reso possibile grazie all’impiego del telaio in cemento armato. Seppur anche nell’Edificio Centrale il risultato sia analogo, a differenza di altri casi (es. Palazzo della Civiltà Italiana), le volte non sono autoportanti ma appese al solaio del piano primo. La muratura, ove non supportata dai porticati, è appoggiata direttamente sui solai mediante la realizzazione di cordoli: in generale è prevalsa infatti l’impostazione di non progettare travi, ma soltanto rinforzi eseguiti allargando le nervature e prevedendo una armatura aggiuntiva.

Info
  • Progetto: 1938 - 1940
  • Esecuzione: 1940 - 1950
  • Tipologia Specifica: sede universitaria
  • Committente: Università degli Studi di Trieste
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: edificio universitario
  • Destinazione attuale: edificio unviersitario
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Enrico Bianchini Collaboratore Progetto NO
Raffaello Fagnoni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=45177 SI
Umberto Nordio Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=52110 SI
U. Nordio Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: Muratura, architravi e solai in cemento armato misto con laterizi. Nei piani interrati e pianterreno: pietrame
  • Materiale di facciata: In pietra. Lastre di spessore di circa 5 cm, intervallate da corsi di conci profondi 50 cm.
  • Coperture: Piane in laterocemento
  • Serramenti: legno, alluminio
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L’area scelta per l’ubicazione della nuova sede dell’Università si presentava accidentata e, al fine di ottenere un platea uniforme dell’estensione di circa 70.000 mq, si rese necessario un vasto sbancamento di terra e macigni di crostello di arenaria. Contemporaneamente furono avviate le operazioni necessarie allo spostamento e all’allargamento di via Fabio Severo: lo scopo era formare, a valle della futura costruzione, un vasto piazzale e provvedere ad una adeguata viabilità, in grado di ordinare il traffico e assicurare un accesso sicuro alla città universitaria.
A partire dai primi mesi del 1940 viene avviata la costruzione vera e propria del fabbricato.
Seppur il progetto dell’Edificio Centrale dell’Ateneo non fosse soggetto al divieto assoluto dell’impiego di armatura metallica, i progettisti furono costretti a trovare delle soluzioni tecniche che assicurassero buone prestazioni pur rispettando le rigide disposizioni imposte da Mussolini. Vista la notevole mole della costruzione e l’impossibilità di utilizzare grandi quantitativi di ferro, fu deciso di creare un sistema portante solido che affidasse gran parte della resistenza alla sola massa di calcestruzzo e laterizio. La struttura portante adottata è di tipo misto: per lo più scatolare, a eccezione di parte del piano terra, dove un porticato si estende lungo il lato delle ali prospiciente il piazzale e in tutto il corpo centrale. Ma accanto ad una struttura di tipo tradizionale, celati dietro l’imponente e monumentale aspetto esteriore dell’edificio, sono presenti elementi costruttivi che sfruttano le moderne tecniche di calcolo del cemento armato e che connotano anche da un punto di vista formale gli ambienti interni. Questa dualità è in realtà propria di molte delle architetture del periodo, il fine ultimo è quello di sfruttare più a fondo le potenzialità dell’abbinamento tra calcestruzzo, armature e laterizio. Un elemento particolare è rappresentato dai due scaloni simmetrici: le due rampe salgono attorno ad un massiccio nucleo centrale a pianta rettangolare con le estremità arrotondate; entrambi sono realizzati in cemento armato, mentre i pianerottoli semicircolari sono in latero-cemento.
A partire dal primo marcapiano gli spessori si riducono notevolmente, grazie all’impiego di mattoni pieni, che favoriscono inoltre una più rapida esecuzione. Considerate le buone caratteristiche di resistenza del terreno costituito da flysch con strati di arenaria di spessore variabile, sono state previste fondazioni continue di calcestruzzo. Soltanto per gli ambienti del piano seminterrato, per il porticato del corpo centrale e per i due piazzali principali è stato progettato un sottofondo in pietrame con sovrastante platea di calcestruzzo. Nella parte delle ali prospiciente il piazzale, in corrispondenza dei porticati, la muratura è sostenuta da arcate. Nel corpo centrale, dove il progetto del 1938 prevede un sistema ad archi che rappresenta la sola struttura portante esistente: l’impalcato del piano primo è costituito da volte a vela in calcestruzzo poggianti su pilastri, disposti in base ad una maglia quadrata 6 x 6 m. In fase di esecuzione la tecnologia costruttiva fu modificata: nel corpo centrale i pilastri furono realizzati con mattoni pieni ad una testa e riempimento in calcestruzzo, mentre le volte con mattoni in foglio. Quindi alle volte fu assegnata soltanto una funzione estetica, non più quella strutturale prevista inizialmente. L’aspetto desiderato è assicurato, ma associato erroneamente alla massa muraria mentre in realtà è reso possibile grazie all’impiego del telaio in cemento armato. Seppur anche nell’Edificio Centrale il risultato sia analogo, a differenza di altri casi (es. Palazzo della Civiltà Italiana), le volte non sono autoportanti ma appese al solaio del piano primo. La muratura, ove non supportata dai porticati, è appoggiata direttamente sui solai mediante la realizzazione di cordoli: in generale è prevalsa infatti l’impostazione di non progettare travi, ma soltanto rinforzi eseguiti allargando le nervature e prevedendo una armatura aggiuntiva.

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1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Vincolo architettonico
  • Data Provvedimento: 2.02.2012
  • Riferimento Normativo: d.l. 490/99
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 4
  • Particella: 359

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Caputo Fulvio, Masau Dan Maria (a cura di) 2004 La città delle forme. Architettura e arti applicate a Trieste 1945-1957, catalogo della mostra di Trieste Edizioni Comune di Trieste Trieste 121-123 No
Nicoloso Paolo 2008 Mussolini architetto. Propaganda e paesaggio urbano nell’Italia fascista Einaudi Torino No
Fernetti Valentina 2010 L'Edificio centrale dell'Università di Trieste. 1938-1950 EUT Trieste No
Benedetti Andrea, Giadrossi Alessandro, Zanmarchi Alessandro (a cura di) 2014 Atlante dei Beni Culturali. Il patrimonio costruito di Trieste Edizioni Comune di Trieste Trieste 468 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
veduta del prospetto principale veduta del prospetto principale
veduta del prospetto laterale veduta del prospetto laterale
dettaglio della platea d'accesso dettaglio della platea d'accesso
dettaglio della scalinata del corpo sinistro dettaglio della scalinata del corpo sinistro
dettaglio dell'atrio del corpo destro dettaglio dell'atrio del corpo destro

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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SAN Archivi degli Architetti - Raffaello Fagnoni Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Raffaello Fagnoni Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato regionale per il Friuli Venezia Giulia
Titolare della ricerca: Università degli Studi di Trieste Dipartimento Studi Umanistici
Responsabile scientifico: Massimo Degrassi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2015
ultima modifica il 22/01/2025

Revisori:

Menzietti Giulia 2022