Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZINA CORONA

Scheda Opera

  • Vista dell’edificio
  • Vista prospetto su via Tina Gori
  • Vista d’angolo su via Tina Gori
  • Vista dell’edificio
  • Pianta piano terra
  • Pianta piano primo
  • Pianta piano secondo
  • Pianta piano terzo
  • Pianta piano quarto
  • Comune: Forlì
  • Denominazione: PALAZZINA CORONA
  • Indirizzo: Via Tina Gori N. 8
  • Data: 1968 - 1970
  • Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
  • Autori principali: Loris Macci
Descrizione

All’interno di un’area molto vicino alla cerchia dei viali, il progetto opera un ripensamento della tipologia di residenza plurifamiliare isolata, situata nella fascia contigua al centro antico o in sostituzione di edifici demoliti, che negli anni dello sviluppo urbano, anche forlivese, costituisce il modello di edificazione più ricorrente.
L’architetto asseconda le norme del regolamento edilizio che determinano volume e superficie coperta dell’edificio. Attento al rapporto tra forma dell’edificio e forma urbana, il lavoro progettuale si concentra sulla possibilità di variazione del tipo, operata mediante una scomposizione volumetrica che consenta una varietà formale e fornisca una nuova immagine alla prima periferia della città, in netta contrapposizione con il resto dell’edilizia circostante.
Il blocco residenziale si compone di cinque piani e un sottotetto in cui si trovano, impianti, lavatoi, stenditoi e ripostigli. Ogni piano ospita tre appartamenti distribuiti intorno ad un unico vano scala. I tagli degli alloggi sono simili per numero e destinazione d’uso dei vani, cambiano però la loro posizione in planimetria, che assume pertanto una configurazione sempre diversa, in gran parte affidata alla disposizione dei balconi che cambiano continuamente il profilo della pianta, con rientranze e sporgenze sempre diverse ad ogni piano.
In facciata ciò produce un gioco di masse in equilibrio tra loro che rompe la scatola monolitica dell’involucro edilizio. Oltre a produrre l’eliminazione degli affacci su chiostrine interne, favorendo la completa estroversione dello spazio interno verso l’esterno urbano, l’edificio abolisce il piano di facciata e le gerarchie dei fronti, sostituendole con un articolato movimento di volumi in aggetto che assimila l’edificio ad una scultura a tuttotondo, effetto accentuato dal trattamento delle parti in cemento armato in contrapposizione all’intonaco inizialmente di colore rosso cupo, memoria cromatica del cotto locale.
L’edificio ha subito alcuni interventi successivi che hanno fatto perdere l’effetto iniziale, come l’intonacatura esterna di tutto il fabbricato e la sostituzione del colore rosso con uno più chiaro.
L’edificio mostra come Macci abbia assimilato la lezione fiorentina di architetti come Leonardo Savioli, che proprio sul tema operano la propria personale ricerca espressiva. Le realizzazioni dello stesso architetto a Forlì, come la Palazzina Angelica del 1972, o l’edificio residenziale a Bassano del Grappa, in cui molto più accentuato è il lavoro di scomposizione o il progetto non realizzato per un centro commerciale a Lugano, dimostrano come quest’operazione sulla tipologia non costituisca un caso isolato, ma rappresenti un modello ripetibile, utile a creare, secondo l’autore, nuovi valori qualitativi per le aree di espansione urbana.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1968 - 1968
  • Esecuzione: 1970 - 1970
  • Committente: Soc. Immobiliare “La torre”, di Monti & Navacchia
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: casa ad appartamenti - edificio per residenze
  • Destinazione attuale: casa ad appartamenti - edificio per residenze
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Loris Macci Progetto architettonico Progetto https://www.studiomacciarchitetti.com/chi-siamo/ SI
Eugenio Monti Collaboratore Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=34213&RicFrmRicSemplice=Montuori%20Eugenio&RicSez=produttori&RicVM=ricercasemplice NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde, coppi
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’architetto asseconda le norme del regolamento edilizio che determinano volume e superficie coperta dell’edificio. Attento al rapporto tra forma dell’edificio e forma urbana, il lavoro progettuale si concentra sulla possibilità di variazione del tipo, operata mediante una scomposizione volumetrica che consenta una varietà formale e fornisca una nuova immagine alla prima periferia della città, in netta contrapposizione con il resto dell’edilizia circostante.
Il blocco residenziale si compone di cinque piani e un sottotetto in cui si trovano, impianti, lavatoi, stenditoi e ripostigli. Ogni piano ospita tre appartamenti distribuiti intorno ad un unico vano scala. I tagli degli alloggi sono simili per numero e destinazione d’uso dei vani, cambiano però la loro posizione in planimetria, che assume pertanto una configurazione sempre diversa, in gran parte affidata alla disposizione dei balconi che cambiano continuamente il profilo della pianta, con rientranze e sporgenze sempre diverse ad ogni piano.
In facciata ciò produce un gioco di masse in equilibrio tra loro che rompe la scatola monolitica dell’involucro edilizio. Oltre a produrre l’eliminazione degli affacci su chiostrine interne, favorendo la completa estroversione dello spazio interno verso l’esterno urbano, l’edificio abolisce il piano di facciata e le gerarchie dei fronti, sostituendole con un articolato movimento di volumi in aggetto che assimila l’edificio ad una scultura a tuttotondo, effetto accentuato dal trattamento delle parti in cemento armato in contrapposizione all’intonaco inizialmente di colore rosso cupo, memoria cromatica del cotto locale.
L’edificio ha subito alcuni interventi successivi che hanno fatto perdere l’effetto iniziale, come l’intonacatura esterna di tutto il fabbricato e la sostituzione del colore rosso con uno più chiaro.
L’edificio mostra come Macci abbia assimilato la lezione fiorentina di architetti come Leonardo Savioli, che proprio sul tema operano la propria personale ricerca espressiva. Le realizzazioni dello stesso architetto a Forlì, come la Palazzina Angelica del 1972, o l’edificio residenziale a Bassano del Grappa, in cui molto più accentuato è il lavoro di scomposizione o il progetto non realizzato per un centro commerciale a Lugano, dimostrano come quest’operazione sulla tipologia non costituisca un caso isolato, ma rappresenti un modello ripetibile, utile a creare, secondo l’autore, nuovi valori qualitativi per le aree di espansione urbana.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 201
  • Particella: 758

Note

Loris Macci (1937) Si laurea nel 1961 con Adalberto Libera e Ludovico Quaroni. Professore ordinario di progettazione architettonica dal 1976 vive e lavora da oltre 50 anni con studio a Firenze. Inizialmente ha lavorato con Italo Gamberini realizzando la Clinica di Medicina Veterinaria a Pisa, gli edifici per uffici della Soc. Fondiaria a Firenze e Foggia, un edificio a Montecatini Terme, la Sede della RAI-TV a Firenze. Dei suoi lavori si citano il campanile per la chiesa di S. Giuseppe a Capanne, lo stabilimento per la SAP-Loba a Trento, il centro turistico Solaria a Mazzin in Val di Fassa, il centro residenziale di Prato-Grignano, la sede dei Vigili del Fuoco di Firenze, la sede del Comune di Arma di Taggia, i plessi scolastici di Empoli e di Imperia. Vicitore di numerosi concorsi, tra i quali l’Archivio di Stato e gli Istituti Professionali di Cesena, realizza il restauro dello Stadio Comunale di Firenze, la riconversione a polo culturale dello zuccherificio di Borgo S. Giacomo ed un ponte sul Po a Ferrara. Tra i concorsi - a invito - quelli per il riordinamento del centro antico di Cesenatico, per un centro polivalente a Kiel in Germania e per la Biblioteca Kansai a Osaka in Giappone. Degli interventi museali, si ricordano i progetti per il Museo Nazionale di Storia Naturale a Firenze, il concorso per il Grande Museo Egizio al Cairo, il Parco dei Musei ed il nuovo Museo di Storia Naturale a Pavia. Per l’area fiorentina con i Partners dello Studio Abaco - Massimo Comodini e Andrea Giunti - ha progettato uno Stadio per l'Atletica, il Parco Sportivo di Firenze-Ovest e il Piano-Guida per il Nodo fiorentino dell’Alta Velocità (con Bruno Zevi) con le soluzioni-pilota della nuova Stazione AV. Dei progetti recenti si citano - tra quelli realizzati - la Sede della Soc. Cerestar Italia a Rovigo e la Sede della Soc. Eridania Béghin-Say a Ferrara, l’albergo La Vedetta a Firenze, il Centro ex Sima a Iesi, un cinema multiplex della Warner Village a Firenze, un Impianto di compostaggio a Borgo S. Lorenzo-Firenze e le sedi universitarie nel Palazzo dei Serviti a Firenze.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Macci Loris 1974 Note per una metodologia di analisi di settori urbani nei centri storici: esperienze di coordinamento Teorema Firenze No
Macci Loris, Orgera Valeria 1976 Contributi di metodo per una conoscenza della città Libreria editrice fiorentina Firenze No
Macci Loris (a cura di) 1980 Materiali per un progetto di architettura Biblioteca teorema Firenze No
Gurrieri Francesco, Macci Loris, Tramonti Ulisse 1995 Italo Gamberini: l’architettura dal Razionalismo all’Internazionalismo Edifir Edizioni Firenze No
Tramonti Ulisse 1997 Itinerari di Architettura Moderna. Forlì, Cesena, Predappio Alinea Firenze 180 Si
Macci Loris 2008 Postfazione in, Fabbrizzi Fabio (a cura di), Opere e progetti di scuola fiorentina 1968-2008 Alinea Firenze 290-306; 456-462 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista dell’edificio Vista dell’edificio Landi Caterina
Vista prospetto su via Tina Gori Vista prospetto su via Tina Gori Landi Caterina
Vista d’angolo su via Tina Gori Vista d’angolo su via Tina Gori Landi Caterina
Vista dell’edificio Vista dell’edificio Landi Caterina
Pianta piano terra Pianta piano terra Archivio generale comune di Forlì
Pianta piano primo Pianta piano primo Archivio generale comune di Forlì
Pianta piano secondo Pianta piano secondo Archivio generale comune di Forlì
Pianta piano terzo Pianta piano terzo Archivio generale comune di Forlì
Pianta piano quarto Pianta piano quarto Archivio generale comune di Forlì

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 06/02/2025

Revisori:

Setti Stefano 2022