Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA NEL PEEP DI VIA O. BOTTEGO

Scheda Opera

  • dettaglio della facciate dell'ala delle scuole medie
  • particolare dei cortili interni
  • particolare del fronte principale, giardino nord
  • planimetria generale (1971)
  • particolare facciata nord
  • Comune: Parma
  • Denominazione: SCUOLA ELEMENTARE E MEDIA NEL PEEP DI VIA O. BOTTEGO
  • Indirizzo: Via Isacco Newton N. 16
  • Data: 1969 - 1976
  • Tipologia: Scuole
  • Autori principali: Leonardo Benevolo
Descrizione

Il progetto fu approntato a partire dal 1969 dallo studio associato composto dal 1961 da Leonardo Benevolo, Tommaso Giura Longo e Carlo Melograni. Quest’ultimo aveva già in esecuzione in città dal 1956 il polo degli Istituti tecnici.
L’intervento è contraddistinto da un disegno unitario, il cui valore fondativo è facilmente individuato nel serrato rapporto tra gli spazi interni e quelli esterni. Sebbene dall’esterno appaia come un monolite di cemento armato, all’interno si scoprono luminose cavità che si aprono con ampie vetrate.
Il rigoroso impianto è fondato sulla aggregazione di unità didattiche, intese come elementi planimetrici a “L” in cui si dispongono aule, servizi, percorsi e disimpegni di varia estensione. Tale soluzione si propone con una riproducibilità dei singoli moduli ottenuta accostandoli in sequenza l’uno all’altro.
La scuola elementare trova luogo al piano inferiore sul retro. Qui le aule si inseguono, aprendosi sugli spazi aperti dei giardini definiti dagli stessi moduli a “L” a un unico piano; un affaccio ritirato e protetto dal fronte principale. Sulla strada altri corpi edilizi a pianta rettangolare si innestano ortogonalmente al sistema modulare. Questi articolano altimetricamente il complesso presentando un piano superiore che ospita la scuola media e gli uffici.
Da capitolato di appalto: “Scuola elementare con 30 aule al piano terra in 6 corpi bassi ad 1 piano sul lato est delle dimensioni di mt 19.80x10.70 circa delimitanti n. 6 cortiletti al servizio di ogni gruppo di 5 aule. Scuola media con 18 aule al 1° piano in 6 gruppi di 3 aule con 2 ingressi indipendenti al P.T. Al !° piano sono pure previste sale per esercitazioni tecniche, scientifiche, acustiche per educazione musicale e sala proiezioni. N.2 palestre con relativi servii in 2 corpi distinti ad ovest dalle dimensioni di mt 24.788x13.50 ognuno; Refettorio al P.T. con relativa cucina in una ala centrale d ovest delle dimensioni di mt. 24.78x18.10”
Il linguaggio pienamente brutalista si esalta nei massici blocchi delle palestre, in cui si accatastano ordinatamente le tracce dei casseri lignei sulle facciate. Questo viene però temperato dalla articolazione degli affacci delle aule e percorsi, dove il disegno delle facciate si sgrana con il ricorso anche ad elementi in vetrocemento.
Gli spazi aperti sono ordinati da elementi di arredo, sempre in cemento, che conferiscono un disegno unitario all’intero complesso: recinti, gradoni e scalinate tra le aree verdi per ospitare i giochi dei piccoli.
Il progetto, deliberato dal Consiglio Comunale nel 1969, solamente nel 1973 andò a gara di appalto dopo che furono rivisti i prezzi a base d’asta e superate le difficoltà di reperimento dei finanziamenti statali (impedimento comune a tutta la penisola per l’attuazione del piano di edilizia scolastica del 1967).
Il complesso fu completato dalla scuola materna a sud, a opera delle stesso studio. Recentemente è stato un volume prismatico in uno dei cortili sul fronte principale per ospitare un nuovo refettorio.
Quest’opera è affine alla scuola progettata per Pontelagoscuro dagli stessi progettisti pochi anni prima (1962-67); l’impianto tipologico, il linguaggio brutalista e la medesima articolazione delle facciate ne fanno sostanzialmente un'unica sperimentazione dove l’opera parmigiana ne costituisce una revisione critica a più ampia scala.

(Stefano Negri)

Info
  • Progetto: 1969 - 1972
  • Esecuzione: 1974 - 1976
  • Committente: Comune di Parma
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: scuola elementare e media
  • Destinazione attuale: scuola elementare e media: Istituto Comprensivo
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Leonardo Benevolo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/leonardo-benevolo/ SI
Tommaso Giura Longo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.architettiroma.it/50_anni_professione/tommaso-giura-longo/ NO
Carlo Melograni Progetto architettonico Progetto NO
  • Strutture: cemento armato
  • Materiale di facciata: cemento armato, vetro, vetrocemento
  • Coperture: piane, c.a.
  • Serramenti: metallo e legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Cattivo
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’intervento è contraddistinto da un disegno unitario, il cui valore fondativo è facilmente individuato nel serrato rapporto tra gli spazi interni e quelli esterni. Sebbene dall’esterno appaia come un monolite di cemento armato, all’interno si scoprono luminose cavità che si aprono con ampie vetrate.
Il rigoroso impianto è fondato sulla aggregazione di unità didattiche, intese come elementi planimetrici a “L” in cui si dispongono aule, servizi, percorsi e disimpegni di varia estensione. Tale soluzione si propone con una riproducibilità dei singoli moduli ottenuta accostandoli in sequenza l’uno all’altro.
La scuola elementare trova luogo al piano inferiore sul retro. Qui le aule si inseguono, aprendosi sugli spazi aperti dei giardini definiti dagli stessi moduli a “L” a un unico piano; un affaccio ritirato e protetto dal fronte principale. Sulla strada altri corpi edilizi a pianta rettangolare si innestano ortogonalmente al sistema modulare. Questi articolano altimetricamente il complesso presentando un piano superiore che ospita la scuola media e gli uffici. 
Da capitolato di appalto: “Scuola elementare con 30 aule al piano terra in 6 corpi bassi ad 1 piano sul lato est delle dimensioni di mt 19.80x10.70 circa delimitanti n. 6 cortiletti al servizio di ogni gruppo di 5 aule. Scuola media con 18 aule al 1° piano in 6 gruppi di 3 aule con 2 ingressi indipendenti al P.T. Al !° piano sono pure previste sale per esercitazioni tecniche, scientifiche, acustiche per educazione musicale e sala proiezioni. N.2 palestre con relativi servii in 2 corpi distinti ad ovest dalle dimensioni di mt 24.788x13.50 ognuno; Refettorio al P.T. con relativa cucina in una ala centrale d ovest delle dimensioni di mt. 24.78x18.10”
Il linguaggio pienamente brutalista si esalta nei massici blocchi delle palestre, in cui si accatastano ordinatamente le tracce dei casseri lignei sulle facciate. Questo viene però temperato dalla articolazione degli affacci delle aule e percorsi, dove il disegno delle facciate si sgrana con il ricorso anche ad elementi in vetrocemento.
Gli spazi aperti sono ordinati da elementi di arredo, sempre in cemento, che conferiscono un disegno unitario all’intero complesso: recinti, gradoni e scalinate tra le aree verdi per ospitare i giochi dei piccoli.
Il progetto, deliberato dal Consiglio Comunale nel 1969, solamente nel 1973 andò a gara di appalto dopo che furono rivisti i prezzi a base d’asta e superate le difficoltà di reperimento dei finanziamenti statali (impedimento comune a tutta la penisola per l’attuazione del piano di edilizia scolastica del 1967).
Il complesso fu completato dalla scuola materna a sud, a opera delle stesso studio. Recentemente è stato un volume prismatico in uno dei cortili sul fronte principale per ospitare un nuovo refettorio.
Quest’opera è affine alla scuola progettata per Pontelagoscuro dagli stessi progettisti pochi anni prima (1962-67); l’impianto tipologico, il linguaggio brutalista e la medesima articolazione delle facciate ne fanno sostanzialmente un'unica sperimentazione dove l’opera parmigiana ne costituisce una revisione critica a più ampia scala.

(Stefano Negri)
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Per far fronte al nuovo obbligo scolastico venne nominata una Commissione nazionale di studio sull’edilizia per la nuova scuola media; il Governo Moro III stanziò nel 1967 ben 1000 miliardi di lire per un piano di edilizia scolastica, organizzato per stralci quinquennali. Agli enti locali erano affidate le procedure per la realizzazione dei singoli interventi edilizi. Ad indirizzare qualitativamente il poderoso programma fu il Centro studi per l’edilizia scolastica, diretto dal 1958 da Ciro Cicconcelli all’interno del Ministero della pubblica istruzione. Tema di indagine centrale era l’ambiente educativo: il complesso rapporto tra spazio architettonico e apprendimento. Tale struttura condusse un rapidissimo rinnovamento nella sperimentazione tipologica e architettonica in tema di istruzione, guidando i professionisti con le “Norme tecniche per l’edilizia scolastica” (1970) ed elaborando una procedura innovativa basata procedure che costringevano ad un processo edilizio fortemente industrializzato. 
Del piano nazionale di questa fondamentale stagione di elaborazione e sperimentazione rientra l’edificio per le scuole elementari e medie realizzate nel costruendo quartiere PEEP (Piano edilizia economica popolare) di via Bottego a Parma, a sud della via Emilia, in direzione Reggio.
(Stefano Negri)

Leonardo Benevolo (Orta S. Giulio,Novara 1923)
Si laurea in architettura a Roma nel 1946; successivamente viene insignito di laurea honoris causa in scienze tecniche al politecnico di Zurigo nel 1980 e in storia dell’architettura alla Sorbonne di Parigi nel 2004 . Dal 1955 al 1977 è professore di architettura negli atenei di Roma, Firenze, Venezia e Palermo; è inoltre professore di Storia del territorio all’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana dal1996 al 2003, visiting lecturer nelle Università di Yale (New Haven), Columbia (new York), Caracas, Teheran, Rio de Janeiro e Hosei (Tokyo). 
Alla sua attività di storico dell’architettura, che lo porta a scrivere alcuni dei testi di riferimento sull’architettura europea, antica e contemporanea, dalla fine degli anni ’50 svolge attività di consulenza e ideazione nel campo della pianificazione urbanistica e della progettazione architettonica per molte città italiane. Fra i numerosi premi ricevuti ricordiamo: il premio “Libera Stampa”, la “Medaille de Histoire de l’Art” (a Parigi), la medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte (presidenza della repubblica italiana, 2003).  Benevolo rientra tra le figure considerate molto influenti per le vicende bolognesi degli anni ’60, facendo in particolare riferimento alla redazione del piano per la conservazione del centro storico di Bologna (redige una prima ipotesi progettuale nel 1961), alla costruzione del villaggio INA-Casa INCIS (1957-1960)  di via Cavedone e ai padiglioni della fiera di Bologna (1962-67).

Tommaso Giura Longo (Matera 1932)
Si laurea a Roma nel 1959.  Professore Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana conclude l’insegnamento universitario nella Facoltà di Architettura di Roma Tre. Negli anni precedenti svolge didattica e ricerca nelle seguenti Facoltà italiane: Architettura (Firenze), IUAV (Venezia), Architettura (Palermo), Ingegneria (Catania), Architettura (Roma “La Sapienza”).  Dal 1961 al 1971 fa parte dello studio professionale “Benevolo, Giura Longo, Melograni” in Roma. Il progetto del nucleo iniziale dei padiglioni espositivi della Fiera di Bologna e l’impianto urbanistico dell’intero nuovo quartiere fieristico fa ottenere il primo premio nazionale di progettazione allo studio dei tre architetti. Dal 1982 ha studio individuale a Roma ed è autore di numerosi progetti di architettura e di urbanistica. Dei progetti di architettura fanno parte: il Quartiere Fieristico di Bologna e i suoi padiglioni (1961-84); l’Istituto di Neuropsichiatria Infantile di Roma “La Sapienza” (1968); i progetti pilota per il risanamento dei Rioni “Sassi” di Matera (1987); il recupero di due comparti edilizi di Siracusa-Ortigia 
(1995). Fra i progetti di urbanistica, svolti in collaborazione con altri progettisti, si ricordano, tra gli altri: i Programmi Biennali di intervento nei Sassi di Matera (1987); la variante di PRG per il centro storico di Caltanissetta (1988). La sua attività più significativa riguarda l’assistenza al Comune di Matera per avviare il risanamento urbanistico ambientale dei Sassi di Matera, a partire dal concorso internazionale vinto nel 1977. Autore di numerosi saggi critici e interventi sulle principali riviste specialistiche, collabora con periodici e quotidiani.

Carlo Melograni (Roma 1924)
Si laurea a Roma nel 1950. Conclude l'impegno universitario come Preside della facoltà di architettura di Roma Tre, negli anni della sua fondazione. Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della scienza e della cultura, è membro corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca. Collabora a riviste specializzate, periodici e giornali quotidiani. Come progettista si è soprattutto interessato di interventi pubblici per edilizia residenziale economica e per servizi sociali, in particolare scolastici. Tra il 1950 e il 1960 è tra i progettisti del quartiere Ina-casa di Roma/Tiburtino. Ha partecipato, quasi sempre in collaborazione con altri, a numerosi concorsi. Dal 1961 al 1971 è associato con Leonardo Benevolo e Tommaso Giura Longo; poi con quest'ultimo e con Maria Letizia Martines. Con Benevolo e Giura Longo progetta il nucleo iniziale dei padiglioni della fiera di Bologna. A Ferrara, coordina il piano regolatore generale adottato nel 1975. Dal 1981 al 1996 ha operato nello studio "P+R Progetti e ricerche di architettura" alla cui attività dedica un numero la rivista "Parametro". Negli ultimi tempi collabora con architetti ancora più giovani, vincendo il concorso per riutilizzare l'area dismessa dalle aziende municipalizzate a Modena. A Ferrara esegue il piano di riqualificazione del quartiere Barco.
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  • Foglio Catastale: 31
  • Particella: 71

Note

Alla fine del 1962 si avviò la più importante riforma del sistema scolastico italiano dal dopoguerra: si istituiva la Scuola media unificata. Oltre ad innalzare la fascia dell’obbligo scolastico a 14 anni, fornendo un istruzione pubblica e gratuita, il legislatore riformava in chiave egualitaria questo segmento dell’istruzione italiana; dapprima le scuole medie costituivano un filtro per l’ascesa sociale, infatti solo chi superava l’esame di ammissione poteva evitare le scuole di avviamento professionale. L’istituzione della media unica “concorre a promuove la formazione dell’uomo e del cittadino secondo i principi sanciti dalla Costituzione e favorisce l’orientamento dei giovani ai fini della scelta dell’attività successiva” (art. 1 della legge 1859/1962), rinviando l’obbligo, allora assai precoce, della scelta di modello di formazione (istruzione generale contro formazione professionale). Sono gli anni di Don Milani e il Sessantotto è alle porte. Per far fronte al nuovo obbligo scolastico venne nominata una Commissione nazionale di studio sull’edilizia per la nuova scuola media; il Governo Moro III stanziò nel 1967 ben 1000 miliardi di lire per un piano di edilizia scolastica, organizzato per stralci quinquennali. Agli enti locali erano affidate le procedure per la realizzazione dei singoli interventi edilizi. Ad indirizzare qualitativamente il poderoso programma fu il Centro studi per l’edilizia scolastica, diretto dal 1958 da Ciro Cicconcelli all’interno del Ministero della pubblica istruzione. Tema di indagine centrale era l’ambiente educativo: il complesso rapporto tra spazio architettonico e apprendimento. Tale struttura condusse un rapidissimo rinnovamento nella sperimentazione tipologica e architettonica in tema di istruzione, guidando i professionisti con le “Norme tecniche per l’edilizia scolastica” (1970) ed elaborando una procedura innovativa basata procedure che costringevano ad un processo edilizio fortemente industrializzato. Del piano nazionale di questa fondamentale stagione di elaborazione e sperimentazione rientra l’edificio per le scuole elementari e medie realizzate nel costruendo quartiere PEEP (Piano edilizia economica popolare) di via Bottego a Parma, a sud della via Emilia, in direzione Reggio. (Stefano Negri) Leonardo Benevolo (Orta S. Giulio,Novara 1923) Si laurea in architettura a Roma nel 1946; successivamente viene insignito di laurea honoris causa in scienze tecniche al politecnico di Zurigo nel 1980 e in storia dell’architettura alla Sorbonne di Parigi nel 2004 . Dal 1955 al 1977 è professore di architettura negli atenei di Roma, Firenze, Venezia e Palermo; è inoltre professore di Storia del territorio all’Accademia di Architettura dell’Università della Svizzera italiana dal1996 al 2003, visiting lecturer nelle Università di Yale (New Haven), Columbia (new York), Caracas, Teheran, Rio de Janeiro e Hosei (Tokyo). Alla sua attività di storico dell’architettura, che lo porta a scrivere alcuni dei testi di riferimento sull’architettura europea, antica e contemporanea, dalla fine degli anni ’50 svolge attività di consulenza e ideazione nel campo della pianificazione urbanistica e della progettazione architettonica per molte città italiane. Fra i numerosi premi ricevuti ricordiamo: il premio “Libera Stampa”, la “Medaille de Histoire de l’Art” (a Parigi), la medaglia d’oro ai benemeriti della scuola della cultura e dell’arte (presidenza della repubblica italiana, 2003). Benevolo rientra tra le figure considerate molto influenti per le vicende bolognesi degli anni ’60, facendo in particolare riferimento alla redazione del piano per la conservazione del centro storico di Bologna (redige una prima ipotesi progettuale nel 1961), alla costruzione del villaggio INA-Casa INCIS (1957-1960) di via Cavedone e ai padiglioni della fiera di Bologna (1962-67). Tommaso Giura Longo (Matera 1932) Si laurea a Roma nel 1959. Professore Ordinario di Composizione Architettonica e Urbana conclude l’insegnamento universitario nella Facoltà di Architettura di Roma Tre. Negli anni precedenti svolge didattica e ricerca nelle seguenti Facoltà italiane: Architettura (Firenze), IUAV (Venezia), Architettura (Palermo), Ingegneria (Catania), Architettura (Roma “La Sapienza”). Dal 1961 al 1971 fa parte dello studio professionale “Benevolo, Giura Longo, Melograni” in Roma. Il progetto del nucleo iniziale dei padiglioni espositivi della Fiera di Bologna e l’impianto urbanistico dell’intero nuovo quartiere fieristico fa ottenere il primo premio nazionale di progettazione allo studio dei tre architetti. Dal 1982 ha studio individuale a Roma ed è autore di numerosi progetti di architettura e di urbanistica. Dei progetti di architettura fanno parte: il Quartiere Fieristico di Bologna e i suoi padiglioni (1961-84); l’Istituto di Neuropsichiatria Infantile di Roma “La Sapienza” (1968); i progetti pilota per il risanamento dei Rioni “Sassi” di Matera (1987); il recupero di due comparti edilizi di Siracusa-Ortigia 
(1995). Fra i progetti di urbanistica, svolti in collaborazione con altri progettisti, si ricordano, tra gli altri: i Programmi Biennali di intervento nei Sassi di Matera (1987); la variante di PRG per il centro storico di Caltanissetta (1988). La sua attività più significativa riguarda l’assistenza al Comune di Matera per avviare il risanamento urbanistico ambientale dei Sassi di Matera, a partire dal concorso internazionale vinto nel 1977. Autore di numerosi saggi critici e interventi sulle principali riviste specialistiche, collabora con periodici e quotidiani. Carlo Melograni (Roma 1924) Si laurea a Roma nel 1950. Conclude l'impegno universitario come Preside della facoltà di architettura di Roma Tre, negli anni della sua fondazione. Medaglia d'oro del Presidente della Repubblica ai benemeriti della scienza e della cultura, è membro corrispondente dell'Accademia Nazionale di San Luca. Collabora a riviste specializzate, periodici e giornali quotidiani. Come progettista si è soprattutto interessato di interventi pubblici per edilizia residenziale economica e per servizi sociali, in particolare scolastici. Tra il 1950 e il 1960 è tra i progettisti del quartiere Ina-casa di Roma/Tiburtino. Ha partecipato, quasi sempre in collaborazione con altri, a numerosi concorsi. Dal 1961 al 1971 è associato con Leonardo Benevolo e Tommaso Giura Longo; poi con quest'ultimo e con Maria Letizia Martines. Con Benevolo e Giura Longo progetta il nucleo iniziale dei padiglioni della fiera di Bologna. A Ferrara, coordina il piano regolatore generale adottato nel 1975. Dal 1981 al 1996 ha operato nello studio "P+R Progetti e ricerche di architettura" alla cui attività dedica un numero la rivista "Parametro". Negli ultimi tempi collabora con architetti ancora più giovani, vincendo il concorso per riutilizzare l'area dismessa dalle aziende municipalizzate a Modena. A Ferrara esegue il piano di riqualificazione del quartiere Barco.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco 1988 Guida all'architettura moderna. Italia. Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 267 Si
Muntoni Alessandra 2007 Per un'architettura adatta e adattabile, in AA. VV, Carlo Melograni De Luca Roma 27; 39 (immagini) Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
dettaglio della facciate dell'ala delle scuole medie dettaglio della facciate dell'ala delle scuole medie S. Negri 2015
particolare dei cortili interni particolare dei cortili interni S. Negri 2015
particolare del fronte principale, giardino nord particolare del fronte principale, giardino nord S. Negri 2015
planimetria generale (1971) planimetria generale (1971) ASCPr, 1969-1973, scuole elementari e medie nel P.E.E.P. di via O. Bottego
particolare facciata nord particolare facciata nord S. Negri 2015

Criteri
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Stefano Negri
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 05/04/2024

Revisori:

Stefano Setti