Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

BORGATA RURALE SAN ROMUALDO

Scheda Opera

  • Vista del retro dei locali adibiti a servizi
  • Vista di scorcio della scuola elementare
  • Vista del complesso da piazza San Romualdo
  • Vista del complesso da piazza San Romualdo
  • Vista della chiesa di Santa Giustina
  • Vista del campanile della chiesa di Santa Giustina
  • Vista frontale della chiesa di Santa Giustina
  • Vista del battistero di Santa Giustina
  • Vista dell'edificio destinato ad alloggio del presbitero
  • Vista del trattamento della facciata e del fianco di Santa Giustina
  • Vista della cappella laterale della chiesa
  • Vista dei locali adibiti a servizi per la comunità
  • Vista del centro sociale della borgata
  • Vista dell'ingresso alla scuola elementare
  • Vista delle aule dell'asilo
  • Comune: Ravenna
  • Località: San Romualdo
  • Denominazione: BORGATA RURALE SAN ROMUALDO
  • Indirizzo: Piazza San Romualdo
  • Data: - 1958
  • Tipologia: Insediamenti
  • Autori principali: Pierluigi Giordani
Descrizione

Il borgo costituisce uno degli interventi a sostegno delle aree depresse della bassa ravennate, parte delle politiche insediative previste nelle zone di bonifica, già interessate negli anni de fascismo dagli stessi modelli di pianificazione basati su città di fondazione.
L’area sorge a 7 km da Ravenna lungo la strada provinciale San Alberto, qui nel 1958, l'ente del Delta Padano promuove la costruzione del villaggio rurale di San Romualdo, inteso come un borgo autonomo in aperta campagna, in antitesi alla concentrazione urbana di Ravenna.
Nell'area di 7.5 ettari, sono collocate, secondo un rigido schema di divisione funzionale: un'area per le attrezzature civiche, una zona destinata agli spazi per la cooperazione, una commerciale e artigiana, una sportiva e una residenziale.
I servizi pubblici, progettati interamente dall'architetto Giordani, sono concentrati in un complesso dalla volumetria contenuta, di massimo due piani fuori terra, comprendente la chiesa intitolata a Santa Giustina, la canonica e le opere parrocchiali, un asilo a due aule con refettorio, una scuola elementare di quattro aule, un circolo e un centro sociale, un ambulatorio e gli uffici di zona dell'ente della cooperativa. Questi quattro edifici posti ai vertici di una piazza rettangolare, delimitano lo spazio pubblico qualificato, anche dal punto di vista architettonico, dall’uniformità del linguaggio, strettamente vincolato alle scarse disponibilità economiche e alle richieste della committenza, di costruire con materiali duraturi, senza tuttavia rinunciare alle componenti caratterizzanti l'architettura locale.
Il mattone e il cemento faccia a vista, messo rigorosamente in opera da maestranze locali, sono i materiali a cui si affida l’immagine delle architetture. Alcune note di ceramica policroma, tipiche nella cultura ravennate, e alcune particolari tessiture delle cortine murarie, sono gli unici elementi che abbandonano l’espressione della sola necessità, tipica delle costruzioni rurali, per virare verso contenuti decorativi.
Predomina l’aspetto funzionale e la volontà di inserirsi senza cesure nel contesto ambientale, attraverso una composizione omogenea, senza picchi ne elementi gerarchicamente dominanti. "Ero partito - scrive Giordani - da Mies: ma era un testo molto lontano dalla realtà del Delta. Il Delta si è inserito in me almeno quanto i miei edifici in esso". (Ascione, 1959, cit.).
La chiesa è ottagonale a pianta centrale. L’atto di fondazione di un nuovo insediamento, infatti, intende concentrarsi intorno a un edificio ispirato alla tradizione tipologica più riconoscibile del passato ravennate.
L'ingresso è solcato da un profondo ambulacro ai cui lati sono chiaramente distinguibili la torre del campanile e il battistero, mentre nei lati del corpo centrale, si fronteggiano due cappelle rigorosamente simmetriche. La struttura è interamente in cemento armato lasciata a vista sia all'interno che all'esterno; i tamponamenti e le murature portanti sono stuccate in cemento bianco. I grigliati che fanno da sfondo alle cappelle laterali, sono anch'essi in cemento prefabbricato bianco e ricorrono in quasi tutti gli edifici che compongono questo progetto, memoria delle pareti forate in laterizio per la ventilazione dei sottotetti degli edifici rurali. Alla definizione dello spazio sacro partecipa anche il progetto degli arredi, disegnati dallo stesso Giordani.
Dal retro della chiesa, disposti a “L”, si snodano i locali accessori alla chiesa e gli alloggi del sacerdote, serviti a loro volta da un porticato che li unisce alla sagrestia e quindi alla chiesa. I servizi sociali della borgata sono collocati di fronte agli alloggi del presbitero, costituiti da tre volumi, due rettangolari disposti longitudinalmente, in cui trovano posto gli uffici della cooperativa e uno di forma quadrata per le assemblee, collegati da una pensilina. La scuola elementare e l'asilo, posti uno di fronte all'altro sul lato corto più lontano della piazza, sono tipologicamente risolti come sequenze di aule, a cui i corridoi fanno da distribuzione. Seppure l'immagine di sobrietà prevalga in questi edifici, l'architetto non rinuncia a caratterizzare i corpi delle aule con ampie finestrature alternate a grigliati di cemento. Le restanti finestre sono incorniciate da piccoli sbalzi creati con mattoni faccia a vista.

(Matteo Sintini, Elia Serafini)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: - 1958
  • Proprietà: Proprietà pubblico-privata
  • Destinazione originaria: Chiesa, alloggi parrocchiali, scuole e uffici
  • Destinazione attuale: Chiesa, alloggi parrocchiali, scuole e uffici
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Impresa Antonio Amorati, Ravenna Direzione lavori Esecuzione NO
Pierluigi Giordani Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263829&force=1 SI
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: mattoni faccia a vista, intonaco cementizio, ceramica policroma e elementi prefabbricati in cemento bianco
  • Coperture: tetti a falde con coppi
  • Serramenti: lignei
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L’area sorge a 7 km da Ravenna lungo la strada provinciale San Alberto, qui nel 1958, l'ente del Delta Padano promuove la costruzione del villaggio rurale di San Romualdo, inteso come un borgo autonomo in aperta campagna, in antitesi alla concentrazione urbana di Ravenna. 
Nell'area di 7.5 ettari, sono collocate, secondo un rigido schema di divisione funzionale: un'area per le attrezzature civiche, una zona destinata agli spazi per la cooperazione, una commerciale e artigiana, una sportiva e una residenziale. 
I servizi pubblici, progettati interamente dall'architetto Giordani, sono concentrati in un complesso dalla volumetria contenuta, di massimo due piani fuori terra,  comprendente la chiesa intitolata a Santa Giustina, la canonica e le opere parrocchiali, un asilo a due aule con refettorio, una scuola elementare di quattro aule, un circolo e un centro sociale, un ambulatorio e gli uffici di zona dell'ente della cooperativa. Questi quattro edifici posti ai vertici di una piazza rettangolare, delimitano lo spazio pubblico qualificato, anche dal punto di vista architettonico, dall’uniformità del linguaggio, strettamente vincolato alle scarse disponibilità economiche e alle richieste della committenza, di costruire con materiali duraturi, senza tuttavia rinunciare alle componenti caratterizzanti l'architettura locale.
Il mattone e il cemento faccia a vista, messo rigorosamente in opera da maestranze locali, sono i materiali a cui si affida l’immagine delle architetture. Alcune note di ceramica policroma, tipiche nella cultura ravennate, e alcune particolari tessiture delle cortine murarie, sono gli unici elementi che abbandonano l’espressione della sola necessità, tipica delle costruzioni rurali, per virare verso contenuti decorativi. 
Predomina l’aspetto funzionale e la volontà di inserirsi senza cesure nel contesto ambientale, attraverso una composizione omogenea, senza picchi ne elementi gerarchicamente dominanti. "Ero partito - scrive Giordani - da Mies: ma era un testo molto lontano dalla realtà del Delta. Il Delta si è inserito in me almeno quanto i  miei edifici in esso".  (Ascione, 1959, cit.). 
La chiesa è ottagonale a pianta centrale. L’atto di fondazione di un nuovo insediamento, infatti, intende concentrarsi intorno a un edificio ispirato alla tradizione tipologica più riconoscibile del passato ravennate.
L'ingresso è solcato da un profondo ambulacro ai cui lati sono chiaramente distinguibili la torre del campanile e il battistero, mentre nei lati del corpo centrale, si fronteggiano due cappelle rigorosamente simmetriche. La struttura è interamente in cemento armato lasciata a vista sia all'interno che all'esterno; i tamponamenti e le murature portanti sono stuccate in cemento bianco. I grigliati che fanno da sfondo alle cappelle laterali, sono anch'essi in cemento prefabbricato bianco e ricorrono in quasi tutti gli edifici che compongono questo progetto, memoria delle pareti forate in laterizio per la ventilazione dei sottotetti degli edifici rurali. Alla definizione dello spazio sacro partecipa anche il progetto degli arredi, disegnati dallo stesso Giordani.
Dal retro della chiesa, disposti a “L”, si snodano i locali accessori alla chiesa e gli alloggi del sacerdote, serviti a loro volta da un porticato che li unisce alla sagrestia e quindi alla chiesa. I servizi sociali della borgata sono collocati di fronte agli alloggi del presbitero, costituiti da tre volumi, due rettangolari disposti longitudinalmente, in cui trovano posto gli uffici della cooperativa e uno di forma quadrata per le assemblee, collegati da una pensilina. La scuola elementare e l'asilo, posti uno di fronte all'altro sul lato corto più lontano della piazza, sono tipologicamente risolti come sequenze di aule, a cui i corridoi fanno da distribuzione. Seppure l'immagine di sobrietà prevalga in questi edifici, l'architetto non rinuncia a caratterizzare i corpi delle aule con ampie finestrature alternate a grigliati di cemento. Le restanti finestre sono incorniciate da piccoli sbalzi creati con mattoni faccia a vista.

(Matteo Sintini, Elia Serafini)

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Pierluigi Giordani (Bologna 1924-2011). Architetto e urbanista. Laureato a Bologna in ingegneria nel 1951, è stato assistente volontario di tecnica urbanistica presso la stessa facoltà. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

All’interno della chiesa sono presenti apparati scultorei del ceramista ravennate Carlo Zauli Pierluigi Giordani (Bologna 1924-2011). Architetto e urbanista. Laureato a Bologna in ingegneria nel 1951, è stato assistente volontario di tecnica urbanistica presso la stessa facoltà.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Giordani Pierluigi 1956 Vocazione degli abitanti del Delta: Misure dell'uomo e della produttività L'Architettura. Cronache e storia n. 9 208 - 213 No
Giordani Pierluigi 1956 Vocazione degli abitanti del Delta: Comunità autonome L'Architettura. Cronache e storia n. 11 370 - 373 No
Giordani Pierluigi 1958 I contadini e l'urbanistica Edizioni agricole, Bologna No
Ascione Enrico 1959 Nuove opere dell'architetto Pierluigi Giordani nel Delta Padano L'Architettura. Cronache e storia n. 47 304 - 323 Si
De Ambris Franco 1960 Borgata rurale S. Romualdo. Progetto di Pierluigi Giordani Costruire n. 4. No
Pedrazzini Alberto 2003 Immagini della riforma agraria. Interventi di Pierluigi Giordani nel delta padano e dintorni: 1952-1975: esperienze contestuali di edilizia pubblica e privata Longo Ravenna Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Biolocati Rinaldi Maurizio, Alberti Francesco 2011 Paesaggi della riforma agraria. Azioni integrate per l'interpretazione morfologica del progetto urbano Alinea Firenze No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del retro dei locali adibiti a servizi Vista del retro dei locali adibiti a servizi Elia Serafini
Vista di scorcio della scuola elementare Vista di scorcio della scuola elementare Elia Serafini
Vista del complesso da piazza San Romualdo Vista del complesso da piazza San Romualdo Elia Serafini
Vista del complesso da piazza San Romualdo Vista del complesso da piazza San Romualdo Elia Serafini
Vista della chiesa di Santa Giustina Vista della chiesa di Santa Giustina Elia Serafini
Vista del campanile della chiesa di Santa Giustina Vista del campanile della chiesa di Santa Giustina Elia Serafini
Vista frontale della chiesa di Santa Giustina Vista frontale della chiesa di Santa Giustina Elia Serafini
Vista del battistero di Santa Giustina Vista del battistero di Santa Giustina Elia Serafini
Vista dell'edificio destinato ad alloggio del presbitero Vista dell'edificio destinato ad alloggio del presbitero Elia Serafini
Vista del trattamento della facciata e del fianco di Santa Giustina Vista del trattamento della facciata e del fianco di Santa Giustina Elia Serafini
Vista della cappella laterale della chiesa Vista della cappella laterale della chiesa Elia Serafini
Vista dei locali adibiti a servizi per la comunità Vista dei locali adibiti a servizi per la comunità Elia Serafini
Vista del centro sociale della borgata Vista del centro sociale della borgata Elia Serafini
Vista dell'ingresso alla scuola elementare Vista dell'ingresso alla scuola elementare Elia Serafini
Vista delle aule dell'asilo Vista delle aule dell'asilo Elia Serafini

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Elia Serafini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 19/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022