Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA DI PIETRA

Scheda Opera

  • Veduta prospettica dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Veduta prospettica della facciata dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Veduta prospettica dell’edificio in cui è possibile notare la presenza di terrazzi su più livelli (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Particolare del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Vista dell'interno (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Schizzo prospettico (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
  • Comune: Langhirano
  • Denominazione: CASA DI PIETRA
  • Indirizzo: strada Corniglio 4
  • Data: 1970 - 1974
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Aurelio Cortesi
Descrizione

La costruzione della villa per giovani sposi a Langhirano, segue l’analoga sperimentazione nell’uso della pietra, della precedente casa di Casarola (per Attilio B.).
La nuova realizzazione, costruita con la pietra del torrente Parma, (antistante l’area di proprietà), presenta tre piani fuori terra coronati da un’altana belvedere, aperta sulla veduta della millenaria Badia Cavana. I setti murari squadrati s’intrecciano con spessori che mutano rastremandosi verso l’alto, così come dettato dalle illustrazioni magiche delle tavole tecniche della fine del sec. XIX.
La ricerca progettuale si basa anche su una traccia già sperimentata nella casa a mezza costa di Giorgio Cusatelli, a Sala, che traduce e coniuga, in sequenza, il disegno programmatico del quadrato e del suo comporsi. Schema tratto dalle case tetragone, tramandateci dal passato.
Il progetto realizzato si coniuga al piacere di sperimentare il comporre per figure geometriche note, all’antica, traducendole nei paradigmi retorici dell’allitterazione, dell’auto citazione, della raffigurazione sorgiva di quei temi canonici dell’architetto che si mutano, in progetto dopo progetto, e che, da uno schema sperimentato di figure ortogonali, creano l’assieme strutturato e strutturale, in pietra, di una scrittura architettonica affinata dai rapporti di contiguità con i luoghi e la loro storia.
Questo tema espressivo non poteva non affascinare Bernardo B. che, nei suoi viaggi verso Casarola osserva la residenza castellana crescere nel cantiere, per poi, in corso d’opera, coglierne e ritrarne le possibilità espressive dello svolgersi di una vita doviziosa. Da riprendere, con la macchina da presa per interagire nell’arruffata vicenda di una storia italiana: “La tragedia di un uomo ridicolo.”
E’ così che l’immagine della casa-castello di Langhirano, diventa l’emblema del film, quale espressione incantata del significato di una storia borghese, oscura e irrisolta, in cui virtù, malizia, beffa e casualità tracciano la strada scoscesa, in un presente fosco, dei “castellani del formaggio”, marchiando, con timbro a fuoco, le aspirazioni dei personaggi della vicenda, protagonisti di avvenimenti sempre al di sotto delle loro stesse aspettative, ritenendosi, peraltro, superiori alla realtà e pertanto appaiono, come dice il titolo del dramma,“ridicoli”.
Gli esiti del racconto (cinematografico) furono ragione di ulteriori riflessioni architettoniche, a partire da Bernardo (Bertolucci) che, con la macchina da presa, progetta spazi compositi del racconto dalle configurazioni esistenti e discetta, con la macchina da presa, sulle articolazioni interne-esterne dell’architettura della casa-castello.
Infatti, la vista d’assieme dalla Badia Cavana, al di là dal torrente (scena con cui termina il film), o quella ravvicinata al margine stradale del percorso abituale di B. per Casarola, posta sullo stesso asse visivo della casa-castello, mirano a sciogliere o nascondere gli enigmi della casa-torre dei signori Spaggiari, (Ugo Tognazzi e Anouk Aimeé). Le vedute d’assieme confermano l’intuizione iniziale del regista, nel cogliere il senso di una circolarità di temi sovrapposti che, di per sé, dispongono e narrano gli itinerari del racconto facendosi carico dell’ espressività di un’ambientazione in cui l’architettura svolge il suo ruolo, mettendo in gioco, nella contingenza dell’attualità, le immagini dell’angoscia, specchiate e ritrovate nell’apparenza del presente, nel prima e nel dopo di eventi
inestricabili.

(Aurelio Cortesi)

Info
  • Progetto: 1970 - 1971
  • Esecuzione: 1971 - 1974
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenza unifamiliare
  • Destinazione attuale: residenza unifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
I.C.E.M.C.A.L Impresa esecutrice Esecuzione NO
Aurelio Cortesi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://cortesiarchitetti.com/studio/ SI
Corrado Moroni Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: muratura portante
  • Materiale di facciata: pietra
  • Coperture: tetto a falde, copertura in coppi
  • Serramenti: legno, vetro
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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La ricerca progettuale si basa anche su una traccia già sperimentata nella casa a mezza costa di Giorgio Cusatelli, a Sala, che traduce e coniuga, in sequenza, il disegno programmatico del quadrato e del suo comporsi. Schema tratto dalle case tetragone, tramandateci dal passato. 
Il progetto realizzato si coniuga al piacere di sperimentare il comporre per figure geometriche note, all’antica, traducendole nei paradigmi retorici dell’allitterazione, dell’auto citazione, della raffigurazione sorgiva di quei temi canonici dell’architetto che si mutano, in progetto dopo progetto, e che, da uno schema sperimentato di figure ortogonali, creano l’assieme strutturato e strutturale, in pietra, di una scrittura architettonica affinata dai rapporti di contiguità con i luoghi e la loro storia.
Questo tema espressivo non poteva non affascinare Bernardo B. che, nei suoi viaggi verso Casarola osserva la residenza castellana crescere nel cantiere, per poi, in corso d’opera, coglierne e ritrarne le possibilità espressive dello svolgersi di una vita doviziosa. Da riprendere, con la macchina da presa per interagire nell’arruffata vicenda di una storia italiana: “La tragedia di un uomo ridicolo.” 
E’ così che l’immagine della casa-castello di Langhirano, diventa l’emblema del film, quale espressione incantata del significato di una storia borghese, oscura e irrisolta, in cui virtù, malizia, beffa e casualità tracciano la strada scoscesa, in un presente fosco, dei “castellani del formaggio”, marchiando, con timbro a fuoco, le aspirazioni dei personaggi della vicenda, protagonisti di avvenimenti sempre al di sotto delle loro stesse aspettative, ritenendosi, peraltro, superiori alla realtà e pertanto appaiono,  come dice il titolo del dramma,“ridicoli”. 
Gli esiti del racconto (cinematografico) furono ragione di ulteriori riflessioni architettoniche, a partire da Bernardo (Bertolucci) che, con la macchina da presa, progetta spazi compositi del racconto dalle configurazioni esistenti e discetta, con la macchina da presa, sulle articolazioni interne-esterne dell’architettura della casa-castello. 
Infatti, la vista d’assieme dalla Badia Cavana, al di là dal torrente (scena con cui termina il film), o quella ravvicinata al margine stradale del percorso abituale di B. per Casarola, posta sullo stesso asse visivo della casa-castello, mirano a sciogliere o nascondere gli enigmi della casa-torre dei signori Spaggiari, (Ugo Tognazzi e Anouk Aimeé). Le vedute d’assieme confermano l’intuizione iniziale del regista, nel cogliere il senso di una circolarità di temi sovrapposti che, di per sé, dispongono e narrano gli itinerari del racconto facendosi carico dell’ espressività di un’ambientazione in cui l’architettura svolge il suo ruolo, mettendo in gioco, nella contingenza dell’attualità, le immagini dell’angoscia, specchiate e ritrovate nell’apparenza del presente, nel prima e nel dopo di eventi 
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(Aurelio Cortesi)

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Il Professore Arch. Aurelio Cortesi, nato il 25/01/1931, è stato, al Politecnico di Milano, allievo di Ignazio Gardella e poi collaboratore presso il suo studio. Dopo la laurea ha lavorato nello studio di Franco Albini. Dal 1961 al 1965 è stato membro del Centro Studi della rivista Casabella Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers. Dal 1957 è stato assistente di Lodovico B. di Belgjoioso alla Facoltà di Architettura di Venezia, proseguendo poi la collaborazione al Politecnico di Milano dal 1963, dove è stato docente sino al 1986. Già professore ordinario di composizione architettonica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Parma, Aurelio Cortesi ha studio professionale in Parma, ove svolge l’attività di progettista, lavorando, in particolare, nell’Emilia nord occidentale e nel sud della Lombardia. Ha tenuto seminari, conferenze e attività di ricerche in Università Italiane, collegi universitari e Università straniere tra le quali Lubiana, Nancy, Strasburgo, Marsiglia e Lisbona, corsi post-universitari e lezioni ai Dottorati di Ricerca nelle Facoltà di Architetture italiane. L’attività di ricerca e di progettazione si è espressa altresì attraverso mostre ed esposizioni di architettura, tra cui, nel 1983, la partecipazione presso il Musée d’Art Moderne della città di Parigi alla rassegna “L’Ivre de Pierre.
La sua presenza nel dibattito architettonico italiano, si è caratterizzata nell’indicazione di una possibile dimensione architettonica regionale, che attraverso le opere costruite e la presenza in mostre e dibattiti, ha rappresentato il confronto continuamente irrisolto fra tradizione del nuovo e consuetudini delle modernità.
Aurelio Cortesi è ideatore e fondatore della Scuola delle Arti e del Disegno, ove si persegue il “primato del disegno”,Rocca San Vitale di Sala Baganza, Parma, da Novembre 2012.

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 195
  • Particella: 1, 2,

Note

Il 21 maggio 2012 riceve dal Presidente Giorgio Napolitano, nel corso di una solenne cerimonia al Quirinale, il Premio “Presidente della Repubblica” per l’Architettura, edizione 2011, dedicato alle personalità della cultura, dell’arte e della scienza. Il Professore Arch. Aurelio Cortesi, nato il 25/01/1931, è stato, al Politecnico di Milano, allievo di Ignazio Gardella e poi collaboratore presso il suo studio. Dopo la laurea ha lavorato nello studio di Franco Albini. Dal 1961 al 1965 è stato membro del Centro Studi della rivista Casabella Continuità, diretta da Ernesto Nathan Rogers. Dal 1957 è stato assistente di Lodovico B. di Belgjoioso alla Facoltà di Architettura di Venezia, proseguendo poi la collaborazione al Politecnico di Milano dal 1963, dove è stato docente sino al 1986. Già professore ordinario di composizione architettonica alla Facoltà di Architettura di Firenze e Parma, Aurelio Cortesi ha studio professionale in Parma, ove svolge l’attività di progettista, lavorando, in particolare, nell’Emilia nord occidentale e nel sud della Lombardia. Ha tenuto seminari, conferenze e attività di ricerche in Università Italiane, collegi universitari e Università straniere tra le quali Lubiana, Nancy, Strasburgo, Marsiglia e Lisbona, corsi post-universitari e lezioni ai Dottorati di Ricerca nelle Facoltà di Architetture italiane. L’attività di ricerca e di progettazione si è espressa altresì attraverso mostre ed esposizioni di architettura, tra cui, nel 1983, la partecipazione presso il Musée d’Art Moderne della città di Parigi alla rassegna “L’Ivre de Pierre. La sua presenza nel dibattito architettonico italiano, si è caratterizzata nell’indicazione di una possibile dimensione architettonica regionale, che attraverso le opere costruite e la presenza in mostre e dibattiti, ha rappresentato il confronto continuamente irrisolto fra tradizione del nuovo e consuetudini delle modernità. Aurelio Cortesi è ideatore e fondatore della Scuola delle Arti e del Disegno, ove si persegue il “primato del disegno”,Rocca San Vitale di Sala Baganza, Parma, da Novembre 2012.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Zermani Paolo 1988 L’architettura delle differenze (libro) Edizioni Kappa Roma 214-215, 232-233 Si
Casamonti Marco 1994 Materiali e codici dell'architettura Area n. 19 Milano 40-49 Si
1998 Limina, n. 5 (rivista). L’orizzonte dei saperi, Una casa di A.C. a Langhirano (contributo) Rovigo Si
Andreini Laura (curatore) 1999 Case d’autore (libro). Casa unifamiliare a Langhirano (contributo) Federico Motta Editore Milano Si
Durbiano Giovanni (curatore) 2003 Momenti di Architettura Contemporanea (collana). Casa a Langhirano (contributo in periodico) Editrice Alinea Firenze Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta prospettica dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Veduta prospettica dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Veduta prospettica della facciata dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Veduta prospettica della facciata dell’edificio (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Veduta prospettica dell’edificio in cui è possibile notare la presenza di terrazzi su più livelli (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Veduta prospettica dell’edificio in cui è possibile notare la presenza di terrazzi su più livelli (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Vista complessiva della villa (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Particolare del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Particolare del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Vista del corpo principale (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Vista dell'interno (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Vista dell'interno (Courtesy Studio Cortesi Architetti)
Schizzo prospettico (Courtesy Studio Cortesi Architetti) Schizzo prospettico (Courtesy Studio Cortesi Architetti)

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Alma Mater Studiorum, Università degli studi di Bologna - Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Aurelio Cortesi
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 26/03/2024