Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA CORINI

Scheda Opera

  • Planimetria
  • Foto storica dell'interno con vetrate sul giardino privato
  • Foto storica dell'interno: ingresso con particolare della scala
  • Foto storica del fronte principale con ingresso, via Palestro
  • Fronte principale
  • Ingresso
  • Vista dal giardino interno
  • Dettaglio
  • Scala interna
  • Vista fronte strada di Casa Corini, Parma
  • Inquadramento Casa Corini su Viale Palestro, Parma
  • Dettaglio fasce di conci in cotto in facciata, Casa Corini, Parma
  • Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma
  • Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma
  • Vista su Viale Palestro con Casa Corini sul lato destro, Parma
  • Vista fronte strada di Casa Corini, Parma
  • Comune: Parma
  • Denominazione: CASA CORINI
  • Indirizzo: Via Palestro N. 3
  • Data: - 1970
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Franca Helg, Franco Albini
Descrizione

L’edificio sorge nell’area di lottizzazione di inizio ventesimo secolo ed è realizzato sul sedime del vecchio Campo di Marte, adiacente alla Cittadella farnesiana. Parzialmente distrutta durante la guerra, la zona è oggetto di una ricostruzione nel Dopoguerra secondo lo stesso modello insediativo a case unifamiliari su lotto privato.
Realizzata come residenza privata per il titolare dell’impresa Incisa e per la sua famiglia, la villa trova la sua collocazione all’interno dell’isolato vincolato dalla presenza di tre alberi al centro dell’area.
La volontà di mantenere le zone a verde interne al lotto spinge i progettisti a minimizzare il fronte su strada, aprendo gli spazi abitativi sul giardino retrostante, conformando a risega il perimetro murario, per creare ampie superficie seghettate a incastro così da assecondare la disposizione interna dei vani secondo un procedimento compositivo sperimentato dagli autori in diverse occasioni e differenti destinazioni d’uso.
Il prospetto sulla via è invece compatto e allineato con le case esistenti.
Proseguendo in parte una ricerca già visibile nel palazzo Ina di strada Cavour, il prospetto presenta inserti in cotto, posizionati nei giunti come elementi singoli, che sottolineano le particolarità dei materiali e le variazioni di applicazione di questi. Insieme al cemento e all’intonaco vibrato in colori tenui differenti, i grandi conci di cotto creano una trama che alleggerisce le superfici e i muri pieni. Sono così delineate fasce orizzontali che corrono sui prospetti e definiscono la base, lo sviluppo dei piani e il coronamento.
Come in numerosi progetti di Albini, dalle Terme di Salsomaggiore, all’edificio di via Duca Alessandro (per restare in ambito parmense) il comporre per trabeazioni sovrapposte, quasi un ricordo degli ordini architettonici, diventa l’occasione per concludere il motivo lineare che governa tutto lo sviluppo formale della casa.
Organizzata su due piani, interamente l’abitazione si distribuisce attorno alla grande scala elicoidale inserita al centro e che costituisce il tema basilare di tutto l’assetto compositivo e prospettico interno, sia verticale sia orizzontale. La presenza di questo elemento plastico, all’interno di un impianto spaziale rigorosamente lineare, consente, unitamente all’assenza di setti divisori continui, di rendere fluido e dinamico lo spazio, che asseconda il percorso dall’ingresso al giardino.
Al piano superiore lo sbarco della scala si allarga in un ampio disimpegno quadrangolare sovrastato da una calotta a botte coronata da un lucernario.
La rottura della scatola muraria avviene pertanto in conseguenza dei percorsi interni e, reciprocamente, il contrasto tra aggetti e parti rientranti del volume, denuncia e anticipa esternamente la qualità architettonica e la dinamicità dell’interno.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: - 1968
  • Esecuzione: 1968 - 1970
  • Committente: Ingegner Claudio Corini
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenza unifamiliare
  • Destinazione attuale: residenza unifamiliare
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Albini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19452 SI
Claudio Corini Direzione lavori Esecuzione NO
Ambrogio Giani Collaboratore Progetto NO
Franca Helg Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21153 SI
  • Strutture: laterizio armato
  • Materiale di facciata: intonaco lucido chiaro, fasce in cemento o pietra grigio-verde, conci di cotto, cemento
  • Coperture: piana, laterizio armato
  • Serramenti: metallici
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Realizzata come residenza privata per il titolare dell’impresa Incisa e per la sua famiglia, la villa trova la sua collocazione all’interno dell’isolato vincolato dalla presenza di tre alberi al centro dell’area.
La volontà di mantenere le zone a verde interne al lotto spinge i progettisti a minimizzare il fronte su strada, aprendo gli spazi abitativi sul giardino retrostante, conformando a risega il perimetro murario, per creare ampie superficie seghettate a incastro così da assecondare la disposizione interna dei vani secondo un procedimento compositivo sperimentato dagli autori in diverse occasioni e differenti destinazioni d’uso. 
Il prospetto sulla via è invece compatto e allineato con le case esistenti. 
Proseguendo in parte una ricerca già visibile nel palazzo Ina di strada Cavour, il prospetto presenta inserti in cotto, posizionati nei giunti come elementi singoli, che sottolineano le particolarità dei materiali e le variazioni di applicazione di questi. Insieme al cemento e all’intonaco vibrato in colori tenui differenti, i grandi conci di cotto creano una trama che alleggerisce le superfici e i muri pieni. Sono così delineate fasce orizzontali che corrono sui prospetti e definiscono la base, lo sviluppo dei piani e il coronamento. 
Come in numerosi progetti di Albini, dalle Terme di Salsomaggiore, all’edificio di via Duca Alessandro (per restare in ambito parmense) il comporre per trabeazioni sovrapposte, quasi un ricordo degli ordini architettonici, diventa l’occasione per concludere il motivo lineare che governa tutto lo sviluppo formale della casa.
Organizzata su due piani, interamente l’abitazione si distribuisce attorno alla grande scala elicoidale inserita al centro e che costituisce il tema basilare di tutto l’assetto compositivo e prospettico interno, sia verticale sia orizzontale. La presenza di questo elemento plastico, all’interno di un impianto spaziale rigorosamente lineare, consente, unitamente all’assenza di setti divisori continui, di rendere fluido e dinamico lo spazio, che asseconda il percorso dall’ingresso al giardino. 
Al piano superiore lo sbarco della scala si allarga in un ampio disimpegno quadrangolare sovrastato da una calotta a botte coronata da un lucernario. 
La rottura della scatola muraria avviene pertanto in conseguenza dei percorsi interni e, reciprocamente, il contrasto tra aggetti e parti rientranti del volume, denuncia e anticipa esternamente la qualità architettonica e la dinamicità dell’interno.

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Franco Albini (Robbiate 1905 – Milano 1977) 
Trascorre nella casa paterna l’infanzia e parte della giovinezza, assorbendo della sua terra la sensibilità per le opere dell’uomo e della natura. Trasferitosi con la famiglia a Milano frequenta il Politecnico dove si laurea nel 1929 e inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. Nello stesso anno visita Barcellona, in occasione dell’esposizione internazionale, per poi raggiungere Parigi. Dopo le prime realizzazioni di impronta novecentesca nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di "Casabella". Nel 1931 apre il primo studio professionale in via Panizza a Milano con Renato Camus e Giancarlo Parlanti. Inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932). L’adesione al metodo progettuale di ispirazione gropiusiana si evidenzia nella chiarezza dell’impianto aperto, con i corpi di fabbrica equidistanti e allineati secondo l’asse eliotermico che fa irrompere nel quartiere aria, luce e verde. Nel campo degli allestimenti Albini, chiamato da Giuseppe Pagano, esordisce nel 1933 alla V Triennale di Milano. Nel corso degli anni Trenta gli allestimenti e i padiglioni temporanei nelle manifestazioni fieristiche sono le palestre che gli permettono di sperimentare nuove soluzioni, sondando in alcuni casi articolate volumetrie curve e, più spesso, spazi cartesiani ordinati da griglie geometriche, telai metallici e pannelli traslucidi in vetro o tessuto. Nel corso del 1946 dirige insieme a Parlanti la rivista "Costruzioni-Casabella". Nel dopoguerra la gamma degli interessi professionali si amplia anche in relazione alle opportunità offerte dalla ricostruzione. Nell’insegnamento trasmette gli stessi principi che fondano il suo lavoro di architetto: la necessità di un’analisi approfondita dei problemi e di un continuo controllo e giustificazione delle proprie scelte. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franca Helg (studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.
Tra i progetti principali di questo periodo: l’albergo rifugio Pirovano a Cervinia (1948-52); l’allestimento del Museo di Palazzo Bianco a Genova (1949-51); il piano urbanistico e le case a schiera nel quartiere Cesate a Milano (1951-54); l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54); il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova (1952-56); i Grandi Magazzini La Rinascente a Roma (1957-61); le Nuove Terme Luigi Zoja a Salsomaggiore (1964-70). 

Franca Helg (Milano 1920-1989)
Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano, poi intitolati Studi d’Architettura. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo PRG di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV di Venezia. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la Libera Docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano consegue il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franco Albini (Studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.



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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 18
  • Particella: 5

Note

La vicenda della realizzazione dell'abitazione Corini è strettamente legata a quella della Palazzina per uffici INCISA, di cui Corini è proprietario Franco Albini (Robbiate 1905 – Milano 1977) Trascorre nella casa paterna l’infanzia e parte della giovinezza, assorbendo della sua terra la sensibilità per le opere dell’uomo e della natura. Trasferitosi con la famiglia a Milano frequenta il Politecnico dove si laurea nel 1929 e inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia. Nello stesso anno visita Barcellona, in occasione dell’esposizione internazionale, per poi raggiungere Parigi. Dopo le prime realizzazioni di impronta novecentesca nel campo dell’arredamento, una conversazione con Edoardo Persico determina la sua “conversione” al razionalismo e l’avvicinamento al gruppo dei redattori di "Casabella". Nel 1931 apre il primo studio professionale in via Panizza a Milano con Renato Camus e Giancarlo Parlanti. Inizia a occuparsi di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a Milano (1932). L’adesione al metodo progettuale di ispirazione gropiusiana si evidenzia nella chiarezza dell’impianto aperto, con i corpi di fabbrica equidistanti e allineati secondo l’asse eliotermico che fa irrompere nel quartiere aria, luce e verde. Nel campo degli allestimenti Albini, chiamato da Giuseppe Pagano, esordisce nel 1933 alla V Triennale di Milano. Nel corso degli anni Trenta gli allestimenti e i padiglioni temporanei nelle manifestazioni fieristiche sono le palestre che gli permettono di sperimentare nuove soluzioni, sondando in alcuni casi articolate volumetrie curve e, più spesso, spazi cartesiani ordinati da griglie geometriche, telai metallici e pannelli traslucidi in vetro o tessuto. Nel corso del 1946 dirige insieme a Parlanti la rivista "Costruzioni-Casabella". Nel dopoguerra la gamma degli interessi professionali si amplia anche in relazione alle opportunità offerte dalla ricostruzione. Nell’insegnamento trasmette gli stessi principi che fondano il suo lavoro di architetto: la necessità di un’analisi approfondita dei problemi e di un continuo controllo e giustificazione delle proprie scelte. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franca Helg (studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti. Tra i progetti principali di questo periodo: l’albergo rifugio Pirovano a Cervinia (1948-52); l’allestimento del Museo di Palazzo Bianco a Genova (1949-51); il piano urbanistico e le case a schiera nel quartiere Cesate a Milano (1951-54); l’edificio per uffici Ina a Parma (1950-54); il Museo del Tesoro di San Lorenzo a Genova (1952-56); i Grandi Magazzini La Rinascente a Roma (1957-61); le Nuove Terme Luigi Zoja a Salsomaggiore (1964-70). Franca Helg (Milano 1920-1989) Nei primi anni Quaranta, mentre frequenta la Facoltà di Architettura, lavora presso lo studio BBPR. Consegue la laurea nel 1945 e nel medesimo anno inizia l’attività professionale autonoma. Nel 1945-46 partecipa alla fondazione e redazione dei Quaderni degli studenti della Facoltà di Architettura di Milano, poi intitolati Studi d’Architettura. Nel 1946-47 è membro della Commissione Consultiva per il Nuovo PRG di Milano. Dal 1947 è membro del M.S.A. (Movimento Studi Architettura) a Milano. La sua attività didattica inizia nel 1955 come assistente straordinaria di L. Belgiojoso al corso di “caratteri distributivi degli edifici” presso lo IUAV di Venezia. Dal 1963 al 1967 è assistente ordinario al corso di “composizione architettonica” al Politecnico di Milano (sempre per L. Belgiojoso). Nel 1967 consegue la Libera Docenza in Composizione Architettonica. Presso la Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano consegue il premio di operosità scientifica ed artistica per gli anni accademici 1963-64, 1964-65, 1967-68. Nel 1952 inizia la collaborazione con Franco Albini (Studio Albini-Helg) con cui firma tutti i progetti.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Cortesi Aurelio 1971-1972 Abitazione unifamiliare a Parma Moebius n. 3 55-63 Si
1973 Schede di architettura. Abitazione unifamiliare a Parma Ottagono n. 28 Si
Santini Pier Carlo 1973 Ottagono, n. 29 (rivista). Continuità dello studio Albini (contributo in periodico) 73-78 Si
1975 Casa Corini a Parma L'architettura Cronache e storia n. 232 621-623 Si
Piva Antonio, Prina Vittorio 1998 Franco Albini 1905-1977 Electa Milano 410-412 Si
Setti Stefano 2020 Albini-Helg Icon Design n. 40 (gennaio) Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Franco Albini Franco Albini, Franca Helg Fondazione Franco Albini, Milano

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria Planimetria Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Foto storica dell'interno con vetrate sul giardino privato Foto storica dell'interno con vetrate sul giardino privato Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Foto storica dell'interno: ingresso con particolare della scala Foto storica dell'interno: ingresso con particolare della scala Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Foto storica del fronte principale con ingresso, via Palestro Foto storica del fronte principale con ingresso, via Palestro Courtesy Fondazione Franco Albini, Milano
Fronte principale Fronte principale Foto Federico Torra 2019
Ingresso Ingresso Foto Federico Torra 2019
Vista dal giardino interno Vista dal giardino interno Foto Federico Torra 2019
Dettaglio Dettaglio Foto Federico Torra 2019
Scala interna Scala interna Foto Federico Torra 2019
Vista fronte strada di Casa Corini, Parma Vista fronte strada di Casa Corini, Parma Matteo Sintini
Inquadramento Casa Corini su Viale Palestro, Parma Inquadramento Casa Corini su Viale Palestro, Parma Matteo Sintini
Dettaglio fasce di conci in cotto in facciata, Casa Corini, Parma Dettaglio fasce di conci in cotto in facciata, Casa Corini, Parma Matteo Sintini
Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma Matteo Sintini
Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma Dettaglio volume aggettante in facciata, Casa Corini, Parma Matteo Sintini
Vista su Viale Palestro con Casa Corini sul lato destro, Parma Vista su Viale Palestro con Casa Corini sul lato destro, Parma Matteo Sintini
Vista fronte strada di Casa Corini, Parma Vista fronte strada di Casa Corini, Parma Matteo Sintini

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Fondazione Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franca Helg Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franco Albini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Setti Stefano 2021