CHIESA DELLA VECCHIA

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    [informazioni_architettoniche] => "All’inizio degli anni cinquanta l’architetto reggiano Enea Manfredini affronta il tema dell’architettura sacra, proseguendo un filone di ricerca, dal punto di vista liturgico e architettonico, che lo accompagnerà in un percorso coerente per diversi progetti. Questa piccola opera, posta in un luogo di passaggio, incarna il momento di transizione che corrisponde all’allontanamento di Manfredini dal linguaggio razionalista; questo avviene senza tradirne il significato più profondo, individuato, in virtù di una maggiore onestà intellettuale, nel rigore dei sistemi costruttivi tradizionali e nel ricorso, laddove il significato dell’opera lo richieda, a tipologie archetipe. Il passaggio è interpretato, da alcuni critici, dal solo punto di vista del linguaggio che, erroneamente, viene interpretato come dialettale, andando a caratterizzare, al contrario, un differente uso dei principi razionali che mai abbandonano il lavoro di Manfredini. Situata in una zona collinare nel comune di Vezzano, lungo la strada statale del Cerreto, che collega Reggio alle zone dell’alto Appennino emiliano, la chiesa è realizzata su un impianto a croce latina. Lo schema distributivo è estremamente semplice: navata unica, con spazi per i fedeli ai lati dell’altare e due cappelle laterali, mentre il battistero è collocato sul fianco sinistro dell’ingresso; separato dal volume della chiesa, ma ad esso collegato, dà la possibilità di un doppio accesso sia dall’interno che dall’esterno. La chiesa è realizzata con murature in pietra e una struttura di copertura costituita da capriate in abete, le cui sezioni sono ottenute dall’unione di più tavole assemblate. Il battistero a pianta circolare è coperto da una struttura in travetti di legno a vista, incrociati e disposti a raggiera".

(Zamboni, Gandolfi 2011)


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Enea Manfredini (Reggio Emilia, 1916-2008)
Si laurea in Architettura al Politecnico di Milano nel 1940 dove, fino al 1951, svolge attività didattica nel corso di Caratteri distributivi degli edifici, Tecnologia dei materiali e Tecnica delle costruzioni. Ancora studente entra in contatto con il gruppo di architetti riunito intorno a Giuseppe Pagano, tra cui Franco Albini, Piero Bottoni, Ignazio Gardella ed Ernesto Nathan Rogers; proprio Pagano pubblica su “Casabella” diversi suoi progetti giovanili. Nello stesso clima matura nel 1949 l’adesione al Movimento di Studi per l’Architettura (MSA). 
Diploma d’onore della IX Triennale di Milano nel 1951. Accademico pontificio dei virtuosi al Pantheon dal 1961. In-Arch Domosic 1963 con Franco Albini e Franca Helg per l’urbanizzazione di Habana del Este a Cuba. È presente in Triennali e Biennali, partecipa a mostre di architettura in Italia e all’estero. Fa parte di commissioni giudicatrici di concorsi nazionali d’architettura e partecipa a congressi e concorsi d’architettura e urbanistica. È affiancato, nel lavoro di studio, dai figli Alberto Manfredini, dal 1977, e Giovanni Manfredini, dal 1982. Primo premio regionale In-Arch per l’Emilia Romagna nel 1990. 

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