Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

OFFICINA RIPARAZIONI DELL’ATM, OGGI DEPOSITO «TORTONA»

Scheda Opera

  • Comune: Torino
  • Denominazione: OFFICINA RIPARAZIONI DELL’ATM, OGGI DEPOSITO «TORTONA»
  • Indirizzo: Corso Tortona N. 55 / Via Daniele Manin
  • Data: 1954 -
  • Tipologia: Edifici per attività produttive
  • Autori principali: Pier Luigi Nervi
Descrizione

Costruita nel 1953 sull'area dell'ex-capannone Moncenisio tangente a via Manin, l'officina copre una superficie di 9400 mq all'interno della quale vengono svolte tutte le operazioni di manutenzione delle carrozzerie di tutti i veicoli della rete urbana.
A questo scopo, l'officina è stata dotata di ragguardevoli mezzi di sollevamento che consentono la movimentazione delle carrozzerie e quella, ben più gravosa, dei veicoli completi in assetto di marcia.
La struttura principale dell'edificio ad ossatura portante scandisce lo spazio interno in tre navate, due minori di 17,40 m ed una laterale di luce maggiore a 25,40 m. I pilastri (90 x 40 cm di sezione) portano ad 11 m di altezza robuste travi per lo scorrimento dei carriponte disposte longitudinalmente, e a 14 m di altezza offrono appoggio (su base 40 x 40 cm) alla struttura di copertura.
Uno schema statico estremamente semplice, coerente quindi coi criteri che informano la progettazione di Nervi: durabilità della costruzione, riduzione dei tempi di costruzione, economicità, facilità di montaggio e manutenzione. L'edificio, a pianta rettangolare di dimensioni 72 x 125 m, alto circa 19 m, presenta su due lati l'involucro caratteristico dell'edilizia industriale dell'epoca: grandi superfici vetrate scandite dai pilastri dell'ossatura portante, alle quali si alternano sottili fasce di tamponamenti in muratura.
Per la struttura principale di copertura, che doveva superare luci libere di notevole ampiezza senza aggravare le condizioni di carico dei pilastri (peraltro fortemente impegnati dalle travi di supporto dei carriponte), Nervi non rinuncia a un suo tema preferito, la forma arcuata, adottando però una tipologia strutturale a spinta eliminata. A tal fine si avvale di arconi in cemento armato (interasse 8,60 m) a sezione variabile e a profilo parabolico vincolati a cerniera agli appoggi e con spinta eliminata da tirante metallico. Tuttavia Nervi non rinuncia a conferire un'espressione particolare ed una spiccata personalità architettonica al complesso della copertura; in effetti evita quella monotonia di superfici curve che la ricorrenza degli archi avrebbe potuto suggerire, grazie all'adozione di shed parabolici in volte sottili (che assolvono funzioni di lucernario) e si riportano sugli arconi principali con snelle nervature di timpano, coronando il complesso in un motivo movimentato e leggero al tempo stesso, come difficilmente era dato riscontrare in questo tipo di edifici.
Questi shed parabolici, di impronta circa 3 x 8,60 m, furono prefabbricati a terra ed assemblati in opera ed evidentemente suggerirono il motivo per la copertura dei due avancorpi bassi su via Manin e sul piazzale interno. Tali avancorpi, che conferiscono notevole movimento alle due facciate, sono coperti appunto da una aggraziata sequenza di piccoli shed a profilo parabolico di impronta 2 x 10 m, con nervature inclinate rispetto alle strutture in modo da definire all'intradosso delle coperture un suggestivo motivo di alternanze di triangoli isoscele molto slanciati, che danno grande vivacità ad un ambiente altrimenti monotono.
(da: http://www.tramditorino.it/capannone_nervi.htm)

Info
  • Progetto: 1954 -
  • Esecuzione: -
  • Proprietà: Proprietà pubblica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Pier Luigi Nervi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=33915 SI
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: calcestruzzo armato a vista
  • Coperture: archi in calcestruzzo armato con tiranti metallici

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A questo scopo, l'officina è stata dotata di ragguardevoli mezzi di sollevamento che consentono la movimentazione delle carrozzerie e quella, ben più gravosa, dei veicoli completi in assetto di marcia.
La struttura principale dell'edificio ad ossatura portante scandisce lo spazio interno in tre navate, due minori di 17,40 m ed una laterale di luce maggiore a 25,40 m. I pilastri (90 x 40 cm di sezione) portano ad 11 m di altezza robuste travi per lo scorrimento dei carriponte disposte longitudinalmente, e a 14 m di altezza offrono appoggio (su base 40 x 40 cm) alla struttura di copertura.
Uno schema statico estremamente semplice, coerente quindi coi criteri che informano la progettazione di Nervi: durabilità della costruzione, riduzione dei tempi di costruzione, economicità, facilità di montaggio e manutenzione. L'edificio, a pianta rettangolare di dimensioni 72 x 125 m, alto circa 19 m, presenta su due lati l'involucro caratteristico dell'edilizia industriale dell'epoca: grandi superfici vetrate scandite dai pilastri dell'ossatura portante, alle quali si alternano sottili fasce di tamponamenti in muratura.
Per la struttura principale di copertura, che doveva superare luci libere di notevole ampiezza senza aggravare le condizioni di carico dei pilastri (peraltro fortemente impegnati dalle travi di supporto dei carriponte), Nervi non rinuncia a un suo tema preferito, la forma arcuata, adottando però una tipologia strutturale a spinta eliminata. A tal fine si avvale di arconi in cemento armato (interasse 8,60 m) a sezione variabile e a profilo parabolico vincolati a cerniera agli appoggi e con spinta eliminata da tirante metallico. Tuttavia Nervi non rinuncia a conferire un'espressione particolare ed una spiccata personalità architettonica al complesso della copertura; in effetti evita quella monotonia di superfici curve che la ricorrenza degli archi avrebbe potuto suggerire, grazie all'adozione di shed parabolici in volte sottili (che assolvono funzioni di lucernario) e si riportano sugli arconi principali con snelle nervature di timpano, coronando il complesso in un motivo movimentato e leggero al tempo stesso, come difficilmente era dato riscontrare in questo tipo di edifici.
Questi shed parabolici, di impronta circa 3 x 8,60 m, furono prefabbricati a terra ed assemblati in opera ed evidentemente suggerirono il motivo per la copertura dei due avancorpi bassi su via Manin e sul piazzale interno. Tali avancorpi, che conferiscono notevole movimento alle due facciate, sono coperti appunto da una aggraziata sequenza di piccoli shed a profilo parabolico di impronta 2 x 10 m, con nervature inclinate rispetto alle strutture in modo da definire all'intradosso delle coperture un suggestivo motivo di alternanze di triangoli isoscele molto slanciati, che danno grande vivacità ad un ambiente altrimenti monotono.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

L’uso è immutato: ricovero per materiale rotabile Atm (trasporti pubblici torinesi), officina, reparto verniciatura, etc...

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1955 Torino n.7 Torino Si
1988 Atti e Rassegna Tecnic n.7-8 Si


Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Pier Luigi Nervi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Pier Luigi Nervi Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Pier Luigi Nervi Visualizza
MAXXI Patrimonio - Pier Luigi Nervi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Politecnico di Torino Dipartimento di Progettazione architettonica
Responsabile scientifico: Carlo Olmo


Scheda redatta da
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 16/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021