Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

STUDIO PER LO SCULTORE AUGUSTO MURER

Scheda Opera

  • Pianta piano terra
  • Pianta primo piano e mezzanino
  • Prospetto nord
  • Sezione longitudinale
  • Sezione trasversale
  • Prospetto sud
  • Prospetto sud, dettaglio
  • Giuseppe Davanzo, Schizzo dello studio di Augusto Murer, prima versione
  • Prospetto nord, veduta
  • Comune: Falcade
  • Località: Molino
  • Denominazione: STUDIO PER LO SCULTORE AUGUSTO MURER
  • Indirizzo: Via Scola N. 34
  • Data: 1971 - 1972
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Giuseppe Davanzo
Descrizione

Localizzato in località Molino di Falcade, su un lotto in pendenza stretto e lungo posto al limitare di un bosco di larici, l'edificio fu commissionato a Giuseppe Davanzo da Augusto Murer all'inizio del 1971. L'architetto presentò il progetto preliminare in aprile e quello definitivo in luglio dello stesso anno. I lavori partirono immediatamente per concludersi nell'estate del 1972. Il progetto preliminare prevedeva la costruzione dell'abitazione di Murer a est dello studio, non realizzata, e il collocamento del deposito dei tronchi lungo il limite nord del lotto, poi spostato a sud in corrispondenza della scala esterna.
L'edificio, di due piani fuori terra di cui il superiore quasi interamente staccato dal suolo, si sviluppa secondo una pianta a croce latina orientata secondo l'asse est-ovest e composta da moduli quadrati di 4,40 metri di lato. Al primo piano, in un ambiente unico cruciforme, si trova lo studio dello scultore diviso tra laboratorio del legno, localizzato a ovest nei bracci della croce, e laboratorio del gesso, posizionato invece a est nel braccio longitudinale della croce latina. Lo spazio all'incrocio tra i bracci, preposto alla lavorazione delle sculture, è a doppia altezza; su di esso si apre anche un mezzanino sul quale è ricavato uno studio per il disegno. Quest'ultimo, unitamente a una diversa pavimentazione - parquet in listoni di larice per il laboratorio del legno e piastrelle in gres porcellanato chiaro per il laboratorio del gesso -, consente di creare la distinzione funzionale tra i due ambienti mantenendo l'unitarietà dello spazio.
Lo spazio dello studio è illuminato da grandi vetrate aperte in lucernari con falde a 45° elevantisi al di sopra della copertura. Due grandi lucernari, impostati sul modulo quadrato di 4,40 metri, si elevano al di sopra dello spazio centrale all'incrocio tra i bracci e sopra lo studio del disegno. Essi sono orientati a nord, per garantire un'illuminazione uniforme durante le diverse ore del giorno, e schermati da pannelli in vetro di diverse dimensione secondo un disegno variato. Altri lucernari simili ma di dimensioni minori, si aprono verso nord e sud lungo i bracci della croce latina.
L'aereazione dello studio avviene per mezzo di finestre schermate da serie di fori circolari strombati ricavati nella muratura, in modo da consentire la circolazione dell'aria ma impedire la visione verso l'esterno. Anche le pochissime finestre aperte nella muratura, sono fortemente strombate per lo stesso motivo. Questo deriva da una richiesta di Murer, il quale non voleva vedere le montagne dallo studio poiché lo intimorivano nel processo creativo.
Lo studio al primo piano è raggiungibile attraverso una scala esterna o per mezzo di una scala elicoidale che lo pone in comunicazione con gli ambienti al pian terreno; entrambe le scale sono poste sul lato sud. Al pian terreno si trova un ambiente dedicato a soggiorno, all'accoglimento degli ospiti ma utilizzabile anche per l'esposizione delle sculture ultimate. Esso si articola attorno al massiccio volume centrale del caveau, che costituisce al contempo il deposito dei materiali più preziosi e uno dei due piloni cavi su cui poggia lo studio superiore.
Alla base del progetto Davanzo pose le esigenze di Murer, studiando la prassi artistica dello scultore. Il deposito dei tronchi, costituito da una pensilina in calcestruzzo armato, è posto accanto all'entrata in modo che lo scultore possa osservare il legno durante la stagionatura. Da qui i materiali possono essere portati nello studio al primo piano per mezzo di un paranco in carpenteria metallica, posto al di sopra della scala esterna. Una volta portata la materia grezza nello spazio centrale a doppia altezza, la scultura comincia a prendere forma ma, durante il processo creativo, Murer aveva la necessità di controllare lo sviluppo dell'opera attraverso l'elaborazione di disegni e bozzetti e la visione dall'alto: da qui deriva la particolare forma dello studio.
Gli esterni si caratterizzano per lo sviluppo stereometrico dei volumi cubici nello spazio, che rendono esplicito l'articolazione interna degli spazi. I volumi geometrici della struttura esterna in calcestruzzo armato a vista dialogano con la copertura in lamiera dal vivace colore rosso. La stessa attenzione è posta nel posizionamento dei pluviali, che tagliano verticalmente le pareti esterne nella loro metà, giocando così un ruolo primario nella composizione dei prospetti. Davanzo rifiutò per questo edificio l'uso del legno, tipico dell'architettura tradizionale locale ma che avrebbe depauperato la natura; tuttavia addizionò un pigmento nero al calcestruzzo per uniformarne il colore a quello dei larici attorno all'edificio.

Info
  • Progetto: 1971 - 1971
  • Esecuzione: 1971 - 1972
  • Tipologia Specifica: Studio d'artista
  • Committente: Augusto Murer
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Studio d'artista
  • Destinazione attuale: Casa-museo
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Giuseppe Davanzo Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=58232 SI
Augusto Murer Artista Esecuzione NO
Aldo Rampazzo Progetto strutturale Progetto NO
  • Strutture: Calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Calcestruzzo armato
  • Coperture: Lastre metalliche
  • Serramenti: Ferro dipinto
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L'edificio, di due piani fuori terra di cui il superiore quasi interamente staccato dal suolo, si sviluppa secondo una pianta a croce latina orientata secondo l'asse est-ovest e composta da moduli quadrati di 4,40 metri di lato. Al primo piano, in un ambiente unico cruciforme, si trova lo studio dello scultore diviso tra laboratorio del legno, localizzato a ovest nei bracci della croce, e laboratorio del gesso, posizionato invece a est nel braccio longitudinale della croce latina. Lo spazio all'incrocio tra i bracci, preposto alla lavorazione delle sculture, è a doppia altezza; su di esso si apre anche un mezzanino sul quale è ricavato uno studio per il disegno. Quest'ultimo, unitamente a una diversa pavimentazione - parquet in listoni di larice per il laboratorio del legno e piastrelle in gres porcellanato chiaro per il laboratorio del gesso -, consente di creare la distinzione funzionale tra i due ambienti mantenendo l'unitarietà dello spazio.
Lo spazio dello studio è illuminato da grandi vetrate aperte in lucernari con falde a 45° elevantisi al di sopra della copertura. Due grandi lucernari, impostati sul modulo quadrato di 4,40 metri, si elevano al di sopra dello spazio centrale all'incrocio tra i bracci e sopra lo studio del disegno. Essi sono orientati a nord, per garantire un'illuminazione uniforme durante le diverse ore del giorno, e schermati da pannelli in vetro di diverse dimensione secondo un disegno variato. Altri lucernari simili ma di dimensioni minori, si aprono verso nord e sud lungo i bracci della croce latina.
L'aereazione dello studio avviene per mezzo di finestre schermate da serie di fori circolari strombati ricavati nella muratura, in modo da consentire la circolazione dell'aria ma impedire la visione verso l'esterno. Anche le pochissime finestre aperte nella muratura, sono fortemente strombate per lo stesso motivo. Questo deriva da una richiesta di Murer, il quale non voleva vedere le montagne dallo studio poiché lo intimorivano nel processo creativo.
Lo studio al primo piano è raggiungibile attraverso una scala esterna o per mezzo di una scala elicoidale che lo pone in comunicazione con gli ambienti al pian terreno; entrambe le scale sono poste sul lato sud. Al pian terreno si trova un ambiente dedicato a soggiorno, all'accoglimento degli ospiti ma utilizzabile anche per l'esposizione delle sculture ultimate. Esso si articola attorno al massiccio volume centrale del caveau, che costituisce al contempo il deposito dei materiali più preziosi e uno dei due piloni cavi su cui poggia lo studio superiore.
Alla base del progetto Davanzo pose le esigenze di Murer, studiando la prassi artistica dello scultore. Il deposito dei tronchi, costituito da una pensilina in calcestruzzo armato, è posto accanto all'entrata in modo che lo scultore possa osservare il legno durante la stagionatura. Da qui i materiali possono essere portati nello studio al primo piano per mezzo di un paranco in carpenteria metallica, posto al di sopra della scala esterna. Una volta portata la materia grezza nello spazio centrale a doppia altezza, la scultura comincia a prendere forma ma, durante il processo creativo, Murer aveva la necessità di controllare lo sviluppo dell'opera attraverso l'elaborazione di disegni e bozzetti e la visione dall'alto: da qui deriva la particolare forma dello studio.
Gli esterni si caratterizzano per lo sviluppo stereometrico dei volumi cubici nello spazio, che rendono esplicito l'articolazione interna degli spazi. I volumi geometrici della struttura esterna in calcestruzzo armato a vista dialogano con la copertura in lamiera dal vivace colore rosso. La stessa attenzione è posta nel posizionamento dei pluviali, che tagliano verticalmente le pareti esterne nella loro metà, giocando così un ruolo primario nella composizione dei prospetti. Davanzo rifiutò per questo edificio l'uso del legno, tipico dell'architettura tradizionale locale ma che avrebbe depauperato la natura; tuttavia addizionò un pigmento nero al calcestruzzo per uniformarne il colore a quello dei larici attorno all'edificio.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Sulla base delle evidenze documentarie costituite dai disegni conservati presso il Museo Murer, la datazione proposta in Antico 2005 (1970-71) è da postdatare di un anno (1971-72). Schedatore: Cristiano Guarneri Immagini da Antico 2005

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1974 Architettura per la montagna. La casa studio di uno scultore sulle Dolomiti Abitare n. 122 Milano 72-77 Si
Franz Fueg 1974 Expression in Schwarz und Rot Bauen + Wohnen n. 28 Zurigo 320 Si
Pastor Valeriano 1994 Ciò che dura lo dicono i poeti Parametro n. 25 Faenza 18-23 Si
Antico Maria 2005 Studio per lo scultore Augosto Murer, in Giuseppe Davanzo. Il mestiere dell'architetto in Antico Maria (a cura di) Skira Milano 70-75 Si
Antico Maria (a cura di) 2005 Il mestiere dell'architetto, in Giuseppe Davanzo. Il mestiere dell'architetto, a cura di Maria Antico Skira Milano 21-25 No
Biraghi Marco, Lo Ricco Gabriella, Micheli Silvia, Viganò Mario (a cura di) 2010 Italia 60/70. Una stagione dell'architettura Il Poligrafo Padova 376 No
Davide Longhi 2012 Novecento: architetture e città del Veneto Il Poligrafo Padova 412-413 No
Mazzariol Giuseppe 2012 Studio museo Augusto Murer, in Tieto Paolo (a cura di) Augusto Murer. La mia vita è nell'albero. Novant'anni dalla nascita (1922-2012) DBS Rasai di Seren del Grappa (BL) 23-27 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta piano terra Pianta piano terra
Pianta primo piano e mezzanino Pianta primo piano e mezzanino
Prospetto nord Prospetto nord
Sezione longitudinale Sezione longitudinale
Sezione trasversale Sezione trasversale
Prospetto sud Prospetto sud
Prospetto sud, dettaglio Prospetto sud, dettaglio
Giuseppe Davanzo, Schizzo dello studio di Augusto Murer, prima versione Giuseppe Davanzo, Schizzo dello studio di Augusto Murer, prima versione
Prospetto nord, veduta Prospetto nord, veduta

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova – Dipartimento beni culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz


Scheda redatta da
creata il 31/12/2015
ultima modifica il 16/04/2024

Revisori:

Menzietti Giulia 2021