Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

RESTAURO DELLA MANICA LUNGA DELLA BIBLIOTECA CLASSENSE

Scheda Opera

  • Vista generale del vano principale della Manica Lunga
  • Dettaglio del sistema di illuminazione progettato da Dezzi Bardeschi
  • Dettaglio della base dei pilastri in muratura, mosaico in vetro
  • Vista della vasca circolare vicino all’entrata che circonda la colonna in granito rosso, mosaico con motivi astrologici
  • Stato di conservazione degli intonaci sotto le volte del soffitto
  • Dettaglio del sistema di illuminazione
  • Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli
  • Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli
  • Dettaglio del capitello della colonna in granito chiaro, in cui si nota l’aggiunta del parallelepipdo azzurro per far aderire la colonna al soffitto
  • Vista di un braccio secondario della Manica Lunga, ad uso sempre espositivo
  • Vista della parte centrale del vano principale della Manica Lunga, di fronte l’accesso principale allo spazio espositivo
  • Corte interna del complesso, su cui si affaccia la Manica Lunga; luogo dove vengono conservati i reperti in pietra ritrovati durante gli scavi e i rilievi
  • Accesso alla corte interna, dettaglio dell’infisso di colore verde acceso scelto dal progettista
  • Vista dei pilastri a sezione rettangolare in muratura che sorreggono gli spazi della Manica Lunga
  • Vista del secondo vano, accanto a quello principale
  • Comune: Ravenna
  • Denominazione: RESTAURO DELLA MANICA LUNGA DELLA BIBLIOTECA CLASSENSE
  • Indirizzo: Via Alfredo Baccarini N. 3
  • Data: 1979 - 1984
  • Tipologia: Interventi di recupero e trasformazione
  • Autori principali: Marco Dezzi Bardeschi
Descrizione

Il progetto interessa il restauro della Manica Lunga della Biblioteca Classense di Ravenna, il nucleo più antico destinato alla libreria dei monaci dell’ex-monastero camaldolese di Classe, fondato nei primi anni del Cinquecento ed oggi sede della biblioteca comunale della città.
All’epoca del progetto questa parte di edificio era soggetta ad un forte stato di degrado causato dall’infissione di supporti per scaffalature e dal sovraccarico delle strutture su cui gravava in particolare, la bocca di carico della cisterna del combustibile della vecchia centrale termica.
L’intervento riguarda pertanto il consolidamento delle parti strutturali da una parte e il contestuale recupero degli spazi non finiti, da destinarsi a sale di consultazione, dall’altra.
Il lavoro ha seguito una precisa e consolidata metodologia progettuale consolidata da parte dell’architetto in numerosi interventi analoghi.
Prima del progetto delle nuove parti è stato condotto un vero e proprio processo conoscitivo fondato sulla ricerca storica, sui rilievi geometrici, delle parti strutturali e dei materiali e sulla diagnosi delle patologie e delle maggiori criticità riguardanti la fabbrica.
Per far fronte al degrado dell’edificio è stato eseguito un trattamento antiumidità e il successivo consolidamento senza integrazioni degli intonaci; da un punto di vista strutturale, invece, è stato effettuato il consolidamento dei pilastri di sottofondazione del voltone del piano terra e degli arconi del piano ammezzato.
La Manica Lunga si trova nella parte sud dell’antico complesso cinquecentesco, di cui costituisce un intero braccio, e si affaccia su due delle corti minori, che la fiancheggiano una sul lato destro e una sul lato sinistro.
Gli ambienti della Manica Lunga si dispongono su tre piani: il piano terreno, dove è stato effettuato il restauro più consistente e dove è stato allestito lo spazio espositivo, il piano ammezzato in cui attualmente si trova la sala di lettura e, infine, il piano primo che comprende i servizi della biblioteca e le scaffalature per i libri. Dal piano terra si accede direttamente a una delle due corti, tramite un portico che al piano superiore corrisponde ad altre sale di lettura. In questa corte sono stati conservati, inoltre, tutti i reperti ritrovati durante la fase preliminare di analisi della fabbrica e di scavo.
Per quanto riguarda l’intervento di rifunzionalizzazione degli spazi è stata aperta al pubblico una sala espositiva al piano terra e una sala di lettura e consultazione dei periodici al piano mezzanino.
Al piano terra, nella Sala degli otto pilastri, per secoli non utilizzata e con un pavimento lasciato in terra battuta, è stata realizzata una nuova pavimentazione a mosaico con ciottoli di fiume, vetro frantumato di recupero, granito e ottone, sulla base di una tessitura paleocristiana.
In questa sala, dominata dalla fila di pilastri in muratura mantenuti e rivestiti da scaglie di vetro verde-azzurro alla base, vengono collocate due colonne di recupero. La prima bizantina, in granito rosso, è contornata da una vasca circolare, fatta scavare dal progettista per contenere l’altezza maggiore del fusto rispetto all’interpiano dell’ambiente. La vasca circolare è segnata alla quota del piano di calpestio da un cambio di materiale, un mosaico di ciottoli interrotto da inserti in legno chiaro. La vasca stessa è poi rivestita da un mosaico di tasselli di vetro.
Tutto lo spazio occupato dal corpo di fabbica della Manica Lunga prosegue il motivo del disegno della strada esterna ed è arrichito da una nuova scala nel vestibolo di accesso, che contiene riferimenti astrologici e riferimenti alle antiche simbologie dei monaci, così come tutti i mosaici e la pavimentazione.
Il progetto si limita ad un intervento di pulitura dei materiali e conserva integralmente l’esistente senza eliminare alcun segno di degrado. Ciò è visibile con grande evidenza in particolare negli intonaci delle volte del soffitto, non completati, ma lasciati nello stato in cui sono stati ritrovati. Quest’ultima è una chiara scelta progettuale, appartenente alla maniera di concepire l’intervento di restauro da parte di Dezzi Bardeschi, volta a conservare l’edificio originale senza effettuare integrazioni che potrebbero modificare l’edificio, valorizzando in tal modo i segni di qualsiasi epoca susseguitasi nel corso del tempo.
Parte dei nuovi interventi è anche il progetto dei pannelli espositivi in legno e ferro posizionati nella Manica lunga e nella Sala di Lettura del piano ammezzato, che permettono l’allestimento di mostre temporanee.
Tutti gli elementi, compresi i sistemi d’illuminazione disegnati secondo un forte contenuto formale, sono stati progettati nel dettaglio e sono posizionati in aderenza ma a distanza dai muri, in modo da non intaccare nel fissaggio le pareti o i soffitti ed essendo potenzialmente rimovibili. La scelta cromatica del verde e del blu accentua la differenziazione tra il nuovo e il preesistente.
Anche in questo caso si mantiene la stessa idea del progetto sull’esistente inteso a sottolineare la differenza tra il restauro e la conservazione e l’importanza della permanenza fisica dell’esistente con il fine fondamentale della sua integrale trasmissione al futuro.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

Info
  • Progetto: 1979 - 1981
  • Esecuzione: 1979 - 1984
  • Tipologia Specifica: Restauro
  • Proprietà: Nessuna opzione
  • Destinazione originaria: Biblioteca
  • Destinazione attuale: Biblioteca
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Marco Dezzi Bardeschi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.inarch.it/marco-dezzi-bardeschi/ SI
  • Strutture: muratura in laterizio
  • Materiale di facciata: laterizi, intonaco, pietra, cotto
  • Coperture: a falde, coppi
  • Serramenti: legno, inferriate in ferro, metallo verniciato
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 1233
    [codice] => RA 44
    [denominazione] => RESTAURO DELLA MANICA LUNGA DELLA BIBLIOTECA CLASSENSE
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Ravenna
    [comune] => Ravenna
    [localita] => 
    [indirizzo] => Via Alfredo Baccarini N. 3
    [id_categoria] => 1
    [id_tipologia] => 31
    [tipologia_specifica] => Restauro
    [anno_inizio_progetto] => 1979
    [anno_fine_progetto] => 1981
    [anno_inizio_esecuzione] => 1979
    [anno_fine_esecuzione] => 1984
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => Il progetto interessa il restauro della Manica Lunga della Biblioteca Classense di Ravenna, il nucleo più antico destinato alla libreria dei monaci dell’ex-monastero camaldolese di Classe, fondato nei primi anni del Cinquecento ed oggi sede della biblioteca comunale della città.
All’epoca del progetto questa parte di edificio era soggetta ad un forte stato di degrado causato dall’infissione di supporti per scaffalature e dal sovraccarico delle strutture su cui gravava in particolare, la bocca di carico della cisterna del combustibile della vecchia centrale termica. 
L’intervento riguarda pertanto il consolidamento delle parti strutturali da una parte e il contestuale recupero degli spazi non finiti, da destinarsi a sale di consultazione, dall’altra.
Il lavoro ha seguito una precisa e consolidata metodologia progettuale consolidata da parte dell’architetto in numerosi interventi analoghi. 
Prima del progetto delle nuove parti è stato condotto un vero e proprio processo conoscitivo fondato sulla ricerca storica, sui rilievi geometrici, delle parti strutturali e dei materiali e sulla diagnosi delle patologie e delle maggiori criticità riguardanti la fabbrica.
Per far fronte al degrado dell’edificio è stato eseguito un trattamento antiumidità e il successivo consolidamento senza integrazioni degli intonaci; da un punto di vista strutturale, invece, è stato effettuato il consolidamento dei pilastri di sottofondazione del voltone del piano terra e degli arconi del piano ammezzato. 
La Manica Lunga si trova nella parte sud dell’antico complesso cinquecentesco, di cui costituisce un intero braccio, e si affaccia su due delle corti minori, che la fiancheggiano una sul lato destro e una sul lato sinistro.
Gli ambienti della Manica Lunga si dispongono su tre piani: il piano terreno, dove è stato effettuato il restauro più consistente e dove è stato allestito lo spazio espositivo, il piano ammezzato in cui attualmente si trova la sala di lettura e, infine, il piano primo che comprende i servizi della biblioteca e le scaffalature per i libri. Dal piano terra si accede direttamente a una delle due corti, tramite un portico che al piano superiore corrisponde ad altre sale di lettura. In questa corte sono stati conservati, inoltre, tutti i reperti ritrovati durante la fase preliminare di analisi della fabbrica e di scavo.
Per quanto riguarda l’intervento di rifunzionalizzazione degli spazi è stata aperta al pubblico una sala espositiva al piano terra e una sala di lettura e consultazione dei periodici al piano mezzanino. 
Al piano terra, nella Sala degli otto pilastri, per secoli non utilizzata e con un pavimento lasciato in terra battuta, è stata realizzata una nuova pavimentazione a mosaico con ciottoli di fiume, vetro frantumato di recupero, granito e ottone, sulla base di una tessitura paleocristiana. 
In questa sala, dominata dalla fila di pilastri in muratura mantenuti e rivestiti da scaglie di vetro verde-azzurro alla base, vengono collocate due colonne di recupero. La prima bizantina, in granito rosso, è contornata da una vasca circolare, fatta scavare dal progettista per contenere l’altezza maggiore del fusto rispetto all’interpiano dell’ambiente. La vasca circolare è segnata alla quota del piano di calpestio da un cambio di materiale, un mosaico di ciottoli interrotto da inserti in legno chiaro. La vasca stessa è poi rivestita da un mosaico di tasselli di vetro. 
Tutto lo spazio occupato dal corpo di fabbica della Manica Lunga prosegue il motivo del disegno della strada esterna ed è arrichito da una nuova scala nel vestibolo di accesso, che contiene riferimenti astrologici e riferimenti alle antiche simbologie dei monaci, così come tutti i mosaici e la pavimentazione. 
Il progetto si limita ad un intervento di pulitura dei materiali e conserva integralmente l’esistente senza eliminare alcun segno di degrado. Ciò è visibile con grande evidenza in particolare negli intonaci delle volte del soffitto, non completati, ma lasciati nello stato in cui sono stati ritrovati. Quest’ultima è una chiara scelta progettuale, appartenente alla maniera di concepire l’intervento di restauro da parte di Dezzi Bardeschi, volta a conservare l’edificio originale senza effettuare integrazioni che potrebbero modificare l’edificio, valorizzando in tal modo i segni di qualsiasi epoca susseguitasi nel corso del tempo. 
Parte dei nuovi interventi è anche il progetto dei pannelli espositivi in legno e ferro posizionati nella Manica lunga e nella Sala di Lettura del piano ammezzato, che permettono l’allestimento di mostre temporanee.
Tutti gli elementi, compresi i sistemi d’illuminazione disegnati secondo un forte contenuto formale, sono stati progettati nel dettaglio e sono posizionati in aderenza ma a distanza dai muri, in modo da non intaccare nel fissaggio le pareti o i soffitti ed essendo potenzialmente rimovibili. La scelta cromatica del verde e del blu accentua la differenziazione tra il nuovo e il preesistente.
Anche in questo caso si mantiene la stessa idea del progetto sull’esistente inteso a sottolineare la differenza tra il restauro e la conservazione e l’importanza della permanenza fisica dell’esistente con il fine fondamentale della sua integrale trasmissione al futuro.

(Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga)

    [committente] => 
    [foglio_catastale] => 
    [particella] => 
    [strutture] => muratura in laterizio
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => laterizi, intonaco, pietra, cotto 
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => a falde, coppi
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => legno, inferriate in ferro, metallo verniciato
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => Biblioteca
    [destinazione_attuale] => Biblioteca
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 1
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 7
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Marco Dezzi Bardeschi (Firenze, 1934 - 2018) 
Si laurea prima in ingegneria a Bologna nel 1957 poi in architettura a Firenze nel 1962, è allievo e collaboratore di Giovanni Michelucci e Piero Sanpaolesi. Dal 1960 partecipa all’attività dell’Istituto di Restauro dei Monumenti della facoltà di Architettura di Firenze.
Dal 1976 è Professore ordinario di Restauro Architettonico al Politenico di Milano, dove ha fondato il Dipartimento per la Conservazione delle Risorse architettoniche e ambientali, del quale è stato anche Direttore. Fa parte dell’International Council of Monuments and Sites ed è accademico delle Arti del Disegno a Firenze; ha inoltre fondato ed è direttore della rivista trimestrale “ANANKHE, cultura, storia e tecniche della conservazione per il progetto” e fa parte del comitato di redazione della rivista mensile “L’Architettura, cronache e storia”, fondata da Bruno Zevi.
È autore di molte pubblicazioni in materia di restauro, disciplina di cui si occupa maggiormente e ha esposto le sue ricerche e i suoi progetti sia alla Biennale di Venezia sia alla Triennale di Milano.
Dezzi Bardeschi è uno dei primi a parlare consapevolmente di conservazione, differenziandola dal concetto di restauro, affermando che restauro e architettura moderna sono realtà imprescindibili e sostenendo che è necessario garantire la permanenza fisico-materica di ciò che è giunto fino a noi in vista della sua trasmissione al futuro.
    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.414140
    [longitude] => 12.200013
    [score] => 4
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2024-04-17 10:19:38
    [categoria] => A. Opera di eccellenza
    [tipologia] => Interventi di recupero e trasformazione
    [proprieta] => Nessuna opzione
    [cat_autori] => Marco Dezzi Bardeschi
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Vincolo architettonico
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Marco Dezzi Bardeschi (Firenze, 1934 - 2018) Si laurea prima in ingegneria a Bologna nel 1957 poi in architettura a Firenze nel 1962, è allievo e collaboratore di Giovanni Michelucci e Piero Sanpaolesi. Dal 1960 partecipa all’attività dell’Istituto di Restauro dei Monumenti della facoltà di Architettura di Firenze. Dal 1976 è Professore ordinario di Restauro Architettonico al Politenico di Milano, dove ha fondato il Dipartimento per la Conservazione delle Risorse architettoniche e ambientali, del quale è stato anche Direttore. Fa parte dell’International Council of Monuments and Sites ed è accademico delle Arti del Disegno a Firenze; ha inoltre fondato ed è direttore della rivista trimestrale “ANANKHE, cultura, storia e tecniche della conservazione per il progetto” e fa parte del comitato di redazione della rivista mensile “L’Architettura, cronache e storia”, fondata da Bruno Zevi. È autore di molte pubblicazioni in materia di restauro, disciplina di cui si occupa maggiormente e ha esposto le sue ricerche e i suoi progetti sia alla Biennale di Venezia sia alla Triennale di Milano. Dezzi Bardeschi è uno dei primi a parlare consapevolmente di conservazione, differenziandola dal concetto di restauro, affermando che restauro e architettura moderna sono realtà imprescindibili e sostenendo che è necessario garantire la permanenza fisico-materica di ciò che è giunto fino a noi in vista della sua trasmissione al futuro.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Dezzi Bardeschi Marco (a cura di) 1982 Ravenna la biblioteca Classense. 1. La città, la cultura, la fabbrica Grafis Casalecchio di Reno Si
Mazzei Otello (a cura di) 1984 Ravenna, la Biblioteca Classense. 2. Il cantiere della manica lunga Grafis Casalecchio di Reno No
Dezzi Bardeschi Marco, Mazzei Otello (a cura di) 1984 Fabbriche di pietre, d’acqua, d’aria Domus n. 650 20-24 Si
Pedio Renato 1987 Interazioni dell'architetto Marco Dezzi Bardeschi L'Architettura. Cronache e storia n. 381 506-507 No
Pedio Renato 1987 Interazioni dell'architetto Marco Dezzi Bardescghi No
Dezzi Bardeschi Marco 2000 La biblioteca Classense: lo scalone mancato, la conservazione, il cantiere della Manica Lunga, in Atlante Padano: città, architetture, cantieri. Un itinerario sentimentale Alinea Firenze 138-145 Si
Dezzi Bardeschi Marco 2004 Conservazione e recupero della Manica Lunga della Biblioteca Classense Ravenna, in Gabaglio Rossana (a cura di), Cari Maestri: architetture negate, tradite dimenticate UNICOPLI Milano 146-147 Si
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista generale del vano principale della Manica Lunga Vista generale del vano principale della Manica Lunga Ilaria Cattabriga
Dettaglio del sistema di illuminazione progettato da Dezzi Bardeschi Dettaglio del sistema di illuminazione progettato da Dezzi Bardeschi Ilaria Cattabriga
Dettaglio della base dei pilastri in muratura, mosaico in vetro Dettaglio della base dei pilastri in muratura, mosaico in vetro Ilaria Cattabriga
Vista della vasca circolare vicino all’entrata che circonda la colonna in granito rosso, mosaico con motivi astrologici Vista della vasca circolare vicino all’entrata che circonda la colonna in granito rosso, mosaico con motivi astrologici Ilaria Cattabriga
Stato di conservazione degli intonaci sotto le volte del soffitto Stato di conservazione degli intonaci sotto le volte del soffitto Ilaria Cattabriga
Dettaglio del sistema di illuminazione Dettaglio del sistema di illuminazione Ilaria Cattabriga
Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli Ilaria Cattabriga
Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli Dettaglio della decorazione del pavimento, mosaico in ottone, pietra e ciottoli Ilaria Cattabriga
Dettaglio del capitello della colonna in granito chiaro, in cui si nota l’aggiunta del parallelepipdo azzurro per far aderire la colonna al soffitto Dettaglio del capitello della colonna in granito chiaro, in cui si nota l’aggiunta del parallelepipdo azzurro per far aderire la colonna al soffitto Ilaria Cattabriga
Vista di un braccio secondario della Manica Lunga, ad uso sempre espositivo Vista di un braccio secondario della Manica Lunga, ad uso sempre espositivo Ilaria Cattabriga
Vista della parte centrale del vano principale della Manica Lunga, di fronte l’accesso principale allo spazio espositivo Vista della parte centrale del vano principale della Manica Lunga, di fronte l’accesso principale allo spazio espositivo Ilaria Cattabriga
Corte interna del complesso, su cui si affaccia la Manica Lunga; luogo dove vengono conservati i reperti in pietra ritrovati durante gli scavi e i rilievi Corte interna del complesso, su cui si affaccia la Manica Lunga; luogo dove vengono conservati i reperti in pietra ritrovati durante gli scavi e i rilievi Ilaria Cattabriga
Accesso alla corte interna, dettaglio dell’infisso di colore verde acceso scelto dal progettista Accesso alla corte interna, dettaglio dell’infisso di colore verde acceso scelto dal progettista Ilaria Cattabriga
Vista dei pilastri a sezione rettangolare in muratura che sorreggono gli spazi della Manica Lunga Vista dei pilastri a sezione rettangolare in muratura che sorreggono gli spazi della Manica Lunga Ilaria Cattabriga
Vista del secondo vano, accanto a quello principale Vista del secondo vano, accanto a quello principale Ilaria Cattabriga

Criteri
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Ilaria Cattabriga
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 17/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022