Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COMPLESSO RESIDENZIALE INCIS, POI PALAZZO IACP

Scheda Opera

  • Veduta Est del complesso
  • Veduta prospettica dell’edificio
  • Veduta Est del complesso
  • Planimetria (1950)
  • Pianta degli ingressi. Pianta dei piani Secondo, Quinto e Ottavo dell’edificio
  • Pianta dei piani Terzo, Sesto, Nono dell’edificio
  • Prospetto Ovest degli edifici
  • Prospetto Ovest degli edifici
  • Sezione dell’edificio
  • 	Prospetto verso via Bottego e verso il giardino retrostante degli edifici
  • Comune: Parma
  • Denominazione: COMPLESSO RESIDENZIALE INCIS, POI PALAZZO IACP
  • Indirizzo: Strada Giuseppe Garibaldi N. 6
  • Data: - 1953
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Vittorio Gandolfi
Descrizione

Il complesso viene realizzato all'inizio degli anni Cinquanta nell’ambito dell’espansione nord della città al limite della linea ferroviaria: area in gran parte determinata da interventi di edilizia residenziale pubblica.
L’intervento viene realizzato su un lotto d’angolo, alle porte del centro città, all'incrocio di due assi stradali principali. Dispone di tre corpi di fabbrica con uno spazio libero al centro.
Il primo edificio a torre si attesta sull'angolo tra strada Giuseppe Garibaldi e via Vittorio Bottego e spicca con i suoi dodici piani sui due adiacenti. Sulle strade principali si attestano i profondi balconi che movimentano, in un gioco di masse ascendenti, la volumetria del blocco edilizio, conclusa dall’aerea pensilina del piano attico posta a coronamento: citazione di linguaggi razionalisti, molto usati in ambito milanese anche nel primo dopoguerra.
Le numerose aperture del blocco d’angolo trovano, come unico contrappunto, il vano scala. Quest’ultimo si configura come porzione compatta (seppur vetrata) dell’edificio: corpo “neutro” di contatto fra la torre e il fabbricato a ballatoio adiacente. Intersecando i percorsi di distribuzione, il ballatoio serve anche due alloggi per piano della prima torre.
Le abitazioni della torre sono pensate per quattro persone. Ciascuna di esse presenta una zona notte articolata in una camera doppia e due singole, oltre che un’ampia zona giorno. Sono invece ideati per famiglie numerose gli appartamenti di tipo duplex del blocco a ballatoio. Al primo livello sono presenti due camere (una doppia e una singola) separate dalla scala che conduce al piano superiore. Al secondo livello (piani terzo, sesto e nono) la superficie di ogni alloggio si ingrandisce, permettendo di distribuire gli ambienti della zona giorno in prossimità delle scale e un paio di altre camere da letto (doppie). La scelta tipologica e la distribuzione determinano la forma allungata e di ridotta profondità del corpo a ballatoio.
Il prospetto su fronte strada si presenta suddiviso in sei fasce orizzontali simmetriche sovrastate da quella finale del piano attico. La scansione della maglia di pilastri sulla parete determina una modularità delle aperture caratterizzate da otto finestre di diverse dimensioni.
Nel piano attico si verifica uno sfalsamento di quota delle falde che favorisce l’inserimento di un nastro di finestrature che conclude l’edificio ricordando una copertura a shed.
Il terzo edificio, da ultimo, si attesta invece su via Vittorio Bottego e si configura (similmente al secondo) come un corpo ad andamento longitudinale su pianta rettangolare posto in aderenza al volume a torre. L’edificio si pronuncia sul fronte strada attraverso il vano scala, in aggetto rispetto alla sagoma dell’edificio. Le grandi vetrate che lo racchiudono conferiscono leggerezza e, al contempo, permettono di leggere la distribuzione interna dell’edificio, dove gli alloggi, sui sei piani, si aprono su pianerottoli a rampe sfalsate. Gli alloggi sullo stesso piano sono progettati per tre utenti: presentano così metrature simili e uno stesso numero di vani.
L’alternanza di fasce finestrate e di balconi modula i prospetti anche di questo blocco, configurandosi come il motivo compositivo che unifica i tre volumi tra loro diversi per caratteristiche tipologiche e funzionali. Altri aspetti che concorrono allo stesso scopo sono la scelta degli infissi con scuri scorrevoli, l’intonaco bianco che riveste tutti e tre gli edifici e il basamento commerciale al piano terra che salda e tiene ancorati al suolo i giochi di altezze del complesso.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: - 1950
  • Esecuzione: 1951 - 1953
  • Committente: I.N.C.I.S. (Istituto Nazionale Case Impiegati dello Stato)
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: edificio residenziale
  • Destinazione attuale: edificio residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Vittorio Gandolfi Progetto architettonico Progetto SI
Danilo Zanzucchi Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: fondazioni a pali, struttura in elevazione a gabbia intelaiata in cemento armato con tamponamenti in muratura
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: tetto a falde con manto di copertura in coppi, solaio in latero-cemento
  • Serramenti: legno, vetro
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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L’intervento viene realizzato su un lotto d’angolo, alle porte del centro città, all'incrocio di due assi stradali principali. Dispone di tre corpi di fabbrica con uno  spazio libero al centro.
Il primo edificio a torre si attesta sull'angolo tra strada Giuseppe Garibaldi e via Vittorio Bottego e spicca con i suoi dodici piani sui due adiacenti. Sulle strade principali si attestano i profondi balconi che movimentano, in un gioco di masse ascendenti, la volumetria del blocco edilizio, conclusa dall’aerea pensilina del piano attico posta a coronamento: citazione di linguaggi razionalisti, molto usati in ambito milanese anche nel primo dopoguerra. 
Le numerose aperture del blocco d’angolo trovano, come unico contrappunto, il vano scala. Quest’ultimo si configura come porzione compatta (seppur vetrata) dell’edificio: corpo “neutro” di contatto fra la torre e il fabbricato a ballatoio adiacente. Intersecando i percorsi di distribuzione, il ballatoio serve anche due alloggi per piano della prima torre. 
Le abitazioni della torre sono pensate per quattro persone. Ciascuna di esse presenta una zona notte articolata in una camera doppia e due singole, oltre che un’ampia zona giorno. Sono invece ideati per famiglie numerose gli appartamenti di tipo duplex del blocco a ballatoio. Al primo livello sono presenti due camere (una doppia e una singola) separate dalla scala che conduce al piano superiore. Al secondo livello (piani terzo, sesto e nono) la superficie di ogni alloggio si ingrandisce, permettendo di distribuire gli ambienti della zona giorno in prossimità delle scale e un paio di altre camere da letto (doppie). La scelta tipologica e la distribuzione determinano la forma allungata e di ridotta profondità del corpo a ballatoio. 
Il prospetto su fronte strada si presenta suddiviso in sei fasce orizzontali simmetriche sovrastate da quella finale del piano attico. La scansione della maglia di pilastri sulla parete determina una modularità delle aperture caratterizzate da otto finestre di diverse dimensioni.
Nel piano attico si verifica uno sfalsamento di quota delle falde che favorisce l’inserimento di un nastro di finestrature che conclude l’edificio ricordando una copertura a shed.
Il terzo edificio, da ultimo, si attesta invece su via Vittorio Bottego e si configura (similmente al secondo) come un corpo ad andamento longitudinale su pianta rettangolare posto in aderenza al volume a torre. L’edificio si pronuncia sul fronte strada attraverso il vano scala, in aggetto rispetto alla sagoma dell’edificio. Le grandi vetrate che lo racchiudono conferiscono leggerezza e, al contempo, permettono di leggere la distribuzione interna dell’edificio, dove gli alloggi, sui sei piani, si aprono su pianerottoli a rampe sfalsate. Gli alloggi sullo stesso piano sono progettati per tre utenti: presentano così metrature simili e uno stesso numero di vani.
L’alternanza di fasce finestrate e di balconi modula i prospetti anche di questo blocco, configurandosi come il motivo compositivo che unifica i tre volumi tra loro diversi per caratteristiche tipologiche e funzionali. Altri aspetti che concorrono allo stesso scopo sono la scelta degli infissi con scuri scorrevoli, l’intonaco bianco che riveste tutti e tre gli edifici e il basamento commerciale al piano terra che salda e tiene ancorati al suolo i giochi di altezze del complesso.

(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

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Vittorio Gandolfi (Salsomaggiore 1919  - Milano 1999)
Studia al Politecnico di Milano con Muzio, Dodi e Piero Portaluppi, con il quale consegue la laurea nel 1942. Lavora prevalentemente nel contesto milanese e piacentino. Docente di disegno alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano (1952-1960), assistente e docente di Composizione nello stesso ateneo (1958-1963). Dal 1965 si trasferisce all’Università di Genova, è professore incaricato di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti e dal 1980 al 1985 Ordinario di Composizione Architettonica. Particolarmente attivo nel campo dell’edilizia residenziale, dell’infrastrutture aereoportuali e dell’architettura religiosa. È nel comitato di redazione della rivista “Chiesa e Quartiere”. Membro dell' Accademia nazionale di San Luca e accademico Clementino. Sono sue numerose realizzazione per conto dell’Eni: il fratello Vincenzo è segretario personale di Enrico Mattei. 
Tra le sue opere principali: la sua casa (1948), la scuola elementare e la chiesa (1955) a Salsomaggiore. A Milano progetta: le casette per Reduci al Q.T.8 (1948), l’Unità d’abitazione Incis (1950-52), il piano per il quartiere Cà Granda nord (1954-56), la chiesa all’idroscalo (1956), l’aerostazione di Milano Malpensa (1956-60), l’aerostazione di Milano Linate (1960-62) e ancora l’aerostazione Malpensa sud-ovest (1970-74). Tra gli altri progetti si segnalano anche il complesso parrocchiale S. Andrea a Bologna (1960-82) e l’aerostazione Alitalia a Roma Fiumicino (1975).




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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 877
  • Particella: 3

Note

Nel progetto era prevista la realizzazione di corpi scala che portassero ai ballatoi del blocco sito su strada Giuseppe Garibaldi, ma vengono eliminati già a partire dal progetto approvato dalla Commissione Edilizia. Il progetto viene presentato con due soluzioni differenti: la A prevede che la "torre" abbia un’altezza pari a 15 piani, mentre la B prevede che si limiti a 12. La Commissione Edilizia approva la realizzazione della seconda opzione progettuale, lasciando aperta la possibilità, in un secondo momento, di aumentare il numero di piani. La modifica non è mai stata realizzata. Vittorio Gandolfi (Salsomaggiore 1919 - Milano 1999) Studia al Politecnico di Milano con Muzio, Dodi e Piero Portaluppi, con il quale consegue la laurea nel 1942. Lavora prevalentemente nel contesto milanese e piacentino. Docente di disegno alla facoltà di Ingegneria del Politecnico di Milano (1952-1960), assistente e docente di Composizione nello stesso ateneo (1958-1963). Dal 1965 si trasferisce all’Università di Genova, è professore incaricato di Elementi di Architettura e Rilievo dei Monumenti e dal 1980 al 1985 Ordinario di Composizione Architettonica. Particolarmente attivo nel campo dell’edilizia residenziale, dell’infrastrutture aereoportuali e dell’architettura religiosa. È nel comitato di redazione della rivista “Chiesa e Quartiere”. Membro dell' Accademia nazionale di San Luca e accademico Clementino. Sono sue numerose realizzazione per conto dell’Eni: il fratello Vincenzo è segretario personale di Enrico Mattei. Tra le sue opere principali: la sua casa (1948), la scuola elementare e la chiesa (1955) a Salsomaggiore. A Milano progetta: le casette per Reduci al Q.T.8 (1948), l’Unità d’abitazione Incis (1950-52), il piano per il quartiere Cà Granda nord (1954-56), la chiesa all’idroscalo (1956), l’aerostazione di Milano Malpensa (1956-60), l’aerostazione di Milano Linate (1960-62) e ancora l’aerostazione Malpensa sud-ovest (1970-74). Tra gli altri progetti si segnalano anche il complesso parrocchiale S. Andrea a Bologna (1960-82) e l’aerostazione Alitalia a Roma Fiumicino (1975).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gandolfi Vittorio 1963 Vittorio Gandolfi architetto: attività dal 1942-1962 Utoa Bologna No
Capelli Gianni 1978 Parma contemporanea, in Banzola Vincenzo (a cura di), Parma: la città storica Cassa di Risparmio di Parma Parma 338 No
Koenig Giovanni Klaus 1983 Vittorio Gandolfi: le due o tre cose che so di lui Parametro n. 122 Bologna No
Cabassi Antonella (a cura di) 1999 La casa popolare a Parma in 8 itinerari (1850 - 1970) STEP Parma 125 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Veduta Est del complesso Veduta Est del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Veduta prospettica dell’edificio Veduta prospettica dell’edificio A. Scardova. Courtesy IBC
Veduta Est del complesso Veduta Est del complesso A. Scardova. Courtesy IBC
Planimetria (1950) Planimetria (1950) Comune di Parma. Archivio settore edilizia
Pianta degli ingressi. Pianta dei piani Secondo, Quinto e Ottavo dell’edificio Pianta degli ingressi. Pianta dei piani Secondo, Quinto e Ottavo dell’edificio Comune di Parma. Archivio settore edilizia
Pianta dei piani Terzo, Sesto, Nono dell’edificio Pianta dei piani Terzo, Sesto, Nono dell’edificio Comune di Parma. Archivio settore edilizia
Prospetto Ovest degli edifici Prospetto Ovest degli edifici "a torre" e "a ballatoio"; sezione trasversale dell’edificio "a ballatoio" (1950) Comune di Parma. Archivio settore edilizia
Prospetto Ovest degli edifici Prospetto Ovest degli edifici "a torre" e "a ballatoio" (1950) Comune di Parma. Archivio settore edilizia
Sezione dell’edificio Sezione dell’edificio "a ballatoio" (1950) Comune di Parma. Archivio settore edilizia
	Prospetto verso via Bottego e verso il giardino retrostante degli edifici Prospetto verso via Bottego e verso il giardino retrostante degli edifici "a torre" e "in linea" (1950) Comune di Parma. Archivio settore edilizia

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/01/2023

Revisori:

Stefano Setti