Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA SASSI

Scheda Opera

  • Vista del fronte principale dell'abitazione
  • Vista aerea della casa
  • Vista del fronte principale dell'abitazione
  • Vista del fronte dal viale di ingresso
  • Vista del fronte dal viale di ingresso
  • Vista dell'ingresso dal portico
  • Vista dell'interno dall'ingresso
  • Vista dell'ala degli spazi giorno
  • Vista del lato dell'abitazione destinato agli spazi notte
  • Vista di una porzione del fronte posteriore in laterizio grigliato
  • Vista del portico retrostante
  • Vista dello studio sul retro
  • Vista del parco con le sculture
  • Vista del parco con le sculture
  • Vista del parco con le sculture
  • Comune: Faenza
  • Denominazione: CASA SASSI
  • Indirizzo: Via San Biagio Antico N. 20
  • Data: 1972 - 1975
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Filippo Monti
Descrizione

Dall’amicizia tra lo scultore ceramista Ivo Sassi e l’architetto Filippo Monti, nasce la realizzazione della casa-museo che l’artista edifica per sé stesso sulle colline faentine.
Su un terreno coltivato in precedenza a grano, lo scultore intende l’abitazione come un luogo aperto in relazione con la natura; in tal senso, le numerose essenze arboree piantumate sul posto, tra cui un centinaio di ulivi, sono da considerarsi parte integrante della realizzazione della casa, così come la studiata disposizione delle sculture nel giardino stesso, terzo elemento di una “composizione“ complessiva che si avvale della natura (anche quella circostante apprezzabile dalla collina), della scultura e dell’architettura.
L’edificio è composto utilizzando una sola figura in pianta definibile da una forma romboidale, ripetuta in due file slittate, di cinque (per la zona giorno) e quattro (per la zona notte) moduli, a contatto l’uno con l’altro per una porzione del lato. Il tutto produce un’accentuata componente diagonale dell’intero impianto come del singolo modulo, che accentua la caratteristica principale dell’abitazione: quella di creare un flusso continuo esterno-interno e interno-interno e un dinamismo dei percorsi esperibile in tutte le parti della casa.
La trame delle losanghe che definiscono la pianta, è interrotta in un punto creando un giardino interno, che insieme al portico di ingresso e a quello posteriore, contribuisce a definire secondo maggiori complessità il rapporto degli spazi, tra dentro e fuori, tra natura e artificio.
La costruzione si basa su un’essenzialità costruttiva debitrice della lezione miesiana perseguita senza imitazioni, che ben si associa alla regolarità dell’organizzazione in pianta. La casa è posta su un basso basamento che regola le irregolarità del terreno. Non si operano lavori di sbancamento ne di livellamento del suolo, l’abitazione si “appoggia” sul terreno così com’è, assorbendo i vari dislivelli all’interno, mediante pochi gradini. La struttura è in cemento per le parti verticali realizzate come pilastri cilindrici dalla contenuta sezione e metallica per il solaio piano, di cui si lascia a vista l’orditura dei profili delle travi, chiusi da una scossalina metallica che costituisce il coronamento superiore della casa.
La casa si configura pertanto come un rifugio, completamente aperto alla natura sul lato degli spazi giorno e privato, nella parte notte.
I tamponamenti sono interamente vetrati nel soggiorno, oscurabili solamente da una tenda, e in laterizio, dalle diverse trame, per quella notte. I mattoni sono orditi utilizzando un solo formato disposto di costa con giunti allineati nelle superficie più estese, mentre gli spigoli sono marcati dal mattone disposto di piatto orizzontale con la faccia traforata in vista, motivo utilizzato anche in certe parti della pavimentazione esterna che dialoga con il cotto che riveste, ad esempio, la superficie del portico. Ancora, la parete della camera da letto padronale accanto al pergolato posteriore, è trattata con un grigliato in laterizio con funzione di frangisole che fornisce un’ulteriore declinazione della variazione sul tema del rivestimento in laterizio.

(Matteo Sintini)

Info
  • Progetto: 1972 - 1972
  • Esecuzione: 1975 - 1975
  • Tipologia Specifica: villa
  • Committente: Ivo Sassi
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: villa
  • Destinazione attuale: villa (Casa Museo Ivo Sassi - circuito Museo all'aperto di Faenza)
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Filippo Monti Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: muratura
  • Materiale di facciata: laterizi, vetro, ferro
  • Coperture: piana, metallo
  • Serramenti: legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L’edificio è composto utilizzando una sola figura in pianta definibile da una forma romboidale, ripetuta in due file slittate, di cinque (per la zona giorno) e quattro (per la zona notte) moduli, a contatto l’uno con l’altro per una porzione del lato. Il tutto produce un’accentuata componente diagonale dell’intero impianto come del singolo modulo, che accentua la caratteristica principale dell’abitazione: quella di creare un flusso continuo esterno-interno e interno-interno e un dinamismo dei percorsi esperibile in tutte le parti della casa. 
La trame delle losanghe che definiscono la pianta, è interrotta in un punto creando un giardino interno, che insieme al portico di ingresso e a quello posteriore, contribuisce a definire secondo maggiori complessità il rapporto degli spazi, tra dentro e fuori, tra natura e artificio.
La costruzione si basa su un’essenzialità costruttiva debitrice della lezione miesiana perseguita senza imitazioni, che ben si associa alla regolarità dell’organizzazione in pianta. La casa è posta su un basso basamento che regola le irregolarità del terreno. Non si operano lavori di sbancamento ne di livellamento del suolo, l’abitazione si “appoggia” sul terreno così com’è, assorbendo i vari dislivelli all’interno, mediante pochi gradini. La struttura è in cemento per le parti verticali realizzate come pilastri cilindrici dalla contenuta sezione e metallica per il solaio piano, di cui si lascia a vista l’orditura dei profili delle travi, chiusi da una scossalina metallica che costituisce il coronamento superiore della casa. 
La casa si configura pertanto come un rifugio, completamente aperto alla natura sul lato degli spazi giorno e privato, nella parte notte. 
I tamponamenti sono interamente vetrati nel soggiorno, oscurabili solamente da una tenda, e in laterizio, dalle diverse trame, per quella notte. I mattoni sono orditi utilizzando un solo formato disposto di costa con giunti allineati nelle superficie più estese, mentre gli spigoli sono marcati dal mattone disposto di piatto orizzontale con la faccia traforata in vista, motivo utilizzato anche in certe parti della pavimentazione esterna che dialoga con il cotto che riveste, ad esempio, la superficie del portico. Ancora, la parete della camera da letto padronale accanto al pergolato posteriore, è trattata con un grigliato in laterizio con funzione di frangisole che fornisce un’ulteriore declinazione della variazione sul tema del rivestimento in laterizio.

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Filippo Monti nasce a Faenza e lì trascorre la sua infanzia, segnata dall’esperienza della guerra. Si diploma all’Istituto tecnico per Geometri (1947), ma si rende conto che questo percorso non corrisponde alle sue aspirazioni artistiche. Nel 1954 si laurea all’Università di Firenze insieme al collega Adalberto Libera, grazie al quale si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza e partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 realizza lo studio della prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continua ad operare prevalentemente in questo territorio. A questi anni risalgono le prime opere ispirate alla domus pompeiana come Casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio direttivo della sezione faentina di Italia Nostra e progetta due degli edifici più significativi del suo stile: il Complesso residenziale S. Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni realizza inoltre la sua abitazione personale e la seconda Casa Porisini. Partecipa inoltre al concorso per il Nuovo Palazzo dello Sport di Firenze, ma il suo progetto non trova il consenso sperato. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica con il Complesso residenziale di via Ferrari a Faenza, Casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Il periodo tra il 1981 ed il 1985 segna una profonda crisi professionale per Monti a causa della mancanza di committenze: progetta solo gli Uffici per Ciba Leasing nel 1985. Grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995, egli riesce a tornare in auge e progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni; si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 lo colpisce la prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta Casa Boscherini, Casa Gargiulo e Casa D’Atri.

Ivo Sassi (Brisighella, 1937 - Faenza, 2020) 
Nel 1950 inizia a frequentare l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza e ha per insegnanti gli scultore Anselmo Bucci e Angelo Biancini, e per colleghi Nanni Valentini e Carlo Negri. Nel 1954 lavora nella bottega di Carlo Zauli, rapporto che interrompe nel 1959, quando apre uno studio personale a Faenza. Nel 1965 esegue tre grandi pannelli in maiolica policroma per le motonavi “Angelina” e “Achille Lauro”. Nel 1968 ottiene il primo premio al IV° Concorso Nazionale di Ceramica e Scultura “Francesca da Rimini” e la Medaglia d’Oro al VI°  Concorso di Ceramica d’Arte di Cervia; nel 1969 il Primo Premio all’XI° Concorso Internazionale di Gualdo Tadino e nel 1970 il “Premio Faenza” al XXVIII° Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea di Faenza. Nello stesso anno riceve il Premio per la Scultura alla Biennale Internazionale di Vallauris. Dal 1965 la sua opera acquista una precisa fisionomia e autonomia formale: fino al 1971 è impegnato nel ciclo “Era  ecnologica”, utilizzando soprattutto la maiolica bianca e inizia da questa data il ciclo “ET Genesi”, in cui fonde elementi geometrici ad un organicismo largamente informale utilizzando il colore nero, l’oro e platinature a terzo fuoco.
Parallelamente alla sua attività di scultore, Sassi collabora con aziende produttrici di piastrelle: Ceramica Artistica Italia ’68 di Fiorano Modenese (fine anni Sessanta), Ceramica l’Astorre di Faenza (anni Settanta e Ottanta), Ceramica Del Conca (2002).
Nel 1973 tiene una mostra personale alla galleria romana SM13 dove Enrico Crispolti presenta il libro redatto da Luigi Lambertini “Le ere tecnologiche di Ivo Sassi”. Nello stesso anno riceve il primo premio al concorso di Gualdo Tadino ed è invitato a Torino alla mostra del segnalati Bolaffi (Catalogo Bolaffi della Scultura). Nel 1985 è invitato ad Arte Fiera a Bologna e nel 1986 alla XI° Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma. Nel 1988 il critico Marcello Venturoli lo invita alla mostra “Mare Mare” di Napoli. Tiene mostre personali a Faenza (1988), Lugo (1992), Ravenna (1994), Brisighella (1996) e Bagnacavallo (2001). Fino al 1989, anno in cui cessa la partecipazione ai concorsi, riceve numerosi premi e segnalazioni e, in particolare a Faenza e a Gualdo Tadino. Nel 2007 il Comune di Faenza organizza in suo onore una grande mostra personale al Palazzo delle Esposizioni di Faenza, con la pubblicazione di un volume a cura di Franco Bertoni. Nello stesso periodo, per festeggiare il suo settantesimo compleanno, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza gli dedica una mostra di tutte le sue opere di proprietà del Museo. Nel 2009, il Comune di Cesena e Cesenatico organizzano la grande Mostra “Ceramics” a cura di Silvia Arfelli, nel 2010 è a Shanghai e in occasione dell’Expo viene inaugurata la Grande colonna di fronte al Palazzo dei Congressi, nel 2011 a Cesena, nella Galleria Carbonari, organizza una mostra personale di pittura.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 250
  • Particella: 94

Note

Filippo Monti (Faenza 1928 - 2015) Filippo Monti nasce a Faenza e lì trascorre la sua infanzia, segnata dall’esperienza della guerra. Si diploma all’Istituto tecnico per Geometri (1947), ma si rende conto che questo percorso non corrisponde alle sue aspirazioni artistiche. Nel 1954 si laurea all’Università di Firenze insieme al collega Adalberto Libera, grazie al quale si reca a Roma per collaborare al progetto di concorso per il velodromo delle Olimpiadi di Roma del 1960. Dopo questa esperienza ritorna a Faenza e partecipa a numerosi concorsi, vincendo nel 1957 il primo premio per la Chiesa di S. Vincenzo de’ Paoli a Bologna. Successivamente si dedica alla progettazione di diverse abitazioni a Forlì e per il piano INA CASA. Nel 1959 partecipa al concorso per il nuovo Piano Regolatore Generale di Faenza con l’amico architetto Arturo Locatelli, presentando idee innovative soprattutto nel campo della viabilità e degli spazi pedonali. Nello stesso anno progetta anche l’Albergo Bellevue a Milano Marittima. Nel 1960 realizza lo studio della prima delle sue opere faentine: la casa Alberghi Grossi, dopo la quale continua ad operare prevalentemente in questo territorio. A questi anni risalgono le prime opere ispirate alla domus pompeiana come Casa Rovelli e l’Asilo Materno di Granarolo Faentino. Tra il 1964 e il 1971 partecipa al Consiglio direttivo della sezione faentina di Italia Nostra e progetta due degli edifici più significativi del suo stile: il Complesso residenziale S. Margherita e il Night Club Woodpecker di Milano Marittima. Negli stessi anni realizza inoltre la sua abitazione personale e la seconda Casa Porisini. Partecipa inoltre al concorso per il Nuovo Palazzo dello Sport di Firenze, ma il suo progetto non trova il consenso sperato. Tra il 1972 ed il 1980 torna ad un’architettura meno segnata dalla componente plastica con il Complesso residenziale di via Ferrari a Faenza, Casa Sassi ed il complesso ad appartamenti “Le Terrazze”. Il periodo tra il 1981 ed il 1985 segna una profonda crisi professionale per Monti a causa della mancanza di committenze: progetta solo gli Uffici per Ciba Leasing nel 1985. Grazie agli incarichi pubblici ottenuti tra il 1986 ed il 1995, egli riesce a tornare in auge e progetta a Faenza il Palazzo delle Poste e Telegrafi ed il Nuovo Palazzo delle Esposizioni; si occupa inoltre della ristrutturazione della Camera di Commercio di Ravenna. Tra il 1996 ed il 2004 lo colpisce la prematura scomparsa della figlia. Nel 2005 progetta Casa Boscherini, Casa Gargiulo e Casa D’Atri. Ivo Sassi (Brisighella, 1937 - Faenza, 2020) Nel 1950 inizia a frequentare l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica di Faenza e ha per insegnanti gli scultore Anselmo Bucci e Angelo Biancini, e per colleghi Nanni Valentini e Carlo Negri. Nel 1954 lavora nella bottega di Carlo Zauli, rapporto che interrompe nel 1959, quando apre uno studio personale a Faenza. Nel 1965 esegue tre grandi pannelli in maiolica policroma per le motonavi “Angelina” e “Achille Lauro”. Nel 1968 ottiene il primo premio al IV° Concorso Nazionale di Ceramica e Scultura “Francesca da Rimini” e la Medaglia d’Oro al VI° Concorso di Ceramica d’Arte di Cervia; nel 1969 il Primo Premio all’XI° Concorso Internazionale di Gualdo Tadino e nel 1970 il “Premio Faenza” al XXVIII° Concorso Internazionale della Ceramica d’Arte Contemporanea di Faenza. Nello stesso anno riceve il Premio per la Scultura alla Biennale Internazionale di Vallauris. Dal 1965 la sua opera acquista una precisa fisionomia e autonomia formale: fino al 1971 è impegnato nel ciclo “Era ecnologica”, utilizzando soprattutto la maiolica bianca e inizia da questa data il ciclo “ET Genesi”, in cui fonde elementi geometrici ad un organicismo largamente informale utilizzando il colore nero, l’oro e platinature a terzo fuoco. Parallelamente alla sua attività di scultore, Sassi collabora con aziende produttrici di piastrelle: Ceramica Artistica Italia ’68 di Fiorano Modenese (fine anni Sessanta), Ceramica l’Astorre di Faenza (anni Settanta e Ottanta), Ceramica Del Conca (2002). Nel 1973 tiene una mostra personale alla galleria romana SM13 dove Enrico Crispolti presenta il libro redatto da Luigi Lambertini “Le ere tecnologiche di Ivo Sassi”. Nello stesso anno riceve il primo premio al concorso di Gualdo Tadino ed è invitato a Torino alla mostra del segnalati Bolaffi (Catalogo Bolaffi della Scultura). Nel 1985 è invitato ad Arte Fiera a Bologna e nel 1986 alla XI° Quadriennale d’Arte Nazionale di Roma. Nel 1988 il critico Marcello Venturoli lo invita alla mostra “Mare Mare” di Napoli. Tiene mostre personali a Faenza (1988), Lugo (1992), Ravenna (1994), Brisighella (1996) e Bagnacavallo (2001). Fino al 1989, anno in cui cessa la partecipazione ai concorsi, riceve numerosi premi e segnalazioni e, in particolare a Faenza e a Gualdo Tadino. Nel 2007 il Comune di Faenza organizza in suo onore una grande mostra personale al Palazzo delle Esposizioni di Faenza, con la pubblicazione di un volume a cura di Franco Bertoni. Nello stesso periodo, per festeggiare il suo settantesimo compleanno, il Museo Internazionale delle Ceramiche di Faenza gli dedica una mostra di tutte le sue opere di proprietà del Museo. Nel 2009, il Comune di Cesena e Cesenatico organizzano la grande Mostra “Ceramics” a cura di Silvia Arfelli, nel 2010 è a Shanghai e in occasione dell’Expo viene inaugurata la Grande colonna di fronte al Palazzo dei Congressi, nel 2011 a Cesena, nella Galleria Carbonari, organizza una mostra personale di pittura.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Bertoni Franco, Rava Davide 2009 Filippo Monti Architetto Valfrido Edizioni Faenza 17-18 Si
Donati Francesco 2014 Lo scultore Ivo Sassi ha “aperto” la sua villa Corriere di Ravenna Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista del fronte principale dell'abitazione Vista del fronte principale dell'abitazione Courtesy Ivo Sassi
Vista aerea della casa Vista aerea della casa Courtesy Ivo Sassi
Vista del fronte principale dell'abitazione Vista del fronte principale dell'abitazione Courtesy Ivo Sassi
Vista del fronte dal viale di ingresso Vista del fronte dal viale di ingresso M. Sintini
Vista del fronte dal viale di ingresso Vista del fronte dal viale di ingresso M. Sintini
Vista dell'ingresso dal portico Vista dell'ingresso dal portico M. Sintini
Vista dell'interno dall'ingresso Vista dell'interno dall'ingresso M. Sintini
Vista dell'ala degli spazi giorno Vista dell'ala degli spazi giorno M. Sintini
Vista del lato dell'abitazione destinato agli spazi notte Vista del lato dell'abitazione destinato agli spazi notte M. Sintini
Vista di una porzione del fronte posteriore in laterizio grigliato Vista di una porzione del fronte posteriore in laterizio grigliato M. Sintini
Vista del portico retrostante Vista del portico retrostante M. Sintini
Vista dello studio sul retro Vista dello studio sul retro M. Sintini
Vista del parco con le sculture Vista del parco con le sculture M. Sintini
Vista del parco con le sculture Vista del parco con le sculture M. Sintini
Vista del parco con le sculture Vista del parco con le sculture M. Sintini

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 27/01/2023

Revisori:

Setti Stefano 2022