VILLA ANTONIONI
Scheda Opera
- Comune: Trinità d'Agultu e Vignola
- Località: Loc. Costa Paradiso
- Denominazione: VILLA ANTONIONI
- Indirizzo: Loc. Costa Paradiso
- Data: 1969 - 1970
- Tipologia: Abitazioni unifamiliari
- Autori principali: Dante Bini
Descrizione
La villa per Michelangelo Antonioni fu progettata tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni ’70 del Novecento da Dante Bini in un terreno della costa gallurese che era stato donato ad Antonioni dall’imprenditore Piero Tizzoni nel 1969. Avendo il progetto di Bini ottenuto il nulla osta paesaggistico dalla Soprintendenza nel 1970, i lavori di costruzione iniziarono pochi mesi dopo e si conclusero alla fine dell’anno. Collaboratori di Bini furono gli architetti Maria Miniero ed Eros Parmeggiani. La villa è situata a ridosso di un tratto impervio di Costa Paradiso, una zona del nord-Sardegna che proprio dalla metà degli anni ’60 divenne ricercata meta turistica soggetta alla lottizzazione di residenze private di lusso a carattere stagionale, fenomeno d’insediamento analogo a quello della coeva Costa Smeralda sul versante orientale dell’isola. L’edificio è perfettamente inserito nel paesaggio, permanendo un forte contrasto tra la forma geometrica pura della cupola e l’irregolarità delle asperità rocciose. Dalla strada litoranea parte un sentiero discendente che giunge a uno spiazzo sul mare, al di sotto del quale, sul pendio roccioso, è sistemata la villa. L’ingresso avviene da una passerella in calcestruzzo lastricata in pietra che dal piano stradale s’insinua direttamente al secondo livello dell’edificio (quota 3,30 metri), in un’apertura ritagliata nel guscio della cupola da terra fino a un’altezza di circa 6 metri. La cupola è organizzata secondo un ideale impianto radiale, cosicché la pianta si presenta come un cerchio diviso in due zone: il soggiorno a doppia altezza e la zona degli ambienti privati e di servizio. Due assi compositivi ortogonali sono suggeriti dalle linee corrispondenti agli ingressi a nord e a est del piano terreno; nel punto di convergenza di tali assi, al centro della struttura, è situato un piccolo patio scoperto a pianta ellittica irregolare, che prende luce da un foro praticato in cima. I muri divisori dei singoli ambienti seguono un andamento dinamico e sinuoso, e l’organicità delle pareti è accentuata dal trattamento a spatola degli intonaci. Superato l’ingresso si giunge ad una sorta di ballatoio-ponte affacciato sul patio interno che conduce alla camera da letto padronale e alla terrazza a nord; quest’ala della casa è collegata al giardino sottostante tramite una scala secondaria a serpentina su cui si affaccia la camera da letto di servizio. Attorno alla parete del patio-giardino scende la scala principale di collegamento con il soggiorno, realizzata con lastre di granito di forma irregolare. Il piano inferiore è molto movimentato, essendo costituito da stanze situate a diverse quote: il bar, il giardino e il grande soggiorno, le camere da letto con gli spogliatoi, la cucina con la dispensa, i bagni. La cupola è stata realizzata con il brevetto Binishells ideato e messo a punto dallo stesso Bini tra il 1964 e il 1976; si tratta un sottilissimo guscio di cemento armato a forma semisferica sollevato da un soffio d’aria, un sistema che per la sua versatilità, rapidità di messa in opera e costi contenuti, è stato utilizzato in tutto il mondo per realizzare cupole per edifici con svariate funzioni. L’invenzione di Bini si inserisce nel contesto di ricerca degli anni ’50 e ’60 sui metodi di standardizzazione e prefabbricazione, nonché di sperimentazione formale sulle architetture pneumatiche degli Archigram ispirati dalle cupole di Buckminster Fuller. Il principio base è quello di una cassaforma pneumatica dinamica costituita da una membrana elastica che, una volta gonfiata, serve da sostegno per l’armatura metallica e il calcestruzzo, consentendo la modellazione di forme di tipo semisferico di grandi dimensioni. La società Binishells è tuttora attiva e ha la sua sede a Beverly Hills. La villa è stata la residenza estiva di Michelangelo Antonioni e della sua compagna Monica Vitti fino a poco tempo prima della morte del regista, quando è stata venduta e in seguito abbandonata. Tuttora è disabitata e in stato di degrado, nonostante, con il decreto n. 46 del settembre 2015, la Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Sassari e Nuoro abbia dichiarato l’edificio bene d’interesse culturale storico-artistico ai sensi del D.lgs. n. 42/2004 sottoponendolo alle dovute disposizioni di tutela.
Info
- Progetto: 1969 - 1970
- Esecuzione: 1970 - 1970
- Tipologia Specifica: Villa
- Committente: Michelangelo Antonioni, Maria Luisa Ceciarelli
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: residenza unifamiliare
- Destinazione attuale: In stato di abbandono
Autori
- Strutture: calcestruzzo armato
- Materiale di facciata: calcestruzzo armato intonacato
- Coperture: calcestruzzo armato
- Serramenti: infissi in legno
- Vincolo: Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
- Data Provvedimento: D.C.R. n 46 del 2/09/2015
- Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d) ; art. 13; art 14
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
Fonti iconografiche: Dichiarazione di interesse culturale ai sensi del D. Lgs. N. 42/04 e s.m.i., art. 10, comma 3, lettera d e artt. 13 e 14, Documentazione fotografica
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Nerdinger Winfreid | 2005 | Frei Otto Complete Works: Lightweight Construction, Natural Design | Birkhauser | Basilea | Si | |
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Ricci Giuliana | 2020 | Una casa che ha la forma dell’aria | «Rassegna di architettura e urbanistica», a.55, n. 162 | 85-93 | Si | |
Fontana Lucio | in uscita | Dante Bini. Villa Antonioni in Costa Paradiso | Altralinea Edizioni | Firenze | Si |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la SardegnaTitolare della ricerca: Università degli Studi di Cagliari – DICAAR
Responsabile scientifico: Paolo Sanjust
Scheda redatta da Maddalena Mameli, Paolo Sanjust
creata il 31/12/2016
ultima modifica il 31/01/2023
Revisori:
Martina Massaro