ISTITUTO TECNICO
Scheda Opera
- Comune: Lugo
- Denominazione: ISTITUTO TECNICO
- Indirizzo: Via Lumagni N. 26
- Data: -
- Tipologia: Scuole
- Autori principali: Antonino Manzone
Descrizione
L'istituto tecnico situato a Lugo di Romagna, progettato da Antonino Manzone nel 1968, sorge a poca distanza dalla ferrovia e nei pressi del parco pubblico “Il Tondo”. Attualmente il complesso, intitolato a Giuseppe Compagnoni, fa parte del polo tecnico professionale che riunisce più scuole professionali del comune.
Il progetto realizzato sembra direttamente desunto dall'elaborazione teorica che circa un decennio prima era stata utilizzata, in collaborazione con Gino Gamberini e Danilo Naglia, per l'istituto tecnico industriale Nullo Baldini di Ravenna. Allora l'architetto dichiarava l'ambizione di rinnovare il linguaggio architettonico di questi complessi attraverso lo sfruttamento dei processi produttivi e tecnologici, la larga applicazione dei quali avrebbe prodotto un’elevata economicità dell’intervento. L’edificio pertanto si presenta come il frutto, formale e linguistico, dell’inserimento del processo tecnologico/produttivo in quello progettuale, fuso con l'impegno verso il recupero dell'eredità razionalista. Tale aspetto si concretizza nel tentativo di evitare ogni forma di personalizzazione degli elementi architettonici, definiti da forme essenziali, che dichiarano in maniera evidente solo la propria funzione. Gli uffici, le aule, le palestre e i servizi, vengono pensati come parti di un programma e organizzati gerarchicamente sui tre piani, secondo rigidi criteri funzionali.
Manzone intende con l’edificio di Lugo sottolineare il predominio della grande scala su quella di dettaglio, prodotta dalla mancanza di abitudine alla contemplazione, legata dall’eccesso di sollecitazioni visive. Lui stesso scrive "ormai contano i fatti macroscopici, le grandi masse, i grandi motivi, le grandi stesure cromatiche - e continua - ogni forma è sottoposta a un consumo così rapido da risultare alla fine, esteticamente neutra" (A. Manzone, 1967).
Il nuovo istituto tecnico si mostra pertanto come un’architettura volutamente, astorica: non c'è basamento, né coronamento, né alcuna interpretazione moderna a modelli o sistemi compositivi del passato. I blocchi edilizi sono scatole appoggiate direttamente al suolo senza alcuna mediazione; la volumetria si compone sagomando i profili dell'edificio in spessore e assemblando volumi puri, operazione imposta come unico tema compositivo, reiterato a creare le diverse situazioni spaziali.
Anche le bucature acquisiscono uno spessore, grazie ai cassettoni che le incorniciano. La loro disposizione segue una perfetta griglia ortogonale che scandisce con rigore la sequenza dei pieni e dei vuoti, variata dall'impiego di due diverse dimensioni in altezza.
L'immagine complessiva ottenuta con questo procedimento richiama una volontà di astrazione accentuata dalle colorazioni sature delle tinteggiature delle parati. I volumi principali del complesso sono dipinti in blu acceso, il grigio chiaro è riservato all'interno dei cassettoni delle finestre. Rosso è il corpo scala esterno, mentre il fucsia viene steso come finitura degli elementi di connessione.
(Matteo Sintini, Elia Serafini)
Info
- Progetto: - 1968
- Esecuzione: -
- Proprietà: Proprietà pubblica
- Destinazione originaria: Istituto tecnico
- Destinazione attuale: Istituto tecnico: ITCG G. Compagnoni - ITIS G. Marconi
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
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Antonino | Manzone | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://bbcc.regione.emilia-romagna.it/pater/loadcard.do?id_card=263809&force=1 | SI |
- Strutture: cemento armato
- Materiale di facciata: tinteggiature blu, rosso e fucsia
- Coperture: piane
- Serramenti: metallici
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: 110
- Particella: 138
Note
Antonino Manzone (Roma 1924 - 1996) Studia tra il 1941 e il 1951 all' università “La Sapienza” di Roma, prima nella facoltà di ingegneria, che non concluderà, e successivamente termina gli studi laureandosi in architettura nello stesso ateneo. Trascorrere i successivi due anni post lauream in Svezia collaborando con l'architetto William Olsson, prima di rientrare in Italia dove, nel 1953, apre il suo primo studio professionale a Roma. Assistente universitario alla cattedra di Elementi di architettura e Restauro dei Monumenti fino al '62 e membro della commissione progetti INA-Casa (1954-60), si trasferisce a Ravenna, in cui entra a far parte del Rotary Club e delle commissioni edilizie dei comuni di Brisighella e della stessa Ravenna, poi a Milano nel '65 dove apre il suo secondo studio professionale. Nel 1971, trasferitosi a Teheran, lavora a progetti di edilizia a basso costo, prima come Manager Director della “Jocaj Consulting Engineers”, ed in seguito fondando la “Enzomannino Consulting Engineers Co. Ltd”, attiva fino al '79. Membro dei progettisti del Plan and Budget Organization dell'Iran, è da ricordare anche la sua adesione come socio a varie istituzioni culturali quali la S.A.U., le romane In-Arch e la A.P.A.O. (Associazione per l'Architettura Organica). Altre importanti realizzazioni, successive alla Camera di Commercio, dell'architetto Manzone si trovano in provincia di Ravenna. Tra i tanti spiccano l' Officina Lancia (1958), la sede industria Vital (1958), l' Hotel Bisanzio (1958-59), il Palazzo della Cattolica assicurazioni (1959), Casa Roncuzzi (1960), l' Istitituto Tecnico Industriale in Ravenna (1959-61) e l' Istituto Tecnico a Lugo di Romagna (1968), il complesso Vallona (1968-70).
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Lenci Ruggero (a cura di) | 1997 | Manzone Architetto | Gangemi | Roma | 27-31 | Si |
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) | 2005 | Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento | Clueb | Bologna | No |
Allegati
Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia RomagnaTitolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli
Scheda redatta da Matteo Sintini, Elia Serafini
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 24/04/2024
Revisori:
Setti Stefano 2022