Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COMPLESSO RESIDENZIALE PARCO GHIGI

Scheda Opera

  • Vista di uno dei complessi di appartamenti
  • Vista delle case
  • Vista di uno degli edifici unifamiliari
  • Vista degli appartamenti
  • Vista di uno degli edifici unifamiliari
  • Particolare costruttivo del balcone prospiciente l’ingresso di un edificio unifamiliare
  • Vista dell'edificio C
  • Vista dell'edificio C
  • Vista dell'edificio D2
  • Vista dell'edificio D1
  • Vista dell'edificio D2
  • Comune: Bologna
  • Denominazione: COMPLESSO RESIDENZIALE PARCO GHIGI
  • Indirizzo: Via San Mamolo N. 99/6
  • Data: - 1970
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Enzo Zacchiroli
Descrizione

Il complesso residenziale di Parco Ghigi rappresenta un punto di passaggio della carriera di Enzo Zacchiroli, in cui si riconosce uno sviluppo del suo linguaggio architettonico.
In principio l’amministrazione comunale incarica l’architetto di realizzare un complesso di quattro edifici da insediare su un declivio del parco donato al Comune dallo zoologo bolognese Alessandro Ghigi. Le quattro residenze dovevano risultare totalmente indipendenti; due di queste dovevano ospitare due alloggi unifamiliari, mentre le altre rispettivamente due e tre appartamenti.
Il rapporto tra architettura e contesto costituisce il punto di partenza per lo sviluppo del progetto, che assume chiari riferimenti all’architettura organica di A. Aalto e ad alcuni progetti di J. Stirling. Le case, disposte secondo un andamento diagonale, sono conformate da masse e piani asimmetrici e da volumi disposti a gradoni, assecondando il declivio della collina. Gli spazi delle abitazioni sono pensati per seguire l’andamento delle forme naturali.
Il linguaggio moderno dell’architettura organica sembra mescolarsi, poi, come sottolinea R. Pedio (L’architettura cronache e storia, 256) ad altri contributi, evocativi di forme riconducibili all’architettura tradizionale della campagna italiana, aggiungendo nuovi valori e complessità, alla lettura del complesso. Lo testimonia, ad esempio, l’uso dei mattoni di rivestimento accostati alle grandi masse in cemento armato, rilettura del linguaggio locale che guarda, anche, alle coeve esperienze dell’architetto tedesco O.M. Ungers. Il rame è messo in opera per mettere in risalto aggetti e finiture in facciata e anche il verde rampicante, contribuisce all’immagine dei fronti. Apposite nicchie ricavate nel grande basamento di cemento vengono predisposte per la collocazione delle piante, espediente già utilizzato nella biblioteca di Economia di Bologna, in un trasferimento di soluzioni progettuali che si dimostrano valide anche in contesti differenti. Lo stesso ragionamento vale anche a livello tipologico; la forma a gradoni di queste residenze costituisce infatti la premessa al progetto del complesso universitario di Arcavacata in Calabria, di qualche anno dopo.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1967 - 1970
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenziale
  • Destinazione attuale: residenza e uffici
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Bruno Nanni Consulente Progetto NO
E. Pascale Progetto strutturale Progetto NO
Enzo Zacchiroli Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo http://www.zacchiroli-architetti.it/chi-siamo/ SI
  • Strutture: struttura intelaiata in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: cemento armato, laterizio, legno, rame
  • Coperture: tetto a falde, solaio in laterocemento, rivestimento in coppi
  • Serramenti: legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 1480
    [codice] => BO 48
    [denominazione] => COMPLESSO RESIDENZIALE PARCO GHIGI
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Bologna
    [comune] => Bologna
    [localita] => 
    [indirizzo] => Via San Mamolo N. 99/6
    [id_categoria] => 2
    [id_tipologia] => 14
    [tipologia_specifica] => 
    [anno_inizio_progetto] => 
    [anno_fine_progetto] => 
    [anno_inizio_esecuzione] => 1967
    [anno_fine_esecuzione] => 1970
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => Il complesso residenziale di Parco Ghigi rappresenta un punto di passaggio della carriera di Enzo Zacchiroli, in cui si riconosce uno sviluppo del suo linguaggio architettonico.
In principio l’amministrazione comunale incarica l’architetto di realizzare un complesso di quattro edifici da insediare su un declivio del parco donato al Comune dallo zoologo bolognese Alessandro Ghigi. Le quattro residenze dovevano risultare totalmente indipendenti; due di queste dovevano ospitare due alloggi unifamiliari, mentre le altre  rispettivamente due e tre appartamenti. 
Il rapporto tra architettura e contesto costituisce il punto di partenza per lo sviluppo del progetto, che assume chiari riferimenti all’architettura organica di A. Aalto e ad alcuni progetti di J. Stirling. Le case, disposte secondo un andamento diagonale, sono conformate da masse e piani asimmetrici e da volumi disposti a gradoni, assecondando il declivio della collina. Gli spazi delle abitazioni sono pensati per seguire l’andamento delle forme naturali.
Il linguaggio moderno dell’architettura organica sembra mescolarsi, poi, come sottolinea R. Pedio (L’architettura cronache e storia, 256) ad altri contributi, evocativi di forme riconducibili all’architettura tradizionale della campagna italiana, aggiungendo nuovi valori e complessità, alla lettura del complesso. Lo testimonia, ad esempio, l’uso dei mattoni di rivestimento accostati alle grandi masse in cemento armato, rilettura del linguaggio locale che guarda, anche, alle coeve esperienze dell’architetto tedesco O.M. Ungers. Il rame è messo in opera per mettere in risalto aggetti e finiture in facciata e anche il verde rampicante, contribuisce all’immagine dei fronti. Apposite nicchie ricavate nel grande basamento di cemento vengono predisposte per la collocazione delle piante, espediente già utilizzato nella biblioteca di Economia di Bologna, in un trasferimento di soluzioni progettuali che si dimostrano valide anche in contesti differenti. Lo stesso ragionamento vale anche a livello tipologico; la forma a gradoni di queste residenze costituisce infatti la premessa al progetto del complesso universitario di Arcavacata in Calabria, di qualche anno dopo.
(Matteo Sintini, Margherita Merendino)

    [committente] => 
    [foglio_catastale] => 256
    [particella] => 
    [strutture] => struttura intelaiata in calcestruzzo armato
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => cemento armato, laterizio, legno, rame
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => tetto a falde, solaio in laterocemento, rivestimento in coppi
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => legno
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => residenziale
    [destinazione_attuale] => residenza e uffici
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 6
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Solo tre dei quattro edifici sono progettati da Zacchiroli. 

Enzo Zacchiroli (Bologna 1919-2010)
Nel 1951 si laurea in architettura all’Università degli Studi di Firenze e dal 1951 al 1956, svolge l’attività didattica come assistente di Composizione Architettonica nella stessa facoltà. Dal 1956 al 1958 svolge la propria attività nell’ufficio del piano regolatore della città di Bologna. A partire dal 1958 apre uno studio professionale a Bologna e inizia l’attività di libero professionista. Fondamentali si rivelano per lui e per la formazione del suo fare architettura: il lungo apprendistato negli studi professionali bolognesi, che diviene il sostrato della sua preparazione professionale, gli studi universitari e, infine, la "scoperta" di quelli che divengono i suoi maestri: Hans Scharoun, Alvar Aalto e Ernst Gisel. Questi progettisti influenzano notevolmente il suo pensiero e, di conseguenza, anche la sua produzione architettonica. Negli anni 1961, 1964, 1969 riceve i premi regionali IN/ARCH per opere realizzate. Nel 1982 all’Architetto viene assegnato il “Premio Bacchelli” di Italia Nostra per la “qualità delle realizzazioni architettoniche moderne nell’ambiente urbano”. Negli anni 1989 e 1990 è allestita la mostra personale dal titolo “Enzo Zacchiroli Architetto – Progetti e opere” all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma, al Palazzo D’Accursio di Bologna e, nel 1992, a Firenze presso la sede dell’Accademia delle Arti e del Disegno. 
    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.478306
    [longitude] => 11.331306
    [score] => 2
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2024-06-10 15:24:31
    [categoria] => B. Opera selezionata
    [tipologia] => Complessi residenziali
    [proprieta] => Proprietà privata
    [cat_autori] => Enzo Zacchiroli
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 256
  • Particella: -

Note

Solo tre dei quattro edifici sono progettati da Zacchiroli. Enzo Zacchiroli (Bologna 1919-2010) Nel 1951 si laurea in architettura all’Università degli Studi di Firenze e dal 1951 al 1956, svolge l’attività didattica come assistente di Composizione Architettonica nella stessa facoltà. Dal 1956 al 1958 svolge la propria attività nell’ufficio del piano regolatore della città di Bologna. A partire dal 1958 apre uno studio professionale a Bologna e inizia l’attività di libero professionista. Fondamentali si rivelano per lui e per la formazione del suo fare architettura: il lungo apprendistato negli studi professionali bolognesi, che diviene il sostrato della sua preparazione professionale, gli studi universitari e, infine, la "scoperta" di quelli che divengono i suoi maestri: Hans Scharoun, Alvar Aalto e Ernst Gisel. Questi progettisti influenzano notevolmente il suo pensiero e, di conseguenza, anche la sua produzione architettonica. Negli anni 1961, 1964, 1969 riceve i premi regionali IN/ARCH per opere realizzate. Nel 1982 all’Architetto viene assegnato il “Premio Bacchelli” di Italia Nostra per la “qualità delle realizzazioni architettoniche moderne nell’ambiente urbano”. Negli anni 1989 e 1990 è allestita la mostra personale dal titolo “Enzo Zacchiroli Architetto – Progetti e opere” all’Istituto Nazionale di Architettura di Roma, al Palazzo D’Accursio di Bologna e, nel 1992, a Firenze presso la sede dell’Accademia delle Arti e del Disegno.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Pedio Renato 1977 Rapporto dal laboratorio di Enzo Zacchiroli. 2. Bologna, Case nel Parco Ghigi sulla collina bolognese L’Architettura. Cronache e storia n. 256 566-76 Si
Koenig Giovanni Klaus 1980 Enzo Zacchiroli: il mestiere full-time Dedalo libri Bari No
Brunetti Fabrizio, Milani Paolo 1989 Enzo Zacchiroli Alinea Firenze 110-115 Si
Signorini Sergio 2000 1. Signorini, Sergio Enzo Zacchiroli: forma e spazio Electa Milano No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista di uno dei complessi di appartamenti Vista di uno dei complessi di appartamenti "a terrazza" Margherita Merendino
Vista delle case Vista delle case "a terrazza" Margherita Merendino
Vista di uno degli edifici unifamiliari Vista di uno degli edifici unifamiliari Margherita Merendino
Vista degli appartamenti Vista degli appartamenti "a terrazza" Margherita Merendino
Vista di uno degli edifici unifamiliari Vista di uno degli edifici unifamiliari Margherita Merendino
Particolare costruttivo del balcone prospiciente l’ingresso di un edificio unifamiliare Particolare costruttivo del balcone prospiciente l’ingresso di un edificio unifamiliare Margherita Merendino
Vista dell'edificio C Vista dell'edificio C Camera Bologna. Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio C Vista dell'edificio C Camera Bologna. Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio D2 Vista dell'edificio D2 Camera Bologna. Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio D1 Vista dell'edificio D1 Camera Bologna. Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna
Vista dell'edificio D2 Vista dell'edificio D2 Camera Bologna. Courtesy Zacchiroli Architetti associati, Bologna

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Margherita Merendino
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 10/06/2024

Revisori:

Stefano Setti

SLOT GACOR
SLOT GACOR