Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COMPLESSO EDILIZIO NEL PEEP “CANALINA MOTTI”

Scheda Opera

  • Il fronte di uno degli edifici
  • Vista del complesso
  • Vista di due degli edifici
  • Vista dello spazio interno tra gli edifici
  • Vista esterna da uno dei portici
  • Vista di uno dei portici
  • Comune: Reggio nell'Emilia
  • Denominazione: COMPLESSO EDILIZIO NEL PEEP “CANALINA MOTTI”
  • Indirizzo: Via Fenulli N. 1-3-5-7-9; Via Bergonzi N. 2-4-6-8-10
  • Data: - 1975
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Antonio Pastorini, Paola Pastorini
Descrizione

"Nel 1974 Antonio Pastorini, affiancato dalla figlia Paola, è incaricato dallo IACP di Reggio Emilia di redigere un progetto per ottantotto alloggi di edilizia economica popolare da realizzare nell’area della Canalina, nella prima periferia a sud-ovest della città.
Il nuovo complesso residenziale comprende residenze, locali dedicati ai servizi sociali, spazi comuni porticati e dotazioni verdi e di quartiere in grado di stimolare la vita collettiva e di relazione. L’intento sociale che sta alla base di tutta la progettazione porta a concentrare al massimo gli edifici attorno agli spazi comuni, a vantaggio di una maggiore superficie a disposizione per le aree verdi e i servizi di quartiere.
Gli alloggi previsti si articolano in due aggregati disposti in modo speculare tra loro e con affaccio sullo spazio verde collettivo, mentre ogni aggregato è costituito da cinque corpi scala che distribuiscono sei blocchi di edifici collegati da spazi porticati. Ad ogni piano si sviluppano quattro appartamenti per un totale di cinque livelli, a cui si aggiunge il piano terra prevalentemente destinato a spazi collettivi. Questa tipologia soddisfa l’esigenza di suddividere un intervento esteso in fabbricati di dimensioni contenute e di creare unità abitative di più semplice gestione. Gli spazi verdi collettivi sono accessibili dall’esterno, senza recinzioni, e quindi integrati con i percorsi pedonali e le aree di parcheggio.
Il fronte sud-est del primo blocco affaccia direttamente sulla strada della Canalina, ponendosi in diretta relazione con l’arteria di traffico verso la zona sud della città. La struttura portante è in cemento a vista, il passo strutturale riportato in facciata tramite i pilastri scandisce i prospetti con direttrici geometriche. La trave di raccordo della pilastratura dei porticati del piano terra è volutamente sovradimensionate e lasciata a vista, con lo scopo di creare un netto stacco tra le superfici compatte della parte residenziale e le superfici vuote e permeabili degli spazi comuni al piano terra.
Lo scheletro in cemento armato definisce il passo dei tamponamenti esterni che, nel progetto originario, dovevano essere realizzati con pannelli prefabbricati in cemento-graniglia, uno dei primi tentativi in città di utilizzo di elementi prefabbricati nell’edilizia residenziale. La copertura a falde è mascherata dall’ultima fascia di pannelli che fa da coronamento dell’edificio".

(Zamboni, Gandolfi 2013)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1974 - 1975
  • Committente: IACP di Reggio Emilia
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenza, attività di quartiere
  • Destinazione attuale: residenza, attività di quartiere
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Antonio Pastorini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.bibliotecapanizzi.it/in-panizzi/archivi/fondi-speciali/archi-architettura/#accordion-header-3 SI
Paola Pastorini Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: pannelli intonacati
  • Coperture: a falde
  • Serramenti: legno, metallo
  • Stato Strutture: Mediocre
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Mediocre
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Il nuovo complesso residenziale comprende residenze, locali dedicati ai servizi sociali, spazi comuni porticati e dotazioni verdi e di quartiere in grado di stimolare la vita collettiva e di relazione. L’intento sociale che sta alla base di tutta la progettazione porta a concentrare al massimo gli edifici attorno agli spazi comuni, a vantaggio di una maggiore superficie a disposizione per le aree verdi e i servizi di quartiere.
Gli alloggi previsti si articolano in due aggregati disposti in modo speculare tra loro e con affaccio sullo spazio verde collettivo, mentre ogni aggregato è costituito da cinque corpi scala che distribuiscono sei blocchi di edifici collegati da spazi porticati. Ad ogni piano si sviluppano quattro appartamenti per un totale di cinque livelli, a cui si aggiunge il piano terra prevalentemente destinato a spazi collettivi. Questa tipologia soddisfa l’esigenza di suddividere un intervento esteso in fabbricati di dimensioni contenute e di creare unità abitative di più semplice gestione. Gli spazi verdi collettivi sono accessibili dall’esterno, senza recinzioni, e quindi integrati con i percorsi pedonali e le aree di parcheggio.
Il fronte sud-est del primo blocco affaccia direttamente sulla strada della Canalina, ponendosi in diretta relazione con l’arteria di traffico verso la zona sud della città. La struttura portante è in cemento a vista, il passo strutturale riportato in facciata tramite i pilastri scandisce i prospetti con direttrici geometriche. La trave di raccordo della pilastratura dei porticati del piano terra è volutamente sovradimensionate e lasciata a vista, con lo scopo di creare un netto stacco tra le superfici compatte della parte residenziale e le superfici vuote e permeabili degli spazi comuni al piano terra.
Lo scheletro in cemento armato definisce il passo dei tamponamenti esterni che, nel progetto originario, dovevano essere realizzati con pannelli prefabbricati in cemento-graniglia, uno dei primi tentativi in città di utilizzo di elementi prefabbricati nell’edilizia residenziale. La copertura a falde è mascherata dall’ultima fascia di pannelli che fa da coronamento dell’edificio". 

(Zamboni, Gandolfi 2013)
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Si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1951 ed insieme ai colleghi universitari fonda nel 1947 lo Studio cooperativo di costruzioni civili, poi chiamato, nel 1952, Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel periodo di attività all’interno della Cooperativa (1947-1956) partecipa al progetto di concorso per il quartiere Saint Gobain di Pisa (1952), alla realizzazione della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattani a Roma e al dibattito per la ricostruzione dell’Isolato San Rocco nel centro storico di Reggio Emilia. Nel 1956 Pastorini lascia la Cooperativa Architetti e Ingegneri e, insieme a Eugenio Salvarani, realizza diversi interventi in campo architettonico (stabilimento Max Mara, 1956-1960; edifici nel centro storico di Reggio Emilia, 1956-1958) e urbanistico (concorso di idee per il Piano regolatore di Venezia, I classificato, 1956; Piani Regolatori per diversi comuni della provincia reggiana, tra cui Novellara, Guastalla, Gualtieri). Negli anni successivi Pastorini, membro effettivo dell’INU, si occupa anche di edilizia scolastica (Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Sassuolo, 1962-1966) ed è assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Emilia. Nel corso degli anni sessanta collabora alla stesura dei piani particolareggiati di numerosi comuni della provincia di Reggio Emilia e nel 1969-70 al Piano Regolatore di Piacenza; inoltre è incaricato dal Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio del Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Emilia-Romagna. 
È progettista di numerosi interventi IACP e GESCAL. Tra il 1967 e il 1972 collabora con Maria Cristina Costa realizzando numerosi interventi di edilizia popolare e urbanistici tra Reggio e provincia. Dal 1973 al 2000 collabora con le figlie Elena e Paola occupandosi della costruzione del quartiere PEEP Canalina, del polo scolastico di Montecchio Emilia e del Dipartimento di igiene dell’AUSL di Reggio Emilia al San Lazzaro. 
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Antonio Pastorini (Gattatico, 1922 - Reggio Emilia 2021) Si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1951 ed insieme ai colleghi universitari fonda nel 1947 lo Studio cooperativo di costruzioni civili, poi chiamato, nel 1952, Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel periodo di attività all’interno della Cooperativa (1947-1956) partecipa al progetto di concorso per il quartiere Saint Gobain di Pisa (1952), alla realizzazione della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattani a Roma e al dibattito per la ricostruzione dell’Isolato San Rocco nel centro storico di Reggio Emilia. Nel 1956 Pastorini lascia la Cooperativa Architetti e Ingegneri e, insieme a Eugenio Salvarani, realizza diversi interventi in campo architettonico (stabilimento Max Mara, 1956-1960; edifici nel centro storico di Reggio Emilia, 1956-1958) e urbanistico (concorso di idee per il Piano regolatore di Venezia, I classificato, 1956; Piani Regolatori per diversi comuni della provincia reggiana, tra cui Novellara, Guastalla, Gualtieri). Negli anni successivi Pastorini, membro effettivo dell’INU, si occupa anche di edilizia scolastica (Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Sassuolo, 1962-1966) ed è assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Emilia. Nel corso degli anni sessanta collabora alla stesura dei piani particolareggiati di numerosi comuni della provincia di Reggio Emilia e nel 1969-70 al Piano Regolatore di Piacenza; inoltre è incaricato dal Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio del Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Emilia-Romagna. È progettista di numerosi interventi IACP e GESCAL. Tra il 1967 e il 1972 collabora con Maria Cristina Costa realizzando numerosi interventi di edilizia popolare e urbanistici tra Reggio e provincia. Dal 1973 al 2000 collabora con le figlie Elena e Paola occupandosi della costruzione del quartiere PEEP Canalina, del polo scolastico di Montecchio Emilia e del Dipartimento di igiene dell’AUSL di Reggio Emilia al San Lazzaro.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori, Milano No
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di), con Gasparini Laura 2013 L’archivio di Antonio Pastorini. Un architetto tra professione e impegno civile Biblioteca Panizzi 92-93 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Antonio Pastorini Antonio Pastorini Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
Archivio Generale del Comune di Reggio Emilia - Comune di Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Il fronte di uno degli edifici Il fronte di uno degli edifici Matteo Sintini
Vista del complesso Vista del complesso Matteo Sintini
Vista di due degli edifici Vista di due degli edifici Matteo Sintini
Vista dello spazio interno tra gli edifici Vista dello spazio interno tra gli edifici Matteo Sintini
Vista esterna da uno dei portici Vista esterna da uno dei portici Matteo Sintini
Vista di uno dei portici Vista di uno dei portici Matteo Sintini

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento:
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico:


Scheda redatta da Zamboni, Gandolfi 2011
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 08/04/2024

Revisori:

Stefano Setti