Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALAZZO DI VETRO

Scheda Opera

  • Vista da via San Rocco
  • Vista da via San Rocco
  • Dettaglio del fronte
  • Dettaglio del fronte
  • Comune: Reggio nell'Emilia
  • Denominazione: PALAZZO DI VETRO
  • Indirizzo: Via San Rocco N. 4
  • Data: 1957 - 1959
  • Tipologia: Edifici polifunzionali
  • Autori principali: Antonio Pastorini
Descrizione

"Poco dopo l’inizio della costruzione di palazzo Caminati, Pastorini e Salvarani elaborano il progetto dell’edificio ad esso adiacente con affaccio su piazza Cavour, il Palazzo di Vetro (o condominio Venturi). La realizzazione è ad opera dell’impresa Degola & Ferretti, protagonista degli anni della ricostruzione postbellica a Reggio Emilia, mentre il progetto è frutto di un lavoro a quattro mani tra Antonio Pastorini ed Eugenio Salvarani con la collaborazione di due colleghi veneti, Luciano Cenna e Luigi Calcagni.
Il palazzo nasce come attuazione degli interventi previsti dalla pianificazione vigente (Piano Artoni) nei quali si prevede la possibilità di realizzare un nuovo edificio all'interno del tessuto storico in sostituzione di fabbricati esistenti. Insieme al palazzo Caminati, al Cinema Ambra e all’isolato San Rocco, il Palazzo di Vetro rimane uno dei pochi interventi previsti effettivamente realizzati. Come per l’adiacente palazzo Caminati, anche per questo edificio il fronte principale risulta ripartito in senso orizzontale dalle fasce marcapiano e in senso verticale dai pilastri in cemento a vista, mentre in questo caso i tamponamenti sono completamente vetrati e trasparenti. Le testate delle travi emergono rispetto al piano della facciata e gli esili pilastri in cemento armato rappresentano i primi segnali di un’evoluzione del linguaggio architettonico, dove la struttura si evidenzia sempre più con forza, i volumi pieni si svuotano, le strutture si semplificano e si alleggeriscono, anche se poste sempre in primo piano, mentre i tamponamenti diventano completamente trasparenti.
Il Palazzo di Vetro testimonia una fase di transizione all'interno del percorso progettuale di Pastorini e Salvarani, dove il fronte sulla piazza diventa elemento rappresentativo del nuovo linguaggio architettonico ridotto a pura struttura, rovesciando il rapporto volumetrico di pieni e vuoti dell’adiacente Caminati. I prospetti secondari, che affacciano su vicolo Trivelli e sui cavedi interni, mantengono invece una connotazione più chiusa e volumetrica. In questi si conferma la struttura in cemento armato a vista, mentre i tamponamenti sono realizzati in laterizio, riprendendo il linguaggio della vicina nuova sede della Borsa Merci. La continua evoluzione progettuale nei confronti del trattamento delle strutture in cemento armato, non più disegnate in senso bidimensionale ma sempre maggiormente denunciate nella loro propria funzione e forma tridimensionale, troverà pieno riscontro nello stabilimento Max Mara (1956-1960), dove la componente strutturale, dapprima motivo decorativo, porta progressivamente a far coincidere la forma dell’edificio con la struttura stessa.
Questo nuovo modo di costruire, simbolo di un generale rinnovamento del linguaggio architettonico, trova importanti riferimenti e riscontri nei modelli delle tendenze architettoniche europee di quel periodo e in ambito italiano negli edifici di Ridolfi e Frankl a Roma o, a scala locale, negli interventi realizzati della Cooperativa Architetti e Ingegneri".

(Zamboni,Gandolfi 2013)

Info
  • Progetto: 1957 -
  • Esecuzione: 1958 - 1959
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: residenza, uffici e negozi
  • Destinazione attuale: residenza, uffici e negozi
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Luigi Calcagni Progetto architettonico Progetto NO
Luciano Cenna Progetto architettonico Progetto NO
Impresa Degola & Ferretti, Reggio Emilia Impresa esecutrice Esecuzione NO
Antonio Pastorini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.bibliotecapanizzi.it/in-panizzi/archivi/fondi-speciali/archi-architettura/#accordion-header-3 SI
Eugenio Salvarani Progetto architettonico Progetto NO
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: vetro
  • Coperture: a falde
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Mediocre

													Array
(
    [id_opera] => 1510
    [codice] => RE 17
    [denominazione] => PALAZZO DI VETRO
    [regione] => Emilia Romagna
    [provincia] => Reggio-Emilia
    [comune] => Reggio nell'Emilia
    [localita] => 
    [indirizzo] => Via San Rocco N. 4
    [id_categoria] => 2
    [id_tipologia] => 26
    [tipologia_specifica] => 
    [anno_inizio_progetto] => 1957
    [anno_fine_progetto] => 
    [anno_inizio_esecuzione] => 1958
    [anno_fine_esecuzione] => 1959
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => "Poco dopo l’inizio della costruzione di palazzo Caminati, Pastorini e Salvarani elaborano il progetto dell’edificio ad esso adiacente con affaccio su piazza Cavour, il Palazzo di Vetro (o condominio Venturi). La realizzazione è ad opera dell’impresa Degola & Ferretti, protagonista degli anni della ricostruzione postbellica a Reggio Emilia, mentre il progetto è frutto di un lavoro a quattro mani tra Antonio Pastorini ed Eugenio Salvarani con la collaborazione di due colleghi veneti, Luciano Cenna e Luigi Calcagni.
Il palazzo nasce come attuazione degli interventi previsti dalla pianificazione vigente (Piano Artoni) nei quali si prevede la possibilità di realizzare un nuovo edificio all'interno del tessuto storico in sostituzione di fabbricati esistenti. Insieme al palazzo Caminati, al Cinema Ambra e all’isolato San Rocco, il Palazzo di Vetro rimane uno dei pochi interventi previsti effettivamente realizzati. Come per l’adiacente palazzo Caminati, anche per questo edificio il fronte principale risulta ripartito in senso orizzontale dalle fasce marcapiano e in senso verticale dai pilastri in cemento a vista, mentre in questo caso i tamponamenti sono completamente vetrati e trasparenti. Le testate delle travi emergono rispetto al piano della facciata e gli esili pilastri in cemento armato rappresentano i primi segnali di un’evoluzione del linguaggio architettonico, dove la struttura si evidenzia sempre più con forza, i volumi pieni si svuotano, le strutture si semplificano e si alleggeriscono, anche se poste sempre in primo piano, mentre i tamponamenti diventano completamente trasparenti.
Il Palazzo di Vetro testimonia una fase di transizione all'interno del percorso progettuale di Pastorini e Salvarani, dove il fronte sulla piazza diventa elemento rappresentativo del nuovo linguaggio architettonico ridotto a pura struttura, rovesciando il rapporto volumetrico di pieni e vuoti dell’adiacente Caminati. I prospetti secondari, che affacciano su vicolo Trivelli e sui cavedi interni, mantengono invece una connotazione più chiusa e volumetrica. In questi si conferma la struttura in cemento armato a vista, mentre i tamponamenti sono realizzati in laterizio, riprendendo il linguaggio della vicina nuova sede della Borsa Merci. La continua evoluzione progettuale nei confronti del trattamento delle strutture in cemento armato, non più disegnate in senso bidimensionale ma sempre maggiormente denunciate nella loro propria funzione e forma tridimensionale, troverà pieno riscontro nello stabilimento Max Mara (1956-1960), dove la componente strutturale, dapprima motivo decorativo, porta progressivamente a far coincidere la forma dell’edificio con la struttura stessa.
Questo nuovo modo di costruire, simbolo di un generale rinnovamento del linguaggio architettonico, trova importanti riferimenti e riscontri nei modelli delle tendenze architettoniche europee di quel periodo e in ambito italiano negli edifici di Ridolfi e Frankl a Roma o, a scala locale, negli interventi realizzati della  Cooperativa Architetti e Ingegneri". 

(Zamboni,Gandolfi 2013)


    [committente] => 
    [foglio_catastale] => 125
    [particella] => 136
    [strutture] => calcestruzzo armato
    [id_stato_struttura] => 2
    [materiale_facciata] => vetro 
    [id_stato_facciata] => 4
    [coperture] => a falde
    [id_stato_coperture] => 2
    [serramenti] => metallo
    [id_stato_serramenti] => 4
    [destinazione_originaria] => residenza, uffici e negozi
    [destinazione_attuale] => residenza, uffici e negozi
    [trasformazioni] => ristrutturazione interna appartamenti, negozi e uffici
    [id_tipo_proprieta] => 6
    [specifiche_proprieta] => 
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Antonio Pastorini (Gattatico, 1922 - Reggio Emilia 2021)
Si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1951 ed insieme ai colleghi universitari fonda nel 1947 lo Studio cooperativo di costruzioni civili, poi chiamato, nel 1952, Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel periodo di attività all’interno della Cooperativa (1947-1956) partecipa al progetto di concorso per il quartiere Saint Gobain di Pisa (1952), alla realizzazione della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattani a Roma e al dibattito per la ricostruzione dell’Isolato San Rocco nel centro storico di Reggio Emilia. Nel 1956 Pastorini lascia la Cooperativa Architetti e Ingegneri e, insieme a Eugenio Salvarani, realizza diversi interventi in campo architettonico (stabilimento Max Mara, 1956-1960; edifici nel centro storico di Reggio Emilia, 1956-1958) e urbanistico (concorso di idee per il Piano regolatore di Venezia, I classificato, 1956; Piani Regolatori per diversi comuni della provincia reggiana, tra cui Novellara, Guastalla, Gualtieri). Negli anni successivi Pastorini, membro effettivo dell’INU, si occupa anche di edilizia scolastica (Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Sassuolo, 1962-1966) ed è assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Emilia. Nel corso degli anni sessanta collabora alla stesura dei piani particolareggiati di numerosi comuni della provincia di Reggio Emilia e nel 1969-70 al Piano Regolatore di Piacenza; inoltre è incaricato dal Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio del Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Emilia-Romagna. 
È progettista di numerosi interventi IACP e GESCAL. Tra il 1967 e il 1972 collabora con Maria Cristina Costa realizzando numerosi interventi di edilizia popolare e urbanistici tra Reggio e provincia. Dal 1973 al 2000 collabora con le figlie Elena e Paola occupandosi della costruzione del quartiere PEEP Canalina, del polo scolastico di Montecchio Emilia e del Dipartimento di igiene dell’AUSL di Reggio Emilia al San Lazzaro. 

Eugenio Salvarani (Reggio Emilia, 1925 – Etiopia, 1967)
Architetto, urbanista e programmatore, rappresenta una figura importante per la ricchezza della sua personalità, l’intelligenza delle idee e per l’originalità del suo percorso professionale ed umano. Laureato in architettura allo IUAV di Venezia dopo l’iniziale iscrizione al Politecnico di Milano. Nell’immediato dopoguerra è tra i fondatori della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel 1956, lasciata la Cooperativa, inizia un’attività professionale e culturale a tutto campo, nell’ambito della progettazione (sia architettonica sia urbanistica, per cui si ricorda il primo posto nel concorso di idee per il PRG di Venezia), nell’insegnamento allo IUAV e soprattutto nella pianificazione territoriale e programmazione economica. Nel 1965 assume l’incarico di presidente del Comitato regionale per la programmazione economica dell’Emilia Romagna. Nel 1967 scompare in circostanze mai chiarite in Etiopia, paese nel quale stava occupandosi di un importante progetto di riassetto territoriale.

Luigi Calcagni (1929 - 2020)
Laureato in Architettura a Venezia nel 1957. Assistente del Prof. Arch. Giancarlo De Carlo dal 1956 al 1966. Assistente di Storia dell'Architettura dal 1967 al 1971 con il Prof. Leonardo Benevolo presso la Facoltà di architettura di Venezia. Membro della Commissione di Studio su Venezia ed il suo territorio per conto dell'Unesco. Ha svolto la propria attività professionale dal 1957 al 1983 nello Studio di Architettura Luigi Calcagni e Luciano Cenna. Nel 1983 ha fondato con l'arch. Luciano Cenna la Società Arteco Srl.

    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 44.699947
    [longitude] => 10.629185
    [score] => 2
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2013-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2024-04-08 09:06:18
    [categoria] => B. Opera selezionata
    [tipologia] => Edifici polifunzionali
    [proprieta] => Proprietà privata
    [cat_autori] => Antonio Pastorini
    [id_regione] => 16
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 125
  • Particella: 136

Note

Antonio Pastorini (Gattatico, 1922 - Reggio Emilia 2021) Si laurea in Architettura presso il Politecnico di Milano nel 1951 ed insieme ai colleghi universitari fonda nel 1947 lo Studio cooperativo di costruzioni civili, poi chiamato, nel 1952, Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel periodo di attività all’interno della Cooperativa (1947-1956) partecipa al progetto di concorso per il quartiere Saint Gobain di Pisa (1952), alla realizzazione della sede nazionale della Lega delle Cooperative in via Guattani a Roma e al dibattito per la ricostruzione dell’Isolato San Rocco nel centro storico di Reggio Emilia. Nel 1956 Pastorini lascia la Cooperativa Architetti e Ingegneri e, insieme a Eugenio Salvarani, realizza diversi interventi in campo architettonico (stabilimento Max Mara, 1956-1960; edifici nel centro storico di Reggio Emilia, 1956-1958) e urbanistico (concorso di idee per il Piano regolatore di Venezia, I classificato, 1956; Piani Regolatori per diversi comuni della provincia reggiana, tra cui Novellara, Guastalla, Gualtieri). Negli anni successivi Pastorini, membro effettivo dell’INU, si occupa anche di edilizia scolastica (Baiso, Castelnovo ne’ Monti, Sassuolo, 1962-1966) ed è assessore all’Urbanistica del Comune di Reggio Emilia. Nel corso degli anni sessanta collabora alla stesura dei piani particolareggiati di numerosi comuni della provincia di Reggio Emilia e nel 1969-70 al Piano Regolatore di Piacenza; inoltre è incaricato dal Ministero dei Lavori Pubblici per lo studio del Piano Territoriale di Coordinamento della Regione Emilia-Romagna. È progettista di numerosi interventi IACP e GESCAL. Tra il 1967 e il 1972 collabora con Maria Cristina Costa realizzando numerosi interventi di edilizia popolare e urbanistici tra Reggio e provincia. Dal 1973 al 2000 collabora con le figlie Elena e Paola occupandosi della costruzione del quartiere PEEP Canalina, del polo scolastico di Montecchio Emilia e del Dipartimento di igiene dell’AUSL di Reggio Emilia al San Lazzaro. Eugenio Salvarani (Reggio Emilia, 1925 – Etiopia, 1967) Architetto, urbanista e programmatore, rappresenta una figura importante per la ricchezza della sua personalità, l’intelligenza delle idee e per l’originalità del suo percorso professionale ed umano. Laureato in architettura allo IUAV di Venezia dopo l’iniziale iscrizione al Politecnico di Milano. Nell’immediato dopoguerra è tra i fondatori della Cooperativa Architetti e Ingegneri di Reggio Emilia. Nel 1956, lasciata la Cooperativa, inizia un’attività professionale e culturale a tutto campo, nell’ambito della progettazione (sia architettonica sia urbanistica, per cui si ricorda il primo posto nel concorso di idee per il PRG di Venezia), nell’insegnamento allo IUAV e soprattutto nella pianificazione territoriale e programmazione economica. Nel 1965 assume l’incarico di presidente del Comitato regionale per la programmazione economica dell’Emilia Romagna. Nel 1967 scompare in circostanze mai chiarite in Etiopia, paese nel quale stava occupandosi di un importante progetto di riassetto territoriale. Luigi Calcagni (1929 - 2020) Laureato in Architettura a Venezia nel 1957. Assistente del Prof. Arch. Giancarlo De Carlo dal 1956 al 1966. Assistente di Storia dell'Architettura dal 1967 al 1971 con il Prof. Leonardo Benevolo presso la Facoltà di architettura di Venezia. Membro della Commissione di Studio su Venezia ed il suo territorio per conto dell'Unesco. Ha svolto la propria attività professionale dal 1957 al 1983 nello Studio di Architettura Luigi Calcagni e Luciano Cenna. Nel 1983 ha fondato con l'arch. Luciano Cenna la Società Arteco Srl.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di) 2011 L’architettura del Novecento a Reggio Emilia Bruno Mondadori Milano 230 Si
Zamboni Andrea, Gandolfi Chiara (a cura di), con Gasparini Laura 2013 L’archivio di Antonio Pastorini. Un architetto tra professione e impegno civile Biblioteca Panizzi Edizioni Reggio Emilia 72-73 Si

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Antonio Pastorini Antonio Pastorini Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
Archivio Generale del Comune di Reggio Emilia - Comune di Reggio Emilia
Archivio Osvaldo Piacentini Osvaldo Piacentini Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia
- - Fototeca Biblioteca Panizzi, Reggio Emilia

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista da via San Rocco Vista da via San Rocco Marco Pirani
Vista da via San Rocco Vista da via San Rocco Marco Pirani
Dettaglio del fronte Dettaglio del fronte Marco Pirani
Dettaglio del fronte Dettaglio del fronte Marco Pirani

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: Direzione Regionale Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Prof. Matteo Sintini


Scheda redatta da
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 08/04/2024

Revisori:

Stefano Setti