Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PALESTRE PER L’ISTITUTO TECNICO ARDUINO

Scheda Opera

  • Piante delle due palestre abbinate
  • Sezioni delle due palestre abbinate
  • Vista sud
  • Interno di una delle palestre
  • Vista dell’intercapedine e dei pilastri perimetrali
  • Vista dall’intercapedine
  • Vista sud-est, 2019
  • Vista est e pilastri perimetrali, 2019
  • Vista dell’intercapedine, 2019
  • Vista dei pilastri perimetrali, 2019
  • Vista verso l’ingresso, 2019
  • Vista ovest, 2019
  • Vista del collegamento tra la palestra e l’istituto scolastico, 2019
  • Vista della copertura, 2019
  • Vista della copertura piana, 2019
  • Vista interna di una palestra, 2019
  • Vista interna di una palestra, 2019
  • Dettaglio di un serramento, 2019
  • Vista interna di una palestra e dettaglio dei serramenti, 2019
  • Dettaglio della ringhiera della copertura piana, 2019
  • Vista esterna, 2019
  • Vista esterna dell’intercapedine con tamponamento dell’apertura, 2019
  • Vista esterna verso ovest e dettaglio dei serramenti, 2019
  • Ortofoto, 2020
  • Comune: Ivrea
  • Denominazione: PALESTRE PER L’ISTITUTO TECNICO ARDUINO
  • Indirizzo: Via San Nazario N. 26
  • Data: 1958 - 1958
  • Tipologia: Attrezzature sportive
  • Autori principali: Giorgio Raineri
Descrizione

1. Opera originaria

«Il centro scolastico «Arduino di Ivrea» sorge su una collina rocciosa tra una zona di abitazione ed un padiglione della Olivetti. Il piano regolatore particolareggiato prevede l’ampliamento dovuto alla palestra assegnando pure un limite di altezza al nuovo volume: esso pertanto risulta interrato per metà circa, con la terrazza a quota leggermente superiore al piazzale scolastico.
Il programma imponeva due palestre esattamente uguali, essendo due ed assai frequentate le scuole da servire; inoltre nelle ore extrascolastiche le palestre sono date in uso ad altre associazioni.
Una delle due palestre è accessibile dall’edificio esistente, l’altra è accessibile dal piazzale con una rampa; comunque i due accessi sono collegati tra loro da uno spazio aperto di uso esclusivo delle scuole.
Il perimetro emergente e risultante dall’abbinamento delle palestre risultò pressoché quadrato, essendo infatti sotto la quota 0 spogliatoi e servizi.
Tutto l’edificio è contornato da un’intercapedine aperta; questa intercapedine in corrispondenza degli spogliatoi, è variamente livellata ed incavata per assicurare illuminazione e ricambi d’aria, senza dover ricorrere ad impianti di ventilazione meccanica.
A cavallo dell’intercapedine appoggiano i pilastri perimetrali: essi sono sdoppiati e scavalcano l’intercapedine con delle costole arcuate; questi pilastri formano altrettanti portali con travi sulla minor luce delle palestre e pilastri di spina. Le due travi sulla luce maggiore delle palestre hanno solo la funzione di reggere la soletta inclinata che sostiene la gradinata all’aperto e di costituire architrave alla finestra a nastro continua su tutti i lati.
Il tetto piano risultante è adibito a campo di gioco all’aperto, tutt’intorno è contornata da una gradinata di due gradini in lastre prefabbricate. Tali lastre sono sostenute da travi metalliche a ginocchio, secondo un prezioso suggerimento del calcolatore, ingegner Antonio Migliasso; così il vano triangolare al di sotto è utilizzato come una gran vasca di raccolta delle acque del terrazzo; inoltre le poutrelles sporgenti oltre il filo della fabbrica, ne costituiscono la modanatura, reggendo la ringhiera del terrazzo.
Le strutture in c.a. sono sempre lasciate in vista all’interno ed all’esterno; l’aspetto dell’edificio è spoglio, essendo un’aggiunta ad un complesso molto eterogeneo.
L’impianto di riscaldamento è ad areotermi, molto indicati in questo caso per la rapida messa a regime, oltre che per l’economia. A termosifone sono riscaldati gli spogliatoi.
Il pavimento delle palestre è in gomma con attacco a cemento». (Roberto Gabetti, Intimismo. In questi ultimi dieci anni, dieci nuove opere di Giorgio Raineri, in «Casabella», n. 338, luglio 1969, pag. 14).

«Nel 1958, su incarico municipale, l’architetto eseguì il progetto di due palestre, previste dal piano particolareggiato a completamento di due scuole adiacenti, l’Istituto professionale Jervis e la scuola media Arduino. Situate su una collina rocciosa, le due scuole lasciavano verso valle un piazzale a quota altimetrica inferiore, tale che il blocco delle palestre, da erigersi esternamente agli edifici, sarebbe risultato seminterrato. Entrambe le palestre dovevano inoltre essere accessibili dal piazzale comune, perché nelle ore extrascolastiche potessero essere assegnate a diverse associazioni sportive; in più, per questioni di posizione, la palestra in dotazione all’Arduino poteva essere collegata direttamente alla scuola dal piano seminterrato.
L’ampliamento, godendo della particolare orografia del sito, è pensato per offrire una doppia funzione: fornire i richiesti locali palestra e regalare ai ragazzini un campo di gioco all’aperto. Il corpo delle palestre fu quindi coperto a terrazza e, trovandosi a una quota leggermente più alta di quella del piazzale esistente, venne collegato al terreno da una breve scalinata. Quest’area emergente è all’incirca quadrata, e corrisponde alle due palestre abbinate, poiché gli spogliatoi ed i servizi restano interrati. Un’intercapedine continua, girando intono alla parte libera delle palestre, garantisce illuminazione e aerazione naturali, grazie a una finestra a nastro che risvolta su tre lati.
Per risolvere un insieme di problemi causati dalla posizione particolare dell’edificio, oltre a quelli legati alla necessità di grandi luci, Raineri adottò una struttura completamente in cemento armato lasciato a vista, calcolato dall’ingegner Antonio Migliasso. La struttura è stata ideata per svolgere con un unico gesto formale tre funzioni: sopportare la luce della copertura della palestra, reggere la soletta inclinata ospitante le gradinate all’aperto e dar luogo all’intercapedine. La terrazza soprastante si solleva sull’intercapedine e viene sorretta dai piastrini perimetrali fondati sulla parete contro terra dell’intercapedine. A cavallo di essa, contrafforti arcuati nell’intradosso e lineari all’estradosso distanziano le pareti perimetrali delle palestre dal muro di contenimento del terreno e consentono l’irrigidimento della struttura». (Tamara Del Bel Belluz, Giorgio Raineri Architetto, Celid, Torino 1998, pp. 124-125).


2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale

L’edificio si presenta in discreto stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera.
Alcune modifiche e adeguamenti normativi hanno riguardato gli interni e gli esterni. Il tetto piano, ha perso la sua funzione originaria di campo di gioco all’aperto ed è stato completamente rivestito con manto bituminoso impermeabilizzante che ricopre anche l’area perimetrale originariamente occupata da gradinate.
Si rileva, nel corso degli anni passati, il posizionamento di aule scolastiche prefabbricate sopra la terrazza dell’edificio (al 2019 non più presenti).


(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1958 -
  • Esecuzione: - 1958
  • Tipologia Specifica: Palestra
  • Committente: Comune di Ivrea
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Palestra
  • Destinazione attuale: Palestra
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franceschetti Impresa esecutrice Esecuzione NO
Antonio Migliasso Progetto strutturale Progetto NO
Giorgio Raineri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 SI
  • Strutture: Calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Calcestruzzo armato a vista
  • Coperture: Copertura piana, originariamente adibita a campo di gioco all’aperto
  • Serramenti: Metallici, finestre a nastro
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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«Il centro scolastico «Arduino di Ivrea» sorge su una collina rocciosa tra una zona di abitazione ed un padiglione della Olivetti. Il piano regolatore particolareggiato prevede l’ampliamento dovuto alla palestra assegnando pure un limite di altezza al nuovo volume: esso pertanto risulta interrato per metà circa, con la terrazza a quota leggermente superiore al piazzale scolastico.
Il programma imponeva due palestre esattamente uguali, essendo due ed assai frequentate le scuole da servire; inoltre nelle ore extrascolastiche le palestre sono date in uso ad altre associazioni.
Una delle due palestre è accessibile dall’edificio esistente, l’altra è accessibile dal piazzale con una rampa; comunque i due accessi sono collegati tra loro da uno spazio aperto di uso esclusivo delle scuole. 
Il perimetro emergente e risultante dall’abbinamento delle palestre risultò pressoché quadrato, essendo infatti sotto la quota 0 spogliatoi e servizi.
Tutto l’edificio è contornato da un’intercapedine aperta; questa intercapedine in corrispondenza degli spogliatoi, è variamente livellata ed incavata per assicurare illuminazione e ricambi d’aria, senza dover ricorrere ad impianti di ventilazione meccanica.
A cavallo dell’intercapedine appoggiano i pilastri perimetrali: essi sono sdoppiati e scavalcano l’intercapedine con delle costole arcuate; questi pilastri formano altrettanti portali con travi sulla minor luce delle palestre e pilastri di spina. Le due travi sulla luce maggiore delle palestre hanno solo la funzione di reggere la soletta inclinata che sostiene la gradinata all’aperto e di costituire architrave alla finestra a nastro continua su tutti i lati.
Il tetto piano risultante è adibito a campo di gioco all’aperto, tutt’intorno è contornata da una gradinata di due gradini in lastre prefabbricate. Tali lastre sono sostenute da travi metalliche a ginocchio, secondo un prezioso suggerimento del calcolatore, ingegner Antonio Migliasso; così il vano triangolare al di sotto è utilizzato come una gran vasca di raccolta delle acque del terrazzo; inoltre le poutrelles sporgenti oltre il filo della fabbrica, ne costituiscono la modanatura, reggendo la ringhiera del terrazzo.
Le strutture in c.a. sono sempre lasciate in vista all’interno ed all’esterno; l’aspetto dell’edificio è spoglio, essendo un’aggiunta ad un complesso molto eterogeneo.
L’impianto di riscaldamento è ad areotermi, molto indicati in questo caso per la rapida messa a regime, oltre che per l’economia. A termosifone sono riscaldati gli spogliatoi.
Il pavimento delle palestre è in gomma con attacco a cemento». (Roberto Gabetti, Intimismo. In questi ultimi dieci anni, dieci nuove opere di Giorgio Raineri, in «Casabella», n. 338, luglio 1969, pag. 14).

«Nel 1958, su incarico municipale, l’architetto eseguì il progetto di due palestre, previste dal piano particolareggiato a completamento di due scuole adiacenti, l’Istituto professionale Jervis e la scuola media Arduino. Situate su una collina rocciosa, le due scuole lasciavano verso valle un piazzale a quota altimetrica inferiore, tale che il blocco delle palestre, da erigersi esternamente agli edifici, sarebbe risultato seminterrato. Entrambe le palestre dovevano inoltre essere accessibili dal piazzale comune, perché nelle ore extrascolastiche potessero essere assegnate a diverse associazioni sportive; in più, per questioni di posizione, la palestra in dotazione all’Arduino poteva essere collegata direttamente alla scuola dal piano seminterrato.
L’ampliamento, godendo della particolare orografia del sito, è pensato per offrire una doppia funzione: fornire i richiesti locali palestra e regalare ai ragazzini un campo di gioco all’aperto. Il corpo delle palestre fu quindi coperto a terrazza e, trovandosi a una quota leggermente più alta di quella del piazzale esistente, venne collegato al terreno da una breve scalinata. Quest’area emergente è all’incirca quadrata, e corrisponde alle due palestre abbinate, poiché gli spogliatoi ed i servizi restano interrati. Un’intercapedine continua, girando intono alla parte libera delle palestre, garantisce illuminazione e aerazione naturali, grazie a una finestra a nastro che risvolta su tre lati.
Per risolvere un insieme di problemi causati dalla posizione particolare dell’edificio, oltre a quelli legati alla necessità di grandi luci, Raineri adottò una struttura completamente in cemento armato lasciato a vista, calcolato dall’ingegner Antonio Migliasso. La struttura è stata ideata per svolgere con un unico gesto formale tre funzioni: sopportare la luce della copertura della palestra, reggere la soletta inclinata ospitante le gradinate all’aperto e dar luogo all’intercapedine. La terrazza soprastante si solleva sull’intercapedine e viene sorretta dai piastrini perimetrali fondati sulla parete contro terra dell’intercapedine. A cavallo di essa, contrafforti arcuati nell’intradosso e lineari all’estradosso distanziano le pareti perimetrali delle palestre dal muro di contenimento del terreno e consentono l’irrigidimento della struttura». (Tamara Del Bel Belluz, Giorgio Raineri Architetto, Celid, Torino 1998, pp. 124-125).


2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  

L’edificio si presenta in discreto stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera. 
Alcune modifiche e adeguamenti normativi hanno riguardato gli interni e gli esterni. Il tetto piano, ha perso la sua funzione originaria di campo di gioco all’aperto ed è stato completamente rivestito con manto bituminoso impermeabilizzante che ricopre anche l’area perimetrale originariamente occupata da gradinate.
Si rileva, nel corso degli anni passati, il posizionamento di aule scolastiche prefabbricate sopra la terrazza dell’edificio (al 2019 non più presenti).	


(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gabetti Roberto 1969 Intimismo. In questi ultimi dieci anni, dieci nuove opere di Giorgio Raineri Casabella n. 338 13-14 No
1971 Gabetti, Isola, Raineri, Monografie di Architetti e Designers Europei – Serie Italiana Serca Editrice Chiasso No
Gregotti Vittorio 1979 La strategia dell’invenzione e la poesia del mestiere: opere di Giorgio Raineri Controspazio n. 3 31 No
Del Bel Belluz Tamara 1998 Giorgio Raineri Architetto Celid Torino 124-125, 288 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Piante delle due palestre abbinate Piante delle due palestre abbinate Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Sezioni delle due palestre abbinate Sezioni delle due palestre abbinate Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Vista sud Vista sud Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Interno di una delle palestre Interno di una delle palestre Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Vista dell’intercapedine e dei pilastri perimetrali Vista dell’intercapedine e dei pilastri perimetrali Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Vista dall’intercapedine Vista dall’intercapedine Tratto da - Casabella n. 338, 1969
Vista sud-est, 2019 Vista sud-est, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista est e pilastri perimetrali, 2019 Vista est e pilastri perimetrali, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista dell’intercapedine, 2019 Vista dell’intercapedine, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista dei pilastri perimetrali, 2019 Vista dei pilastri perimetrali, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista verso l’ingresso, 2019 Vista verso l’ingresso, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista ovest, 2019 Vista ovest, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista del collegamento tra la palestra e l’istituto scolastico, 2019 Vista del collegamento tra la palestra e l’istituto scolastico, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista della copertura, 2019 Vista della copertura, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista della copertura piana, 2019 Vista della copertura piana, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna di una palestra, 2019 Vista interna di una palestra, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna di una palestra, 2019 Vista interna di una palestra, 2019 Tanja Marzi - 2019
Dettaglio di un serramento, 2019 Dettaglio di un serramento, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista interna di una palestra e dettaglio dei serramenti, 2019 Vista interna di una palestra e dettaglio dei serramenti, 2019 Tanja Marzi - 2019
Dettaglio della ringhiera della copertura piana, 2019 Dettaglio della ringhiera della copertura piana, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna, 2019 Vista esterna, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna dell’intercapedine con tamponamento dell’apertura, 2019 Vista esterna dell’intercapedine con tamponamento dell’apertura, 2019 Tanja Marzi - 2019
Vista esterna verso ovest e dettaglio dei serramenti, 2019 Vista esterna verso ovest e dettaglio dei serramenti, 2019 Tanja Marzi - 2019
Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021