CINEMA AMERICA
Scheda Opera
- Comune: Roma
- Denominazione: CINEMA AMERICA
- Indirizzo: Via Natale del Grande N. 6
- Data: - 1956
- Tipologia: Edifici per lo spettacolo
- Autori principali: Angelo Di Castro
Descrizione
Il Cinema America localizzato nel quartiere Trastevere di Roma, uno dei più popolati della città, fu edificato sull'area occupata dal Teatro Lamarmora, edificato nel 1925 e demolito nel 1954 per consentire la costruzione di una nuova sala cinematografica che rispondesse alle esigenze delle nuove tecnologie e ad una maggiore affluenza di pubblico, ma soprattutto che rispecchiasse lo spirito dei nuovi cinema americani: moderni, luccicanti e invitanti. Grazie alla sua grandezza e alla qualità architettonica, il Cinema America venne salutato come una sala cinematografica degna della città di Roma e conforme alle esigenze del momento; si fece strada, pertanto, una nuova concezione per questa tipologia di edifici, non più pensati unicamente come uno spazio con uno schermo e un proiettore, ma come un ambiente attraente e confortevole.
Inaugurato nel 1956, le proiezioni illuminarono la sala per oltre quarant'anni fino alla chiusura definitiva nel 2000. Il progetto della nuova sala cinematografica fu affidato all’architetto Angelo Di Castro; architetto di impronta razionalista vicino alle tematiche di Gustavo Giovannoni, Armando Brasini e Marcello Piacentini. L’accostamento dei due corpi di fabbrica, sala e servizi, caratterizza infatti il prospetto su via Natale del Grande; tipico caso di edificio isolato in un tessuto urbano consolidato, il Cinema America presenta sul proprio fronte, quasi totalmente cieco, una pensilina nervata che, insieme all'insegna luminosa, evidenzia il carattere di elemento urbano distintivo del cinema stesso. Pensilina, insegna e corpo arretrato, sottolineano insieme la presenza del corpo dei servizi: atrio, scalinata, accessi platea/galleria e servizi. La facciata, nello stile architettonico del secondo novecento romano, è classicamente tripartita: il basamento è caratterizzato da un ordine di pilastri, sovrastati da un architrave sagomato, in cui si aprono direttamente le uscite della platea, ed è concluso da una tettoia che corre lungo tutto il fronte dilatandosi in corrispondenza dell’ingresso principale in una singolare pensilina. L’elevazione, animata dalle convessità e concavità dell’involucro in cortina di mattoni che si susseguono evocando un leggero sipario, è conclusa da un essenziale cornicione. Nel mezzo, in evidenza, il volume della cabina di proiezione è caratterizzato dalla sua superficie vetrata in contrasto con il fronte pieno della sala. A sorreggere la tettoia e l’insegna, due pilastri ricoperti di mosaici.
La sala cinematografica, suddivisa in platea e galleria, ha una capienza di circa 700 posti, di forma prossima al trapezio con una sezione doppiamente inclinata per consentire una maggiore visuale e un’eccellente acustica; è dotata di uno schermo panoramico, all'epoca il più grande della città. La copertura in cemento armato presenta al centro una cupola apribile per consentire l’areazione naturale dell’ambiente; infatti, mentre la durata dei primi spettacoli cinematografici permetteva un ricambio d’aria favorito dall'apertura delle porte e di eventuali finestre, nell'avvicendarsi del pubblico in sala, la realizzazione di moderne sale cinematografiche con il tetto apribile fu una innovazione che fu subito intesa anche dallo spettatore come uno spettacolo nello spettacolo.
La creatività e l’innovazione si ritrovano anche nella cura degli interni, arricchiti da vari elementi ornamentali, e nella attenzione per i dettagli. Il motivo che si ripete sempre, dalla facciata alle porte, dall'insegna alle ringhiere, è il pseudo-esagono allungato, marchio di fabbrica di Di Castro. Nell'atrio con la biglietteria, in particolare, il soffitto, che in tutti i locali è trattato in modo diverso, è caratterizzato da una trama di esagoni e prismi, cavi e pieni, che si illuminano e si ombreggiano colpiti dai faretti. La sala cinematografica era, a sua volta, impreziosita da arredi e complementi di arredo originari e da pregevoli mosaici con motivi geometrici astratti realizzati con tessere di colori variopinti e da alcune sculture opere di Anna Maria Cesarini Sforza e Pietro Cascella perfettamente integrati all'architettura. Della decorazione originale del cinema, inizialmente comprendente anche opere plastiche di Leoncillo Leonardi, che sono state asportate, restano i suddetti mosaici realizzati nei piedritti dell’ingresso del cinema e nel vestibolo dello stesso. Recentemente tali opere sono state sottoposte a tutela ai sensi dell’art. 10, comma 3, lettera a) del D. Lgs. 42/2004 “Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio” e s.m.i. (Decreto n. 102 del 17 novembre 2017).
L’uso dei nuovi materiali, come il calcestruzzo, e la fusione tra arte e architettura, fanno sì che la forma segua la funzione così che la stessa non assuma rilievo autonomo ma compenetri nell'articolazione architettonica e decorativa costituente la consistenza fisica ed il supporto materiale, così da imprimere al Cinema America un carattere di individualità all'interno del contesto urbano di inserimento. Modellato in funzione dell’osservatore, il Cinema America concretizza, con soluzioni all'avanguardia per l’epoca di realizzazione, tutte le esigenze spaziali e funzionali legate alla proiezione in presenza di un vasto pubblico, sia al proprio esterno che al proprio interno.
Info
- Progetto: -
- Esecuzione: 1954 - 1956
- Tipologia Specifica: Cinema
- Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Angelo | Di Castro | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=28899&RicProgetto=architetti | SI |
Ernesto | Francesconi | Collaboratore | Progetto | NO |
- Strutture: cemento armato
- Materiale di facciata: laterizi faccia a vista
- Coperture: cemento armato con cupola apribile
- Vincolo: Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
- Data Provvedimento: 24/01/2020
- Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d)
- Altri Provvedimenti: L. 633/1941, D.D.G.28/05/2018
- Foglio Catastale: 505
- Particella: 103/1
Codice ICCd | Ubicazione | Tipologia | Soggetto | Autore | Materia Tecnica | Stato di Conservazione | Restauri |
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Facciata esterna, atrio d'ingresso | Mosaico | Composizione astratta | Cascella Pietro, Cesarini Sforza Anna Maria | Mosaico |
Note
L'edificio è stato a lungo a rischio demolizione secondo le intenzioni della proprietà di realizzare una nuova costruzione. Il processo è stato interrotto dopo il riconoscimento nel 2017 dei mosaici di Cascella e Sforza Cesarini, sotto la pressione di quest'ultima, come opera artistica meritevole di tutela. Nel 2018 l'edificio è stato dichiarato di particolare carattere artistico ai sensi della legge 633/1941, mentre il 24 gennaio 2020 il Ministero della Cultura ha posto il vincolo architettonico ai sensi del D. Lgs 42/2002.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
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Mariano Fabio (a cura di) | 1983 | Angelo Di Castro. Disegni, pitture, architetture | Kappa | Roma | 70 | No |
Muratore Giorgio | 1984 | I cinema nella città. Mostra documentaria sulle sale cinematografiche di Roma | Clear | Roma | No | |
De Carlo Laura, Albisini Piero | 1989 | I luoghi della rappresentazione cinematrografica. Per una ipotesi di schedatura delle sale cinematografiche a Roma | Romacentro n. 10 | No | ||
Finelli Luciana, Foà Di Castro Fiorella (a cura di) | 2000 | Angelo Di Castro. Architetto romano | Kappa | Roma | No | |
Intrieri Maria Rita (a cura di) | 2004 | Itinerari romani 2. Le Sale cinematografiche tra ricordo ed attualità | Prospettive | Roma | Scheda n. 21 | Si |
Giusti Maria Adriana, Caccia Susanna (a cura di) | 2007 | Cinema in Italia. Sguardi sull’architettura del Novecento | Maschietto | Firenze | No | |
Caccia Susanna (a cura di) | 2007 | Luoghi e architetture del cinema in Italia | ETS | Pisa | No | |
Balducci Fabio | 2018 | Angelo Di Castro nel professionismo romano del secondo dopoguerra | L'Industria delle Costruzioni n. 464 | 116-120 | No | |
Balducci Fabio | 2021 | Angelo Di Castro. Tra le pieghe del moderno | Quodlibet | Macerata | No |
Allegati
Criteri
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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MAXXI Patrimonio - Angelo di Castro | Visualizza |
Enciclopedia Treccani - Angelo Di Castro | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento:Titolare della ricerca:
Responsabile scientifico:
Scheda redatta da Redazione Interna
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 25/03/2024
Revisori:
Alberto Coppo 2021