Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VILLAGGIO GUZZI

Scheda Opera

  • Comune: Mandello del Lario
  • Località: Ronchetto
  • Denominazione: VILLAGGIO GUZZI
  • Indirizzo:
  • Data: 1949 - 1950
  • Tipologia: Quartieri
  • Autori principali: Lorenzo Fabris
Descrizione

Il Villaggio costruito dalla ditta Moto Guzzi in località Ronchetto, lungo la storica Strada del Viandante a monte dell'abitato e dell'area industriale, intende dare alloggio al personale dell'azienda. Il progetto si colloca nel filone dell'edilizia di promozione padronale per fare fronte al fabbisogno abitativo insorgente con l'espandersi di una realtà industriale del tutto nuova nel piccolo paese lacustre, prevedendo all'origine l'edificazione di settanta vani in cinque case divenute, nel corso degli anni '60, quarantaquattro per 310 vani.
E' dunque un'opera di rilevante significato urbanistico e socio-economico nel settore delle politiche per la casa, ma anche per l'attenzione all'inserimento ambientale delle nuove edificazioni, che avrebbero potuto alterare pesantemente il paesaggio collinare del luogo.
Il Ronchetto è una porzione collinare soprastante gli impianti produttivi, a questi collegata con un monta-carichi/monta-persone che consentiva di superare agevolmente e rapidamente il notevole dislivello che separava la fabbrica dal quartiere residenziale.
Il quartiere non presenta episodi in sè eccellenti, ma raggiunge un notevole equilibrio tra il linguaggio della tradizione in ambiente prealpino e la nuova architettura, realizzata con tecnologia tradizionale, certo per motivi di ordine economico - trattandosi di case per lavoratori a costi contenuti -, ma anche per assicurare un profilo sobrio all'inserimento nel paesaggio, in continuità con le preesistenze ambientali.
Si tratta per lo più di villini plurifamiliari dotati di spazio per giardino e/o orto, per un'utenza di lavoratori che, al crocevia tra l'impiego nell'industria e la provenienza agricola, basavano la propria sussistenza su entrambe le attività.
Gli edifici, realizzati per essere ceduti in affitto, sono divenuti nel tempo di proprietà degli ex-dipendenti, con il relativo impegno nella manutenzione dei beni edilizi. Il villaggio è oggi molto segnato dal sottoutilizzo dovuto al parziale abbandono e meriterebbe di essere oggetto di politiche di riqualificazione e di valorizzazione.

Info
  • Progetto: 1949 - 1949
  • Esecuzione: 1950 - 1950
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: abitazione
  • Destinazione attuale: abitazione
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Lorenzo Fabris Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: mattone portante
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde, con manto in tegole marsigliesi
  • Serramenti: in legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Mediocre
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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E' dunque un'opera di rilevante significato urbanistico e socio-economico nel settore delle politiche per la casa, ma anche per l'attenzione all'inserimento ambientale delle nuove edificazioni, che avrebbero potuto alterare pesantemente il paesaggio collinare del luogo.
Il Ronchetto è una porzione collinare soprastante gli impianti produttivi, a questi collegata con un monta-carichi/monta-persone che consentiva di superare agevolmente e rapidamente il notevole dislivello che separava la fabbrica dal quartiere residenziale.
Il quartiere non presenta episodi in sè eccellenti, ma raggiunge un notevole equilibrio tra il linguaggio della tradizione in ambiente prealpino e la nuova architettura, realizzata con tecnologia tradizionale, certo per motivi di ordine economico - trattandosi di case per lavoratori a costi contenuti -, ma anche per assicurare un profilo sobrio all'inserimento nel paesaggio, in continuità con le preesistenze ambientali. 
Si tratta per lo più di villini plurifamiliari dotati di spazio per giardino e/o orto, per un'utenza di lavoratori che, al crocevia tra l'impiego nell'industria e la provenienza agricola, basavano la propria sussistenza su entrambe le attività.
Gli edifici, realizzati per essere ceduti in affitto, sono divenuti nel tempo di proprietà degli ex-dipendenti, con il relativo impegno nella manutenzione dei beni edilizi. Il villaggio è oggi molto segnato dal sottoutilizzo dovuto al parziale abbandono e meriterebbe di essere oggetto di politiche di riqualificazione e di valorizzazione.
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Il lecchese infatti, precoce area di sviluppo industriale in Lombardia, ospita fin dal suo nascere la politica di edilizia residenziale pubblica sostenuta dallo Stato e gestita dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA), sancita con la legge 43 del 1949, chiamata Piano INA Casa. Il Piano, inizialmente con durata settennale, venne replicato per un altro settennio ed ebbe il duplice effetto di incrementare l'occupazione operaia e di agevolare la costruzione di case a basso costo, circostanze entrambe di grande momento per l'epoca. Al di là di critiche più o meno giustificate sui risultati architettonici e urbanistici -spesso modesti- dei quartieri popolari, l'esperienza INA Casa ebbe indubbiamente un impatto positivo sulla società italiana e sulla cultura architettonica e tecnica in generale, mobilitando le migliori energie su tutto il territorio nazionale.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

La fabbrica Moto Guzzi è andata caratterizzando dal 1921 lo sviluppo urbanistico e industriale di Mandello e negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale è tra le naturali destinatarie del Piano INA Casa, che interessa vari Comuni del lecchese. Il lecchese infatti, precoce area di sviluppo industriale in Lombardia, ospita fin dal suo nascere la politica di edilizia residenziale pubblica sostenuta dallo Stato e gestita dall'Istituto Nazionale delle Assicurazioni (INA), sancita con la legge 43 del 1949, chiamata Piano INA Casa. Il Piano, inizialmente con durata settennale, venne replicato per un altro settennio ed ebbe il duplice effetto di incrementare l'occupazione operaia e di agevolare la costruzione di case a basso costo, circostanze entrambe di grande momento per l'epoca. Al di là di critiche più o meno giustificate sui risultati architettonici e urbanistici -spesso modesti- dei quartieri popolari, l'esperienza INA Casa ebbe indubbiamente un impatto positivo sulla società italiana e sulla cultura architettonica e tecnica in generale, mobilitando le migliori energie su tutto il territorio nazionale.

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Maurizio Boriani - 2014
Maurizio Boriani - 2014
Maurizio Boriani - 2014
Maurizio Boriani - 2014
Maurizio Boriani - 2014

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la Lombardia
Titolare della ricerca: Politecnico di Milano - Dipartimento di Design; Dipartimento di Architettura e Studi Urbani – DAStU
Responsabile scientifico: Fulvo Irace, Maurizio Boriani


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 31/01/2023