Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

DEPOSITO DELLA BIBLIOTECA CIVICA

Scheda Opera

  • Vista da sud, dettaglio dell'angolo
  • Vista da sud
  • Comune: Verona
  • Denominazione: DEPOSITO DELLA BIBLIOTECA CIVICA
  • Indirizzo: Via Cappello N. 43
  • Data: 1969 - 1980
  • Tipologia: Biblioteche e Archivi
  • Autori principali: Pier Luigi Nervi
Descrizione

L'edificio sorge nel centro storico di Verona, sul sedime della chiesa di San Sebastiano, quasi interamente distrutta - con l'eccezione del campanile e della facciata, poi rimontata sul fronte della chiesa di San Nicolò - da un bombardamento alleato il 4 gennaio 1945. Sin dal 1792 nell'attiguo convento gesuita si era insediata la Biblioteca civica, divenuta unica proprietaria del complesso nel 1848 con l'abbandono dei padri gesuiti. Nel 1950 il comune bandì un concorso di idee per la costruzione di una nuova sede della biblioteca, il quale tuttavia non ebbe alcun esito. La questione rimase per quasi vent'anni bloccata, fino a quando, nel 1969, il comune stilò alcune linee guida per la costruzione del nuovo edificio. Contemporaneamente, il soprintendente Pietro Gazzola, già promotore del concorso del 1950, si rivolse a Pier Luigi Nervi affidandogli per incarico diretto la redazione del progetto. Nervi presentò un primo progetto nel maggio 1970 ma esso richiese delle modifiche, sia per adeguarlo alle linee guida stilate dal comune, sia per meglio adattarne il partito architettonico esterno al contesto. Il progetto definitivo fu approvato il 16 gennaio 1973.
Per il nuovo deposito della Biblioteca civica Nervi ideò un edificio costituito da un semplice volume parallelepipedo sospeso. Nelle dimensioni il nuovo edificio avrebbe ricalcato l'ingombro dell'antica chiesa di San Sebastiano, con la sola eccezione della larghezza, diminuita sul lato nord in modo da permettere la visione del superstite campanile da via Cappello e isolare la nuova costruzione rispetto all'edificio storico adiacente.
Il piano terra era completamente aperto, pensato come luogo d'incontro per la popolazione e percorso archeologico attraverso i resti romani rinvenuti nel sottosuolo. Attorno ai resti archeologici, si dovevano sistemare i locali tecnici degli impianti. Quindi, al primo piano si trovava una sala conferenze mentre i cinque piani superiori, collegati da scale sul lato est, erano interamente adibiti a deposito.
Com'era tipico della sua prassi progettuale, Nervi impostò innanzitutto un sistema strutturale che potesse rispondere a tutte le esigenze richieste dalla commessa. Esso consiste in due file parallele di quattro piloni in calcestruzzo armato su fondazioni continue definite "a slittino". Così si sarebbero preservati i resti archeologici e il deposito poteva essere sopraelevato per proteggere i libri dall'umidità e da possibili esondazioni dell'Adige. All'altezza del piano terreno, gli otto piloni si rastremano plasticamente biforcandosi ciascuno in due pilastri, assumendo la forma di grandi "diapason". Questi, opportunamente connessi con un sistema strutturale a telaio che cinge l'edificio, costituiscono l'ossatura portante su cui si impostano i piani superiori.
I prospetti nord e sud sono caratterizzati da porzioni murarie verticali in leggero aggetto con un disegno a gradini - peraltro simili a quelli disegnati da Carlo Scarpa nella coeva realizzazione della Banca Popolare di Verona - alternati a strette finestre che corrispondono all'interno ai percorsi intermedi tra le scaffalature. Il rivestimento è costituito da elementi prefabbricati cavi in conglomerato cementizio armato di colore rosa-grigio, all'interno dei quali sono ricavate le condotte per il sistema di condizionamento dei depositi. Pannelli in legno asportabili consentono l'esplorazione della canalizzazioni dall'interno dei depositi. L'edificio presentava per l'epoca anche altre soluzioni tecnologiche all'avanguardia, quali nastri trasportatori e montacarichi automatici per i libri e impianti di posta pneumatica. Il prospetto ovest, su via Cappello, è invece completamente cieco, rivestito di pannelli dello stesso conglomerato ma lisci.
Il secondo piano differisce nei prospetti da quelli superiori. La sala per conferenze è infatti chiusa da una finestra a nastro continua arretrata rispetto alla linea della facciata, con un ballatoio ospitante fioriere decorative.
Sin dalla realizzazione il comune apportò alcune modifiche al progetto originale. Poiché la soprintendenza espresse giudizio di non interesse circa i reperti archeologici rinvenuti, il sistema di fondazioni "a slittino" fu abbandonato, i locali tecnici riposizionati sulla copertura e il piano terreno riadattato a piazza coperta. Tra il 2005 e il 2007, Ugo Camerino ha poi eseguito un restauro dell'edificio che, pur approcciando in modo rispettoso l'edificio di Nervi, ha in parte alterato la concezione distributiva degli spazi. La piazza al piano terra è stata chiusa da vetrate per ricavarvi una nuova sala lettura per la biblioteca. Altrettanto è stato fatto al primo piano, dove anche la sala conferenze è stata convertita a sala lettura. Fatta eccezione per queste modifiche, l'edificio è stato per il resto ripristinato e mantenuto nelle strutture e nell'aspetto originari.

Info
  • Progetto: 1969 - 1973
  • Esecuzione: 1973 - 1980
  • Tipologia Specifica: Deposito librario
  • Committente: Pietro Gazzola
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Deposito librario
  • Destinazione attuale: Deposito librario e sala lettura
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Ugo Camerino Progetto di restauro Progetto NO
Pier Luigi Nervi Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=33915 SI
Studio Nervi Progetto esecutivo Progetto NO
  • Strutture: Calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Calcestruzzo armato
  • Coperture: Guaina isolante

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Per il nuovo deposito della Biblioteca civica Nervi ideò un edificio costituito da un semplice volume parallelepipedo sospeso. Nelle dimensioni il nuovo edificio avrebbe ricalcato l'ingombro dell'antica chiesa di San Sebastiano, con la sola eccezione della larghezza, diminuita sul lato nord in modo da permettere la visione del superstite campanile da via Cappello e isolare la nuova costruzione rispetto all'edificio storico adiacente. 
Il piano terra era completamente aperto, pensato come luogo d'incontro per la popolazione e percorso archeologico attraverso i resti romani rinvenuti nel sottosuolo. Attorno ai resti archeologici, si dovevano sistemare i locali tecnici degli impianti. Quindi, al primo piano si trovava una sala conferenze mentre i cinque piani superiori, collegati da scale sul lato est, erano interamente adibiti a deposito.
Com'era tipico della sua prassi progettuale, Nervi impostò innanzitutto un sistema strutturale che potesse rispondere a tutte le esigenze richieste dalla commessa. Esso consiste in due file parallele di quattro piloni in calcestruzzo armato su fondazioni continue definite "a slittino". Così si sarebbero preservati i resti archeologici e il deposito poteva essere sopraelevato per proteggere i libri dall'umidità e da possibili esondazioni dell'Adige. All'altezza del piano terreno, gli otto piloni si rastremano plasticamente biforcandosi ciascuno in due pilastri, assumendo la forma di grandi "diapason". Questi, opportunamente connessi con un sistema strutturale a telaio che cinge l'edificio, costituiscono l'ossatura portante su cui si impostano i piani superiori.
I prospetti nord e sud sono caratterizzati da porzioni murarie verticali in leggero aggetto con un disegno a gradini - peraltro simili a quelli disegnati da Carlo Scarpa nella coeva realizzazione della Banca Popolare di Verona - alternati a strette finestre che corrispondono all'interno ai percorsi intermedi tra le scaffalature. Il rivestimento è costituito da elementi prefabbricati cavi in conglomerato cementizio armato di colore rosa-grigio, all'interno dei quali sono ricavate le condotte per il sistema di condizionamento dei depositi. Pannelli in legno asportabili consentono l'esplorazione della canalizzazioni dall'interno dei depositi. L'edificio presentava per l'epoca anche altre soluzioni tecnologiche all'avanguardia, quali nastri trasportatori e montacarichi automatici per i libri e impianti di posta pneumatica. Il prospetto ovest, su via Cappello, è invece completamente cieco, rivestito di pannelli dello stesso conglomerato ma lisci.
Il secondo piano differisce nei prospetti da quelli superiori. La sala per conferenze è infatti chiusa da una finestra a nastro continua arretrata rispetto alla linea della facciata, con un ballatoio ospitante fioriere decorative.
Sin dalla realizzazione il comune apportò alcune modifiche al progetto originale. Poiché la soprintendenza espresse giudizio di non interesse circa i reperti archeologici rinvenuti, il sistema di fondazioni "a slittino" fu abbandonato, i locali tecnici riposizionati sulla copertura e il piano terreno riadattato a piazza coperta. Tra il 2005 e il 2007, Ugo Camerino ha poi eseguito un restauro dell'edificio che, pur approcciando in modo rispettoso l'edificio di Nervi, ha in parte alterato la concezione distributiva degli spazi. La piazza al piano terra è stata chiusa da vetrate per ricavarvi una nuova sala lettura per la biblioteca. Altrettanto è stato fatto al primo piano, dove anche la sala conferenze è stata convertita a sala lettura. Fatta eccezione per queste modifiche, l'edificio è stato per il resto ripristinato e mantenuto nelle strutture e nell'aspetto originari.
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  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

La Biblioteca Civica è catalogata come bene architettonico "di interesse culturale non verificato". Tuttavia non è chiaro se l'interesse culturale sia limitato alla parte storica del complesso o esteso anche all'intervento di Nervi. L'archivio di Pierluigi Nervi è attualmente diviso tra lo CSAC di Parma (Fondo Nervi) e il Maxxi di Roma. Schedatore: Cristiano Guarneri

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Riva Franco 1998 La Biblioteca Civica di Verona ieri e oggi: notizie, storie, informazioni Biblioteca Civica di Verona Verona Si
Vecchiato Francesco 2000 Verona nel Novecento, 1900-2000 cent'anni di storia I.E.T. Verona 313-314, 504, 591 No
Vecchiato Mariastella 2006 La biblioteca civica di Verona, in Vecchiato Mariastella (a cura di) Verona, la guerra e la ricostruzione Rotary Club Verona Nord Verona 198-205 Si
Camerino Ugo 2007 Nuova Biblioteca civica di Verona: il progetto esecutivo Architetti Verona n. 80 Verona 54-60 Si
Cegan Carlo Alberto 2007 Le blindosbarre e il soffitto di Nervi Architetti Verona n. 80 Verona 71-72 Si
Bertolazzi Angelo, Zanardi Alberto 2007 Così è se vi pare... oltre le apparenze Architetti Verona n. 80 Verona 64-68 No
Zanardi Alberto 2009 Cosa resta di civico nella Civica? Architetti Verona n. 84 Verona 86-87 Si
Ugo Camerino 2010 Biblioteca Civica, Verona, 2003-2008 Ottagono n. 233 Bologna 140-141 Si
De Seta Cesare 2010 Plastiche magie di cemento, il "classicismo ingegneristico" di Pier Luigi Nervi AD n. 349 Milano 58-60 Si
Olmo Carlo, Chiorino Cristiana (a cura di) 2010 Pier Luigi Nervi. Architettura come Sfida Silvana Editoriale-Maxxi Cinisello Balsamo-Roma 220 Si
Longhi Davide 2012 Novecento: architetture e città del Veneto Il Poligrafo Padova 904-905 No
Bertaso Berto 2012 Il completamento della biblioteca Civica: una rilettura Architetti Verona n. 90 Verona 83-85 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista da sud, dettaglio dell'angolo Vista da sud, dettaglio dell'angolo
Vista da sud Vista da sud

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Pier Luigi Nervi Visualizza
Enciclopedia Treccani - Pier Luigi Nervi Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Pier Luigi Nervi Visualizza
MAXXI Patrimonio - Pier Luigi Nervi Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova – Dipartimento beni culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz


Scheda redatta da
creata il 31/12/2015
ultima modifica il 12/03/2024

Revisori:

Menzietti Giulia 2021