Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

MONUMENTO AI CADUTI DELLA RESISTENZA

Scheda Opera

  • Disegni di progetto: piante, sezione trasversale e assonometria
  • Vista del monumento
  • Dettaglio della muratura
  • Vista del monumento
  • Particolare della scala
  • Vista del monumento, 2019
  • Vista dal basso del monumento, 2019
  • Vista della scala, 2019
  • Vista sui “paesaggi partigiani” dalla piattaforma in cima al Monumento, 2019
  • Comune: Prarostino
  • Località: San Bartolomeo di Prarostino
  • Denominazione: MONUMENTO AI CADUTI DELLA RESISTENZA
  • Indirizzo: Piazza della Libertà N. 14
  • Data: 1965 - 1967
  • Tipologia: Monumenti
  • Autori principali: Aimaro Isola, Roberto Gabetti
Descrizione

1. Opera originaria

«Affidata alla realizzazione diretta dei partigiani compagni di Isola nella lotta di liberazione, l’opera ha il valore simbolico di monumento visivo coinvolgente il paesaggio.
Tre setti angolari di pietra locale determinano una successione volumetrica entro cui si inserisce la scala d’accesso alla piattaforma di metaforica, evocatrice e ammonitrice osservazione della riconquistata, sempre difficile, condizione di libertà.
La salita e lo sguardo sono atti ai quali è affidata una celebrazione attiva, operante del ricordo che dal manufatto si trasferisce alla misura territoriale su cui può spaziare, sostare e ritornare il paesaggio della vista». (Paolo Zermani (a cura di), Gabetti e Isola, Zanichelli, Bologna 1989, pag. 69).

«Al di sopra del muro di cinta del piccolo cimitero di San Bartolomeo di Prarostino, lungo la valle del Chisone, una scala della larghezza di soli 70 cm sale tra alti setti murari che impediscono la visuale. Al termine del percorso l’uscita, a 12.50 metri circa di altezza, è su di una larga piattaforma quadrata a sbalzo, al centro della quale è collocato il supporto per un faro. Il monumento alla Resistenza di Prarostino, che rappresenta 51 Comuni piemontesi, viene progettato per essere realizzato in gran parte direttamente dalla committenza, un gruppo di partigiani del cuneese compagni di Isola nella lotta di Liberazione. I tre setti murari a L che contengono la scala, differenti in altezza e digradanti verso l’interno del quadrato ideale in cui la struttura si inscrive, sono della medesima pietra locale con cui è realizzato il muro del cimitero; i parapetti della scala sono in ferro, i gradini e le solette dei pianerottoli in pietra da taglio. La piattaforma poggia su un assito in legno. La geometria che regola la composizione è elementare, come priva di retorica è la torre – o faro – che respinge il concetto stesso di monumentalità. Piuttosto un segno, duro e controllato al contempo, per evocare una fatica mai dimenticata. Nella gloriosa serie dei monumenti disseminati nella penisola, questo è uno dei primi che rinuncia a un’espressione figurativa in favore di un oggetto architettonico: non puramente simbolico - è il caso del traliccio del monumento ai caduti nei campi tedeschi dei BBPR a Milano - e nemmeno legato a una funzione sepolcrale, come il grande masso che ricopre le tombe delle Fosse Ardeatine a Roma. Si tratta di un’architettura della quale è possibile fare esperienza diretta, addentrandosi al suo interno e percorrendola, e tuttavia non destinata a rispondere a ragioni di carattere funzionale». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola: Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pag. 125).

«Finita la guerra alcuni amici con i quali avevo partecipato alla Liberazione ci avevano chiesto un consiglio per un Monumento alla Resistenza da porre su di una roccia a Prarostino. Abbiamo proposto non una statua o un simbolo ma un percorso. Una scala, che si annoda stretta tra le quinte di pietra e porta a una piattaforma dalla quale si scorgono i luoghi dei combattimenti, il teatro della guerra Partigiana in quelle valli. Oramai il monumento-torre di Prarostino è diventato un segno acquisito nel paesaggio ed è percorso in su e in giù da ragazzini e da anziani: speranza e memoria». (Aimaro Isola, Violenza nell’architettura, Aión Edizioni, Firenze 2004, pp. 45-47).

2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera.

(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1965 - 1965
  • Esecuzione: 1966 - 1967
  • Tipologia Specifica: Monumento ai caduti
  • Proprietà: Proprietà pubblica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Roberto Gabetti Progetto architettonico Progetto SI
Aimaro Isola Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.isolarchitetti.com/index.php/isolarchitetti-studio SI
  • Strutture: setti in pietra di Luserna, c.a.
  • Materiale di facciata: blocchi pietra di Luserna
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono

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«Affidata alla realizzazione diretta dei partigiani compagni di Isola nella lotta di liberazione, l’opera ha il valore simbolico di monumento visivo coinvolgente il paesaggio.
Tre setti angolari di pietra locale determinano una successione volumetrica entro cui si inserisce la scala d’accesso alla piattaforma di metaforica, evocatrice e ammonitrice osservazione della riconquistata, sempre difficile, condizione di libertà.
La salita e lo sguardo sono atti ai quali è affidata una celebrazione attiva, operante del ricordo che dal manufatto si trasferisce alla misura territoriale su cui può spaziare, sostare e ritornare il paesaggio della vista». (Paolo Zermani (a cura di), Gabetti e Isola, Zanichelli, Bologna 1989, pag. 69).

«Al di sopra del muro di cinta del piccolo cimitero di San Bartolomeo di Prarostino, lungo la valle del Chisone, una scala della larghezza di soli 70 cm sale tra alti setti murari che impediscono la visuale. Al termine del percorso l’uscita, a 12.50 metri circa di altezza, è su di una larga piattaforma quadrata a sbalzo, al centro della quale è collocato il supporto per un faro. Il monumento alla Resistenza di Prarostino, che rappresenta 51 Comuni piemontesi, viene progettato per essere realizzato in gran parte direttamente dalla committenza, un gruppo di partigiani del cuneese compagni di Isola nella lotta di Liberazione. I tre setti murari a L che contengono la scala, differenti in altezza e digradanti verso l’interno del quadrato ideale in cui la struttura si inscrive, sono della medesima pietra locale con cui è realizzato il muro del cimitero; i parapetti della scala sono in ferro, i gradini e le solette dei pianerottoli in pietra da taglio. La piattaforma poggia su un assito in legno. La geometria che regola la composizione è elementare, come priva di retorica è la torre – o faro – che respinge il concetto stesso di monumentalità. Piuttosto un segno, duro e controllato al contempo, per evocare una fatica mai dimenticata. Nella gloriosa serie dei monumenti disseminati nella penisola, questo è uno dei primi che rinuncia a un’espressione figurativa in favore di un oggetto architettonico: non puramente simbolico - è il caso del traliccio del monumento ai caduti nei campi tedeschi dei BBPR a Milano - e nemmeno legato a una funzione sepolcrale, come il grande masso che ricopre le tombe delle Fosse Ardeatine a Roma. Si tratta di un’architettura della quale è possibile fare esperienza diretta, addentrandosi al suo interno e percorrendola, e tuttavia non destinata a rispondere a ragioni di carattere funzionale». (Andrea Guerra, Manuela Morresi, Gabetti e Isola: Opere di architettura, Electa, Milano 1996, pag. 125).

«Finita la guerra alcuni amici con i quali avevo partecipato alla Liberazione ci avevano chiesto un consiglio per un Monumento alla Resistenza da porre su di una roccia a Prarostino. Abbiamo proposto non una statua o un simbolo ma un percorso. Una scala, che si annoda stretta tra le quinte di pietra e porta a una piattaforma dalla quale si scorgono i luoghi dei combattimenti, il teatro della guerra Partigiana in quelle valli. Oramai il monumento-torre di Prarostino è diventato un segno acquisito nel paesaggio ed è percorso in su e in giù da ragazzini e da anziani: speranza e memoria». (Aimaro Isola, Violenza nell’architettura, Aión Edizioni, Firenze 2004, pp. 45-47).

2.	Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale  
L’edificio si presenta in buono stato di conservazione, preservando i caratteri originali dell’opera. 

(Scheda a cura di Tanja Marzi, DAD - Politecnico di Torino)
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1971 Gabetti, Isola, Raineri, Monografie di Architetti e Designers Europei – Serie Italiana Serca Editrice Chiasso No
1977 Controspazio IX, n. 4-5 40 No
Roda Riccardo 1988 Architetture a Bagnolo Piemonte MODULO n. 147 1620-1629 No
Zermani Paolo (a cura di) 1989 Gabetti e Isola Zanichelli Bologna 69 No
Olmo Carlo 1993 Gabetti e Isola Allemandi Torino No
Guerra Andrea, Morresi Manuela 1996 Gabetti e Isola: Opere di architettura Electa Milano No
Massarente Alessandro (a cura di) 2001 Gabetti&Isola. Disegni 1951-2000 Federico Motta Editore Milano No
Isola Aimaro 2004 Violenza nell’architettura Aión Edizioni Firenze 45-47 No
Piva Cesare (a cura di) 2008 Paesaggi Piemontesi. Gabetti & Isola + Isolarchitetti + 9 architetture “minori” Aión Edizioni Firenze No
Olmo Alberto (a cura di) 2012 Venti domande a Aimaro Isola, Collana “Saper credere in architettura”, n. 41 Clean Edizioni Napoli No
Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) 2017 Roberto Gabetti 1925-2000 Franco Angeli Milano No
Isola Aimaro 2020 Paesaggi partigiani, E-book dell’Accademia n. 2 Accademia delle Scienze di Torino Torino No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Disegni di progetto: piante, sezione trasversale e assonometria Disegni di progetto: piante, sezione trasversale e assonometria Archivio Gabetti e Isola
Vista del monumento Vista del monumento Aimaro Isola, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Dettaglio della muratura Dettaglio della muratura Aimaro Isola, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista del monumento Vista del monumento Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Particolare della scala Particolare della scala Daniele Regis, tratto da - Archivio Gabetti e Isola
Vista del monumento, 2019 Vista del monumento, 2019 Alberto Olmo - 2019
Vista dal basso del monumento, 2019 Vista dal basso del monumento, 2019 Alberto Olmo - 2019
Vista della scala, 2019 Vista della scala, 2019 Alberto Olmo - 2019
Vista sui “paesaggi partigiani” dalla piattaforma in cima al Monumento, 2019 Vista sui “paesaggi partigiani” dalla piattaforma in cima al Monumento, 2019 Alberto Olmo - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SIUSA - Gabetti e Isola Studio Visualizza
Enciclopedia Treccani - Aimaro Isola Visualizza
Accademia Nazionale di San Luca - Aimaro Isola Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Tanja Marzi
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 03/05/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021