Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

QUARTIERE INA CASA

Scheda Opera

  • facciata esterna, blocco residenziale
  • facciata esterna, blocco residenziale
  • facciata esterna, blocco residenziale
  • dettaglio percorsi
  • facciata esterna, blocco residenziale
  • scala interna
  • dettaglio piastrella INA CASA
  • facciate esterne, blocchi residenziali
  • Planimetria
  • Piante tipo
  • dettaglio balconi
  • Foto d'epoca
  • Comune: Trento
  • Località: località San Donà
  • Denominazione: QUARTIERE INA CASA
  • Indirizzo:
  • Data: 1956 - 1961
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Libero Cecchini
Descrizione

Il cosiddetto «villaggio satellite» di San Donà sorse grazie alla legge n. 43 del 28 febbraio 1949 («Provvedimenti per incrementare l’occupazione operaia, agevolando la costruzione di case per lavoratori»), integrata dalla n. 408 del 2 luglio 1949 («Disposizioni per le costruzioni edilizie»).
Il cantiere per la costruzione del gruppo di case popolari in località San Donà fu aperto nella tarda primavera del 1956.
Nel progetto iniziale si parlava di un nucleo abitativo complesso, articolato in tanti spazi e servizi correlati, dagli esercizi commerciali alla scuola, dall’asilo al centro sociale: insomma di una nuova comunità, che, contrariamente agli interventi di edilizia abitativa, coevi o precedenti, sviluppati nell’ambito del comune di Trento, così come altrove, non mirava a espandere il tessuto urbano allargando l’immediata periferia, quanto ad articolarlo sull’area circostante in tante unità autonome in grado di alleggerire il centro cittadino e il fondovalle dal peso di troppe e gravose funzioni.
Sempre secondo il primo progetto l’abitato di San Donà doveva essere diviso in due settori: uno a nord e l’altro a sud. Nel primo il centro gravitazionale sarebbe stato costituito dall’asilo nido, mentre in quello sud analoga funzione, rispetto agli edifici circostanti, sarebbe stata svolta dal complesso destinato ai cosiddetti servizi collettivi. Una strada ad arco avrebbe collegato e nel contempo diviso i due settori muovendo verso l’edificio scolastico, più a oriente, terzo fulcro dell’intera area abitativa. A tale strada, disposta ad una quota media del terreno e a livello costante, si sarebbero congiunte le varie «stradine» residenziali. Per il settore nord erano previsti quattro fabbricati da tre a quattro piani «a schiera rampante», di cui quello posto a confine dell’area sarebbe diventato complemento naturale dell’altura circostante, rafforzando la barriera protettiva a nord (era previsto inoltre un gruppo di case a due piani). Nel settore sud dovevano trovare invece collocazione quattro fabbricati isolati di cinque piani, posti nella parte residenziale dell’area che doveva comprendere un fabbricato a schiera a due piani con alloggi «duplex». Ma era il centro sociale, poiché ideato e costruito per diventare il cuore pulsante dell’intera comunità, a costituire l’elemento di vera novità e che avrebbe dovuto imprimere un carattere di forte modernità all’intero progetto. Vi avrebbero trovato collocazione, infatti, una sala per convegni, alcune salette di lettura, una piccola biblioteca, gli uffici delle assistenti sociali e perfino un ampio spazio con funzioni di cinematografo e teatro: insomma tutte quei servizi in grado di costruire un luogo di aggregazione e scambio per l’appunto “sociale”. Ciò avrebbe sicuramente contribuito a innalzare la qualità delle condizioni di vita degli abitanti di San Donà, così come importante sarebbe stata, a detta dei progettisti e dei commentatori, l’attenzione per l’aspetto paesaggistico. La disposizione delle case secondo lo sviluppo digradante del terreno, avrebbe garantito a ogni abitazione buona esposizione solare e ampia visibilità sulla valle. Si sarebbe creata, in altri termini, una sorta di anfiteatro naturale dal quale ogni inquilino-spettatore avrebbe potuto ammirare dal proprio posto in gradinata lo spettacolo offerto dalla vallata dell’Adige e dal verde circostante.

Rodolfo Taiani

Info
  • Progetto: 1956 - 1957
  • Esecuzione: 1957 - 1961
  • Tipologia Specifica: Edificio residenziale
  • Committente: Provincia di Trento
  • Proprietà: proprietà Ente pubblico territoriale
  • Destinazione originaria: Complesso residenziale
  • Destinazione attuale: Complesso residenziale
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Libero Cecchini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60143 SI
Mario Ecceli Consulente Progetto NO
Mario Kiniger Consulente Progetto NO
Renato Marchi Consulente Progetto NO
Vittorio Negri Consulente Progetto NO
  • Strutture: Telaio in calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: Intonaco con zoccolatura in pietra porfirica (sostituiti in alcune unità)
  • Coperture: Doppia falda in laterocemento con tegole marsigliesi in laterizio
  • Serramenti: Legno (parzialmente rinnovati)
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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Il cantiere per la costruzione del gruppo di case popolari in località San Donà fu aperto nella tarda primavera del 1956.
Nel progetto iniziale si parlava di un nucleo abitativo complesso, articolato in tanti spazi e servizi correlati, dagli esercizi commerciali alla scuola, dall’asilo al centro sociale: insomma di una nuova comunità, che, contrariamente agli interventi di edilizia abitativa, coevi o precedenti, sviluppati nell’ambito del comune di Trento, così come altrove, non mirava a espandere il tessuto urbano allargando l’immediata periferia, quanto ad articolarlo sull’area circostante in tante unità autonome in grado di alleggerire il centro cittadino e il fondovalle dal peso di troppe e gravose funzioni.
Sempre secondo il primo progetto l’abitato di San Donà doveva essere diviso in due settori: uno a nord e l’altro a sud. Nel primo il centro gravitazionale sarebbe stato costituito dall’asilo nido, mentre in quello sud analoga funzione, rispetto agli edifici circostanti, sarebbe stata svolta dal complesso destinato ai cosiddetti servizi collettivi. Una strada ad arco avrebbe collegato e nel contempo diviso i due settori muovendo verso l’edificio scolastico, più a oriente, terzo fulcro dell’intera area abitativa. A tale strada, disposta ad una quota media del terreno e a livello costante, si sarebbero congiunte le varie «stradine» residenziali. Per il settore nord erano previsti quattro fabbricati da tre a quattro piani «a schiera rampante», di cui quello posto a confine dell’area sarebbe diventato complemento naturale dell’altura circostante, rafforzando la barriera protettiva a nord (era previsto inoltre un gruppo di case a due piani). Nel settore sud dovevano trovare invece collocazione quattro fabbricati isolati di cinque piani, posti nella parte residenziale dell’area che doveva comprendere un fabbricato a schiera a due piani con alloggi «duplex». Ma era il centro sociale, poiché ideato e costruito per diventare il cuore pulsante dell’intera comunità, a costituire l’elemento di vera novità e che avrebbe dovuto imprimere un carattere di forte modernità all’intero progetto. Vi avrebbero trovato collocazione, infatti, una sala per convegni, alcune salette di lettura, una piccola biblioteca, gli uffici delle assistenti sociali e perfino un ampio spazio con funzioni di cinematografo e teatro: insomma tutte quei servizi in grado di costruire un luogo di aggregazione e scambio per l’appunto “sociale”. Ciò avrebbe sicuramente contribuito a innalzare la qualità delle condizioni di vita degli abitanti di San Donà, così come importante sarebbe stata, a detta dei progettisti e dei commentatori, l’attenzione per l’aspetto paesaggistico. La disposizione delle case secondo lo sviluppo digradante del terreno, avrebbe garantito a ogni abitazione buona esposizione solare e ampia visibilità sulla valle. Si sarebbe creata, in altri termini, una sorta di anfiteatro naturale dal quale ogni inquilino-spettatore avrebbe potuto ammirare dal proprio posto in gradinata lo spettacolo offerto dalla vallata dell’Adige e dal verde circostante.

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  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: C.C.C
  • Particella: pp.ed

Note

Al primo lotto d'intervento promosso dall' INA casa, seguì pochi anni dopo un secondo lotto diretto dallo stesso gruppo di progettazione e, agli inizi degli anni Settanta, un intervento Gescal promosso dallo IACP. 1964 Premio regionale “In-Arch” per il Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia per il progetto del Villaggio INA-CASA di San Donà di Trento.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Gretter M., Lando M., Maffei L., Sandri F. 1982 Case popolari: 60 anni di edilizia pubblica in Trentino I.T.E.A. Trento No
AA.VV. 1993 Abitare in Trentino: I.A.C.P. - I.T.E.A., settant'anni, numero monografico de I Quaderni del Trentino I.T.E.A. Trento No
AA.VV. 2002 Edilizia Sociale - Trento No
Zanon Bruno 2005 Territorio, urbanistica, ambiente: l'organizzazione del paesaggio urbano, in Andrea Leonardi, Paolo Pombeni (a cura di), Storia del Trentino, vol.VI, L'età contemporanea, Il Novecento Il Mulino Bologna No
Bogoni Barbara (a cura di) 2011 Libero Cecchini Alinea Firenze 406-411 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
facciata esterna, blocco residenziale facciata esterna, blocco residenziale
facciata esterna, blocco residenziale facciata esterna, blocco residenziale
facciata esterna, blocco residenziale facciata esterna, blocco residenziale
dettaglio percorsi dettaglio percorsi
facciata esterna, blocco residenziale facciata esterna, blocco residenziale
scala interna scala interna
dettaglio piastrella INA CASA dettaglio piastrella INA CASA
facciate esterne, blocchi residenziali facciate esterne, blocchi residenziali
Planimetria Planimetria
Piante tipo Piante tipo
dettaglio balconi dettaglio balconi
Foto d'epoca Foto d'epoca

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Università degli studi di Trento Dipartimento di Ingegneria Civile
Responsabile scientifico: Marco Mulazzani


Scheda redatta da
creata il 31/12/2006
ultima modifica il 16/04/2024

Revisori:

Menzietti Giulia 2022