Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COMPLESSO INA CASA PER DIPENDENTI DEL CREDITO ITALIANO

Scheda Opera

  • Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica
  • Scorcio su via della Capinera
  • Fotopiano del corpo scala che funge da collegamento tra i diversi corpi edilizi
  • Fotopiano di dettaglio della facciata su via dell'Allodola con in evidenza i diaframmi in laterizio e i serramenti di un corpo scala
  • L'affaccio su via della Capinera con in evidenza i diaframmi murari in laterizio che caratterizzano le logge
  • Scorcio su via dell'Allodola
  • Scorcio su via del Pettirosso
  • Scorcio su via dell'Allodola
  • Comune: Milano
  • Denominazione: COMPLESSO INA CASA PER DIPENDENTI DEL CREDITO ITALIANO
  • Indirizzo: Via dell'Allodola N. 2, 4, 6, 8, 10, 12
  • Data: 1959 - 1959
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Gian Carlo Malchiodi
Descrizione

Nella seconda metà degli anni Cinquanta, all'interno del piano Ina Casa promosso dal Ministro Fanfani, l'Istituto Autonomo Case Popolari affida alcuni incarichi all'architetto Gian Carlo Malchiodi per la realizzazione di residenze di tipo economico alla periferia di Milano. Tra i diversi progetti, per chiarezza e logica insediativa, occupa un posto di particolare interesse il complesso di via dell'Allodola, realizzato nel 1959 assieme ad altri due edifici lungo la vicina via della Capinera. L'intervento si inserisce in un comparto urbano compreso tra le direttrici di via delle Forze Armate e via Lorenteggio, collocato all'estremità ovest del territorio comunale.
Il complesso residenziale, inserito nel verde, è formato da un lungo corpo in linea attestato su via dell'Allodola e rivolto verso sud, connesso ad altri tre edifici collocati all'interno dell'isolato; il sistema distributivo, composto da sei vani scala con ascensore, collega tra loro i diversi corpi edilizi e consente di accedere a due o tre appartamenti per ciascuno dei sei piani. L'efficace impostazione planimetrica, di evidente derivazione razionalista, permette di ottenere alloggi dotati di doppio o quadruplo affaccio, ciascuno con vano d'ingresso, salotto, cucina, bagno, una piccola loggia e due, tre o quattro camere da letto. Gli alzati sono caratterizzati dalla sequenza regolare di semplici portefinestre scandite alternativamente dalle fenditure verticali dei corpi degli ascensori o dalle eleganti fasce vetrate dei vani scala. Le logge sono evidenziate da diaframmi murari realizzati con elementi in laterizio che originano singolari superfici traforate, oggi in larga parte chiuse con serramenti e tamponamenti realizzati negli anni successivi. L'intero complesso è sospeso su pilastri che lasciano libero, fatta eccezione per gli accessi, l'intero piano terra. La copertura è di tipo tradizionale, a doppia falda, realizzata in fibrocemento.
L'intervento presenta motivi di interesse legati alla peculiare soluzione insediativa e tipologica, che non ripropone i rigidi schemi di orientamento lungo l'asse eliotermico nord-sud tipici dell'edilizia aperta di matrice razionalista - più didascalicamente riproposti nel vicino quartiere IACP Giambellino (1951-1955) - ma tenta di instaurare un rapporto più articolato tra strada, isolato e verde. Inoltre la modularità degli alloggi e l'ingegnoso collegamento tra il corpo in linea e quelli retrostanti a pianta quadrata, che ospitano ciascuno un unico appartamento, rappresentano soluzioni tipologiche significative, non certo scontate, che mostrano tutta la vitalità della ricerca italiana degli anni Cinquanta sul tema dell'abitazione popolare.
Lungo la vicina via della Capinera sorgono altri due edifici, progettati sempre da Malchiodi, di più modeste dimensioni, dotati dei medesimi elementi compositivi.

Info
  • Progetto: 1959 - 1959
  • Esecuzione: 1959 - 1959
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Gian Carlo Malchiodi Progetto architettonico Progetto SI
  • Strutture: struttura mista travi e pilastri in cemento armato
  • Materiale di facciata: intonaco tipo Terranova
  • Coperture: doppia falda con manto in fibrocemento
  • Serramenti: in legno (sostituiti in parte con pvc); in ferro finestra
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Mediocre

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Il complesso residenziale, inserito nel verde, è formato da un lungo corpo in linea attestato su via dell'Allodola e rivolto verso sud, connesso ad altri tre edifici collocati all'interno dell'isolato; il sistema distributivo, composto da sei vani scala con ascensore, collega tra loro i diversi corpi edilizi e consente di accedere a due o tre appartamenti per ciascuno dei sei piani. L'efficace impostazione planimetrica, di evidente derivazione razionalista, permette di ottenere alloggi dotati di doppio o quadruplo affaccio, ciascuno con vano d'ingresso, salotto, cucina, bagno, una piccola loggia e due, tre o quattro camere da letto. Gli alzati sono caratterizzati dalla sequenza regolare di semplici portefinestre scandite alternativamente dalle fenditure verticali dei corpi degli ascensori o dalle eleganti fasce vetrate dei vani scala. Le logge sono evidenziate da diaframmi murari realizzati con elementi in laterizio che originano singolari superfici traforate, oggi in larga parte chiuse con serramenti e tamponamenti realizzati negli anni successivi. L'intero complesso è sospeso su pilastri che lasciano libero, fatta eccezione per gli accessi, l'intero piano terra. La copertura è di tipo tradizionale, a doppia falda, realizzata in fibrocemento.
L'intervento presenta motivi di interesse legati alla peculiare soluzione insediativa e tipologica, che non ripropone i rigidi schemi di orientamento lungo l'asse eliotermico nord-sud tipici dell'edilizia aperta di matrice razionalista - più didascalicamente riproposti nel vicino quartiere IACP Giambellino (1951-1955) - ma tenta di instaurare un rapporto più articolato tra strada, isolato e verde. Inoltre la modularità degli alloggi e l'ingegnoso collegamento tra il corpo in linea e quelli retrostanti a pianta quadrata, che ospitano ciascuno un unico appartamento, rappresentano soluzioni tipologiche significative, non certo scontate, che mostrano tutta la vitalità della ricerca italiana degli anni Cinquanta sul tema dell'abitazione popolare.
Lungo la vicina via della Capinera sorgono altri due edifici, progettati sempre da Malchiodi, di più modeste dimensioni, dotati dei medesimi elementi compositivi.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Il complesso di via dell'Allodola è situato proprio di fronte alla Chiesa di San Giovanni Battista alla Creta (1957-1961) di Giovanni Muzio, che costituisce il fulcro di un quartiere residenziale alla periferia ovest di Milano connotato da edilizia popolare pubblica costruita nel dopoguerra. Pochi isolati più a est si trovano infatti il quartiere IACP Giambellino (1951-1955) progettato da Irenio Diotallevi e portato a termine da Max Pedrini e Camillo Rossetti, e le schiere di Case Comunali Unifamiliari (1947) di via dei Gigli. Lungo la vicina via Pisa, ai civici dal 2 all'8, si trovano altri quattro corpi edilizi, progettati sempre da Malchiodi per i dipendenti del Credito Italiano, risalenti al 1960.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
La Pietra Ugo (a cura di) 2007 Gian Carlo Malchiodi Architetto Prearo Milano 108-109 Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica Rielaborazione a cura di Ad Urbem - 2016
Scorcio su via della Capinera Scorcio su via della Capinera Alessandro Sartori - 2016
Fotopiano del corpo scala che funge da collegamento tra i diversi corpi edilizi Fotopiano del corpo scala che funge da collegamento tra i diversi corpi edilizi Alessandro Sartori - 2016
Fotopiano di dettaglio della facciata su via dell'Allodola con in evidenza i diaframmi in laterizio e i serramenti di un corpo scala Fotopiano di dettaglio della facciata su via dell'Allodola con in evidenza i diaframmi in laterizio e i serramenti di un corpo scala Alessandro Sartori - 2016
L'affaccio su via della Capinera con in evidenza i diaframmi murari in laterizio che caratterizzano le logge L'affaccio su via della Capinera con in evidenza i diaframmi murari in laterizio che caratterizzano le logge Alessandro Sartori - 2016
Scorcio su via dell'Allodola Scorcio su via dell'Allodola Alessandro Sartori - 2016
Scorcio su via del Pettirosso Scorcio su via del Pettirosso Alessandro Sartori - 2016
Scorcio su via dell'Allodola Scorcio su via dell'Allodola Alessandro Sartori - 2016

Criteri
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Politecnico di Milano - Dipartimento di Industrial Design, Arti, Comunicazione e Moda
Responsabile scientifico: Fulvo Irace, Graziella Leyla Ciagà


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 02/02/2023

Revisori:

Alberto Coppo 2022