Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

UNITÀ RESIDENZIALE AL QUARTIERE HARAR-DESSIÈ

Scheda Opera

  • Planimetria generale. Scala 1:1000, 1951
  • Sezione e prospetti laterali. Scala 1:100, 1952
  • Fotopiano di dettaglio del prospetto sud con in evidenza il reticolo strutturale accentuato dall'arretramento delle superfici di tamponamento
  • Vista generale
  • Scorcio sul giardino
  • Vista del prospetto sud da via Monte Baldo
  • Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica
  • Interno. Stampa fotografica b/n
  • Particolare ballatoio. Stampa fotografica b/n. (Fondo Figini e Pollini, MART)
  • Planimetria d'insieme e sezione. Scala 1:500, 1952
  • Casa A, alloggi tipo, casa tipo R variante, piante e sezioni. Scala 1:50, 1951-1953
  • Stampa fotografica b/n
  • Prospetto nord. Scala 1:100
  • Prospetto nord, prima versione non realizzato. Scala 1:100
  • Prospetto sud. Scala 1:100
  • Prospetto sud, prima versione non realizzato. Scala 1:100
  • Comune: Milano
  • Denominazione: UNITÀ RESIDENZIALE AL QUARTIERE HARAR-DESSIÈ
  • Indirizzo: Via Harar N. 7, 7C
  • Data: 1951 - 1955
  • Tipologia: Complessi residenziali
  • Autori principali: Luigi Figini, Gino Pollini
Descrizione

Il quartiere popolare Harar-Dessiè, situato alla periferia ovest della città nei pressi dello Stadio di San Siro, può essere considerato uno degli esiti più riusciti del programma Ina Casa. La varietà delle tipologie edilizie impiegate, la disposizione attorno ad ampie aree verdi e la dotazione di alcuni servizi essenziali conferiscono al quartiere un buon coefficiente di vivibilità, unitamente all'interesse specifico per la presenza di alcune soluzioni abitative sperimentali. Tra queste vi è quella adottata nel “grattacielo orizzontale“ - uno dei nove edifici in linea lunghi circa 150 metri previsti dal piano urbanistico - progettato da Luigi Figini e Gino Pollini ai civici 7 e 7c di via Harar, che sintetizza alcuni degli aspetti della ricerca razionalista sul tema della casa economica ad alta densità.
Le singole unità abitative sono impostate sulle scenografiche zone giorno passanti a doppia altezza, sopra le quali sono ricavate le camere con servizi. Dall'aggregazione modulare di due differenti versioni di questo disegno a duplex - con camera unica o doppia - si sviluppa il disegno lineare dell'edificio, parallelo a via Harar con affaccio nord-sud. Il sistema distributivo è a ballatoio sul quale, grazie all'ingegnosa invenzione della doppia altezza, non sono ricavate altre aperture ad eccezione della porta d'ingresso, superando così ogni problematica legata all'introspezione visiva. Per consentire il traguardo del corpo edilizio in linea - lungo 145,22 metri - il piano terra è libero, sospeso sui pilastri, salvo le parti adibite a cantine e gli accessi ai vani scala. Il fronte nord presenta anche dei piccoli balconi, posti al di sopra dei ballatoi, che servono i bagni ai piani superiori delle abitazioni. Il lato sud, meglio esposto all'irraggiamento solare e rivolto verso il verde, presenta un sistema logge sulle quali affacciano gli ambienti delle zone giorno alle quote d'accesso e le camere al secondo livello. Questo prospetto è caratterizzato dall'arretramento delle superfici di tamponamento che lasciano in evidenza il reticolo strutturale in cemento armato: una soluzione che, rafforzata dalle scelte cromatiche, valorizza in chiave espressiva la separazione delle parti portanti da quelle portate, originando un elegante disegno reticolare, di chiara ispirazione razionalista, e denunciando in facciata la peculiare distribuzione interna a duplex. I due progettisti ripropongono qui un tema figurativo che avevano già sperimentato, sempre a Milano ma in tutt'altro contesto, nel corpo interno del complesso di via Broletto 37 (1947-1948). Il fronte nord invece è caratterizzato da maggior chiusura e dall'orizzontalità della sequenza dei lunghi ballatoi alternati alle fasce dei balconi; la collocazione in tempi successivi di tre vani ascensore esterni, appoggiati ai ballatoi in corrispondenza delle scale e rivestiti con strutture metalliche, ha modificato la percezione originaria del prospetto.
L'edificio, individuato dal piano urbanistico generale del quartiere come “casa A ad alloggi duplex“, può essere considerato un interessante saggio della varietà di soluzioni abitative sviluppate nell'immediato dopoguerra nell'ambito della ricerca sulla casa popolare. Un'esperienza ricca e vitale, che testimonia l'aggiornamento e l'originalità della cultura italiana di quegli anni rispetto alle più moderne ricerche in ambito internazionale sul tema dell'abitare moderno: il modello di riferimento al quale si sono ispirati i progettisti, infatti, la celebre Unitè d'Habitation (1947-1952) di Marsiglia, era stata realizzata dal maestro Le Corbusier solo pochi anni prima.

Info
  • Progetto: 1951 - 1955
  • Esecuzione: 1951 - 1955
  • Committente: INA-Casa, IACP - Istituto Autonomo Case Popolari di Milano
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Luigi Figini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=20126 SI
Gino Pollini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21182 SI
  • Strutture: struttura travi e pilastri in cemento armato, solai in cemento armato e laterizio
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: piana non praticabile
  • Serramenti: in abete con traverse in larice, con avvolgibili (in parte sostituiti)
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Le singole unità abitative sono impostate sulle scenografiche zone giorno passanti a doppia altezza, sopra le quali sono ricavate le camere con servizi. Dall'aggregazione modulare di due differenti versioni di questo disegno a duplex - con camera unica o doppia - si sviluppa il disegno lineare dell'edificio, parallelo a via Harar con affaccio nord-sud. Il sistema distributivo è a ballatoio sul quale, grazie all'ingegnosa invenzione della doppia altezza, non sono ricavate altre aperture ad eccezione della porta d'ingresso, superando così ogni problematica legata all'introspezione visiva. Per consentire il traguardo del corpo edilizio in linea - lungo 145,22 metri - il piano terra è libero, sospeso sui pilastri, salvo le parti adibite a cantine e gli accessi ai vani scala. Il fronte nord presenta anche dei piccoli balconi, posti al di sopra dei ballatoi, che servono i bagni ai piani superiori delle abitazioni. Il lato sud, meglio esposto all'irraggiamento solare e rivolto verso il verde, presenta un sistema logge sulle quali affacciano gli ambienti delle zone giorno alle quote d'accesso e le camere al secondo livello. Questo prospetto è caratterizzato dall'arretramento delle superfici di tamponamento che lasciano in evidenza il reticolo strutturale in cemento armato: una soluzione che, rafforzata dalle scelte cromatiche, valorizza in chiave espressiva la separazione delle parti portanti da quelle portate, originando un elegante disegno reticolare, di chiara ispirazione razionalista, e denunciando in facciata la peculiare distribuzione interna a duplex. I due progettisti ripropongono qui un tema figurativo che avevano già sperimentato, sempre a Milano ma in tutt'altro contesto, nel corpo interno del complesso di via Broletto 37 (1947-1948). Il fronte nord invece è caratterizzato da maggior chiusura e dall'orizzontalità della sequenza dei lunghi ballatoi alternati alle fasce dei balconi; la collocazione in tempi successivi di tre vani ascensore esterni, appoggiati ai ballatoi in corrispondenza delle scale e rivestiti con strutture metalliche, ha modificato la percezione originaria del prospetto.
L'edificio, individuato dal piano urbanistico generale del quartiere come “casa A ad alloggi duplex“, può essere considerato un interessante saggio della varietà di soluzioni abitative sviluppate nell'immediato dopoguerra nell'ambito della ricerca sulla casa popolare. Un'esperienza ricca e vitale, che testimonia l'aggiornamento e l'originalità della cultura italiana di quegli anni rispetto alle più moderne ricerche in ambito internazionale sul tema dell'abitare moderno: il modello di riferimento al quale si sono ispirati i progettisti, infatti, la celebre Unitè d'Habitation (1947-1952) di Marsiglia, era stata realizzata dal maestro Le Corbusier solo pochi anni prima.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Il quartiere Ina Casa Harar-Dessiè (1951-1955) è impostato su un piano urbanistico basato sull'impiego di due diversi modelli insediativi: le case ad alta densità, i “grattacieli orizzontali“, che coi loro grandi corpi edilizi lineari delimitano e organizzano lo spazio dei servizi e del verde interno al quartiere, e le case basse unifamiliari, le “insulae“, che occupano liberamente gli isolati irregolari residuali. Nella contrapposizione dialettica tra queste due diverse tipologie abitative è stata letta una più ampia riflessione sui caratteri dell'abitare urbano, sul coesistere di linguaggi legati a modernità e memoria vernacolare e, in definitiva, sul rapporto tra città e campagna. I nove grandi fabbricati in linea sono stati progettati da Figini e Pollini (via Harar 7, 7c), Gio Ponti con Gigi Gho' (via Harar 3), Gio Ponti con Antonio Fornaroli (via Val Pellice 15), Paolo Chessa e Vito Latis (via Montebaldo 21), Alberto Rosselli (via Albenga 4 e via Novara 98), Gianluigi Reggio e Mario Tevarotto (via Dessiè 15a, b, c), Piero Bottoni con Mario Morini e Carlo Villa (via San Giusto 37 e via Novara 92); ciascuno di essi è dotato di peculiari soluzioni architettoniche sia distributive che formali. Le insulae, dotate anch'esse di assetti compositivi assai vari, sono state realizzate su progetti di Figini e Pollini, Paolo Chessa, Tito Varisco Bassanesi e Mario Tedeschi.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1951 Milano. Quartiere di via Dessiè Urbanistica n. 7 17-19 No
1952 Aspetti del quartiere INA-Casa di via Dessiè a Milano Domus n. 270 16 No
1956 Vie Harrar, Novara, Dessiè Urbanistica n. 18-19 122-123 No
Villa C. 1957 Alloggi duplex in edificio INA-Casa al quartiere Harar in Milano Edilizia Popolare n. 15 28-30 Si
Gentili Tedeschi Eugenio 1959 Figini e Pollini Il Balcone Milano 112-117 Si
Aloi Roberto 1959 Nuove architetture a Milano Hoepli Milano 255-258 No
Vercelloni Virgilio 1961 Alcuni quartieri di edilizia sovvenzionata a Milano Casabella n. 251 42-51 No
Blasi Cesare 1963 Figini e Pollini Comunità Milano 159-164 Si
Bono Cristoforo, Vercelloni Virgilio 1979 Il contesto e le opere Casabella n. 451-452 58 No
Grandi Maurizio, Pracchi Attilio 1980 Milano. Guida all'architettura moderna Zanichelli Milano 254-255 No
Alè Francesca, Bertelli Guia, Guidarini Stefano 1988 Itinerario n. 36. Figini e Pollini e Milano Domus n. 695 No
Consonni Giancarlo, Meneghetti Lodovico, Tonon Graziella (a cura di) 1990 Piero Bottoni. Opera completa Fabbri Milano 360 No
Savi Vittorio (a cura di) 1990 Figini e Pollini. Architetture 1927-1989 Electa Milano 62-67 Si
Gregotti Vittorio, Merzeri Giovanni (a cura di) 1996 Luigi Figini Gino Pollini. Opera completa Electa Milano 369 Si
Gramigna Giuliana, Mazza Sergio 2001 Milano. Un secolo di architettura milanese dal Cordusio alla Bicocca Hoepli Milano 272-273 No
Oliva Federico 2002 L'urbanistica di Milano. Quel che resta dei piani urbanistici nella crescita e nella trasformazione della città. Con sei itinerari Hoepli Milano 406 No
Pugliese Raffaele (a cura di) 2005 La casa popolare in Lombardia. 1903-2003 Unicopli Milano 184-187 No
Berizzi Carlo 2015 Guida all'architettura. Milano. Realizzazioni e progetti dal 1919 DOM Berlin 165 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Figini e Pollini Luigi Figini e Gino Pollini MART - Museo Arte Rovereto e Trento, Rovereto Quartiere INA Casa Harar a Milano
Archivio Luigi Figini Luigi Figini Fondo privato, Milano
Archivio Civico di Milano Comune di Milano

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale. Scala 1:1000, 1951 Planimetria generale. Scala 1:1000, 1951 Archivio Civico di Milano
Sezione e prospetti laterali. Scala 1:100, 1952 Sezione e prospetti laterali. Scala 1:100, 1952 Archivio Civico di Milano
Fotopiano di dettaglio del prospetto sud con in evidenza il reticolo strutturale accentuato dall'arretramento delle superfici di tamponamento Fotopiano di dettaglio del prospetto sud con in evidenza il reticolo strutturale accentuato dall'arretramento delle superfici di tamponamento Stefano Suriano - 2016
Vista generale Vista generale Stefano Suriano - 2016
Scorcio sul giardino Scorcio sul giardino Stefano Suriano - 2016
Vista del prospetto sud da via Monte Baldo Vista del prospetto sud da via Monte Baldo Stefano Suriano - 2016
Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica Supporto cartografico. Comune di Milano - Servizio SIT e Toponomastica Rielaborazione a cura di Ad Urbem - 2016
Interno. Stampa fotografica b/n Interno. Stampa fotografica b/n Fondo Figini e Pollini, MART
Particolare ballatoio. Stampa fotografica b/n. (Fondo Figini e Pollini, MART) Particolare ballatoio. Stampa fotografica b/n. (Fondo Figini e Pollini, MART)
Planimetria d'insieme e sezione. Scala 1:500, 1952 Planimetria d'insieme e sezione. Scala 1:500, 1952 Fondo Figini e Pollini, MART
Casa A, alloggi tipo, casa tipo R variante, piante e sezioni. Scala 1:50, 1951-1953 Casa A, alloggi tipo, casa tipo R variante, piante e sezioni. Scala 1:50, 1951-1953 Fondo Figini e Pollini, MART
Stampa fotografica b/n Stampa fotografica b/n Fondo Figini e Pollini, MART
Prospetto nord. Scala 1:100 Prospetto nord. Scala 1:100 Archivio Civico di Milano
Prospetto nord, prima versione non realizzato. Scala 1:100 Prospetto nord, prima versione non realizzato. Scala 1:100 Archivio Civico di Milano
Prospetto sud. Scala 1:100 Prospetto sud. Scala 1:100 Archivio Civico di Milano
Prospetto sud, prima versione non realizzato. Scala 1:100 Prospetto sud, prima versione non realizzato. Scala 1:100 Archivio Civico di Milano

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Gino Pollini Visualizza
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Politecnico di Milano - Dipartimento di Industrial Design, Arti, Comunicazione e Moda
Responsabile scientifico: Fulvo Irace, Graziella Leyla Ciagà


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 18/04/2024

Revisori:

Alberto Coppo 2022