QUARTIERE OPERAIO CANTON VESCO
Scheda Opera
- Comune: Ivrea
- Località: Canton Vesco
- Denominazione: QUARTIERE OPERAIO CANTON VESCO
- Indirizzo: Via Torino, Viale della Liberazione
- Data: 1943 - 1957
- Tipologia: Quartieri
- Autori principali: Annibale Fiocchi, Marcello Nizzoli, Ugo Sissa, Emilio Aventino Tarpino, Ottavio Cascio
Descrizione
1. Opera originaria
«Gli studi per la sistemazione del Quartiere di Canton Vesco risalgono all'immediato dopo guerra e risultavano allora limitati alla lottizzazione di circa 30.000 mq. di terreno di proprietà della Ditta Olivetti in cui si era prevista la costruzione di n. 10 case di abitazione orientate con fronti Nord e Sud e di alcuni servizi aventi carattere collettivo.
Con l'attuazione del Piano Fanfani che prevedeva la costruzione ad Ivrea di case per un valore di circa 200 milioni si pensò di realizzare tali costruzioni in un Quartiere residenziale che comprendesse anche gli edifici già costruiti. Vennero pertanto iniziati gli studi del Quartiere nella zona di terreno di circa 15 ettari limitato ad Est dalla Strada Statale numero 26 (Chivasso-Aosta), a Sud dalla frazione Canton Burzio, ad Ovest e Nord dalla progettata Strada che collega direttamente Ivrea a Torino senza transitare da Chivasso e che passa ai piedi delle colline rocciose di Monte Navale.
Il Quartiere risulta in tal modo circoscritto da strade di grande transito e dalle quali si accede ad Ovest mediante una strada di penetrazione che porta nel centro de Quartiere e ad Est per mezzo di una strada di arroccamento parallela alla Statale, primo tronco di una pista laterale che dovrebbe servire per il traffico lento in sede preparata. Tale strada risulta collegata alla Statale agli estremi del Quartiere.
Poiché fu necessario dare immediato inizio ai lavori di alcune costruzioni per conto del Piano Fanfani, gli studi per il completamento del Quartiere procedettero di pari passo con tali costruzioni e furono completati verso la fine del 1950.
Gli studi già avviati ed il terreno predisposto hanno consentito alla Ditta Olivetti, promotrice del Quartiere di farvi affluire l'attività costruttiva di vari Enti, quali INA-CASA del Comune di Ivrea, INA-CASA Olivetti, INA-CASA S.A.I.F.T.A., Istituto Case Popolari, Costruzioni private per dipendenti della Ing. C. Olivetti & C., S.p.A.
Il Quartiere nella sua soluzione definitiva prevede di dare alloggio a circa 2500 abitanti (circa 1/7 della popolazione di Ivrea) in case ad appartamenti a più piani ed in casette unifamiliari ad un piano e duplex e risulta completato da un complesso di edifici ad uso pubblico: scuole elementari con palestra-cinematografo, asilo, circolo culturale ricreativo, ambulatorio medico, chiesa, negozi, trattoria con gioco bocce, attrezzature sportive.
Area del complesso: mq. 149.000
Vani INA CASA: n. 2.500
Abitanti: n. 2.500
Alloggi: n. 470 di cui: n. 8 di 7 vani; n. 176 di 6 vani: n. 244 di 5 vani; n. 42 di 4 vani.
Tipi edilizi: n. 7 case collettive a 4 piani con scale ogni 2 alloggi; n. 7 case collettive a 3 piani con scale ogni 2 alloggi; n. 2 case collettive a 3 piani con 1 scala e ballatoio; n. 13 case unifamiliari duplex a schiera; n. 1 casa collettiva a 8 piani con alloggi duplex.
Ripartizione dell’area: edifici ad uso abitazione mq. 13.9560 (9,3%); edifici ad uso collettivo mq. 8.250 (5,4%); strade principali (di penetrazione) mq. 6.950 (4,5%; strade secondarie (a circolazione lenta) mq. 9.755 (6,5%); piazze mq. 6.700 (5,5%); verde pubblico (parchi e giochi, comprese le zone a verde degli edifici ad uso pubblico) mq. 74.150 (49,6%); verde privato (giardini e orti) mq. 18.250 (12,1%); area ad uso sportivo mq. 11.000 (7,3%). Totale mq. 149.000 (100%).
Prezzo del terreno: lire 600 al mq. circa. Il terreno viene acquistato a mezzo trattativa privata. Incidenza del costo del terreno a vano: lire 34.200. Costo degli impianti: in corso di determinazione.
Edifici collettivi: asilo, scuole elementari con palestra-cinematografo, circolo culturale ricreativo ed ambulatorio medico, chiesa, negozi, trattoria con giochi e bocce». (Giovanni Astengo, Quartiere Canton Vesco a Ivrea, in «Urbanistica», n. 7, 1951, pp. 11, 21-23)
«Il quartiere, iniziato nel 1944, sarà completato con la costruzione della scuola elementare, dell’asilo-nido e di un centro sociale. È stata recentemente ultimata la costruzione della chiesa, mentre la scuola elementare è stata provvisoriamente sistemata in un prefabbricato
(Roberto Olivetti, La Società Olivetti nel Canavese: esperienze di un insediamento industriale in comprensorio agricolo, in «Urbanistica», n. 33, aprile 1962, p. 79)
«Queste case unifamiliari a schiera, per dipendenti della Olivetti – un altro esempio della continuità, del livello e della coerenza delle architetture “olivettiane”, che abbiamo potuto più di una volta seguire (Domus 291, 302 e 305) – fanno parte di un quartiere in via di realizzazione in regione Canton Vesco, presso Ivrea, quartiere destinato ad ospitare circa 2500 persone e ad essere completato con propri servizi collettivi (negozi, chiesa, scuola) che gli consentiranno una vita autonoma.
Nelle case che qui illustriamo [di Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli], gli alloggi si sviluppano su due piani: a sud, verso giardino, le camere da letto e il soggiorno, affacciati su un loggiato continuo; a nord l’ingresso e i servizi.
A pianterreno il loggiato è protetto da schermi frangisole in tavelle di cotto che creano zone d’ombra per la sosta all’aperto. Queste architetture vanno immaginate fra gli alberi che vi cresceranno intorno, e nei giardini». Annibale Fiocchi, Marcello Nizzoli, Quartiere residenziale per la Olivetti, in «Domus», n. 318, maggio 1956, p.3)
«Oggetto di una primo studio già nel Piano Regolatore di Ivrea nel 1938 e di un'elaborazione successiva nel 1943 che prevede l'impianto di tre quartieri per 15.000 abitanti in poco meno di 3.000 unità abitative, il quartiere viene costruito in fasi successive dal 1943 al 1967: è anche l'oggetto del primo intervento di riqualificazione urbana e di restauro del moderno compiuto a Ivrea.
Il primo intervento architettonico a Canton Vesco viene compiuto da Ugo Sissa, che costruisce un primo fabbricato di tre piani contenente 15 alloggi di piccole dimensioni destinati a dipendenti dell'azienda. Altri due edifici, entrambi di tre piani, vengono completati nel 1945 e nel 1946 su progetti elaborati da Sissa e Italo Lauro. Dal punto di vista distributivo, la prima casa presenta una soluzione a ballatoio mentre la seconda una soluzione mista di alloggi in duplex ai primi due piani e di ballatoio all'ultimo piano: la terza casa, invece, ha blocchi scala che servono due alloggi a ogni livello. In quest'area, vengono realizzati sette fabbricati per un totale di 86 alloggi e 396 vani.
Gli interventi - eseguiti tra 1943 e 1954 - sono tutti direttamente finanziati dalla Olivetti.
Le quattro case rimanenti vengono progettate da Annibale Fiocchi e Marcello Nizzoli i quali adottano una tipologia già sperimentata in un precedente intervento e caratterizzata da blocchi scala posizionati lungo il lato settentrionale degli edifici a servire due alloggi a ogni livello.
Nella successione degli interventi Canton Vesco viene modellato nella forma di unità di vicinato, di quartiere in grado di ricostruire un tessuto sociale di base e dotato di infrastrutture adeguate, secondo modelli che si diffondono in quegli anni in Italia sulla base di esempi stranieri, soprattutto britannici e scandinavi. Vengono costruiti un asilo-nido (su progetto di Ridolfi e Frankl,1955-63) e una scuola elementare (su progetto di Quaroni e De Carlo, 1955-63). Nizzoli e Oliveri realizzano l'edificio di culto del quartiere, la Chiesa del Sacro Cuore (1955-63), all'estremità meridionale del complesso: Nizzoli, inoltre, esegue tra 1951 e 1953 numerosi studi per una zona gioco che, però, non verranno mai messi in pratica.
Tra 1955 e 1958, vengono comunque realizzati, su progetto di Luciano Giovannini, tre complessi di case a riscatto per un totale di 23 alloggi e 119 vani.
Nel decennio successivo, tra 1966 e 1967, Ottavio Cascio e Emilio Tarpino realizzano infine l'ultimo intervento nelle aree ancora libere della parte centrale del quartiere: i due architetti costruiscono due edifici a torre di sette piani, l'altezza massima consentita nella zona dalla normativa edilizia. Destinati a famiglie numerose, questi edifici dispongono di quattro alloggi per piano per un totale di 56 alloggi e 310 vani».
(Progetto europeo Cultura 2000 “MoMo Neighbourhood Cooperation” - http://momoneco.kotka.fi/ivrea_nayttely_6_it.html)
«Casa popolare n.4 –Tipo B. 1946, via Matteotti n.1-2, Annibale Fiocchi, Marcello Nizzoli.
L’edificio costituisce il primo intervento edilizio di Fiocchi e Nizzoli nell’area di Canton Vesco[…]. Dal punti di vista tipologico rappresenta una transizione tra gli edifici di Sissa e le case di Tipo A. Degli uni adotta la dimensione, la forma e la struttura del fronte sud, delle altre anticipa (sebbene in forma più elementare e meno scenografica) la soluzione con scale ad andamento parallelo alla facciata e corridoi che servono due alloggi per piano, per un totale di dodici alloggi. Qui la scala è a tre rampe (di cui la più lunga appoggiata alla facciata), il corridoio è posto all’interno e il vano scala è chiuso e non illuminato. […] il fronte posteriore (elemento originale della composizione) è bucato da piccole finestre e dalle due porte di accesso alle scale coperte con tettoie a sbalzo in cemento armato ed è segnato da marcapiani in rilievo. La struttura è in muratura portante e cemento armato, serramenti e persiane originali in legno, la copertura (apparentemente piana) è realizzata con lastre di fibrocemento su struttura in legno leggermente inclinata in modo da renderla invisibile dal basso». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 93)
Casa a schiera. 1952, Viale Monthey nn.7-12, archh. Marcello Nizzoli, Annibale Fiocchi.
«L’edificio, uno di sette identici disposti secondo l’asse elio termico in file parallele sul lato del quartiere di Canton Vesco si sviluppa su due piani fuori terra con un andamenti lineare. Contiene sei alloggi duplex con ingresso su fronte nord da un piccolo cortile privato chiuso da una cancellata. Al piano terreno, sul lato sud gli alloggi si affacciano su ampi giardini privati attraverso verande schermate da pannelli traforati in laterizio; al lato superiore un balcone (con sfondati color ocra) corre lungo tutto il fronte. I fronti a est e ovest sono ciechi e rivestiti come il resto delle facciate in tessere di vetroceramica di colore azzurro (in altri casi sostituite dal piastrelle in clinker di color grigio-rosa o da lastre di pietra artificiale). La struttura portante è in calcestruzzo con tamponamenti in laterizio. Il profilo dell’edificio è caratterizzato da una copertura a due falde leggermente inclinate a impluvio (con pluviali annegati nel muro di spina) sostenute da una struttura in legno e con manto in lastre ondulate di fibrocemento». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 95)
Casa a Torre A. 1966-1967, via Galimberti n.1, Emilio Aventino Tarpino, Ottavio Cascio.
«Edificio di forma pressoché cubica, è costituito sostanzialmente da due case a torre di sette piani unite da un corpo scala passate che serve a ogni piano due coppie di alloggi con affacci contrapposti per un totale di ventotto alloggi. Ai due fronti nord e sud, quasi ciechi e appena ingentiliti da fasce marcapiano, sono contrapposti due fronti est e ovest articolati sulla dialettica tra i vuoti delle logge e i pieni dei volumi delle cucine e sulla presenza di doppi marcapiani prefabbricati in calcestruzzo, di cui uno cavo con funzione di contenitore della tenda di oscuramento della loggia. Le cucine sono illuminate da finestre a nastro poste in alto che risvoltano anche sulle facciate cieche. La struttura è in calcestruzzo, il tamponamento in laterizio con rivestimento in mattoni a vista, serramenti e tapparelle in legno, copertura piana in cemento armato impermeabilizzato». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 95)
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
Case popolari n.4, tipo B: gli edifici mantengono aperti i vani scala in facciata permettendo una corretta lettura della composizione originaria. In alcuni appartamenti sono stati aggiunti dei contro serramenti e/o delle zanzariere esterne al serramento.
Case a schiera: Alcuni degli edifici conservano i rivestimenti in tessere di vetroceramica o di piastrelle, altri hanno sostituito il rivestimenti con lastre di pietra artificiale. I frangisole in laterizio in alcuni edifici si presentano verniciati di bianco mentre in altri restano solo tracce della vernice bianca e il laterizio è a vista. Nel complesso gli edifici di questa tipologia sono in buono stato di conservazione.
Case a Torre A-A1: Gli edifici si presentano sostanzialmente invariati, alcune logge sono state chiuse da verande che hanno alterato la percezione di profondità della facciata in modo casuale. Si evidenziano localizzate macchie di umidità e di deposito superficiale. In corrispondenza degli accessi sono state aggiunte le rampe per i disabili.
«Il recupero del quartiere di Canton Vesco è stato realizzato nel periodo 1998-2006 con interventi privati progettati da professionisti locali incaricati dagli abitanti del quartiere con la consulenza degli architetti Riccardo Avanzi e Enrico Giacopelli, redattori della normativa di salvaguardia dell’architettura moderna, incaricati dall’Amministrazione comunale» (Enrico Giacopelli, Prove di salvaguardia nel quartiere di Canton Vesco a Ivrea, in Marcello Boriani, La sfida del moderno. L’architettura del XX secolo tra conservazione e innovazione, Edizioni Unicopli, Milano 2003, pp. 117-154)
Scheda a cura di Elisa Piolatto con Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1943 -
- Esecuzione: - 1957
- Committente: Società Olivetti
- Proprietà: Proprietà pubblico-privata
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
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Ottavio | Cascio | Progetto architettonico | Progetto | SI | ||
Annibale | Fiocchi | Progetto architettonico | Progetto | SI | ||
Marcello | Nizzoli | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.csacparma.it/fondo-nizzoli-associati-1965-1991/ | SI |
Ugo | Sissa | Progetto architettonico | Progetto | SI | ||
Emilio Aventino | Tarpino | Progetto architettonico | Progetto | SI |
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
1953 | Cité Olivetti à Vesco-Ivrea, Italie | L’ Architecture Francaise n. 135-136 | 29-33 | No | ||
1956 | Annibale Fiocchi, Marcello Nizzoli, Quartiere residenziale per la Olivetti | Domus n. 318 | 3 | No | ||
Franchetto Ermanno | 1957 | I quartieri di abitazione Olivetti | Notizie Olivetti n. 51 | 44441 | No | |
Olivetti Roberto | 1962 | La Società Olivetti nel Canavese: esperienze di un insediamento industriale in comprensorio agricolo | Urbanistica n. 33 | 63-86 | No | |
1976 | Dossier: Politique industrielle et architecture: le cas Olivetti | L'Architecture d'Aujourd'hui n. 188 | 37 | No | ||
Vidari Pier Paride | 2001 | Ivrea, città d’industria, di ricerca e di progetto (appunti sulla forma della città), in Lellia Cracco Ruggini (a cura di), Ivrea: ventun secoli di storia | Priuli e Verlucca | Pavone Canavese | 319-320 | No |
Enrico Giacopelli, | 2003 | Prove di salvaguardia nel quartiere di Canton Vesco a Ivrea, in Maurizio Boriani, La sfida del moderno. L’architettura del XX secolo tra conservazione e innovazione | Edizioni Unicopli | Milano | 117-154 | No |
Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico | 2007 | Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea | Allemandi | Torino | 92,93, 95 | No |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 173 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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Dossier di Candidatura “Ivrea Città Industriale del XX secolo” | Visualizza |
Dizionario biografico degli Italiani - Marcello Nizzoli | Visualizza |
Enciclopedia Treccani - Marcello Nizzoli | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Elisa Piolatto con Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021