Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CASA MALAGOLA

Scheda Opera

  • Vista della villa
  • Dettaglio del fronte esterno
  • Vista della fontana del giardino
  • Vista del soggiorno
  •  Dettaglio del camino del soggiorno
  • Vista dell'ingresso dalla sala da pranzo
  • Dettaglio del camino
  • Dettaglio del camino
  • Dettaglio del camino
  • Vista dell'interno
  • Vista del soggiorno
  • Vista del salotto con la scala del soppalco
  • Vista del salotto con la scala del soppalco
  • Dettaglio del soppalco
  • Dettaglio del soppalco
  • Pianta del piano terra
  • Comune: Russi
  • Località: Godo
  • Denominazione: CASA MALAGOLA
  • Indirizzo: Via Faentina Nord N. 292
  • Data: 1953 - 1954
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Edoardo Detti
Descrizione

Realizzata negli anni 1953-54 a Godo, nel comune di Russi, nel pieno della campagna ravennate in un’area circondata da un bosco, il progetto interviene su un edificio nato originariamente come convento di frati nel Seicento. Successivamente la struttura viene trasformata in villa, destinata alla residenza dei Bacinetti prima e, verso la prima metà dell’ Ottocento, del conte Giacomo Malagola degli Anziani. Durante la Seconda Guerra mondiale la parte interna del corpo principale della villa viene distrutta da un incendio.
Il progetto di ricostruzione del manufatto in stato di degrado nelle parti rimaste in piedi, prevede l’uso di richiami all'architettura del passato come di linguaggi moderni.
Sulla facciata principale vengono inserite una serie di alte finestre in legno con davanzali in marmo e un marcapiano sporgente, elementi ripresi simmetricamente dall'ala colonica contigua al fronte. A tali modifiche volte a riproporre una struttura di tipo tradizionale, si affiancano bucature e serramenti in materiali moderni che producono un accostamento per contrasto che vede un’altra riuscita espressione, nella scelta di aprire una grande finestra rettangolare in larghezza sulla doppia altezza del soggiorno, affacciato sul giardino retrostante.
L’interno non subisce interventi in cui è possibile leggere il medesimo processo di compresenza di elementi moderni e tradizionali. Con pochi e limitati adattamenti della struttura muraria, s’innestano controllati inserimenti di pareti oblique, differenti tra loro, che variano da un ambiente all'altro caratterizzando e differenziando i soffitti. Nel vano destinato al soggiorno: lo spazio si articola su tre livelli in altezza, protraendosi in lunghezza per l'intera profondità dell'edificio. Al piano terra, questo ha una semplice forma rettangolare che termina con una zona camino di poco ribassata, che si apre sul lato opposto con una grande bucatura aperta sul giardino. Il lato di testa si mostra completamente cieco, mentre le altre pareti si caratterizzano per il posizionamento di una molteplicità di bucature a quote differenti, il cui andamento corrisponde internamente al profilo delle rampe di collegamento addossate alle pareti, per lasciare ampio respiro allo spazio centrale.
L’invaso centrale è completato dal disegno in dettaglio degli arredi, come la librerie e la boisérie attorno alla cappa o delle balaustre lignee che si prolungano in sedute. L'organizzazione degli spazi e la caratterizzazione degli ambienti sembrano voler ricreare una sorta di “teatro domestico”, illuminato dalla grande varietà di aperture che modulano la luce naturale.
L’unificazione dell'arredo interno e dell'architettura che lo contiene rivela un atteggiamento progettuale volto a ottenere un'unità da porre alla base, non del singolo spazio, ma della dimensione stessa dell'abitare in senso più ampio.

(Matteo Sintini, Valentina Gili)

Info
  • Progetto: 1953 -
  • Esecuzione: - 1954
  • Tipologia Specifica: Villa
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Villa privata
  • Destinazione attuale: Villa privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Edoardo Detti Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=45135 SI
  • Strutture: calcestruzzo armato
  • Materiale di facciata: cotto e travertino
  • Coperture: piana in laterocemento
  • Serramenti: in legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Il progetto di ricostruzione del manufatto in stato di degrado nelle parti rimaste in piedi, prevede l’uso di richiami all'architettura del passato come di linguaggi moderni. 
Sulla facciata principale vengono inserite una serie di alte finestre in legno con davanzali in marmo e un marcapiano sporgente, elementi ripresi simmetricamente dall'ala colonica contigua al fronte. A tali modifiche volte a riproporre una struttura di tipo tradizionale, si affiancano bucature e serramenti in materiali moderni che producono un accostamento per contrasto che vede un’altra riuscita espressione, nella scelta di aprire una grande finestra rettangolare in larghezza sulla doppia altezza del soggiorno, affacciato sul giardino retrostante.
L’interno non subisce interventi in cui è possibile leggere il medesimo processo di compresenza di elementi moderni e tradizionali. Con pochi e limitati adattamenti della struttura muraria, s’innestano controllati inserimenti di pareti oblique, differenti tra loro, che variano da un ambiente all'altro caratterizzando e differenziando i soffitti. Nel vano destinato al soggiorno: lo spazio si articola su tre livelli in altezza, protraendosi in lunghezza per l'intera profondità dell'edificio. Al piano terra, questo ha una semplice forma rettangolare che termina con una zona camino di poco ribassata, che si apre sul lato opposto con una grande bucatura aperta sul giardino. Il lato di testa si mostra completamente cieco, mentre le altre pareti si caratterizzano per il posizionamento di una molteplicità di bucature a quote differenti, il cui andamento corrisponde internamente al profilo delle rampe di collegamento addossate alle pareti, per lasciare ampio respiro allo spazio centrale. 
L’invaso centrale è completato dal disegno in dettaglio degli arredi, come la librerie e la boisérie attorno alla cappa o delle balaustre lignee che si prolungano in sedute. L'organizzazione degli spazi e la caratterizzazione degli ambienti sembrano voler ricreare una sorta di “teatro domestico”, illuminato dalla grande varietà di aperture che modulano la luce naturale. 
L’unificazione dell'arredo interno e dell'architettura che lo contiene rivela un atteggiamento progettuale volto a ottenere un'unità da porre alla base, non del singolo spazio, ma della dimensione stessa dell'abitare in senso più ampio. 

(Matteo Sintini, Valentina Gili)

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Di origine fiorentina, si iscrive alla Facoltà di Architettura della sua città natale seguendo i corsi con cicliche interruzioni per via del contemporaneo servizio di leva nell'artiglieria alpina. Si laurea a Firenze nel 1940 con il  progetto per un istituto universitario di fisica, diventando in seguito assistente del suo relatore, Giovanni Michelucci, prima al corso di Arte dei giardini, poi a quello di Architettura di interni. 
Negli anni della ricostruzione Detti si impegna sul fronte civile come membro della “commissione macerie” per il CTLN (ovvero la Commissione Artistica per Firenze distrutta), ma anche sul fronte progettuale con la partecipazione a diversi concorsi per il piano di ricostruzione del centro urbano e dei ponti distrutti durante la guerra. Mentre si immerge nella febbrile attività di ricostruzione di Pratovecchio (1946) e di Stia (1947) entrambi nel Casentino, avvia un’attività professionale in proprio che vede la realizzazione di numerosi progetti per ville, residenze private e negozi in gran parte elaborati con Santi e Savioli, con i quali progetta, dopo aver vinto il rispettivo concorso, un nucleo residenziale Ina Casa a Savona (1945-50). All'interno del Piano INA-Casa partecipa poi al progetto di Ludovico Quaroni per il quartiere San Giusto e lavora a Massa per i quartieri Romagnano e san Leonardo.  L'amicizia con il critico d’arte Carlo L. Ragghianti, iniziata durante la guerra partigiana, diviene collaborazione rivolta all'allestimento di alcune mostre a Palazzo Strozzi, tra cui la più importante è sena dubbio l’esposizione di Architettura Moderna su Frank Lloyd Wright, prima in Italia del maestro americano, a cui seguono, in collaborazione con Oskar Stonorov, quelle del 1962 su Le Corbusier e del 1964 su Alvar Aalto.
Nel 1950 entra a far parte dell'Istituto nazionale di urbanistica (INU – associazione di protezione ambientale), con il quale collabora per oltre trent'anni fino a diventare presidente nel 1970-77. Nel 1955 riceve il Premio Olivetti per la critica di architettura e urbanistica.  Fonda e segue tra il 1972 e il 1978, la Scuola Internazionale di scienze ambientali presso il Centro di cultura scientifica E. Majorana di Erice. La scuola intende trasmettere i suoi studi sul disegno urbano, la pianificazione urbana, l'architettura del paesaggio e la tutela e valorizzazione dei beni culturali e soprattutto ambientali. La “conservazione” diventa tema portante dell'intero ciclo di insegnamenti.  Il suo costante impegno in ambito politico si accompagna ad una incisiva attività didattica, dando vita a importanti ricerche ritenute punti fermi nello studio delle trasformazioni urbane e paesaggistiche del territorio. S’interessa alle metodologie di intervento per il restauro, la salvaguardia e la tutela di manufatti singoli, di centri storici, di interi territori, e alla gestione urbanistica in cui la partecipazione del progettista va a inserirsi come attore e non soltanto come soggetto informato.


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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 52
  • Particella: 6

Note

Edoardo Detti (Firenze, 1913-1984) Di origine fiorentina, si iscrive alla Facoltà di Architettura della sua città natale seguendo i corsi con cicliche interruzioni per via del contemporaneo servizio di leva nell'artiglieria alpina. Si laurea a Firenze nel 1940 con il progetto per un istituto universitario di fisica, diventando in seguito assistente del suo relatore, Giovanni Michelucci, prima al corso di Arte dei giardini, poi a quello di Architettura di interni. Negli anni della ricostruzione Detti si impegna sul fronte civile come membro della “commissione macerie” per il CTLN (ovvero la Commissione Artistica per Firenze distrutta), ma anche sul fronte progettuale con la partecipazione a diversi concorsi per il piano di ricostruzione del centro urbano e dei ponti distrutti durante la guerra. Mentre si immerge nella febbrile attività di ricostruzione di Pratovecchio (1946) e di Stia (1947) entrambi nel Casentino, avvia un’attività professionale in proprio che vede la realizzazione di numerosi progetti per ville, residenze private e negozi in gran parte elaborati con Santi e Savioli, con i quali progetta, dopo aver vinto il rispettivo concorso, un nucleo residenziale Ina Casa a Savona (1945-50). All'interno del Piano INA-Casa partecipa poi al progetto di Ludovico Quaroni per il quartiere San Giusto e lavora a Massa per i quartieri Romagnano e san Leonardo. L'amicizia con il critico d’arte Carlo L. Ragghianti, iniziata durante la guerra partigiana, diviene collaborazione rivolta all'allestimento di alcune mostre a Palazzo Strozzi, tra cui la più importante è sena dubbio l’esposizione di Architettura Moderna su Frank Lloyd Wright, prima in Italia del maestro americano, a cui seguono, in collaborazione con Oskar Stonorov, quelle del 1962 su Le Corbusier e del 1964 su Alvar Aalto. Nel 1950 entra a far parte dell'Istituto nazionale di urbanistica (INU – associazione di protezione ambientale), con il quale collabora per oltre trent'anni fino a diventare presidente nel 1970-77. Nel 1955 riceve il Premio Olivetti per la critica di architettura e urbanistica. Fonda e segue tra il 1972 e il 1978, la Scuola Internazionale di scienze ambientali presso il Centro di cultura scientifica E. Majorana di Erice. La scuola intende trasmettere i suoi studi sul disegno urbano, la pianificazione urbana, l'architettura del paesaggio e la tutela e valorizzazione dei beni culturali e soprattutto ambientali. La “conservazione” diventa tema portante dell'intero ciclo di insegnamenti. Il suo costante impegno in ambito politico si accompagna ad una incisiva attività didattica, dando vita a importanti ricerche ritenute punti fermi nello studio delle trasformazioni urbane e paesaggistiche del territorio. S’interessa alle metodologie di intervento per il restauro, la salvaguardia e la tutela di manufatti singoli, di centri storici, di interi territori, e alla gestione urbanistica in cui la partecipazione del progettista va a inserirsi come attore e non soltanto come soggetto informato.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Duboy Philip (a cura di) 1993 Edoardo Detti (1913-1984) architetto e urbanista: dilemma del futuro di Firenze Electa Milano No
Gabellini Patrizia, Di Biagi Paolo, Borghi Paolo 2001 Edoardo Detti 1913-1984, in Le sculture di Paolo Borghi omaggio agli urbanisti italiani del Novecento. Marcello Piacentini, Giuseppe Samonà, Luigi Piccinato, Ludovico Quaroni, Edoardo Detti, Giovanni Astengo Ministero dei lavori pubblici No
Casciato Maristella, Orlandi Piero (a cura di) 2005 Quale e Quanta. Architettura in Emilia Romagna nel secondo Novecento Clueb Bologna No
2005 Villa Malagola di Godo Ross zétar d’Rumagna. Notiziario semestrale della Pro Loco di Russi, settembre n.2 11-12 Si
Lisini Caterina 2006 Parsimonia estetica e intensità poetica nelle architetture di Edoardo Detti: alcuni edifici residenziali degli anni '50 Firenze Architettura – Abitare il paesaggio, n. 2. Si
Baldini Giovanni, Bracci Diego, Sangiorgi Giorgio 2006 Mera Ville di Russi e della Bassa Romagna. Le cento ville storiche del territorio tra presente e passato Grafiche Morandi Fusignano 192 Si
Lisini Caterina, Mugnai Francesca 2013 Edoardo Detti: architetto e urbanista (1913-1984) Diabasis Parma No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Edoardo Detti Edoardo Detti Archivio di Stato di Firenze

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Vista della villa Vista della villa ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del fronte esterno Dettaglio del fronte esterno ASfi, Fondo Detti
Vista della fontana del giardino Vista della fontana del giardino ASfi, Fondo Detti
Vista del soggiorno Vista del soggiorno ASfi, Fondo Detti
 Dettaglio del camino del soggiorno Dettaglio del camino del soggiorno ASfi, Fondo Detti
Vista dell'ingresso dalla sala da pranzo Vista dell'ingresso dalla sala da pranzo ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del camino Dettaglio del camino ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del camino Dettaglio del camino ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del camino Dettaglio del camino ASfi, Fondo Detti
Vista dell'interno Vista dell'interno ASfi, Fondo Detti
Vista del soggiorno Vista del soggiorno ASfi, Fondo Detti
Vista del salotto con la scala del soppalco Vista del salotto con la scala del soppalco ASfi, Fondo Detti
Vista del salotto con la scala del soppalco Vista del salotto con la scala del soppalco ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del soppalco Dettaglio del soppalco ASfi, Fondo Detti
Dettaglio del soppalco Dettaglio del soppalco ASfi, Fondo Detti
Pianta del piano terra Pianta del piano terra ASfi, Fondo Detti

Criteri
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
SAN Archivi degli Architetti - Edoardo Detti Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Segretariato Regionale per l'Emilia Romagna
Titolare della ricerca: Università degli studi di Bologna Dipartimento di Architettura
Responsabile scientifico: Marco Pretelli


Scheda redatta da Matteo Sintini, Valentina Gili
creata il 31/12/2013
ultima modifica il 17/04/2024

Revisori:

Setti Stefano 2022