Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

PADIGLIONE PEDIATRICO DELL’OSPEDALE INFANTILE “CESARE ARRIGO”

Scheda Opera

  • Scorcio da sud-est, anni Cinquanta
  • Planimetria generale
  • Pianta piano seminterrato e prospetto est
  • Pianta piani primo e secondo
  • Sezioni verticali
  • Fronte sud, anni Cinquanta
  • Particolare del balcone del fronte sud
  • Dettaglio del fronte, anni Cinquanta
  • Particolari degli infissi
  • Scorcio da sud-est, 2019
  • Il fronte sud, 2019
  • Vista esterna con la scala di sicurezza, 2019
  •  Ortofoto, 2020
  • Comune: Alessandria
  • Denominazione: PADIGLIONE PEDIATRICO DELL’OSPEDALE INFANTILE “CESARE ARRIGO”
  • Indirizzo: Via Spalto Marengo N. 46
  • Data: - 1948
  • Tipologia: Strutture sanitarie
  • Autori principali: Ignazio Gardella
Descrizione

1. Opera originaria

«Il padiglione ospedaliero qui illustrato costituisce il primo reparto dell’Ospedale Infantile “Cesare Arrigo”, e cioè il nucleo iniziale di un nuovo ospedale infantile generale. Il padiglione si articola in un piano seminterrato con servizi necessari anche agli altri padiglioni già esistenti, e in due piani fuori terra con camere di degenza e reparto pensionanti.
Nel seminterrato trovano posto: la lavanderia con stazione di disinfestazione, il guardaroba, il locale caldaie e combustibile, un piccolo magazzino e i servizi igienici per il personale. La biancheria sporca, che arriva dai piani superiori a mezza di canne di scarico o con carrelli dagli altri padiglioni dell’Ospedale, viene raccolta nel locale di cernita e di qui segue il ciclo delle varie operazioni di lavatura, essiccatura, stiratura e rammendo, per arrivare al locale di distribuzione. La biancheria infetta passa prima alla disinfestazione (camera a formalina e autoclave a vapore), che è nettamente separata dagli altri servizi. E’ stata prevista un’attrezzatura per lavare fino a 300/350 kg di biancheria al giorno in media.
Nel piano terreno rialzato è situato un reparto di degenza con 7 camere a tre lettini, una sala di medicazione, i servizi, e un ambiente di soggiorno d’angolo con ampia terrazza. Le finestre delle camere di degenza arrivano fino a pavimento, in modo da consentire anche ai malati la vista al giardino.
Nel primo piano trova posto un reparto pensionanti costituito da 7 camere, dagli stessi servizi del piano inferiore, e dai servizi per gli accompagnatori. La scala è separata, ad ogni piano, mediante vetrate dai corridoi di reparto: il movimento che si svolge in essa è perciò indipendente da quello del reparto.
[…] La parte superiore delle finestre delle camere di degenza è apribile ad anta e la parte inferiore a vasistas. Davanti alla finestra, la fascia marcapiano s’allarga in un piano di appoggio per vasi di fiori.
La struttura portante dell’edificio è costituita da un’intelaiatura a maglie regolari di travi e pilastri in c.a. Le murature di chiusura esterne sono costituite da doppio tavolato, con interposta camera d’aria, di mattoni pieni all’esterno e di forati all’interno. Le fasce marcapiano sono in intonaco di graniglia bianco; il tetto in lastre di eternit» (Renato Pedio, Due nuove opere di Ignazio Gardella, in «L’architettura. Cronache e storia», n. 29, marzo 1958 pp. 728-734).

«L'edificio illustrato contiene un primo reparto che dovrebbe costituire il nucleo iniziale di un nuovo ospedale infantile. Il nuovo padiglione è costituito da due piani fuori terra e da un piano seminterrato. Nel seminterrato trovano posto la lavanderia con stazione di disinfezione, il guardaroba e i locali delle caldaie. La biancheria sporca arriva direttamente a mezzo di canne di scarico, e, dagli altri padiglioni esistenti, a mezzo di carrelli. La biancheria infetta arriva alla disinfezione, provvista dei servizi di bonifica per il personale, con netta separazione della parte infetta da quella non infetta, e con ingresso diretto dall'esterno. Il piano terreno-rialzato contiene un reparto di degenza, costituito da 7 camere di degenza a tre lettini, dai relativi servizi, e da un ambiente di soggiorno in angolo, con ampia terrazza a sud. Il primo piano contiene un reparto pensionanti, costituito da 7 camere a un lettino più un letto per l'accompagnatore, e dagli stessi servizi del piano rialzato, più quelli per gli accompagnatori. Le camere di degenza sono esposte a sud-est, i servizi a nord-ovest. Il corridoio è illuminato in testata. Le finestre delle camere di degenza arrivano fino al pavimento, in modo da consentire la vista del giardino anche ai degenti in letto. Davanti alle finestre la fascia marcapiano si allarga in un piano di appoggio per vasi di fiori. La scala di comunicazione tra i vari piani è separata dai corridoi: il movimento che si svolge su di essa è perciò indipendente da quello del reparto. La struttura portante è costituita da una intelaiatura a maglia regolare di travi e pilastri in cemento armato. La muratura di chiusura esterna è formata da un doppio tavolato, di mattoni pieni scelti a vista verso l'esterno e di mattoni forati verso l'interno. Le fasce marcapiano sono in intonaco di graniglia bianco; la copertura in lastre di eternit. I serramenti sono in ferro-finestra, verniciati in bianco, con profilature laterali, racchiudenti le guide a U degli avvolgibili, verniciate in grigio scurissimo. Pure in grigio scurissimo sono i parapetti in ferro e i canali di gronda. Gli avvolgibili sono in legno, verniciati di verde» (Giulio Carlo Argan, Ignazio Gardella, Edizioni di Comunità, Milano 1959, pp. 145-147). Traduzione inglese: sì

«[…] Sul versante esterno della circonvallazione troviamo, in un lotto recintato, i locali dell’Ospedale infantile “Cesare Arrigo” (comunemente detto l’ospedaletto, spalto Marengo n. 46; all’ingresso quanto rimane della parte dovuta allo studio paterno, a firma dell’ing. Martini). Di Ignazio Gardella segnaliamo in particolare il padiglione pediatrico (in fondo al lotto a destra) del 1956-57. La parte verso l’ingresso è movimentata da un tracciato planimetrico vigorosamente spezzato. Questo particolare anima con un tocco espressionista la compostezza dell’insieme, anche se ritroviamo ancora movimento nella composizione delle finestre, che richiamano “quelle finestre isolate, abbinate, in serie continua o modulate secondo intervalli regolari, ora più alte, ora più basse, come le canne di un organo” della coeva casa alle Zattere di Venezia (G.C. Argan, 1959). Ma l’importanza dell’ospedaletto nella produzione gardelliana va vista anche per ciò che non c’è più o che non è mai stato realizzato. Non c’è più il padiglione per le malattie infettive (1934), demolito per far posto alla centrale termica (sul lato lungo via Di Vittorio), esempio di razionalismo essenziale e lineare. Non realizzato è invece il progetto del padiglione sanatoriale (1939), che avrebbe potuto essere la sintesi dei due capolavori gardelliani degli anni Trenta, cioè il dispensario antitubercolare e il laboratorio di igiene e profilassi, che ci attendono proprio al di là del viale della circonvallazione […]». (Mario Mantelli, L’utopia sulla circonvallazione. Piccolo itinerario per incontrare le architetture di Ignazio Gardella ad Alessandria in Ritratti di architetture, Provincia di Alessandria, Alessandria 1993, p. 20)

«Il complesso ospedaliero si connota per l’organizzazione del volume che si articola sul lato minore, biforcandosi in corrispondenza del lungo corridoio che attraversa l’edificio per tutta la lunghezza. Tale divaricazione rispecchia la misura degli spazi interni, con particolare riferimento al reparto di degenza, caratterizzato dalla sequenza delle camere da un lato e dei servizi dall’altro. Ne consegue uno sviluppo asimmetrico dello stesso fronte, con il corpo più largo che arretra rispetto all’altro, smussando l’angolo per accogliere i terrazzi rivolti su tutti i lati. A incrementare la dinamica della composizione concorre la copertura piana con forte aggetto. Si può qui avvertire l’onda lunga della Casa per impiegati Borsalino, da cui deriva soprattutto il principio di comporre per parti, in questo caso disaggregando a aggregando l’unitarietà dell’organismo» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 87). Traduzione inglese: sì


2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

L’opera si presenta in buono stato di conservazione e nel tempo è stata mantenuta la sua funzione originale. I serramenti del primo piano sono stati sostituiti con una soluzione che non rispetta le proporzioni del telaio originale, alterando in parte il disegno dei prospetti. Per ragioni di sicurezza è stata aggiunta sul lato nord una scala metallica esterna.

(Scheda a cura di Carolina Crozzolin, Guido Pavia con Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work
The "Cesare Arrigo" Children's Hospital pavilion, commonly called "Ospedaletto", is part of a hospital district consisting of pavilions distributed within a fenced lot. The building at the entrance was designed by the association of Ignazio Gardella’s father, Arnolfo, and signed by Eng. Martini. The architecture by Ignazio Gardella is instead at the end of the lot on the right. Its shorter side, the one facing the entrance, has a vigorously broken planimetric layout.
«In fact, it forks starting from the long central corridor, which runs through the building along its entire length. This separation reflects the organization of the internal spaces, in particular, the area of the ward, characterized by the sequence of rooms on one side and services on the other» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, 2008).
«The new pavilion has two storeys above ground and one basement. In the basement are the laundry with its disinfection station, a wardrobe, and the boiler rooms. Dirty linen is delivered directly, by means of exhaust pipes, or from other pavilions by means of small trucks. This soiled linen is sent to the disinfection station which provides sanitary services for the personnel, with a distinct separation of the infected from the non-infected sections, and with direct entrance from the outside.
The raised ground-floor contains a lying-in section consisting of seven wards of three beds each, relative services, and a lounge area in the corner with an ample terrace to the south.
The first floor contains a section for borders, of seven rooms with one small bed each plus one normal bed each for the person responsible for the child, and of the same services as for the raised floor, as well as those for the adult boarders. The lying-in rooms face south-east, the services north west. The corridor is lighted overhead.
The windows of the lying-in room reach the floor so as to allow even the bed-ridden patients to have a view of the garden from where the are lying. In front of the windows the stringcourse widens into a kind of sill where pots of flowers may be put. The staircase leading to the various floors is separate from the corridors; all movement on it is therefore independent of the wards.
The supporting structure consists of a regular framework of beams and pilasters in reinforced concrete. The outside walls consist of double boarding, with solid brick facing on outside and hollow tile on the inside. The strips of stringcourse are plastered in white grit; the roofing is in asbestos lumber. The window frames are in iron and painted white, with lateral profiling, closing in the U-guides of the roller blinds. The iron railings and eaves gutters are in dark grey. The roller blinds are in green-painted wood» (Giulio Carlo Argan, 1959).

2. Current state in 2019
The construction is in a good state of conservation and its original intended use has been maintained over the years. The frame windows of the first floor have been replaced with a solution that doesn’t respect the proportions of the original frame, partly altering the design of the elevations. For safety reasons, an external metal staircase has been added on the north side.

(English version by Alessia Federica Gigliotti, DAD-Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: -
  • Esecuzione: 1947 - 1948
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: Padiglione pediatrico
  • Destinazione attuale: Padiglione pediatrico
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Ignazio Gardella Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60047 SI
Impresa Gandini Impresa esecutrice Esecuzione NO
Impresa Marabese Progetto Impianti Esecuzione NO
  • Strutture: La struttura portante dell’edificio è costituita da un’intelaiatura a maglie regolari di travi e pilastri in c.a. Le murature di chiusura esterne sono costituite da doppio tavolato, con interposta camera d’aria, di mattoni pieni all’esterno e di forati al
  • Materiale di facciata: Mattoni pieni a vista. Le fasce marcapiano sono in intonaco di graniglia bianco
  • Coperture: Coperture a falda ribassata in lastre di eternit
  • Serramenti: I serramenti sono in ferro-finestra, verniciati in bianco, con profilature laterali, racchiudenti le guide a U degli avvolgibili, verniciate in grigio scurissimo. La parte superiore delle finestre delle camere di degenza è apribile ad anta e la parte infe
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Nel seminterrato trovano posto: la lavanderia con stazione di disinfestazione, il guardaroba, il locale caldaie e combustibile, un piccolo magazzino e i servizi igienici per il personale. La biancheria sporca, che arriva dai piani superiori a mezza di canne di scarico o con carrelli dagli altri padiglioni dell’Ospedale, viene raccolta nel locale di cernita e di qui segue il ciclo delle varie operazioni di lavatura, essiccatura, stiratura e rammendo, per arrivare al locale di distribuzione. La biancheria infetta passa prima alla disinfestazione (camera a formalina e autoclave a vapore), che è nettamente separata dagli altri servizi. E’ stata prevista un’attrezzatura per lavare fino a 300/350 kg di biancheria al giorno in media. 
Nel piano terreno rialzato è situato un reparto di degenza con 7 camere a tre lettini, una sala di medicazione, i servizi, e un ambiente di soggiorno d’angolo con ampia terrazza. Le finestre delle camere di degenza arrivano fino a pavimento, in modo da consentire anche ai malati la vista al giardino. 
Nel primo piano trova posto un reparto pensionanti costituito da 7 camere, dagli stessi servizi del piano inferiore, e dai servizi per gli accompagnatori. La scala è separata, ad ogni piano, mediante vetrate dai corridoi di reparto: il movimento che si svolge in essa è perciò indipendente da quello del reparto.
[…] La parte superiore delle finestre delle camere di degenza è apribile ad anta e la parte inferiore a vasistas. Davanti alla finestra, la fascia marcapiano s’allarga in un piano di appoggio per vasi di fiori. 
La struttura portante dell’edificio è costituita da un’intelaiatura a maglie regolari di travi e pilastri in c.a. Le murature di chiusura esterne sono costituite da doppio tavolato, con interposta camera d’aria, di mattoni pieni all’esterno e di forati all’interno. Le fasce marcapiano sono in intonaco di graniglia bianco; il tetto in lastre di eternit» (Renato Pedio, Due nuove opere di Ignazio Gardella, in «L’architettura. Cronache e storia», n. 29, marzo 1958 pp. 728-734).

«L'edificio illustrato contiene un primo reparto che dovrebbe costituire il nucleo iniziale di un nuovo ospedale infantile. Il nuovo padiglione è costituito da due piani fuori terra e da un piano seminterrato. Nel seminterrato trovano posto la lavanderia con stazione di disinfezione, il guardaroba e i locali delle caldaie. La biancheria sporca arriva direttamente a mezzo di canne di scarico, e, dagli altri padiglioni esistenti, a mezzo di carrelli. La biancheria infetta arriva alla disinfezione, provvista dei servizi di bonifica per il personale, con netta separazione della parte infetta da quella non infetta, e con ingresso diretto dall'esterno. Il piano terreno-rialzato contiene un reparto di degenza, costituito da 7 camere di degenza a tre lettini, dai relativi servizi, e da un ambiente di soggiorno in angolo, con ampia terrazza a sud. Il primo piano contiene un reparto pensionanti, costituito da 7 camere a un lettino più un letto per l'accompagnatore, e dagli stessi servizi del piano rialzato, più quelli per gli accompagnatori. Le camere di degenza sono esposte a sud-est, i servizi a nord-ovest. Il corridoio è illuminato in testata. Le finestre delle camere di degenza arrivano fino al pavimento, in modo da consentire la vista del giardino anche ai degenti in letto. Davanti alle finestre la fascia marcapiano si allarga in un piano di appoggio per vasi di fiori. La scala di comunicazione tra i vari piani è separata dai corridoi: il movimento che si svolge su di essa è perciò indipendente da quello del reparto. La struttura portante è costituita da una intelaiatura a maglia regolare di travi e pilastri in cemento armato. La muratura di chiusura esterna è formata da un doppio tavolato, di mattoni pieni scelti a vista verso l'esterno e di mattoni forati verso l'interno. Le fasce marcapiano sono in intonaco di graniglia bianco; la copertura in lastre di eternit. I serramenti sono in ferro-finestra, verniciati in bianco, con profilature laterali, racchiudenti le guide a U degli avvolgibili, verniciate in grigio scurissimo. Pure in grigio scurissimo sono i parapetti in ferro e i canali di gronda. Gli avvolgibili sono in legno, verniciati di verde» (Giulio Carlo Argan, Ignazio Gardella, Edizioni di Comunità, Milano 1959, pp. 145-147). Traduzione inglese: sì

«[…] Sul versante esterno della circonvallazione troviamo, in un lotto recintato, i locali dell’Ospedale infantile “Cesare Arrigo” (comunemente detto l’ospedaletto, spalto Marengo n. 46; all’ingresso quanto rimane della parte dovuta allo studio paterno, a firma dell’ing. Martini). Di Ignazio Gardella segnaliamo in particolare il padiglione pediatrico (in fondo al lotto a destra) del 1956-57. La parte verso l’ingresso è movimentata da un tracciato planimetrico vigorosamente spezzato. Questo particolare anima con un tocco espressionista la compostezza dell’insieme, anche se ritroviamo ancora movimento nella composizione delle finestre, che richiamano “quelle finestre isolate, abbinate, in serie continua o modulate secondo intervalli regolari, ora più alte, ora più basse, come le canne di un organo” della coeva casa alle Zattere di Venezia (G.C. Argan, 1959). Ma l’importanza dell’ospedaletto nella produzione gardelliana va vista anche per ciò che non c’è più o che non è mai stato realizzato. Non c’è più il padiglione per le malattie infettive (1934), demolito per far posto alla centrale termica (sul lato lungo via Di Vittorio), esempio di razionalismo essenziale e lineare. Non realizzato è invece il progetto del padiglione sanatoriale (1939), che avrebbe potuto essere la sintesi dei due capolavori gardelliani degli anni Trenta, cioè il dispensario antitubercolare e il laboratorio di igiene e profilassi, che ci attendono proprio al di là del viale della circonvallazione […]». (Mario Mantelli, L’utopia sulla circonvallazione. Piccolo itinerario per incontrare le architetture di Ignazio Gardella ad Alessandria in Ritratti di architetture, Provincia di Alessandria, Alessandria 1993, p. 20)

«Il complesso ospedaliero si connota per l’organizzazione del volume che si articola sul lato minore, biforcandosi in corrispondenza del lungo corridoio che attraversa l’edificio per tutta la lunghezza. Tale divaricazione rispecchia la misura degli spazi interni, con particolare riferimento al reparto di degenza, caratterizzato dalla sequenza delle camere da un lato e dei servizi dall’altro. Ne consegue uno sviluppo asimmetrico dello stesso fronte, con il corpo più largo che arretra rispetto all’altro, smussando l’angolo per accogliere i terrazzi rivolti su tutti i lati. A incrementare la dinamica della composizione concorre la copertura piana con forte aggetto. Si può qui avvertire l’onda lunga della Casa per impiegati Borsalino, da cui deriva soprattutto il principio di comporre per parti, in questo caso disaggregando a aggregando l’unitarietà dell’organismo» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 87). Traduzione inglese: sì
	

2. Consistenza dell’opera al 2019/Stato attuale

L’opera si presenta in buono stato di conservazione e nel tempo è stata mantenuta la sua funzione originale. I serramenti del primo piano sono stati sostituiti con una soluzione che non rispetta le proporzioni del telaio originale, alterando in parte il disegno dei prospetti. Per ragioni di sicurezza è stata aggiunta sul lato nord una scala metallica esterna. 

(Scheda a cura di Carolina Crozzolin, Guido Pavia con Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)


1. Original Work 
The "Cesare Arrigo" Children's Hospital pavilion, commonly called "Ospedaletto", is part of a hospital district consisting of pavilions distributed within a fenced lot. The building at the entrance was designed by the association of Ignazio Gardella’s father, Arnolfo, and signed by Eng. Martini. The architecture by Ignazio Gardella is instead at the end of the lot on the right. Its shorter side, the one facing the entrance, has a vigorously broken planimetric layout. 
«In fact, it forks starting from the long central corridor, which runs through the building along its entire length. This separation reflects the organization of the internal spaces, in particular, the area of the ward, characterized by the sequence of rooms on one side and services on the other» (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, 2008).
«The new pavilion has two storeys above ground and one basement. In the basement are the laundry with its disinfection station, a wardrobe, and the boiler rooms. Dirty linen is delivered directly, by means of exhaust pipes, or from other pavilions by means of small trucks. This soiled linen is sent to the disinfection station which provides sanitary services for the personnel, with a distinct separation of the infected from the non-infected sections, and with direct entrance from the outside.
The raised ground-floor contains a lying-in section consisting of seven wards of three beds each, relative services, and a lounge area in the corner with an ample terrace to the south. 
The first floor contains a section for borders, of seven rooms with one small bed each plus one normal bed each for the person responsible for the child, and of the same services as for the raised floor, as well as those for the adult boarders. The lying-in rooms face south-east, the services north west. The corridor is lighted overhead. 
The windows of the lying-in room reach the floor so as to allow even the bed-ridden patients to have a view of the garden from where the are lying. In front of the windows the stringcourse widens into a kind of sill where pots of flowers may be put. The staircase leading to the various floors is separate from the corridors; all movement on it is therefore independent of the wards.
The supporting structure consists of a regular framework of beams and pilasters in reinforced concrete. The outside walls consist of double boarding, with solid brick facing on outside and hollow tile on the inside. The strips of stringcourse are plastered in white grit; the roofing is in asbestos lumber. The window frames are in iron and painted white, with lateral profiling, closing in the U-guides of the roller blinds. The iron railings and eaves gutters are in dark grey. The roller blinds are in green-painted wood» (Giulio Carlo Argan, 1959).

2. Current state in 2019
The construction is in a good state of conservation and its original intended use has been maintained over the years. The frame windows of the first floor have been replaced with a solution that doesn’t respect the proportions of the original frame, partly altering the design of the elevations. For safety reasons, an external metal staircase has been added on the north side.

(English version by Alessia Federica Gigliotti, DAD-Politecnico di Torino)

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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Pedio Renato 1958 Due nuove opere di Ignazio Gardella L’architettura. Cronache e storia n. 29 728-734 No
Argan Giulio Carlo 1959 Ignazio Gardella Edizioni di Comunità Milano 145-147 No
Samonà Alberto 1981 Ignazio Gardella e il professionismo italiano Officina Roma 157-159 No
Mantelli Mario 1993 L’utopia sulla circonvallazione. Piccolo itinerario per incontrare le architetture di Ignazio Gardella ad Alessandria in Ritratti di architetture Provincia di Alessandria Alessandria 20 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) Allemandi Torino 87 No
Montanari Guido (a cura di) 2008 1900-1996. I Gardella ad Alessandria Astigrafica Asti No
Boidi Sergio 2009 Tre generazioni di architetti per una città: i Gardella ad Alessandria ANANKE n. 56 150-163 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Scorcio da sud-est, anni Cinquanta Scorcio da sud-est, anni Cinquanta Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Planimetria generale Planimetria generale Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Pianta piano seminterrato e prospetto est Pianta piano seminterrato e prospetto est Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Pianta piani primo e secondo Pianta piani primo e secondo Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Sezioni verticali Sezioni verticali Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Fronte sud, anni Cinquanta Fronte sud, anni Cinquanta Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Particolare del balcone del fronte sud Particolare del balcone del fronte sud Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Dettaglio del fronte, anni Cinquanta Dettaglio del fronte, anni Cinquanta Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Particolari degli infissi Particolari degli infissi Tratto da - Pedio, Cronache e storia 1958
Scorcio da sud-est, 2019 Scorcio da sud-est, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
Il fronte sud, 2019 Il fronte sud, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
Vista esterna con la scala di sicurezza, 2019 Vista esterna con la scala di sicurezza, 2019 Carolina Crozzolin - 2019
 Ortofoto, 2020 Ortofoto, 2020 Google maps - 2020

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
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Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Carolina Crozzolin, Guido Pavia con Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 22/03/2024

Revisori:

Mezzino Davide 2021