TRAMPOLINO OLIMPICO
Scheda Opera
- Comune: Cortina d'Ampezzo
- Località: Zuel di sotto
- Denominazione: TRAMPOLINO OLIMPICO
- Indirizzo: Località Zuel di sotto
- Data: 1955 - 1955
- Tipologia: Attrezzature sportive
- Autori principali: Piero Pozzati
Descrizione
L'attuale Trampolino olimpico "Italia" è il terzo trampolino per il salto con gli sci costruito in località Zuel di Sotto. Il primo trampolino ligneo, il "Franchetti", risale al 1923. Esso fu sostituito da un impianto più ampio in larice, detto "Italia", nel 1940, in previsione dei mondiali di sci nordico dell'anno seguente. Quindi, in occasione dei VII Giochi olimpici invernali del 1956 anche il secondo trampolino ligneo fu demolito per lasciare posto a un impianto moderno e stabile. Le demolizioni iniziarono il 15 aprile 1955 e nel settembre dello stesso anno il trampolino era già ultimato.
La progettazione del trampolino richiese la collaborazione di un gruppo di ingegneri e di consulenti sportivi: "L'attuale profilo del trampolino venne studiato dall'ing. Guglielmo Holzner di Bolzano, d'accordo con l'ing. Straumann, che la F.I.S. aveva nominato quale esperto per le gare di salto dei Giochi olimpici. [...] la progettazione di tutta l'opera venne svolta dal prof. Piero Pozzati della Scuola di ingegneria di Bologna e dagli ingegneri Holzner ed Enzo Mantovani, in collaborazione con il compianto Luciano Berti del Servizio impianti sportivi del C.O.N.I." (Cortina 1956, 140).
Il trampolino presenta in sommità sette distinti punti di partenza, posti a 2,25 metri di distanza l'uno dall'altro. La rampa di discesa è rettilinea, inclinata di 35°, e raccordata con una curva parabolica alla pedana di salto, inclinata di 7° sull'orizzonte. La scelta della curva parabolica aveva il vantaggio di una minore perdita di velocità rispetto al consueto raccordo ad arco di cerchio.
Il profilo della pista di atterraggio è invece composto da tre tratti: un arco di cerchio convesso (raggio 213 metri), un breve tratto rettilineo inclinato a 38° corrispondente al punto critico di atterraggio degli atleti e un ultimo arco di cerchio concavo che funge da raccordo con il piano finale di arresto. Questa conformazione fu studiata per mantenere costante, a circa 80 kg, la pressione di atterraggio degli atleti indipendentemente dalla lunghezza del salto.
La struttura, costruita su progetto e calcoli statici di Piero Pozzati, è ridotta al suo profilo essenziale e costituita da un'unica trave (lunga 83 metri) e da un pilastro (alto 48 metri), entrambi cavi in modo da ottenere un'alta rigidezza, un limitato peso proprio e ricavare due accessi alla sommità della pista. All'interno del pilastro è infatti sistemato un ascensore per dieci persone, mentre nella trave, sotto la pista di discesa, si svolge una lunga scala. In sommità si trova una sala di aspetto per gli atleti, chiusa da vetrate e riscaldata. L'accesso al trampolino avviene poi tramite cinque balconi laterali, tre sul lato sud, due su quello nord, a loro volta distribuiti da una scala a doppia rampa, contrapposta collocata in sospensione sul retro del pilastro. La superficie posteriore del pilastro è inoltre movimentata da una serie di pensiline che ne scandiscono lo sviluppo verticale.
L'assenza di sostegni intermedi, oltre a formare una struttura ardita e spettacolare, aveva l'intento di creare un vasto piazzale funzionale all'affluenza di automezzi prevista durante lo svolgimento delle gare. Trave e pilastro, con larghezza media di 5 metri, hanno dimensioni ridotte al minimo - la trave ha spessore di soli 2,6 metri - per le quali è stato necessario ricorrere, oltre che alla riduzione al minimo del peso proprio, alla precompressione del cemento. Entrambi gli elementi si allargano armonicamente dall'alto verso il basso in modo da conferire maggiore resistenza all'azione del vento in direzione normale al telaio, e meglio collegare la struttura alle fondazioni, notevolmente espanse lateralmente. Queste ultime sono costituite da plinti cavi in cemento armato riempiti di terreno.
La pista di discesa è rivestita di lamiera zincata a sua volta ricoperta di un graticcio di legno che faciliti la presa della neve sulla superficie inclinata.
L'attenzione posta dai progettisti nel disegno e nella costruzione distinsero il Trampolino "Italia" sin dalle olimpiadi del 1956 come il più moderno e tecnicamente avanzato impianto dell'epoca. Ai lati della pista di atterraggio sono sistemate due tribune simmetriche con fondazioni e piedritti in cemento armato e ripiani in legno. La loro conformazione è studiata perché gli spettatori possano seguire il salto in ogni sua fase. Ai lati delle tribune si trovano due torrette contenenti le cabine per i radiocronisti, gli operatori televisivi, fotografi, giornalisti, giudici e segreterie di gara. I due complessi simmetrici sono collegati tra loro da due tunnel che passano al di sotto della pista di atterraggio.
Attorno alla pista di arrivo a fondo valle sono infine disposti gradoni di terra in forma di anfiteatro per accogliere ulteriore pubblico. A breve distanza dalla base, in località Zuel di sotto, era stata costruita anche una stazione della ferrovia Cortina-Dobbiaco, oggi convertita in pista ciclabile delle Dolomiti.
Info
- Progetto: 1955 - 1955
- Esecuzione: 1955 - 1955
- Tipologia Specifica: Trampolino per il salto con gli sci
- Committente: Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI)
- Proprietà: Proprietà pubblica
- Destinazione originaria: Trampolino per il salto con gli sci
- Destinazione attuale: Dismesso
Autori
- Strutture: Cemento armato precompresso
- Stato Strutture: Ottimo
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
In seguito allo svolgimento dei VII Giochi olimpici invernali, il CONI donò il Trampolino "Italia" al comune di Cortina d'Ampezzo. Schedatore: Cristiano Guarneri
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Comitato Olimpico Nazionale Italiano | 1956 | Cortina 1956. VII Giochi olimpici invernali: rapporto ufficiale | Cortina d'Ampezzo | 135-155 | No | |
Longhi Davide | 2012 | Novecento: architetture e città del Veneto | Il Poligrafo | Padova | 404-405 | No |
Allegati
Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo | Url |
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dolomiti contemporanee | Visualizza |
museo dolom.it | Visualizza |
progetto borca | Visualizza |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il VenetoTitolare della ricerca: Università di Padova – Dipartimento beni culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz
Scheda redatta da
creata il 31/12/2015
ultima modifica il 02/01/2025
Revisori:
Menzietti Giulia 2021