Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

VILLA BRUNO TREGNAGHI

Scheda Opera

  • Angolo ovest
  • Dettaglio della porta d'ingresso
  • Interno, soggiorno, vista verso sud-ovest
  • Planimetria generale
  • Pianta pian terreno
  • Pianta primo piano
  • Scala interna, dettagli costruttivi
  • Ingresso
  • Prospetto nord
  • Vista dell'angolo nord-est
  • Interno, soggiorno, vista verso ovest con il camino
  • Interno, soggiorno, vista della scala
  • Comune: Malcesine
  • Località: Valdisogno
  • Denominazione: VILLA BRUNO TREGNAGHI
  • Indirizzo: Località Lavei N. 4
  • Data: 1958 - 1959
  • Tipologia: Abitazioni unifamiliari
  • Autori principali: Libero Cecchini
Descrizione

La casa per Bruno Tregnaghi sul lago di Garda a Valdisogno, nel comune di Malcesine, è una testimonianza della consistente produzione di ville e abitazioni di campagna in cui Libero Cecchini fu impegnato tra le metà degli anni '50 e la metà degli anni '70. Alle circa quindici case di villeggiature sulla sponda orientale del Garda, nei comuni di Torri del Benaco, Brenzone, Malcesine e Peschiera, si devono aggiungere anche le numerose abitazioni, sia stabili che di villeggiature, costruite nella provincia veronese, particolarmente sui colli della Valpolicella. Per Bruno Tregnaghi, Cecchini disegnò anche una casa a Legnago (1971), mentre una villa per Guido Tregnaghi, sempre nel comune Malcesine, fu costruita immediatamente dopo quella per Bruno (1960).
Villa Bruno Tregnaghi è una delle prime architetture di Cecchini sul Garda e ben presenta le caratteristiche tipiche delle ville progettate dall'architetto veronese sulle sponde del lago.
Innanzitutto si rileva una ricerca attenta di uno stretto rapporto, quasi una comunione, con il paesaggio circostante, identificato non soltanto nello specchio acqueo del lago, su cui i soggiorni delle ville di Cecchini si affacciano sempre, quanto piuttosto nel contesto collinare e pedemontano che le circonda. Il disegno della villa segue sempre a un accurato rilievo del sito, non limitato a forma e dimensioni del lotto ma comprendente anche l'orografia del terreno, gli elementi naturali e antropici preesistenti, considerati imprescindibili per il processo progettuale. Per questo sono sempre conservati gli alberi presenti e gli antichi muretti a secco che in queste zone creano spesso terrazzamenti. Sono queste preesistenze a determinare la pianta e la volumetria delle ville di Cecchini, che di conseguenza si inseriscono in maniera quasi mimetica nel paesaggio.
Altra caratteristica delle ville di Cecchini è la netta separazione tra zona giorno e zona notte. Non si tratta semplicemente di una separazione fisica, ma di una concezione completamente diversa nella progettazione e nella scelta dei materiali. La zona giorno, nella quale è sempre protagonista un camino, ha una pianta libera, composta da un grande ambiente articolato da brevi diaframmi murari interni ma comunque aperto da grandi vetrate a tutta altezza sul lago e sulle colline; è a doppia altezza e coperto dalle falde inclinate del tetto con travi a vista. In essa dominano i materiali naturali, il legno dei serramenti e del tetto, la pietra grezza dei setti murari e del camino e quella levigata dei pavimenti. La zona notte è invece costituita da stanze più piccole, definite da setti murari ortogonali in mattoni forati intonacati di bianco. I soffitti sono piani e le finestre prendono la forma di normali bucature rettangolari oscurabili con semplici tapparelle. Queste differenze compositive conferiscono alle ville di Cecchini un aspetto esterno peculiare, caratterizzato dal contrasto tra la massa vetrata, diafana e articolata della zona giorno e quella compatta, squadrata e bianca della zona notte.
Infine Cecchini studia a fondo anche la percezione del paesaggio dall'interno dell'abitazione. Nella zona notte le aperture, poche e di dimensioni limitate, non si affacciano sul lago ma piuttosto sulle colline retrostanti. Nei grandi soggiorni vetrati, invece, lo sguardo è indirizzato su visuali preferenziali da diaframmi murari e secondo i percorsi interni della casa. Il paesaggio, dunque, non è percepibile nella sua interezza ma diaframmato secondo precisi coni visuali. Anche il passaggio tra zona giorno e zona notte, tra le differenti concezioni architettoniche, condizioni di luce e il diverso rapporto con il paesaggio, è profondamente studiato.
Villa Bruno Tregnaghi non è, come altre ville di Cecchini, in riva al lago, ma arroccata sul ciglio di una formazione rocciosa lungo il pendio del monte Baldo, a breve distanza dal lago ma, a causa del terreno fortemente scosceso, a più di 30 m di altezza rispetto all'acqua. Essa si erge su un terrapieno, il fronte è leggermente arretrato rispetto al muro di contenimento in pietra per lasciare spazio a uno stretto giardino panoramico antistante il soggiorno vetrato. In origine l'abitazione si trovava isolata ma oggi è stata circondata da altre costruzioni su tutti i lati - tuttavia la percezione del paesaggio dall'interno non ha subito gravi menomazioni.
La pianta è sostanzialmente vicina a un quadrato cui sia stato tagliato un angolo, in questo caso l'angolo est. Proprio su questo taglio è inserito l'ingresso, quindi obliquo rispetto alla casa. Accedendovi, la vista verso il lago è occlusa da un muro sulla destra per poi aprirsi improvvisamente solamente una volta raggiunto il grande soggiorno.
Dal punto di vista compositivo, la planimetria è organizzata attorno a un muro di contenimento in pietra con andamento da nord-ovest a sud-est che entra all'interno dell'abitazione. Con la sua prosecuzione in altezza, esso definisce la divisione tra zona giorno e zona notte. Lungo questo muro una scala a giorno in legno mette in comunicazione i due piani. Al pian terreno si trovano il grande soggiorno vetrato a doppia altezza e, alle spalle del muro in pietra, gli ambienti di servizio (cucina, dispensa e bagno). Il camino in pietra, aperto su due lati, quasi scolpito nelle sue forme - Cecchini è anche scultore -, è inserito in un diaframma murario ortogonale alle vetrate sul lato sud-ovest del soggiorno. Al primo piano si trovano tre camere da letto precedute da un'ulteriore zona di relax. Singolare è lo spazio ricavato al termine della scala giusto al di sopra dell'ingresso: più ampio di un semplice pianerottolo, esso è una sorta di belvedere sul tratto di lago verso Malcesine, un ulteriore cono visuale prima di entrare nella zona notte.

Info
  • Progetto: 1958 - 1959
  • Esecuzione: 1958 - 1959
  • Tipologia Specifica: Casa di villeggiatura unifamiliare
  • Committente: Bruno Tregnaghi
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Abitazione di villeggiatura
  • Destinazione attuale: Abitazione di villeggiatura
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Libero Cecchini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60143 SI
L. Cecchini Direzione lavori Esecuzione Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60143 NO
  • Strutture: Pietra, calcestruzzo, acciaio, mattoni forati
  • Materiale di facciata: Pietra, intonaco
  • Coperture: Travi lignee, coppi
  • Serramenti: Legno
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Buono

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Villa Bruno Tregnaghi è una delle prime architetture di Cecchini sul Garda e ben presenta le caratteristiche tipiche delle ville progettate dall'architetto veronese sulle sponde del lago. 
Innanzitutto si rileva una ricerca attenta di uno stretto rapporto, quasi una comunione, con il paesaggio circostante, identificato non soltanto nello specchio acqueo del lago, su cui i soggiorni delle ville di Cecchini si affacciano sempre, quanto piuttosto nel contesto collinare e pedemontano che le circonda. Il disegno della villa segue sempre a un accurato rilievo del sito, non limitato a forma e dimensioni del lotto ma comprendente anche l'orografia del terreno, gli elementi naturali e antropici preesistenti, considerati imprescindibili per il processo progettuale. Per questo sono sempre conservati gli alberi presenti e gli antichi muretti a secco che in queste zone creano spesso terrazzamenti. Sono queste preesistenze a determinare la pianta e la volumetria delle ville di Cecchini, che di conseguenza si inseriscono in maniera quasi mimetica nel paesaggio.
Altra caratteristica delle ville di Cecchini è la netta separazione tra zona giorno e zona notte. Non si tratta semplicemente di una separazione fisica, ma di una concezione completamente diversa nella progettazione e nella scelta dei materiali. La zona giorno, nella quale è sempre protagonista un camino, ha una pianta libera, composta da un grande ambiente articolato da brevi diaframmi murari interni ma comunque aperto da grandi vetrate a tutta altezza sul lago e sulle colline; è a doppia altezza e coperto dalle falde inclinate del tetto con travi a vista. In essa dominano i materiali naturali, il legno dei serramenti e del tetto, la pietra grezza dei setti murari e del camino e quella levigata dei pavimenti. La zona notte è invece costituita da stanze più piccole, definite da setti murari ortogonali in mattoni forati intonacati di bianco. I soffitti sono piani e le finestre prendono la forma di normali bucature rettangolari oscurabili con semplici tapparelle. Queste differenze compositive conferiscono alle ville di Cecchini un aspetto esterno peculiare, caratterizzato dal contrasto tra la massa vetrata, diafana e articolata della zona giorno e quella compatta, squadrata e bianca della zona notte.
Infine Cecchini studia a fondo anche la percezione del paesaggio dall'interno dell'abitazione. Nella zona notte le aperture, poche e di dimensioni limitate, non si affacciano sul lago ma piuttosto sulle colline retrostanti. Nei grandi soggiorni vetrati, invece, lo sguardo è indirizzato su visuali preferenziali da diaframmi murari e secondo i percorsi interni della casa. Il paesaggio, dunque, non è percepibile nella sua interezza ma diaframmato secondo precisi coni visuali. Anche il passaggio tra zona giorno e zona notte, tra le differenti concezioni architettoniche, condizioni di luce e il diverso rapporto con il paesaggio, è profondamente studiato.
Villa Bruno Tregnaghi non è, come altre ville di Cecchini, in riva al lago, ma arroccata sul ciglio di una formazione rocciosa lungo il pendio del monte Baldo, a breve distanza dal lago ma, a causa del terreno fortemente scosceso, a più di 30 m di altezza rispetto all'acqua. Essa si erge su un terrapieno, il fronte è leggermente arretrato rispetto al muro di contenimento in pietra per lasciare spazio a uno stretto giardino panoramico antistante il soggiorno vetrato. In origine l'abitazione si trovava isolata ma oggi è stata circondata da altre costruzioni su tutti i lati - tuttavia la percezione del paesaggio dall'interno non ha subito gravi menomazioni.
La pianta è sostanzialmente vicina a un quadrato cui sia stato tagliato un angolo, in questo caso l'angolo est. Proprio su questo taglio è inserito l'ingresso, quindi obliquo rispetto alla casa. Accedendovi, la vista verso il lago è occlusa da un muro sulla destra per poi aprirsi improvvisamente solamente una volta raggiunto il grande soggiorno. 
Dal punto di vista compositivo, la planimetria è organizzata attorno a un muro di contenimento in pietra con andamento da nord-ovest a sud-est che entra all'interno dell'abitazione. Con la sua prosecuzione in altezza, esso definisce la divisione tra zona giorno e zona notte. Lungo questo muro una scala a giorno in legno mette in comunicazione i due piani. Al pian terreno si trovano il grande soggiorno vetrato a doppia altezza e, alle spalle del muro in pietra, gli ambienti di servizio (cucina, dispensa e bagno). Il camino in pietra, aperto su due lati, quasi scolpito nelle sue forme - Cecchini è anche scultore -, è inserito in un diaframma murario ortogonale alle vetrate sul lato sud-ovest del soggiorno. Al primo piano si trovano tre camere da letto precedute da un'ulteriore zona di relax. Singolare è lo spazio ricavato al termine della scala giusto al di sopra dell'ingresso: più ampio di un semplice pianerottolo, esso è una sorta di belvedere sul tratto di lago verso Malcesine, un ulteriore cono visuale prima di entrare nella zona notte.
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Vincolo ambientale
  • Data Provvedimento: 1964-02-18 00:00:00
  • Riferimento Normativo: L. 1497/39
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Segnalazione nel 1960 al premio "Andrea Palladio" per l'inserimento dell'architettura nel paesaggio. Edificio inserito in zona soggetta a vincolo paesaggistico. Schedatore: Cristiano Guarneri Immagini: Cristiano Guarneri (eccetto ove indicato diversamente)

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1961 Villa presso Malcesine sul Lago di Garda L'architettura cronache e storia n. 68, n. 2 Roma 85-90 Si
Treccani Gian Paolo 1996 Itinerari d'architettura contemporanea sul Garda Alinea Firenze 211 No
Bogoni Barbara (a cura di) 2009 Libero Cecchini. Natura e archeologia al fondamento dell'architettura Alinea Firenze 168-171 No
Longhi Davide 2012 Novecento: architetture e città del Veneto Il Poligrafo Padova 992 No
Minuta Umberto 2019 Paesaggio e architettura sul Lago di Garda. Strategie su un progetto contemporaneo Franco Angeli Milano 68 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Angolo ovest Angolo ovest
Dettaglio della porta d'ingresso Dettaglio della porta d'ingresso
Interno, soggiorno, vista verso sud-ovest Interno, soggiorno, vista verso sud-ovest
Planimetria generale Planimetria generale
Pianta pian terreno Pianta pian terreno
Pianta primo piano Pianta primo piano
Scala interna, dettagli costruttivi Scala interna, dettagli costruttivi
Ingresso Ingresso
Prospetto nord Prospetto nord
Vista dell'angolo nord-est Vista dell'angolo nord-est
Interno, soggiorno, vista verso ovest con il camino Interno, soggiorno, vista verso ovest con il camino
Interno, soggiorno, vista della scala Interno, soggiorno, vista della scala

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Veneto
Titolare della ricerca: Università di Padova – Dipartimento beni culturali
Responsabile scientifico: Elena Svalduz


Scheda redatta da
creata il 31/12/2015
ultima modifica il 16/04/2024

Revisori:

Menzietti Giulia 2021