Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

COLONIA DIURNA OLIVETTI DI VILLA GIRELLI

Scheda Opera

  • Planimetria generale
  • L’area dei giochi all’aperto nel verde della collina
  • Piante, sezioni e prospetti dei primi tre padiglioni
  • Piante, sezioni e prospetti dei padiglioni del 1975
  • Un padiglione del 1975, con il particolare della copertura
  • Particolari costruttivi della struttura del padiglione del 1970
  • Vista d’insieme dei primi tre padiglioni, del 1970
  • L’area dei giochi all’aperto
  • Vista dalla corte dei primi tre padiglioni del 1970
  • Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975
  • Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975, con i serramenti e i graticci di protezione in legno
  • Vista di dettaglio del padiglione del 1975, con la porta, i serramenti e i graticci di protezione in legno
  • Vista interna del padiglione del 1970
  • Vista di dettaglio dell’intradosso della copertura dei padiglioni del 1970
  • Vista interna di uno dei tre padiglioni del 1970
  • Vista di uno dei padiglioni del 1970
  • Vista di dettaglio del padiglione del 1975
  • Ortofoto, 2019
  • Comune: Ivrea
  • Località: Montenavale
  • Denominazione: COLONIA DIURNA OLIVETTI DI VILLA GIRELLI
  • Indirizzo: Strada Privata Monte Bidasio N. 8
  • Data: 1970 - 1975
  • Tipologia: Edifici per attività assistenziali e spirituali
  • Autori principali: Ottavio Cascio
Descrizione

1. Opera originaria

«I padiglioni della colonia diurna vennero edificati per meglio ospitare le attività ludiche provvisoriamente organizzate nei locali della vicina Cascina Veso, adibita poi a scuola materna; l’accesso alla struttura era riservato ai figli dei dipendenti Olivetti di età compresa tra i sei ed i quattordici anni.
Il complesso architettonico sorge sulla collina di Montenavale e si compone di cinque padiglioni con struttura in legno funzionalmente affiancati a un vecchio fabbricato rustico riadattato, dove sono alloggiati i servizi centrali, le cucine, le attività integrative come musica, ceramica, ecc.
I primi tre padiglioni furono costruiti nel 1970 ed ottennero l’abitabilità nel 1971; i due successivi, denominati “oro” e “argento”, presero forma e vennero resi agibili quattro anni dopo, nel 1975.
La scelta del progettista di utilizzare strutture prefabbricate in legno, con ampie superfici vetrate, era tesa a favorire il massimo contatto dei ragazzi con i materiali naturali e l’ambiente esterno. I tre padiglioni del primo lotto, a pianta quadrata, sono raccolti intorno a una corte aperta sul lato sud e collegati fra loro da camminamenti coperti; il tetto a quattro falde si protende verso l’alto formando un’acuta piramide la quale, per effetto di una finestra a nastro che ne segna la base staccandola dalla mantovana sottostante, sembra essere sospesa nel vuoto.
I due padiglioni “oro” e “argento” sono invece isolati e indipendenti; la pianta è sempre quadrata ma di superficie più estesa rispetto ai primi tre, e il tetto a quattro falde presenta un’inclinazione molto lieve, in totale contrasto con le “piramidi” poco distanti. In prossimità del colmo si aprono otto lucernari zenitali in “perspex”, due per ogni falda, per consentire una buona illuminazione naturale al centro del salone sottostante.
In tutti i cinque padiglioni la copertura è sorretta da travature e capriate in legno a vista, le parti vetrate sono protette all’esterno da graticci in legno, che salvaguardano le lastre dagli urti accidentali e, nel contempo, arricchiscono i semplici prospetti intonacati a civile.
L’originario rivestimento delle coperture in “Vercuivre”, guaina rivestita da una sottile lamina di rame goffrato, è stato sostituito con una normale guaina bituminosa, protetta da vernici a base di scaglie di alluminio pigmentate, che ne conservano l’aspetto cromatico primitivo.
Ogni edificio è essenzialmente composto da una sala centrale quadrata adatta a tutte le attività libere e alla refezione; la parte centrale è attorniata da spazi più raccolti, separati solo da basse tramezze in legno, adibiti alle diverse attività ordinate fra cui la biblioteca, la falegnameria, la stamperia, la legatoria, il laboratorio fotografico, gli spazi per la pittura, ecc.
L’arredamento interno è stato progettato e realizzato in stile rustico, che si accosta alle strutture in legno a vista degli edifici.
La colonia dispone, in comune con i terreni di pertinenza della Cascina Vesco, di un’area verde di oltre 60.000 metri quadrati, attrezzata per i giochi all’aperto e la ricreazione». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea, Gangemi, Roma 1998, p. 271 e 273)

«Complesso costituito da due blocchi di tre padiglioni parzialmente aperti costruiti in momenti diversi, collegati tra di loro da porticati. I padiglioni, dotati di semplici partiture esterne leggere, serramenti non sigillanti e privi di riscaldamento, erano stati creati per un uso diurno ed estivo quale supporto alle attività che si svolgevano principalmente all’aperto nel parco di villa Girelli. La struttura portante è costituita da una elegante carpenteria in legno, i tamponamenti sono realizzati parte in legno e parte in muratura intonacata. Oggi la colonia svolge lo stesso ruolo rivolgendosi a tutti i ragazzi della città e ospita un micro-nido». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 79).

«Destinato all’ospitalità estiva dei figli dei dipendenti, dai sei ai quattordici anni, nei mesi estivi, il complesso è formato da due blocchi di tre padiglioni, costruiti in periodi diversi, collegati tra loro attraverso porticati. Utilizzati solamente nei periodi caldi e nelle ore diurne, i padiglioni sono privi di riscaldamento; parzialmente apribili, caratterizzati da semplici e leggere partiture esterne e da serramenti non sigillanti. La struttura portante è una carpenteria in legno, i tamponamenti in legno e in muratura intonacata; la copertura è costituita da un grande tetto spiovente a quattro falde. L’organizzazione dello spazio è libera e flessibile e risponde pienamente alle nuove esigenze didattiche che si cominciano a sperimentare nei primi anni Settanta. La colonia conserva la funzione originaria, ed è aperta a tutti i ragazzi della città di Ivrea». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 189)


2. Consistenza dell’opera al 2019/ Stato attuale

Nel complesso i padiglioni mantengono i caratteri del progetto originario.
I padiglioni rosso, blu e verde sono stati restaurati tra il 2007 e il 2009. Sono stati sostituiti i serramenti originari con nuovi, sempre in legno.


(Scheda a cura di Elisa Piolatto, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1970 -
  • Esecuzione: - 1975
  • Tipologia Specifica: Centro estivo e ricreativo per ragazzi
  • Committente: Società Olivetti
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Colonia diurna
  • Destinazione attuale: Dal 1999 è Centro di servizi per l’infanzia e l’adolescenza con un micronido e una scuola dell’infanzia bilingue. Viene utilizzato anche come Centro estivo per ragazzi
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Ottavio Cascio Progetto architettonico Progetto SI
Ugo De Simoni Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: Strutture prefabbricate in legno
  • Materiale di facciata: Tamponamenti in legno e in muratura intonacata
  • Coperture: Tetto a quattro falde con struttura in legno e guaina bituminosa in “Vercuivre”, sostituita con una normale guaina bituminosa
  • Serramenti: Serramenti in legno protetti all’esterno da graticci in legno
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
  • Stato Serramenti: Buono

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Il complesso architettonico sorge sulla collina di Montenavale e si compone di cinque padiglioni con struttura in legno funzionalmente affiancati a un vecchio fabbricato rustico riadattato, dove sono alloggiati i servizi centrali, le cucine, le attività integrative come musica, ceramica, ecc. 
I primi tre padiglioni furono costruiti nel 1970 ed ottennero l’abitabilità nel 1971; i due successivi, denominati “oro” e “argento”, presero forma e vennero resi agibili quattro anni dopo, nel 1975. 
La scelta del progettista di utilizzare strutture prefabbricate in legno, con ampie superfici vetrate, era tesa a favorire il massimo contatto dei ragazzi con i materiali naturali e l’ambiente esterno. I tre padiglioni del primo lotto, a pianta quadrata, sono raccolti intorno a una corte aperta sul lato sud e collegati fra loro da camminamenti coperti; il tetto a quattro falde si protende verso l’alto formando un’acuta piramide la quale, per effetto di una finestra a nastro che ne segna la base staccandola dalla mantovana sottostante, sembra essere sospesa nel vuoto. 
I due padiglioni “oro” e “argento” sono invece isolati e indipendenti; la pianta è sempre quadrata ma di superficie più estesa rispetto ai primi tre, e il tetto a quattro falde presenta un’inclinazione molto lieve, in totale contrasto con le “piramidi” poco distanti. In prossimità del colmo si aprono otto lucernari zenitali in “perspex”, due per ogni falda, per consentire una buona illuminazione naturale al centro del salone sottostante. 
In tutti i cinque padiglioni la copertura è sorretta da travature e capriate in legno a vista, le parti vetrate sono protette all’esterno da graticci in legno, che salvaguardano le lastre dagli urti accidentali e, nel contempo, arricchiscono i semplici prospetti intonacati a civile.
L’originario rivestimento delle coperture in “Vercuivre”, guaina rivestita da una sottile lamina di rame goffrato, è stato sostituito con una normale guaina bituminosa, protetta da vernici a base di scaglie di alluminio pigmentate, che ne conservano l’aspetto cromatico primitivo.
Ogni edificio è essenzialmente composto da una sala centrale quadrata adatta a tutte le attività libere e alla refezione; la parte centrale è attorniata da spazi più raccolti, separati solo da basse tramezze in legno, adibiti alle diverse attività ordinate fra cui la biblioteca, la falegnameria, la stamperia, la legatoria, il laboratorio fotografico, gli spazi per la pittura, ecc.
L’arredamento interno è stato progettato e realizzato in stile rustico, che si accosta alle strutture in legno a vista degli edifici.
La colonia dispone, in comune con i terreni di pertinenza della Cascina Vesco, di un’area verde di oltre 60.000 metri quadrati, attrezzata per i giochi all’aperto e la ricreazione». (Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea, Gangemi, Roma 1998, p. 271 e 273)

«Complesso costituito da due blocchi di tre padiglioni parzialmente aperti costruiti in momenti diversi, collegati tra di loro da porticati. I padiglioni, dotati di semplici partiture esterne leggere, serramenti non sigillanti e privi di riscaldamento, erano stati creati per un uso diurno ed estivo quale supporto alle attività che si svolgevano principalmente all’aperto nel parco di villa Girelli. La struttura portante è costituita da una elegante carpenteria in legno, i tamponamenti sono realizzati parte in legno e parte in muratura intonacata. Oggi la colonia svolge lo stesso ruolo rivolgendosi a tutti i ragazzi della città e ospita un micro-nido». (Patrizia Bonifazio, Enrico Giacopelli, Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea, Allemandi, Torino 2007, p. 79).

«Destinato all’ospitalità estiva dei figli dei dipendenti, dai sei ai quattordici anni, nei mesi estivi, il complesso è formato da due blocchi di tre padiglioni, costruiti in periodi diversi, collegati tra loro attraverso porticati. Utilizzati solamente nei periodi caldi e nelle ore diurne, i padiglioni sono privi di riscaldamento; parzialmente apribili, caratterizzati da semplici e leggere partiture esterne e da serramenti non sigillanti. La struttura portante è una carpenteria in legno, i tamponamenti in legno e in muratura intonacata; la copertura è costituita da un grande tetto spiovente a quattro falde. L’organizzazione dello spazio è libera e flessibile e risponde pienamente alle nuove esigenze didattiche che si cominciano a sperimentare nei primi anni Settanta. La colonia conserva la funzione originaria, ed è aperta a tutti i ragazzi della città di Ivrea». (Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 189)


2.	Consistenza dell’opera al 2019/ Stato attuale

Nel complesso i padiglioni mantengono i caratteri del progetto originario.
I padiglioni rosso, blu e verde sono stati restaurati tra il 2007 e il 2009. Sono stati sostituiti i serramenti originari con nuovi, sempre in legno. 


(Scheda a cura di Elisa Piolatto, DAD - Politecnico di Torino)
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1971 Ivrea, una colonia diurna estiva Notizie Olivetti n. 3 2 No
1971 Primo bilancio estivo della nuova colonia diurna Notizie Olivetti n. 7 7 No
1972 Iniziate le vacanze nelle colonie Notizie Olivetti n. 7 1.5 No
1972 Nuovi campi da gioco nella “diurna” di Ivrea Notizie Olivetti n. 6 7 No
1975 vrea, nuovi padiglioni per la colonia diurna Notizie Olivetti n. 3-4 3, 4, 7 No
Boltri Daniele, Maggia Giovanni, Papa Enrico, Vidari Pier Paride 1998 Architetture olivettiane a Ivrea Gangemi Editore Roma 270-275 No
Bonifazio Patrizia, Giacopelli Enrico 2007 Il paesaggio futuro. Letture e norme per il patrimonio dell’architettura moderna di Ivrea Allemandi Torino 79 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida all'architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006 Allemandi Torino 189 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale Planimetria generale Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
L’area dei giochi all’aperto nel verde della collina L’area dei giochi all’aperto nel verde della collina Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Piante, sezioni e prospetti dei primi tre padiglioni Piante, sezioni e prospetti dei primi tre padiglioni Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Piante, sezioni e prospetti dei padiglioni del 1975 Piante, sezioni e prospetti dei padiglioni del 1975 Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Un padiglione del 1975, con il particolare della copertura Un padiglione del 1975, con il particolare della copertura Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Particolari costruttivi della struttura del padiglione del 1970 Particolari costruttivi della struttura del padiglione del 1970 Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
Vista d’insieme dei primi tre padiglioni, del 1970 Vista d’insieme dei primi tre padiglioni, del 1970 Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi 1998
L’area dei giochi all’aperto L’area dei giochi all’aperto Gianluca Giordano - 2017
Vista dalla corte dei primi tre padiglioni del 1970 Vista dalla corte dei primi tre padiglioni del 1970 Gianluca Giordano - 2017
Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975 Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975 Gianluca Giordano - 2017
Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975, con i serramenti e i graticci di protezione in legno Vista di dettaglio di uno dei due padiglioni del 1975, con i serramenti e i graticci di protezione in legno Gianluca Giordano - 2017
Vista di dettaglio del padiglione del 1975, con la porta, i serramenti e i graticci di protezione in legno Vista di dettaglio del padiglione del 1975, con la porta, i serramenti e i graticci di protezione in legno Gianluca Giordano - 2017
Vista interna del padiglione del 1970 Vista interna del padiglione del 1970 Gianluca Giordano - 2017
Vista di dettaglio dell’intradosso della copertura dei padiglioni del 1970 Vista di dettaglio dell’intradosso della copertura dei padiglioni del 1970 Gianluca Giordano - 2017
Vista interna di uno dei tre padiglioni del 1970 Vista interna di uno dei tre padiglioni del 1970 Gianluca Giordano - 2017
Vista di uno dei padiglioni del 1970 Vista di uno dei padiglioni del 1970 Elisa Piolatto - 2019
Vista di dettaglio del padiglione del 1975 Vista di dettaglio del padiglione del 1975 Elisa Piolatto - 2019
Ortofoto, 2019 Ortofoto, 2019 Google maps - 2019

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Elisa Piolatto
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021