Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

RECUPERO DEL TEATRO DELLE MUSE

Scheda Opera

  • maquette
  • prospettiva
  • pianta piano terra
  • sezione
  • facciata principale
  • Comune: Ancona
  • Denominazione: RECUPERO DEL TEATRO DELLE MUSE
  • Indirizzo: PIAZZA DELLA REPUBBLICA N. 1
  • Data: 1978 - 2002
  • Tipologia: Edifici per lo spettacolo
  • Autori principali: Paola Salmoni, Danilo Guerri
Descrizione

‘Quella relativa al progetto di recupero del Teatro delle Muse di Ancona è una storia complessa, una sorta di melodramma a lieto fine, basato sulle vicende di un edificio che ha dapprima smarrito drammaticamente la sua identità, per poi ritrovarla solo dopo una lunga e faticosa opera di ricostruzione’. Con queste parole si apre la relazione di Paola Salmoni e Danilo Guerri (1939-2016), redatta in occasione dell’inaugurazione del nuovo Teatro delle Muse di Ancona, avvenuta il 13 ottobre 2002, dopo quasi dieci anni di lavori ininterrotti. In realtà l’incarico era stato affidato molti anni prima –nel 1978- al giovane Guerri, non ancora quarantenne e da poco ritornato sulle coste marchigiane dopo le prime esperienze di Roma e Fregene.
Sul finire degli anni ottanta, date le oggettive difficoltà dell’architetto nel seguire da solo un progetto così ambizioso, si affiancherà –sotto proposta della stessa Paola- lo studio Salmoni, coordinando e portando avanti le scelte progettuali di Guerri.
D’altro canto, il ‘melodramma a lieto fine’ a cui si riferiscono i progettisti altro non rappresentava che la storia travagliata della ricostruzione del teatro nel dopoguerra, nonché la metafora dell’evidente difficoltà della città di recuperare un dialogo con la propria storia e, in definitiva, con se stessa.
L’edificio originario era stato realizzato tra il 1821 e il 1827 da Pietro Ghinelli (1759-1834), architetto autore anche del celebre Foro Annonario di Senigallia. La fama nazionale del teatro, particolarmente rilevante nel XIX secolo, sarà dunque velocemente dimenticata alla metà del Novecento, a causa del bombardamento del 1 novembre 1943 da parte delle truppe alleate. A guerra conclusa, l’aria di rinnovamento e la volontà di allinearsi ad una modernità ‘tardiva’, condusse il Comune a ricercare soluzioni forzatamente innovative, compresa la riconfigurazione della sala anche all’uso di cinematografo.
La scelta -che col senno di poi sappiamo essere stata particolarmente infelice- prevedeva senza mezzi termini la demolizione totale della sala interna, lasciando intatti i prospetti e il foyer di ingresso.
Prendendo spunto dall’esperienza del Teatro Carlo Felice di Genova di qualche anno prima, i progettisti marchigiani costruiscono all’interno della sala, al primo livello dei palchi laterali, il portico bugnato del fronte neoclassico di Ghinelli.
Quella che si disegna è -anche qui- un’ideale piazza pubblica, senza tuttavia citarla pedissequamente in nessuna dei suoi elementi: gli archi sono sormontati da altre due file di palchi definiti da una spoglia cortina laterizia, mentre nel fondo della sala sono incastonate le due gallerie sovrapposte, sostenute da una moderna struttura in acciaio, completamente a sbalzo sulla platea sottostante.
Il nuovo teatro era innanzitutto un grande regalo (o forse un atto di civiltà) che i due protagonisti marchigiani stavano facendo alla cittadinanza intera, brutalmente privata –senza ragione e per più di mezzo secolo- di uno dei suoi spazi culturali più importanti.
Un impegno particolare era stato dedicato alla risoluzione del problema planimetrico: le demolizioni avevano infatti trasformato senza possibilità di rimedio la sala ‘a ferro di cavallo’ in una rettangolare e profonda, poco adatta alle rappresentazioni.
Riprendendo dunque in mano gli esempi dei primi teatri palladiani (primo fra tutti quello di Palazzo Farnese a Parma), l’idea è quella di amplificare l’effetto della circolarità della sala, costruendo una serie di gradoni che dalla platea scendono verso il palco.
D’altronde, anche in questi casi celeberrimi, l’arena degli spettatori era circondata dall’ordine architettonico, specchio e anticipazione di una società ‘che guarda se stessa’ attraverso il teatro.
Altra citazione ‘classica’ è il cielo stellato, realizzato però con moderni fasci di fibra ottica, in copertura all’ultima galleria; così come il sipario tagliafuoco dell’artista maceratese Valeriano Trubbiani (n. 1937) rivisita ironicamente il disegno dell’aulico sipario antico, auspicando ad una vivace e solare rinascita culturale della città.
Alle demolizioni erano invece sopravvissuti l’ingresso e il piccolo foyer a quattro colonne, restaurato dallo Studio Salmoni e reinserito in un contesto moderno. L’accesso alle gallerie superiori è ridisegnato attorno ad un salone a doppia altezza su cui si arrampicano due scaloni ricurvi, mentre ai lati dell’edificio si localizzano le strutture di distribuzione e le vie di fuga, anch’esse finemente studiate come le altre parti di rappresentanza.
Al piano inferiore della platea, la struttura in cemento ricava un secondo auditorium, di dimensioni ridotte (circa 200 persone), utilizzabile per concerti, conferenze, proiezioni e spettacoli minori.
Allo stesso modo, la copertura reticolare in acciaio della sala, è sormontata da un’ampia sezione destinata agli impianti e alle macchine di scena.

Info
  • Progetto: 1978 - 1978
  • Esecuzione: 1992 - 2002
  • Tipologia Specifica: Teatro comunale
  • Committente: Comune di Ancona
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: teatro
  • Destinazione attuale: teatro
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Paolo Bonvini Collaboratore Progetto Visualizza Profilo https://mappelab.it/gente-di-mappe/paolo-bonvini/ NO
Danilo Guerri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=43462 SI
C. Polzonetti Collaboratore Progetto NO
Alberto Pozzi Collaboratore Progetto NO
Paola Salmoni Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=31499 SI
Giovanna Salmoni Collaboratore Progetto NO
Valerio Trubbiani Progetto architettonico Progetto NO
Marco Turchi Collaboratore Progetto NO
  • Strutture: Calcestruzzo armato e acciaio
  • Materiale di facciata: muratura esistente
  • Coperture: copertura piana e a falde con manto in laterizio
  • Serramenti: legno e metallo
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Buono

													Array
(
    [id_opera] => 2838
    [codice] => AN08A
    [denominazione] => RECUPERO DEL TEATRO DELLE MUSE
    [regione] => Marche
    [provincia] => Ancona
    [comune] => Ancona
    [localita] => 
    [indirizzo] => PIAZZA DELLA REPUBBLICA N. 1
    [id_categoria] => 1
    [id_tipologia] => 13
    [tipologia_specifica] => Teatro comunale
    [anno_inizio_progetto] => 1978
    [anno_fine_progetto] => 1978
    [anno_inizio_esecuzione] => 1992
    [anno_fine_esecuzione] => 2002
    [classificazione] => 
    [id_livello_scheda] => 1
    [codice_iccd] => 
    [codice_benitutelati] => 
    [informazioni_architettoniche] => ‘Quella relativa al progetto di recupero del Teatro delle Muse di Ancona è una storia complessa, una sorta di melodramma a lieto fine, basato sulle vicende di un edificio che ha dapprima smarrito drammaticamente la sua identità, per poi ritrovarla solo dopo una lunga e faticosa opera di ricostruzione’. Con queste parole si apre la relazione di Paola Salmoni e Danilo Guerri (1939-2016), redatta in occasione dell’inaugurazione del nuovo Teatro delle Muse di Ancona, avvenuta il 13 ottobre 2002, dopo quasi dieci anni di lavori ininterrotti. In realtà l’incarico era stato affidato molti anni prima –nel 1978- al giovane Guerri, non ancora quarantenne e da poco ritornato sulle coste marchigiane dopo le prime esperienze di Roma e Fregene.
Sul finire degli anni ottanta, date le oggettive difficoltà dell’architetto nel seguire da solo un progetto così ambizioso, si affiancherà –sotto proposta della stessa Paola- lo studio Salmoni, coordinando e portando avanti le scelte progettuali di Guerri.
D’altro canto, il ‘melodramma a lieto fine’ a cui si riferiscono i progettisti altro non rappresentava che la storia travagliata della ricostruzione del teatro nel dopoguerra, nonché la metafora dell’evidente difficoltà della città di recuperare un dialogo con la propria storia e, in definitiva, con se stessa.
L’edificio originario era stato realizzato tra il 1821 e il 1827 da Pietro Ghinelli (1759-1834), architetto autore anche del celebre Foro Annonario di Senigallia. La fama nazionale del teatro, particolarmente rilevante nel XIX secolo, sarà dunque velocemente dimenticata alla metà del Novecento, a causa del bombardamento del 1 novembre 1943 da parte delle truppe alleate. A guerra conclusa, l’aria di rinnovamento e la volontà di allinearsi ad una modernità ‘tardiva’, condusse il Comune a ricercare soluzioni forzatamente innovative, compresa la riconfigurazione della sala anche all’uso di cinematografo.
La scelta -che col senno di poi sappiamo essere stata particolarmente infelice- prevedeva senza mezzi termini la demolizione totale della sala interna, lasciando intatti i prospetti e il foyer di ingresso.
Prendendo spunto dall’esperienza del Teatro Carlo Felice di Genova di qualche anno prima, i progettisti marchigiani costruiscono all’interno della sala, al primo livello dei palchi laterali, il portico bugnato del fronte neoclassico di Ghinelli. 
Quella che si disegna è -anche qui- un’ideale piazza pubblica, senza tuttavia citarla pedissequamente in nessuna dei suoi elementi: gli archi sono sormontati da altre due file di palchi definiti da una spoglia cortina laterizia, mentre nel fondo della sala sono incastonate le due gallerie sovrapposte, sostenute da una moderna struttura in acciaio, completamente a sbalzo sulla platea sottostante.
Il nuovo teatro era innanzitutto un grande regalo (o forse un atto di civiltà) che i due protagonisti marchigiani stavano facendo alla cittadinanza intera, brutalmente privata –senza ragione e per più di mezzo secolo- di uno dei suoi spazi culturali più importanti. 
Un impegno particolare era stato dedicato alla risoluzione del problema planimetrico: le demolizioni avevano infatti trasformato senza possibilità di rimedio la sala ‘a ferro di cavallo’ in una rettangolare e profonda, poco adatta alle rappresentazioni.
Riprendendo dunque in mano gli esempi dei primi teatri palladiani (primo fra tutti quello di Palazzo Farnese a Parma), l’idea è quella di amplificare l’effetto della circolarità della sala, costruendo una serie di gradoni che dalla platea scendono verso il palco. 
D’altronde, anche in questi casi celeberrimi, l’arena degli spettatori era circondata dall’ordine architettonico, specchio e anticipazione di una società ‘che guarda se stessa’ attraverso il teatro.
Altra citazione ‘classica’ è il cielo stellato, realizzato però con moderni fasci di fibra ottica, in copertura all’ultima galleria; così come il sipario tagliafuoco dell’artista maceratese Valeriano Trubbiani (n. 1937) rivisita ironicamente il disegno dell’aulico sipario antico, auspicando ad una vivace e solare rinascita culturale della città.   
Alle demolizioni erano invece sopravvissuti l’ingresso e il piccolo foyer a quattro colonne, restaurato dallo Studio Salmoni e reinserito in un contesto moderno. L’accesso alle gallerie superiori è ridisegnato attorno ad un salone a doppia altezza su cui si arrampicano due scaloni ricurvi, mentre ai lati dell’edificio si localizzano le strutture di distribuzione e le vie di fuga, anch’esse finemente studiate come le altre parti di rappresentanza.
Al piano inferiore della platea, la struttura in cemento ricava un secondo auditorium, di dimensioni ridotte (circa 200 persone), utilizzabile per concerti, conferenze, proiezioni e spettacoli minori. 
Allo stesso modo, la copertura reticolare in acciaio della sala, è sormontata da un’ampia sezione destinata agli impianti e alle macchine di scena.
    [committente] => Comune di Ancona 
    [foglio_catastale] => 
    [particella] => 
    [strutture] => Calcestruzzo armato e acciaio
    [id_stato_struttura] => 1
    [materiale_facciata] => muratura esistente
    [id_stato_facciata] => 2
    [coperture] => copertura piana e a falde con manto in laterizio
    [id_stato_coperture] => 1
    [serramenti] => legno e metallo
    [id_stato_serramenti] => 2
    [destinazione_originaria] => teatro 
    [destinazione_attuale] => teatro
    [trasformazioni] => 
    [id_tipo_proprieta] => 7
    [specifiche_proprieta] => Comune di Ancona
    [id_tipo_provvedimento] => 1
    [data_provvedimento] => 
    [riferimento_normativo] => 
    [altri_provvedimenti] => 
    [vincolo] => 0
    [note] => Collaboratori : Paolo Bonvini, C. Polzonetti, A. Pozzi, Giovanna Salmoni, Marco Turchi. l'artista Valeriano Trubbiani

Conservazione dei progetti: Centro archivi, MAXXI, Roma; Archivio Danilo Guerri, Ancona; Studio Salmoni Associati, Ancona



    [denominazione_aggregato] => 
    [latitude] => 
    [longitude] => 
    [score] => 5
    [id_user] => 0
    [status] => 1
    [date_add] => 2016-12-31 00:00:00
    [date_upd] => 2024-04-05 12:58:28
    [categoria] => A. Opera di eccellenza
    [tipologia] => Edifici per lo spettacolo
    [proprieta] => Proprietà pubblica
    [cat_autori] => Paola Salmoni,Danilo Guerri
    [id_regione] => 12
)
1
												
  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Sipario porte in bronzo e portale in marmo Sipario Tagliafuoco Valeriano Trubbiani Bronzo Buono


Note

Collaboratori : Paolo Bonvini, C. Polzonetti, A. Pozzi, Giovanna Salmoni, Marco Turchi. l'artista Valeriano Trubbiani Conservazione dei progetti: Centro archivi, MAXXI, Roma; Archivio Danilo Guerri, Ancona; Studio Salmoni Associati, Ancona

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1998 Danilo Guerri. Il nuovo teatro delle Muse ad Ancona Progetti N. 3 Pesaro- Urbino 15-22 Si
Andriani Carmen 1998 Ristrutturazione del Teatro comunale delle Muse AU. Arredo Urbano n. 26 97-98 Si
Pugnaloni Fausto, Alberti Francesco 2000 Nei luoghi del progetto urbano. Danilo Guerri, temi e immagini del mutamento Alinea Firenze 23-29 No
Salvarani Marco (a cura di) 2002 Le Muse. Storia del Teatro di Ancona Il lavoro editoriale Ancona No
Mangani Giorgio (a cura di) 2002 Quaderno delle Muse. Il teatro di Ancona e la sua storia Comune di Ancona, quaderno n. 5 Ancona Si
Turra M. 2002 Una casa per le Muse Il nuovo cantiere n. 9 Milano 56-61 Si
Ferraresi Alberto 2007 Teatro Le Muse ad Ancona Costruire in laterizio n.115 Roma 4-9 Si
Ferraresi Alberto 2012 Teatro delle Muse, Ancona, 1992-2002 Ottagono, n. 253 Bologna 130-131 Si
2012 Il teatro delle Muse IoARCH. Costruzioni e impianti n. 44 Milano 40-41 Si
Ciccarelli Lorenzo 2016 Guida all’architettura nelle Marche 1900-2015 Quodlibet Macerata 146-147 No
Leoni Francesco 2017 Danilo Guerri, maestro di spazio Quodlibet Macerata No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Archivio Danilo Guerri Danilo Guerri Centro Archivi MAXXI Architettura-Collezioni XX secolo Danilo Guerri, Teatro delle Muse, Ancona 1985-2002

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
maquette maquette
prospettiva prospettiva
pianta piano terra pianta piano terra
sezione sezione
facciata principale facciata principale

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
marcheteatro Visualizza
Danilo Guerri - Biografia Visualizza
MAXXI Patrimonio - Danilo Guerri Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per le Marche
Titolare della ricerca: Università Politecnica delle Marche - Dipartimento di Ingegneria Civile Edile e di Architettura
Responsabile scientifico: Antonello Alici


Scheda redatta da
creata il 31/12/2016
ultima modifica il 05/04/2024

Revisori:

Menzietti Giulia 2021