Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

CENTRO RICERCHE BIOMEDICHE

Scheda Opera

  • Contestualizzazione del Centro nell’insediamento industriale e di ricerca sui territori di Loranzé e Colleretto Giacosa
  • Planimetria generale di progetto
  • Prospetti di progetto
  • Il corpo C visto dal porticato
  • Il fronte nord del corpo D
  • Vista del porticato verso il corpo A
  • Particolare dei nuovi porticati per il collegamento con i fabbricati in ampliamento
  • Il fronte sud del corpo C
  • L’ingresso principale visto dal parcheggio, con i corpi C ed E
  • Particolare delle testate dei fabbricati con l’innesto del porticato di collegamento
  • Vista aerea attuale, da ovest verso est, del complesso, dopo l’ampliamento degli anni Duemila. I corpi C ed E originari, di Eduardo Vittoria, sono rilevabili in basso a sinistra, immersi in un contesto verde
  • Scorcio del lotto in prossimità dei corpi C ed E originari. Sullo sfondo, le Prealpi canavesane
  • Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da ovest
  • Il corpo E di Eduardo Vittoria, visto da sud est
  • Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da sud est. La terminazione est conserva un brano della originaria pensilina che istituiva un percorso di collegamento aperto-coperto tra gli edifici del complesso
  • Prospetto est del corpo C
  • Nuovo edificio parte dell’ultimo ampliamento, a sud del complesso
  • Vista da sud del nuovo edificio principale del complesso
  • Vista da sud ovest di uno dei corpi centrali dell’insediamento
  • Comune: Colleretto Giacosa
  • Denominazione: CENTRO RICERCHE BIOMEDICHE
  • Indirizzo: Via Ribes N. 1
  • Data: 1970 - 1972
  • Tipologia: Centri di ricerca
  • Autori principali: Eduardo Vittoria
Descrizione

1. L’opera originaria
«Negli anni Sessanta lo Stabilimento farmaceutico “Marxer”, con annessi laboratori di ricerca, veniva realizzato, su progetto di Alberto Galardi, per accogliere le attività del virologo tedesco Antoine Marxer, marito di Silvia Olivetti.
Dieci anni più tardi, sui terreni prospicenti l’insediamento originario, a sud della Strada Provinciale che collega Ivrea a Loranzè, Eduardo Vittoria concepiva cinque padiglioni monopiano, e relative centrali tecnologiche, per l’ampliamento delle attività. Oggi nessuno dei due insediamenti fa più capo alla “Marxer” originaria; la Società “Pierrel” ha rilevato i fabbricati progettati da Alberto Galardi, attualmente inutilizzati, mentre la Società “R.B.M.” continua le attività di ricerca biomedica nei padiglioni di Eduardo Vittoria, recentemente affiancati da nuovi edifici localizzati poco più ad est» (Istituti di Ricerca Farmaceutica a Loramzé e Colleretto Giacosa - Complesso, in Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Fondazione Adriano Olivetti, Gangemi Editore, Roma 1998, p. 164).

«Nei primi mesi del 1971 Eduardo Vittoria produce una serie di tavole di progetto intitolate “Istituto di Ricerche Marxer S.p.A. - Loranzè di Ivrea”. I disegni localizzano l’intervento nelle immediate vicinanze dello Stabilimento “Marxer” progettato da Alberto Galardi, sul lato opposto della Strada che collega Ivrea a Loranzé. Il complesso era infatti originariamente concepito come ampliamento dello Stabilimento “Marxer” principale, con destinazione a Laboratori di ricerca. L’attività di supporto svolta in origine, acquisterà autonomia in tempi brevissimi, conferendo all’insediamento caratteri di indipendenza sempre più marcati.
Oggi, alla completa assenza di attività nello stabilimento “Marxer” di Galardi, fa riscontro un consistente ampliamento del comprensorio “R.B.M.”, in corso di realizzazione sui terreni ad ovest dei fabbricati di Vittoria.
Questi ultimi sono costituiti da cinque edifici monopiano, disposti all’intorno di un percorso di distribuzione coperto, che svolge la funzione di collegamento fra i vari corpi di fabbrica; in testa all’asse distributivo stesso, la Centrale termica, a servizio di tutti i fabbricati.
I singoli edifici presentano una larghezza di manica fissa paria 12 metri circa, e lunghezze variabili da 13,50 a 31,50 metri, con modulo di 4,50 metri. La struttura è metallica: il rivestimento in lamiera delle travi strutturali forma una copertura a padiglione nel senso longitudinale, che sborda dai muri perimetrali intonacati a rustico e rigorosamente bianchi.
Lo stacco fra muri e copertura è segnato da un profondo scuretto perimetrale, in lamiera sagomata di colore nero; l’acqua piovana viene scaricata a terra da doccioni in lamiera, disposti sugli spigoli di ogni padiglione.
I prospetti, molto lineari, sono scanditi da fasce finestrate fisse con altezze di 30 e 180 centimetri, il modulo orizzontale è di 75 centimetri; per ogni campata tipo, ampia 4,50 metri, due moduli finestrati alti 180 centimetri sono apribili a vasistas autobilanciato.
I serramenti sono montati sul filo interno dei tamponamenti perimetrali, accentuando così l’effetto di chiaro-scuro, già evidenziato sui prospetti dallo sporgere della copertura.
Lo stesso chiaro-scuro è ripreso nel colore dei serramenti: le parti fisse sono anodizzate in nero (che per effetto dell’irraggiamento solare ha perso gran parte del tono, specie sulle facciate rivolte a sud), mentre le parti apribili sono in alluminio naturale.
In origine l’insolazione era controllata da tende a rullo esterne, attualmente smantellate e sostituite da tende interne.
Solo i prospetti della Centrale termica differiscono dai corpi di fabbrica dei Laboratori: la destinazione d’uso tecnologica viene evidenziata da una cortina di lastre “U-Glass”, che per ragioni di sicurezza antincendio risultano ora parzialmente sostituite da muratura intonacata a civile.
All’interno dei cinque padiglioni, la distribuzione dei locali è gestita sia con setti in ferro e vetro che con pareti in muratura; anche sulle pareti cieche è però presente un sopraluce vetrato continuo, alto circa trenta centimetri, che lascia completamente libera la controsoffittatura in doghe di materiale plastico blu e grigio.
Le doghe in materiale plastico sono utilizzate anche all’intradosso della struttura metallica che costituisce il porticato esterno, sorretto da montanti in profilato metallico smaltati in nero.
Il Porticato, delimitato da bassi muretti con copertine in pietra, era originariamente pavimentato in grès; tale materiale è stato successivamente coperto con un rivestimento in gomma a bolli grigia, per renderlo antisdrucciolevole nel periodo invernale.
Anche per il recente ampliamento è stata adottata la tipologia monopiano, riprendendo il sistema di collegamento a porticato esterno adottato da Vittoria; le nuove pensiline risultano però di disegno più leggero rispetto alle originarie, e sono trattate con smalto bianco in tutte le loro parti» (Centro Ricerche Biomediche “R.B.M.” a Colleretto Giacosa, in Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Fondazione Adriano Olivetti, Gangemi Editore, Roma 1998, pp. 175-176).

«Il complesso è costituito da cinque edifici a un solo piano fuori terra, collegati tra loro da un percorso coperto. A connotare i prospetti dei singoli edifici sono le finestrature lineari fisse, con i montanti sul filo interno dei tamponamenti perimetrali. La struttura è metallica, la copertura è a padiglione (formata dal rivestimento di lamiera delle travi), i muri perimetrali bianchi. Lo stacco fra i materiali, tramite lamiera sagomata di colore nero, individua strutture verticali e copertura. Lo spazio interno è suddiviso da tramezzi sia in ferro e vetro, sia in muratura; un sopraluce si apre sulle pareti cieche con il segno continuo vetrato. L’uso del colore, caratterizzante le architetture di Vittoria, si estende alla controsoffittatura dei porticati esterni e degli spazi interni, formati da doghe in materiale plastico blu e grigio, mentre i montanti metallici del porticato sono smaltati di nero. La centrale termica, in testa all’asse distributivo, è schermata da una cortina di lastre “U-glass”, in parte sostituite da muratura intonacata» (230. Colleretto Giacosa. Centro Ricerche Biomediche R.B.M., in Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida del Piemonte. Architettura del Novecento, Allemandi & C, Torino 2008, pp. 167-168).

2. Consistenza dell’opera al 2019
Nonostante una sostanziale trasformazione del complesso dovuta a un suo significativo ampliamento, caratterizzato dalla edificazione di nuovi corpi architettonici di tipologia industriale seriale, la memoria del nucleo iniziale di Eduardo Vittoria è salvaguardata dal permanere dei corpi C ed E della primitiva articolazione, sul limite sud ovest dell’insediamento. L’originaria conformazione a blocchi connessi dalle pensiline su pilastri complessivamente è perduta, ma il corpo C conserva un segmento del sistema di coperture porticate, che ne suggerisce la spazialità e la dimensione architettonica. Elementi del primo ampliamento permangono in corrispondenza del settore nord est del complesso, come blocchi isolati che partecipano nell’insieme a una rinnovata conformazione urbanistica. Lo stato di conservazione degli edifici residuali originari è molto buona, lodevole, garantito dal diacronico funzionamento del sito, con il protrarsi delle attività di ricerca e sviluppo in campo farmaceutico e biomedico, il cui ragguardevole potenziamento ha generato una notevole estensione del centro di ricerca, con l’edificazione dei nuovi edifici dagli anni Duemila.

(Scheda a cura di Monica Naretto, DAD - Politecnico di Torino)

Info
  • Progetto: 1970 - 1971
  • Esecuzione: 1971 - 1972
  • Tipologia Specifica: Centro ricerche biomediche
  • Committente: Olivetti
  • Proprietà: Proprietà privata
  • Destinazione originaria: Centro ricerche biomediche
  • Destinazione attuale: Centro ricerche biomediche
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Amos Messori Direzione lavori Esecuzione NO
Antonio Migliasso Progetto strutturale Progetto NO
Eduardo Vittoria Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.architettiroma.it/50_anni_professione/vittoria-eduardo/ SI
  • Strutture: Metalliche con tamponamenti in muratura
  • Materiale di facciata: Lamiera, vetro, muratura intonacata
  • Coperture: A padiglione, con rivestimento in lamiera
  • Serramenti: Finestrature lineari fisse con montanti su filo esterno
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Ottimo
  • Stato Coperture: Ottimo
  • Stato Serramenti: Ottimo

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«Negli anni Sessanta lo Stabilimento farmaceutico “Marxer”, con annessi laboratori di ricerca, veniva realizzato, su progetto di Alberto Galardi, per accogliere le attività del virologo tedesco Antoine Marxer, marito di Silvia Olivetti. 
Dieci anni più tardi, sui terreni prospicenti l’insediamento originario, a sud della Strada Provinciale che collega Ivrea a Loranzè, Eduardo Vittoria concepiva cinque padiglioni monopiano, e relative centrali tecnologiche, per l’ampliamento delle attività. Oggi nessuno dei due insediamenti fa più capo alla “Marxer” originaria; la Società “Pierrel” ha rilevato i fabbricati progettati da Alberto Galardi, attualmente inutilizzati, mentre la Società “R.B.M.” continua le attività di ricerca biomedica nei padiglioni di Eduardo Vittoria, recentemente affiancati da nuovi edifici localizzati poco più ad est» (Istituti di Ricerca Farmaceutica a Loramzé e Colleretto Giacosa - Complesso, in Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Fondazione Adriano Olivetti, Gangemi Editore, Roma 1998, p. 164).

«Nei primi mesi del 1971 Eduardo Vittoria produce una serie di tavole di progetto intitolate “Istituto di Ricerche Marxer S.p.A.  - Loranzè di Ivrea”. I disegni localizzano l’intervento nelle immediate vicinanze dello Stabilimento “Marxer” progettato da Alberto Galardi, sul lato opposto della Strada che collega Ivrea a Loranzé. Il complesso era infatti originariamente concepito come ampliamento dello Stabilimento “Marxer” principale, con destinazione a Laboratori di ricerca. L’attività di supporto svolta in origine, acquisterà autonomia in tempi brevissimi, conferendo all’insediamento caratteri di indipendenza sempre più marcati. 
Oggi, alla completa assenza di attività nello stabilimento “Marxer” di Galardi, fa riscontro un consistente ampliamento del comprensorio “R.B.M.”, in corso di realizzazione sui terreni ad ovest dei fabbricati di Vittoria. 
Questi ultimi sono costituiti da cinque edifici monopiano, disposti all’intorno di un percorso di distribuzione coperto, che svolge la funzione di collegamento fra i vari corpi di fabbrica; in testa all’asse distributivo stesso, la Centrale termica, a servizio di tutti i fabbricati. 
I singoli edifici presentano una larghezza di manica fissa paria 12 metri circa, e lunghezze variabili da 13,50 a 31,50 metri, con modulo di 4,50 metri. La struttura è metallica: il rivestimento in lamiera delle travi strutturali forma una copertura a padiglione nel senso longitudinale, che sborda dai muri perimetrali intonacati a rustico e rigorosamente bianchi. 
Lo stacco fra muri e copertura è segnato da un profondo scuretto perimetrale, in lamiera sagomata di colore nero; l’acqua piovana viene scaricata a terra da doccioni in lamiera, disposti sugli spigoli di ogni padiglione.
I prospetti, molto lineari, sono scanditi da fasce finestrate fisse con altezze di 30 e 180 centimetri, il modulo orizzontale è di 75 centimetri; per ogni campata tipo, ampia 4,50 metri, due moduli finestrati alti 180 centimetri sono apribili a vasistas autobilanciato. 
I serramenti sono montati sul filo interno dei tamponamenti perimetrali, accentuando così l’effetto di chiaro-scuro, già evidenziato sui prospetti dallo sporgere della copertura. 
Lo stesso chiaro-scuro è ripreso nel colore dei serramenti: le parti fisse sono anodizzate in nero (che per effetto dell’irraggiamento solare ha perso gran parte del tono, specie sulle facciate rivolte a sud), mentre le parti apribili sono in alluminio naturale. 
In origine l’insolazione era controllata da tende a rullo esterne, attualmente smantellate e sostituite da tende interne.
Solo i prospetti della Centrale termica differiscono dai corpi di fabbrica dei Laboratori: la destinazione d’uso tecnologica viene evidenziata da una cortina di lastre “U-Glass”, che per ragioni di sicurezza antincendio risultano ora parzialmente sostituite da muratura intonacata a civile. 
All’interno dei cinque padiglioni, la distribuzione dei locali è gestita sia con setti in ferro e vetro che con pareti in muratura; anche sulle pareti cieche è però presente un sopraluce vetrato continuo, alto circa trenta centimetri, che lascia completamente libera la controsoffittatura in doghe di materiale plastico blu e grigio. 
Le doghe in materiale plastico sono utilizzate anche all’intradosso della struttura metallica che costituisce il porticato esterno, sorretto da montanti in profilato metallico smaltati in nero. 
Il Porticato, delimitato da bassi muretti con copertine in pietra, era originariamente pavimentato in grès; tale materiale è stato successivamente coperto con un rivestimento in gomma a bolli grigia, per renderlo antisdrucciolevole nel periodo invernale.
Anche per il recente ampliamento è stata adottata la tipologia monopiano, riprendendo il sistema di collegamento a porticato esterno adottato da Vittoria; le nuove pensiline risultano però di disegno più leggero rispetto alle originarie, e sono trattate con smalto bianco in tutte le loro parti» (Centro Ricerche Biomediche “R.B.M.” a Colleretto Giacosa, in Daniele Boltri, Giovanni Maggia, Enrico Papa, Pier Paride Vidari, Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Fondazione Adriano Olivetti, Gangemi Editore, Roma 1998, pp. 175-176).

«Il complesso è costituito da cinque edifici a un solo piano fuori terra, collegati tra loro da un percorso coperto. A connotare i prospetti dei singoli edifici sono le finestrature lineari fisse, con i montanti sul filo interno dei tamponamenti perimetrali. La struttura è metallica, la copertura è a padiglione (formata dal rivestimento di lamiera delle travi), i muri perimetrali bianchi. Lo stacco fra i materiali, tramite lamiera sagomata di colore nero, individua strutture verticali e copertura. Lo spazio interno è suddiviso da tramezzi sia in ferro e vetro, sia in muratura; un sopraluce si apre sulle pareti cieche con il segno continuo vetrato. L’uso del colore, caratterizzante le architetture di Vittoria, si estende alla controsoffittatura dei porticati esterni e degli spazi interni, formati da doghe in materiale plastico blu e grigio, mentre i montanti metallici del porticato sono smaltati di nero. La centrale termica, in testa all’asse distributivo, è schermata da una cortina di lastre “U-glass”, in parte sostituite da muratura intonacata» (230. Colleretto Giacosa. Centro Ricerche Biomediche R.B.M., in Maria Adriana Giusti, Rosa Tamborrino, Guida del Piemonte. Architettura del Novecento, Allemandi & C, Torino 2008, pp. 167-168).

2.	Consistenza dell’opera al 2019
Nonostante una sostanziale trasformazione del complesso dovuta a un suo significativo ampliamento, caratterizzato dalla edificazione di nuovi corpi architettonici di tipologia industriale seriale, la memoria del nucleo iniziale di Eduardo Vittoria è salvaguardata dal permanere dei corpi C ed E della primitiva articolazione, sul limite sud ovest dell’insediamento. L’originaria conformazione a blocchi connessi dalle pensiline su pilastri complessivamente è perduta, ma il corpo C conserva un segmento del sistema di coperture porticate, che ne suggerisce la spazialità e la dimensione architettonica. Elementi del primo ampliamento permangono in corrispondenza del settore nord est del complesso, come blocchi isolati che partecipano nell’insieme a una rinnovata conformazione urbanistica. Lo stato di conservazione degli edifici residuali originari è molto buona, lodevole, garantito dal diacronico funzionamento del sito, con il protrarsi delle attività di ricerca e sviluppo in campo farmaceutico e biomedico, il cui ragguardevole potenziamento ha generato una notevole estensione del centro di ricerca, con l’edificazione dei nuovi edifici dagli anni Duemila.

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Anni 2000 -	Ampliamento e trasformazione sostanziale del complesso, con raddoppio della consistenza dell’insediamento verso sud, ed edificazione di numerosi edifici su più piani di tipologia architettonica industriale.

Si ringrazia la Direzione di RBM S.p.A. - Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” - Merck Serono S.p.A. per avere favorito la ricerca e concesso materiale fotografico conservato presso i propri Archivi.

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  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Anni ’90: - Ampliamento del complesso, con adozione della tipologia costruttiva monopiano, riprendendo il sistema a porticato esterno adottato da Vittoria. Le pensiline dei nuovi lotti risultavano di disegno più leggero rispetto a quelle della parte originaria ed erano rifinite con smalto bianco. Anni 2000 - Ampliamento e trasformazione sostanziale del complesso, con raddoppio della consistenza dell’insediamento verso sud, ed edificazione di numerosi edifici su più piani di tipologia architettonica industriale. Si ringrazia la Direzione di RBM S.p.A. - Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” - Merck Serono S.p.A. per avere favorito la ricerca e concesso materiale fotografico conservato presso i propri Archivi.

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Papa Enrico 1988 Guida all’architettura moderna di Ivrea Tesi di laurea, relatori Elena Tamagno, Micaela Viglino Davico, Facoltà di Architettura, Politecnico di Torino 362-364 No
Boltri Daniele, Maggia Giovanni, Papa Enrico, Vidari Pier Paride 1998 Architetture olivettiane a Ivrea. I luoghi del lavoro e i servizi socio-assistenziali di fabbrica, Fondazione Adriano Olivetti Gangemi Editore Roma 164-165, 174-177 No
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa 2008 Guida del Piemonte. Architettura del Novecento Allemandi & C Torino 167-168 No

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Contestualizzazione del Centro nell’insediamento industriale e di ricerca sui territori di Loranzé e Colleretto Giacosa Contestualizzazione del Centro nell’insediamento industriale e di ricerca sui territori di Loranzé e Colleretto Giacosa Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Planimetria generale di progetto Planimetria generale di progetto Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Prospetti di progetto Prospetti di progetto Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Il corpo C visto dal porticato Il corpo C visto dal porticato Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Il fronte nord del corpo D Il fronte nord del corpo D Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Vista del porticato verso il corpo A Vista del porticato verso il corpo A Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Particolare dei nuovi porticati per il collegamento con i fabbricati in ampliamento Particolare dei nuovi porticati per il collegamento con i fabbricati in ampliamento Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Il fronte sud del corpo C Il fronte sud del corpo C Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
L’ingresso principale visto dal parcheggio, con i corpi C ed E L’ingresso principale visto dal parcheggio, con i corpi C ed E Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Particolare delle testate dei fabbricati con l’innesto del porticato di collegamento Particolare delle testate dei fabbricati con l’innesto del porticato di collegamento Tratto da - Boltri, Maggia, Papa, Vidari, Gangemi Editore 1998
Vista aerea attuale, da ovest verso est, del complesso, dopo l’ampliamento degli anni Duemila. I corpi C ed E originari, di Eduardo Vittoria, sono rilevabili in basso a sinistra, immersi in un contesto verde Vista aerea attuale, da ovest verso est, del complesso, dopo l’ampliamento degli anni Duemila. I corpi C ed E originari, di Eduardo Vittoria, sono rilevabili in basso a sinistra, immersi in un contesto verde Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Scorcio del lotto in prossimità dei corpi C ed E originari. Sullo sfondo, le Prealpi canavesane Scorcio del lotto in prossimità dei corpi C ed E originari. Sullo sfondo, le Prealpi canavesane Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da ovest Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da ovest Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Il corpo E di Eduardo Vittoria, visto da sud est Il corpo E di Eduardo Vittoria, visto da sud est Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da sud est. La terminazione est conserva un brano della originaria pensilina che istituiva un percorso di collegamento aperto-coperto tra gli edifici del complesso Il corpo C di Eduardo Vittoria, visto da sud est. La terminazione est conserva un brano della originaria pensilina che istituiva un percorso di collegamento aperto-coperto tra gli edifici del complesso Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Prospetto est del corpo C Prospetto est del corpo C Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Nuovo edificio parte dell’ultimo ampliamento, a sud del complesso Nuovo edificio parte dell’ultimo ampliamento, a sud del complesso Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Vista da sud del nuovo edificio principale del complesso Vista da sud del nuovo edificio principale del complesso Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A
Vista da sud ovest di uno dei corpi centrali dell’insediamento Vista da sud ovest di uno dei corpi centrali dell’insediamento Archivio RBM S.p.A. – Istituto di Ricerche Biomediche “A. Marxer” – Merck Serono S.p.A

Criteri
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il Piemonte
Titolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)


Scheda redatta da Monica Naretto
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025

Revisori:

Mezzino Davide 2021