PADIGLIONE DELLA CASSA PER IL MEZZOGIORNO

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    [informazioni_architettoniche] => Il polo fieristico di Cagliari è realizzato a partire dal 1951 dalla Società Generale Immobiliare SoGene. Al suo interno, il padiglione della Cassa per il Mezzogiorno è realizzato in occasione della III Fiera Campionaria della Sardegna nel 1953, su progetto di Adalberto Libera, con la collaborazione dell’ingegnere strutturista Giorgio Girardet. Orientato secondo l’asse NO-SE, allineato sul viale di accesso alla cittadella fieristica, il disegno del padiglione parte da un quadrato di 26 mt di lato ma le parti sono determinate dall’applicazione della sezione aurea e lo spazio definitivo risulta longitudinale. Interamente realizzato in cemento armato, il padiglione si presenta come una copertura a geometria sfaccettata sostenuta da due archi a tre cerniere che insistono su quattro appoggi. La struttura principale è costituita da due portali ad arco a tre cerniere, composti da elementi monolitici trave/pilastro e distanti reciprocamente 15 mt. Le travi hanno forma alare a sezione variabile e poggiano, senza soluzione di continuità statica, su pilastri trapezoidali. Dieci travi secondarie longitudinali, rastremate agli estremi e fortemente aggettanti (5 mt), collegano i due portali e portano la sottile soletta in calcestruzzo (10 cm di spessore) che si presenta come una superficie piegata che partecipa agli sforzi della struttura. Un taglio longitudinale sottolinea la simmetria, mette in evidenza il sistema della cerniera centrale e i quattro semi-portali. Le fondazioni sono costituite da quattro plinti a base quadrata su pali trivellati. Infine Libera si occupò anche dello studio degli elementi di finitura, di arredo e degli impianti tecnologici. Il Padiglione di Libera per la Fiera di Cagliari, come altri più famosi nella storia dell'architettura non è solo un edificio in cui esporre il prodotto del momento o presentare la società committente, diventa una occasione per esprimere una idea di architettura e una idea di società. La costruzione ha subito profonde trasformazioni nel 1973, quando fu chiuso su progetto di Ubaldo e Roberto Badas per l’esposizione dell’artigianato locale.
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