OSPEDALE MAURIZIANO
Scheda Opera
- Comune: Lanzo Torinese
- Località: Frazione Oviglia, regione Villa Maganza
- Denominazione: OSPEDALE MAURIZIANO
- Indirizzo: Via Marchese della Rocca N. 30
- Data: 1960 - 1981
- Tipologia: Strutture sanitarie
- Autori principali: Domenico Morelli, Paolo Ceresa
Descrizione
1. L’opera originaria
«Da oltre un decennio l’Ordine Mauriziano pensa al rinnovamento della sua sede ospedaliera in Lanzo. Attraverso le varie Amministrazioni susseguitisi, la determinazione dell’Ente ha preso consistenza con l’acquisto dell’area e con l’affidamento agli Architetti Paolo Ceresa e Domenico Morelli dell’incarico di progettare la nuova costruzione. Il rapido processo evolutivo delle esigenze ospedaliere e la sopravvenuta emanazione della Legge di riforma dell’assistenza ospedaliera hanno determinato nel frattempo la necessità di successive rielaborazioni della fase progettuale ed in conseguenza di queste ultime è emerso il convincimento che preferibilmente da nuovi schemi strutturali sarebbe potuta scaturire una soluzione più idonea per validità ed attualità funzionali.
Per la maggiore evidenza di ricerca su tale orientamento e per la verifica dei confronti con la validità dei precedenti schemi, l’attuale Amministrazione dell’Ente ha dato incarico agli stessi architetti progettisti di riesaminare il progetto di massima, con l’assistenza di una commissione di studio composta da un Consigliere quale Presidente, dal Sovrintendente Sanitario e dal Capo della Divisione Lavori ed Impianti – oltre agli stessi Progettisti – quali membri.
Frutto di tale riesame è la soluzione che si propone, elaborata nel corso di numerose e dibattute riunioni durante le quali sono stati discussi i vari problemi connessi con l’impostazione di un moderno ospedale di zona – perché tale è oggi considerato l’Ospedale Mauriziano di Lanzo – inserito nel quadro della programmazione regionale.
Nel progetto proposto vengono avanzate anticipazioni di innovazioni concettualmente acquisite ancorché non ancora previste da norme; pur tuttavia va affermato che esse intendono essere considerate anche come stimolanti indicazioni di contemperamento della ortodossia strutturale alle attuali esigenze organizzative previste dalle vigenti norme riformatrici dell’assistenza ospedaliera la quale, per realizzarsi, deve necessariamente far ricorso all’aggiornamento della normativa che da tempo rende statica ed inattuale la progettazione ospedaliera.
L’organismo edilizio previsto, a prevalente sviluppo orizzontale, risulta costituito da due corpi di degenze collegati da un terzo corpo ortogonale riservato ai servizi interdivisionali ed ai collegamenti verticali, tutti a quattro piani fuori terra, inseriti nella piastra dei servizi di diagnosi, cura, direzionali e generali.
Dotato di una capacità ricettiva che, con il reparto lungodegenti e convalescenti previsto dalle norme del Decreto Ministeriale sugli obiettivi e criteri per la formulazione del Piano nazionale ospedaliero, può raggiungere i 200 posti letto, offre ampie possibilità di elastica organizzazione funzionale e ricettiva, prevedendo altresì l’eventualità di ampliamenti.
L’organizzazione interna, per effetto della scelta delle innovazioni strutturali già accennate consente un efficiente e razionale funzionamento di tutte le attività ed offre la possibilità di una gestione economicamente controllata.
Questa, in sintesi, la soluzione proposta, che ritiene di poter offrire una ponderata indicazione alle scelte dell’Amministrazione ed una soddisfacente risposta ai problemi ospedalieri che la popolazione di Lanzo e delle Valli confluenti hanno da tempo avanzato alla secolare attività assistenziale dell’Ordine Mauriziano» (Angelo Prato, in qualità di Presidente della Commissione di studio, Presentazione, Torino, 12 novembre 1971, Politecnico di Torino, DIST, Laboratorio di Storia e Beni Culturali, Fondo Morelli).
«[…] 2. Caratteristiche dell’area.
2.1 Ubicazione – superficie – accessi
L’area, di proprietà dell’Ordine Mauriziano, si trova in frazione Oviglia, regione Villa Maganza, a levante e a monte della città, su di un altipiano a quota 524 m. s. l. m., a un’altitudine di 50 m superiore a quella del centro cittadino.
La superficie è di mq 36.121.
La zona ha un particolare interesse panoramico su tutto il giro di orizzonte, definito a Nord dalle propaggini del Pian di Rossa, e dalle Valli del Tessolo e del Tesso, a Sud dalla veduta della città, ad Est dalla pianura che si apre verso Torino.
L’ambiente è suggestivo, il paesaggio è riposante.
La località, dolce e ridente, è caratterizzata dal verde dei prati e da una vegetazione ricca di esemplari pregiati e di notevole sviluppo. Tutt’intorno sorgono vecchie ville con ampi parchi.
Il luogo, dove dovrà sorgere il nuovo Ospedale, è raggiungibile con la strada comunale, di recente realizzazione, che partendo dalla provinciale Torino-Lanzo, all’altezza del ponte sul torrente Tesso, si sviluppa lungo il versante meridionale della collina con un percorso di m. 600 circa […].
3. Criteri e dati informatori del progetto
[…] 3.2 Modello tipologico strutturale
L’insieme dei requisiti richiesti, riportati al punto precedente, pone anche solo a livello di ospedale di zona, un problema complesso di interrelazioni, la cui soluzione razionale è riconducibile più ad un sistema di connessioni tra molte attività che ad una loro sequenza lineare.
Analizzando in particolare la struttura organizzativa delle degenze si avverte la difficoltà progettuale derivante dalle differenti caratteristiche dei cinque reparti richiesti. Infatti solo le divisioni di chirurgia, di medicina, e per convalescenti, possono essere considerate tipologicamente uguali, mentre del tutto atipiche sono le sezioni di pediatria e di ostetricia.
Il rilievo ha la sua importanza in quanto proprio i criteri che si adottano nello studio e nella collocazione delle degenze condizionano preliminarmente l’organizzazione spaziale e fisica di tutto il complesso edilizio.
In questo momento progettuale occorre ricercare un sistema distributivo che consenta la più corretta collocazione dei collegamenti orizzontali e verticali per assicurare rapide comunicazioni fra sezioni e reparti affini e fra questi ed i servizi speciali e generali, e la massima centralizzazione dei posti di assistenza e guardia […].
Il progetto di un ospedale pertanto deve tener conto fin dall’inizio di un radicale rinnovamento tecnologico che vada ben oltre i risultati già conseguiti; deve preparare la sua struttura distributiva in modo da poterlo accogliere comunque si manifesti.
Dall’analisi responsabile delle considerazioni di premessa i progettisti hanno ritenuto opportuno indirizzare la scelta della tipologia strutturale da adottare sul modello dell’unità di degenza “a doppio corridoio aperto” […].
4. Caratteristiche tecnico-costruttive del complesso
4.1 Spirito e architettura del progetto
Il criterio base che caratterizza l’architettura dell’opera progettata discende in modo diretto dall’articolazione funzionale che denuncia anche formalmente quell’aspetto di chiarezza compositiva che i progettisti hanno ricercato con particolare impegno.
La netta e precisa delimitazione degli spazi interni (che rappresenta uno dei più evidenti pregi distributivi) determina una strutturazione di volumi che conferisce all’insieme sempre variati motivi di piani e volumi tra loro armonicamente composti.
Il fatto architettonico d’assieme, che ben si inserisce nella serena tranquillità dell’ambiente naturale, richiama quei motivi di massimo rispetto della individualità del malato e della dignità della persona umana, ricercati per una sempre maggiore umanizzazione dell’impianto ospedaliero.
Predomina di conseguenza nell’architettura la linea orizzontale su livelli e su piani diversi, accentuata dall’andamento allungato dei partiti minori e scolpita dalle forti ombre dei corpi in aggetto.
4.2 Materiali e struttura
Il fatto architettonico è reso compiuto dall’uso dei materiali e dalla scelta del colore, per i quali potranno trovare impiego in facciata, manufatti di mattoni paramano di tinta chiara o coloriti con idropitture sempre chiare, oppure ancora, rivestimenti ceramici a tonalità tenue (ad esempio Klinker) con eventuali elementi in cemento a vista.
Per i serramenti esterni, per le vetrate interne e per i divisori vetrati di delimitazione di ambienti, particolarmente per quelli collocati nella spina centrale della manica quintupla delle degenze, si prevede l’impiego di infissi in alluminio anodizzato.
Per le porte interne e per i divisori interni mobili saranno adottate pannellature con rivestimento di laminato plastico. Circa i pavimenti è generalizzato l’uso di materiali resilienti, quale il PVC, ad eccezione degli ambienti di servizio per i quali si prevede l’uso del grés ceramico.
La chiarezza formale che distingue tutta l’opera determina anche un semplice disegno della maglia strutturale caratterizzata da uno sviluppo longitudinale di travate rettilinee con orizzontamenti a spessori costanti. La struttura è prevista in cemento armato con solai misti. Le strutture di fondazioni sono parimenti in c. a. senza particolarità di rilievo data la buona natura dei terreni di impianto.
Gli elementi di tamponamento saranno realizzati con muratura a doppia parete in laterizi.
Particolare cura dovrà venire posta negli isolamenti termici ed acustici a tutti i piani onde assicurare a tutti gli ambienti il necessario grado di confort […]» (Domenico Morelli, Paolo Ceresa, Relazione tecnica di progetto, 1971, Politecnico di Torino, DIST, Laboratorio di Storia e Beni Culturali, Fondo Morelli).
«Modello all’avanguardia per la metà dell’Ottocento, ma del tutto superato cent’anni dopo, come ne prendeva atto nel 1960 lo stesso Consiglio dell’ordine, riconoscendo che “nonostante gli accorgimenti usati per sistemarvi il maggior numero possibile di letti è ormai insufficiente alle necessità locali, né è suscettibile di ulteriori ampliamenti o adattamenti per cui si impone urgente e improrogabile l’esigenza di costruire un nuovo edificio ospedaliero […]” (deliberazione del 23 aprile 1960 riportata in T. M. Caffaratto, Storia dell’ospedale mauriziano di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, XXXVIII, Lanzo Torinese, 1983, p. 27), non più ampliabile per la sua posizione al centro dell’organizzazione urbana. L’Ordine Mauriziano procedette quindi all’acquisto di un terreno in regione Oviglia, di proprietà di Luigi e Flavio Bergera, affidando la progettazione del nuovo nosocomio agli architetti Paolo Ceresa e Domenico Morelli che presentavano l’anno seguente un progetto completo (organizzato su tre piani per ospitare 180 posti-letto, persino sovrabbondanti per il comprensorio di Lanzo “che a fondo valle è quasi soffocato in un imbuto ospedaliero per le presenze dei nosocomi di Cirié, Venaria Reale, e del Maria Vittoria di Torino […]. L’ospedale è un’ode al gigantismo sanitario”. L. Gigli, M. Ruggiero, Il caso Mauriziano. Come allungare le mani su ospedali, terre e palazzi, con prefazione di Mercedes Bresso, Fratelli Frilli Editori, Genova 2005, p. 41). L’iter di approvazione e finanziamento 109 risultò estremamente laborioso sicché il nuovo ospedale non venne consegnato all’amministrazione dell’Ordine che il 10 febbraio 1981 (T. M. Caffaratto, Storia dell’ospedale mauriziano di Lanzo, Società Storica delle Valli di Lanzo, XXXVIII, Lanzo Torinese, 1983, p. 27). Il vecchio nosocomio venne destinato a casa di riposo per anziani, gestita dal comune per alcuni anni, fino allo stato recente di totale abbandono. Passato di proprietà dall’Ordine Mauriziano al comune in tempi recentissimi (la prima asta per la vendita dei beni dell’Ordine a seguito del commissariamento è del 15 marzo 2005. Ancora L. Gigli, M. Ruggiero, Il caso Mauriziano. Come allungare le mani su ospedali, terre e palazzi, con prefazione di Mercedes Bresso, Fratelli Frilli Editori, Genova 2005, p. 250), dal 15 maggio 2008 sono iniziati i lavori di risanamento e valorizzazione, nella prospettiva di una riconversione in centro di recupero per minori di famiglie disagiate, in accordo con il Ministero di Grazia e Giustizia (dati gentilmente forniti dall’amministrazione comunale), continuità della funzione assistenziale da sempre svolta» (Chiara Devoti, Monica Naretto, Ordine e Sanità Gli ospedali mauriziani tra XVIII e XX secolo: storia e tutela, Celid, Torino 2010, pp. 109-110).
2. Consistenza dell’opera al 2019
Costantemente mantenuta e funzionante come presidio ospedaliero, l’opera conserva integri l’impianto compositivo e spaziale, le finiture, i manufatti accessori e il suggestivo rapporto con il contesto ambientale, inserita com’è nell’area verde, su medie pendici collinari, in prossimità di boschi di latifoglie. Si segnalano come qualificanti e omogeneamente conservati, in esterno, il rivestimento ceramico di mattonelle rettangolari in klinker beige disposte in senso verticale, le lastre di rivestimento basamentale in serizzo grigio, i profilati di vetro tipo “u-glass” satinato dal taglio verticale che segnano le aperture delle torri con le scale e dei collegamenti orizzontali, il sistema di frangisole metallici che si sovrappongono alle ampie finestrature a nastro sui fronti sud est, sud ovest e sul segmento ovest di quello nord ovest. Anche i serramenti in alluminio anodizzato sono per lo più conservati. Sono rilevabili diffusi fenomeni di dilavamento uniti a patine biologiche, rimediabili con semplici caute puliture, alcune ossidazioni sugli elementi metallici (faldali, ringhiere), con conseguenti macchie da percolazione sulle finiture sottostanti, e, solo in situazioni puntuali, il distacco e la lacuna del rivestimento in klinker, che rivela la natura dei supporti murari, in blocchi di laterizio alveolato in corrispondenza delle pareti di tamponamento. Nella visione d’insieme, gli edifici accessori permangono anch’essi a partecipare del progetto globale che sapientemente dialoga col paesaggio. La qualità dell’architettura è tuttora leggibile anche alla scala di dettaglio: i pluviali in acciaio dalla sezione quadrata, le ringhiere metalliche dei balconi a grigliato che si ripetono nelle partiture della recinzione del sito, le copertine e i davanzali lapidei dalle linee pulite, i mancorrenti in profilo scatolare, l’accostamento sapiente delle lastre di zoccolatura, sono elementi conservati che testimoniano della profonda capacità di governo del cantiere e di controllo delle maestranze, come la critica all’opera di Morelli ha ben evidenziato.
(Scheda a cura di Monica Naretto, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1960 - 1961
- Esecuzione: 1961 - 1981
- Tipologia Specifica: Ospedale
- Committente: Ordine Mauriziano
- Proprietà: Proprietà pubblica
- Destinazione originaria: Ospedale Mauriziano
- Destinazione attuale: Presidio Ospedaliero
Autori
- Strutture: Maglia strutturale caratterizzata da uno sviluppo longitudinale di travate rettilinee con orizzontamenti a spessori costanti. La struttura è in cemento armato con solai misti. Le strutture di fondazioni sono parimenti in c. a. senza particolarità di rilie
- Materiale di facciata: Presenza in facciata di rivestimenti ceramici a tonalità tenue (Klinker) con elementi in calcestruzzo a vista.
- Coperture: Piane
- Serramenti: Per i serramenti esterni, per le vetrate interne e per i divisori vetrati di delimitazione di ambienti si impiegano infissi in alluminio anodizzato. Sui fronti sud e ovest sono inseriti frangisole in metallo brunito costituiti da elementi verticali orient
- Stato Strutture: Buono
- Stato Materiale di facciata: Buono
- Stato Coperture: Buono
- Stato Serramenti: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
Si ringrazia il Laboratorio di Storia e Beni Culturali del Politecnico di Torino - DIST per il supporto nella consultazione del Fondo Morelli.
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Bagliani Domenico (a cura di) | 1993 | Domenico Morelli Ingegnere Architetto, Ordine degli Architetti della Provincia di Torino | Toso | Torino | 328, 330-331 | No |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida del Piemonte. Architettura del Novecento | Allemandi & C | Torino | 191 | No |
Devoti Chiara, Naretto Monica | 2010 | Ordine e Sanità. Gli ospedali mauriziani tra XVIII e XX secolo: storia e tutela | Celid | Torino | 109-110 | No |
Cristina Erika, Devoti Chiara, Scalon Cristina | 2017 | Guida ragionata ai Fondi dell’Archivio Storico dell’Ordine Mauriziano. Documenti, disegni, materiali per la storia dell’istituzione e del suo patrimonio architettonico e territoriale | Centro Studi Piemontesi | Torino | 85-88 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Monica Naretto
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021