QUARTIERE LIBRINO

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    [informazioni_architettoniche] => Il Progetto per una nuova città di 60.000 abitanti, contenuto nel regesto delle opere del celebre studio giapponese, costituisce, con i suoi 420 ettari, il più grande insediamento di edilizia esistente in Italia all'inizio degli anni '70 del secolo scorso. Destinato a riqualificare le zone degradate a Sud della città e a fornire un contrappeso alla crescita caotica ed incontrollata dei quartieri settentrionali, il piano valorizza l'orografia del sito sviluppando una struttura morfologica assolutamente svincolata dall'impostazione a maglia compatta della città esistente. Il progetto comprende dieci quartieri residenziali, collegati da una rete verde pedonale continua e da un sistema veicolare anulare che si incrociano a livelli diversi articolando, alloro, interno, le scuole, gli impianti sportivi e le attrezzature collettive. Il centro urbano, che si trova in posizione di cerniera fra le aree residenziali e le infrastrutture, rappresenta un polo di riferimento territoriale. Nel tentativo di superare la dicotomia tra disegno urbanistico e disegno architettonico, l'architetto giapponese ha approfondito le diverse soluzioni tipologiche delle residenze offrendo alcune interpretazioni progettuali. Nel 1979, il piano di Tange è stato sottoposto a variante (redatta dall'ing. Francesco Lo Giudice) per reinserire le preesistenze e le trasformazioni avvenute nel tempo, a discapito del progetto originario che, in fase di attuazione, è stato in parte disatteso. (Oddo)

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