TORRE-BOLLITORE PER LA CELLULOSA
Scheda Opera
- Comune: Lanzo Torinese
- Denominazione: TORRE-BOLLITORE PER LA CELLULOSA
- Indirizzo: Via Torino 180-via Stura N. 11
- Data: 1942 - 1943
- Tipologia: Edifici per attività produttive
- Autori principali: Gino Levi Montalcini, Paolo Ceresa
Descrizione
1. Opera originaria
«Stabilimento “Torre bollitore” per le Cartiere Giacomo Bosso a Lanzo Torinese, 1942-43. Uno stabilimento costituito da una torre di bollitura per la produzione della cellulosa e da un edificio basso, adiacente alla torre, che contiene le vasche di scarico e di sgocciolamento. Un edificio industriale in cemento caratterizzato dal contrasto tra la verticalità della torre (circa 36 metri) e le linee orizzontali del corpo basso, evidenziate dalle finestre a nastro e dalle ombre dei piani leggermente aggettanti. Un contrasto voluto e dettato da “una personale sapienza e capacità, nell’aver dato espressione e non retorica alla struttura industriale pura” (Gio Ponti)». (Emanuele Levi Montalcini, Anna Maritano, Levi Montalcini e Torino/Levi Montalcini and Turin (165), in «Domus», n. 824, marzo 2000, pp. 113-120).
Inglese: si
«Negli anni quaranta e all’inizio degli anni cinquanta capita a Levi-Montalcini di progettare tre edifici industriali di un certo rilievo, che sono tra le sue opere più belle: da un lato alcuni impianti (e in particolare la torre-bollitore della cellulosa) per le cartiere Giacomo Bosso di Lanzo Torinese, del 1942; dall’altro, sempre per le cartiere, la Centrale idroelettrica Gran Prà di Ceres, del 1947-1948; infine un’altra centrale, questa volta di tipo termoelettrico, per la società Sip a Chivasso, del 1950-54; le prime due opere con Paolo Ceresa, la terza con Paolo Ceresa e Mario Passanti. Sui primi due interventi Levi-Montalcini non ha da spendere troppe parole e le relazioni e gli scritti sono spiegazioni tecniche asciutte, nelle quali viene descritto il funzionamento tecnico e macchinistico degli impianti, mai il gioco plastico. Sulla Centrale di Chivasso, viceversa, oltre che descrizioni particolari costruisce un ragionamento ideologico di una certa portata.
Gli edifici tecnici o destinati alla produzione avevano avuto per i razionalisti un valore altamente emblematico: in essi, il rapporto tra diagramma delle attività e disposizione delle forme sembrava porsi in modo più lineare e obbligato che altrove, sino a identificarsi con la “ragione” dell’architettura. Così che l’edificio industriale si situava in una particolare dimensione ideale e normativa e tendeva di fatto a definire per estensione i caratteri dell’architettura moderna. Levi-Montalcini, mi sembra, dà un’interpretazione al fondo diversa: degli edifici industriali coglie soprattutto un carattere inevitabile e ricorrente, che è il loro scarso riferimento alle misure umane, il loro confinarsi in una dimensione separata dai gesti e dal loro significato. È questo che ne determina l’astrattezza; questo che li rende oggetto di un’esplorazione monumentale e straniata della forma. Di questa monumentalità dà un’interpretazione plastica e potente. È evidente che in questa scelta v’è memoria dell’esperienza futurista e della sua intuizione, che è quella delle potenzialità plastiche del mondo produttivo: in esso, la costruzione formale nasce sempre da un processo di imbrigliamento della “forza”. Essa viene imprigionata e dominata e si traduce nella tensione dei volumi e nei contrasti di materia». (Daniele Vitale, Gino Levi-Montalcini e l’architettura torinese, in Gino Levi Montalcini. Architetture, disegni e scritti, numero monografico, «Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino», Nuova serie, n. 2, anno 136, dicembre 2003, p. 54).
«Architettura «plastica e potente» insieme monumentale e astratta, da cui emerge con chiarezza la fiducia dei progettisti nelle “potenzialità plastiche del mondo produttivo” (Vitale, 2003). Sull’impianto, caratterizzato da un ricercato equilibrio tra linee verticali e orizzontali, domina il volume della torre-bollitore della cellulosa, vero segnale in senso pubblicitario e a scala territoriale». (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, pp. 190-191).
Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
Dal sopralluogo effettuato nel 2019 si è potuta constatare l’avvenuta demolizione della Torre-bollitore. Nelle immagini allegate si riportano i cartelli affissi all’ingresso della cartiera che documentano le fasi della demolizione avvenuta nel 2014.
(Scheda a cura di Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1942 -
- Esecuzione: - 1943
- Committente: Società Cartiere Giacomo Bosso
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Torre-bollitore per la cellulosa
- Destinazione attuale: Demolito nel 2014
Autori
Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
---|---|---|---|---|---|---|
Paolo | Ceresa | Progetto architettonico | Progetto | SI | ||
Gino | Levi Montalcini | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/gino-levi-montalcini/ | SI |
- Strutture: Cemento armato
- Materiale di facciata: Calcestruzzo faccia a vista
- Serramenti: Corpo basso con finestre a nastro
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
---|---|---|---|---|---|---|
Levi Montalcini Emanuele, Maritano Anna | 2000 | Levi Montalcini e Torino/Levi Montalcini and Turin (165) | Domus n. 824 | 113-120 | No | |
Vitale Daniele | 2003 | Gino Levi-Montalcini e l’architettura torinese, in Gino Levi Montalcini. Architetture, disegni e scritti, numero monografico | Atti e Rassegna Tecnica della Società degli Ingegneri e degli Architetti in Torino, Nuova serie, n. 2, anno 136 | 40-65 | No | |
Giusti Maria Adriana, Tamborrino Rosa | 2008 | Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 190-191 | No |
Allegati
Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 24/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021