Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

UNITÀ RESIDENZIALE UNRRA-CASAS A SAN BASILIO

Scheda Opera

  • Planimetria generale
  • Vista corte interna
  • Vista vialetto d'accesso
  • Vista esterna
  • Comune: Roma
  • Località: San Basilio
  • Denominazione: UNITÀ RESIDENZIALE UNRRA-CASAS A SAN BASILIO
  • Indirizzo: Via Muccia, via San Severino Marche
  • Data: 1951 - 1954
  • Tipologia: Edilizia residenziale pubblica
  • Autori principali: Mario Fiorentino
Descrizione

L’insediamento UNRRA-CASAS a San Basilio, situato a 15 km della Via Tiburtina nel settore nord – est della città, viene edificato ai margini della borgata fascista preesistente, con i fondi del piano Marshall, subito dopo la seconda guerra mondiale. Si tratta delle prime case che possono definirsi tali, in quanto l’agglomerato semirurale esistente, edificato tra il 1928 ed il 1930 per le famiglie dei ceti popolari sfrattate dal centro storico in seguito agli sventramenti, consisteva in abitazioni costruite in economia, realizzate in carpelite, un impasto di trucioli di legno con calce, che realizzava in realtà delle vere e proprie capanne in muratura, basse, malsane e senza servizi igienici, dette “Case 7 lire” o “Casette Peter”. Alla fine della guerra l’Istituto Autonomo Case Popolari propone alle famiglie di acquistare le baracche, già fortemente malandate, ed il terreno circostante, per 60000 lire da pagare a rate. Gli affittuari rifiutano l’acquisto e chiedono allo stesso istituto di demolire le case esistenti e costruirne di nuove.

Il programma edilizio dell’UNRRA per San Basilio nasce inizialmente con l’obiettivo di dare alloggio ai profughi italiani provenienti dalla Venezia Giulia, poi anche per i bombardati di San Lorenzo, e di costruire un modesto numero di casette di tipo economico, da fabbricarsi utilizzando i mezzi e le materie prime esistenti in loco. Inizialmente si pensa quindi ad un “villaggio” a Roma, con la coscienza di un preciso significato di struttura urbana e sociale. A causa dell’esiguità dei finanziamenti, questo intervento si presenta di dimensioni limitate, cosa che appare singolare in una città come Roma: si preferisce far assumere al piccolo progetto un carattere prevalentemente esemplare.

Dopo un parziale risanamento delle baracche esistenti operato dall'Istituto Autonomo Case Popolari, nel 1951 viene bandito un concorso nazionale per la costruzione di nuove abitazioni nel quale risultano vincitori ex aequo Mario Fiorentino per la soluzione urbanistica ed edilizia e Serena Boselli per i servizi collettivi, (centro sociale, asilo nido, negozi). A partire dal 1954 la borgata San Basilio esistente viene demolita per consentire allo IACP di costruire edifici pubblici più alti e meno precari, nell'ottica di realizzare quartieri più umani e soprattutto dotarli di nuovi servizi sociali ed aree per il verde pubblico.

Il quartiere, contemporaneo al Tiburtino, recupera anch’esso i modi della comunità rurale cercando di sviluppare i rapporti di vicinato, ma se ne differenzia perché inserisce alcuni elementi dell’architettura scandinava, evidente nella libera articolazione dei fabbricati. L’impianto urbanistico è molto semplice: si tratta di un sistema viario definito dall'incrocio di due assi principali che determina 4 settori, a loro volta raggruppati in due nuclei più grandi al centro dei quali sono localizzati i servizi sociali (realizzati, ma solo in parte, su progetto della Boselli).

La case sono disposte sul terreno secondo linee spezzate che determinano delle piccole corti aperte: l’impianto urbanistico, con i suoi spazi aperti tra le case, colloca l’insediamento quasi a metà strada tra campagna e città. Il riferimento all'architettura rurale è avvertibile sia nella tecnica costruttiva, con l’adozione di una muratura continua di tipo tradizionale, sia nei dettagli morfologici, quali la copertura a tetto. Infatti l’architetto si concentra proprio su questi dettagli, insieme a quelli tipologici, nella ricerca di una “forma popolare” dell’architettura, oltre a considerare gli aspetti linguistici, ottenendo un risultato senza dubbio interessante. Il carattere di singolarità del quartiere di San Basilio risiede nella decisione di costruire un villaggio unico per la sua struttura urbanistica, soprattutto se paragonata al tipo di tessuto, fortemente urbano in cui si inserisce.

Il terreno su cui sorge il quartiere, ceduto gratuitamente dal Comune di Roma, ha una superficie di 8,5 ettari ed ospita un complesso di 180 alloggi, per un totale di circa 900 abitanti – realizzando quindi un complesso piuttosto estensivo -, dei quali 10 comprendono anche i negozi più i servizi essenziali. L’intervento comprende alcune tipologie edilizie fissate dal programma generale, articolate in simplex e duplex: case unifamiliari aggregate a schiera, con due-tre stanze da letto, e case a due piani disposte in linea, con quattro appartamenti con due alloggi per piano. Ogni abitazione poi ha accesso indipendente e si prolunga in uno spazio aperto di propria pertinenza di circa 150-200 metri quadrati, pensato ad giardino o orto e destinato allo svolgimento della vita del vicinato.

Tutte le case hanno non più di due piani così da assicurare l’indipendenza di ogni nucleo famigliare. Originariamente divise in lotti di colore omogeneo, nel tempo gli intonaci delle abitazioni sono stati alterati (ed oggi in parte anche degradati): comprendevano tonalità di rosso, viola e giallo, mentre erano bianche le fasce alle finestre e gli infissi, infine le opere in ferro erano nere. Tutte le opere esterne murarie e di pavimentazione sono state studiate seguendo il principio di non abbandonare al caso gli spazi comuni. Il criterio generale sotteso alla progettazione è quello orientato al soddisfacimento delle esigenze abitative, anche tenendo conto dell’integrazione dello spazio abitato con lo spazio collettivo. L’impianto stradale distingue in maniera netta strade di attraversamento veicolare e strade a carattere distributivo delle residenze.

Non sono mancati tuttavia alcuni inconvenienti in fase di realizzazione delle unità residenziali: infatti, nonostante l’accurato studio per standardizzare dei particolari costruttivi essenziali, dall'ossatura alle finiture, avendo così definito i presupposti per un lavoro efficienti spedito e ragionato e ridurre al minimo i costi, il sistema ancora troppo artigianale della costruzione edilizia e la scorporazione dell’appalto a diverse imprese, aggiunto alla mancanza di coordinamenti dei tempi e di esecuzione dei servizi pubblici, hanno comportato non pochi problemi in fase di costruzione. Tuttavia questi incidenti sono stati in gran parte risolti grazie alla collaborazione della committenza, rappresentata dall’ing. Tosti dell'UNRRA-CASAS, che ha contribuito al riconoscimento delle reciproche esigenze favorendo i rapporti con gli organi centrali, permettendo la realizzazione di una delle opere più significative nel campo dell’edilizia economica italiana.

Nel complesso viene edificato un luogo surreale, ricco di verde e case basse, piccoli vicoli da paese che determinano un’atmosfera ancora oggi bloccata nel tempo, con il solo difetto di essere realizzata, ancora una volta, in un luogo isolato, quando la Via Tiburtina era ancora una strada sterrata. Come afferma anche Piero Ostilio Rossi: “Ancora oggi, nella sterminata periferia romana, il “villaggio San Basilio” riesce a mantenere quel suo particolare carattere un po’ fuori dalla realtà di insediamento suburbano che lo sviluppo della città non ha sostanzialmente intaccato.” (P. O. Rossi 2012)

Il quartiere di San Basilio oggi non consiste più solo nell'insediamento UNRRA-CASAS, ma ha visto negli anni aggiungersi vari nuclei edificati attorno a quelli precedenti, differenti per caratteristiche e disposizioni urbanistiche, il più delle volte ben distinti, abbastanza slegati e poco comunicanti tra loro, che contribuiscono a realizzare una periferia planimetricamente disorganizzata, difficilmente identificabile e non in grado, per questo vizio di origine, di costruire una città che promuovesse solidarietà ed integrazione sociale.

Info
  • Progetto: 1951 - 1951
  • Esecuzione: 1951 - 1954
  • Committente: UNRRA-CASAS - United Nations Relief and Rehabilitation Administration, Comitato Amministrativo Soccorso Ai Senzatetto
  • Proprietà: Proprietà pubblica
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Serena Boselli Progetto architettonico Progetto NO
Mario Fiorentino Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://www.treccani.it/enciclopedia/mario-fiorentino_(Dizionario-Biografico)/ SI
Enrico Tosti Direzione lavori Esecuzione NO
  • Strutture: murature
  • Materiale di facciata: intonaco
  • Coperture: a falde
  • Stato Strutture: Buono
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Il programma edilizio dell’UNRRA per San Basilio nasce inizialmente con l’obiettivo di dare alloggio ai profughi italiani provenienti dalla Venezia Giulia, poi anche per i bombardati di San Lorenzo, e di costruire un modesto numero di casette di tipo economico, da fabbricarsi utilizzando i mezzi e le materie prime esistenti in loco. Inizialmente si pensa quindi ad un “villaggio” a Roma, con la coscienza di un preciso significato di struttura urbana e sociale. A causa dell’esiguità dei finanziamenti, questo intervento si presenta di dimensioni limitate, cosa che appare singolare in una città come Roma: si preferisce far assumere al piccolo progetto un carattere prevalentemente esemplare.

Dopo un parziale risanamento delle baracche esistenti operato dall'Istituto Autonomo Case Popolari, nel 1951 viene bandito un concorso nazionale per la costruzione di nuove abitazioni nel quale risultano vincitori ex aequo Mario Fiorentino per la soluzione urbanistica ed edilizia e Serena Boselli per i servizi collettivi, (centro sociale, asilo nido, negozi). A partire dal 1954 la borgata San Basilio esistente viene demolita per consentire allo IACP di costruire edifici pubblici più alti e meno precari, nell'ottica di realizzare quartieri più umani e soprattutto dotarli di nuovi servizi sociali ed aree per il verde pubblico. 

Il quartiere, contemporaneo al Tiburtino, recupera anch’esso i modi della comunità rurale cercando di sviluppare i rapporti di vicinato, ma se ne differenzia perché inserisce alcuni elementi dell’architettura scandinava, evidente nella libera articolazione dei fabbricati. L’impianto urbanistico è molto semplice: si tratta di un sistema viario definito dall'incrocio di due assi principali che determina 4 settori, a loro volta raggruppati in due nuclei più grandi al centro dei quali sono localizzati i servizi sociali (realizzati, ma solo in parte, su progetto della Boselli). 

La case sono disposte sul terreno secondo linee spezzate che determinano delle piccole corti aperte: l’impianto urbanistico, con i suoi spazi aperti tra le case, colloca l’insediamento quasi a metà strada tra campagna e città. Il riferimento all'architettura rurale è avvertibile sia nella tecnica costruttiva, con l’adozione di una muratura continua di tipo tradizionale, sia nei dettagli morfologici, quali la copertura a tetto. Infatti l’architetto si concentra proprio su questi dettagli, insieme a quelli tipologici, nella ricerca di una “forma popolare” dell’architettura, oltre a considerare gli aspetti linguistici, ottenendo un risultato senza dubbio interessante. Il carattere di singolarità del quartiere di San Basilio risiede nella decisione di costruire un villaggio unico per la sua struttura urbanistica, soprattutto se paragonata al tipo di tessuto, fortemente urbano in cui si inserisce.

Il terreno su cui sorge il quartiere, ceduto gratuitamente dal Comune di Roma, ha una superficie di 8,5 ettari ed ospita un complesso di 180 alloggi, per un totale di circa 900 abitanti – realizzando quindi un complesso piuttosto estensivo -, dei quali 10 comprendono anche i negozi più i servizi essenziali. L’intervento comprende alcune tipologie edilizie fissate dal programma generale, articolate in simplex e duplex: case unifamiliari aggregate a schiera, con due-tre stanze da letto, e case a due piani disposte in linea, con quattro appartamenti con due alloggi per piano. Ogni abitazione poi ha accesso indipendente e si prolunga in uno spazio aperto di propria pertinenza di circa 150-200 metri quadrati, pensato ad giardino o orto e destinato allo svolgimento della vita del vicinato. 

Tutte le case hanno non più di due piani così da assicurare l’indipendenza di ogni nucleo famigliare. Originariamente divise in lotti di colore omogeneo, nel tempo gli intonaci delle abitazioni sono stati alterati (ed oggi in parte anche degradati): comprendevano tonalità di rosso, viola e giallo, mentre erano bianche le fasce alle finestre e gli infissi, infine le opere in ferro erano nere. Tutte le opere esterne murarie e di pavimentazione sono state studiate seguendo il principio di non abbandonare al caso gli spazi comuni. Il criterio generale sotteso alla progettazione è quello orientato al soddisfacimento delle esigenze abitative, anche tenendo conto dell’integrazione dello spazio abitato con lo spazio collettivo. L’impianto stradale distingue in maniera netta strade di attraversamento veicolare e strade a carattere distributivo delle residenze. 

Non sono mancati tuttavia alcuni inconvenienti in fase di realizzazione delle unità residenziali: infatti, nonostante l’accurato studio per standardizzare dei particolari costruttivi essenziali, dall'ossatura alle finiture, avendo così definito i presupposti per un lavoro efficienti spedito e ragionato e ridurre al minimo i costi, il sistema ancora troppo artigianale della costruzione edilizia e la scorporazione dell’appalto a diverse imprese, aggiunto alla mancanza di coordinamenti dei tempi e di esecuzione dei servizi pubblici, hanno comportato non pochi problemi in fase di costruzione. Tuttavia questi incidenti sono stati in gran parte risolti grazie alla collaborazione della committenza, rappresentata dall’ing. Tosti dell'UNRRA-CASAS, che ha contribuito al riconoscimento delle reciproche esigenze favorendo i rapporti con gli organi centrali, permettendo la realizzazione di una delle opere più significative nel campo dell’edilizia economica italiana.

Nel complesso viene edificato un luogo surreale, ricco di verde e case basse, piccoli vicoli da paese che determinano un’atmosfera ancora oggi bloccata nel tempo, con il solo difetto di essere realizzata, ancora una volta, in un luogo isolato, quando la Via Tiburtina era ancora una strada sterrata. Come afferma anche Piero Ostilio Rossi: “Ancora oggi, nella sterminata periferia romana, il “villaggio San Basilio” riesce a mantenere quel suo particolare carattere un po’ fuori dalla realtà di insediamento suburbano che lo sviluppo della città non ha sostanzialmente intaccato.” (P. O. Rossi 2012)

Il quartiere di San Basilio oggi non consiste più solo nell'insediamento UNRRA-CASAS, ma ha visto negli anni aggiungersi vari nuclei edificati attorno a quelli precedenti, differenti per caratteristiche e disposizioni urbanistiche, il più delle volte ben distinti, abbastanza slegati e poco comunicanti tra loro, che contribuiscono a realizzare una periferia planimetricamente disorganizzata, difficilmente identificabile e non in grado, per questo vizio di origine, di costruire una città che promuovesse solidarietà ed integrazione  sociale. 
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  • Data Provvedimento:
  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

-

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Istituto Nazionale di Urbanistica 1952 Esperienze urbanistiche in Italia Aristide Staderini Roma 121-123 No
1952 Lo sviluppo dell'economia italiana nel quadro della ricostruzione e della cooperazione europea Istituto Poligrafico dello Stato Roma Si
Gorio Federico 1956 Considerazioni sul quartiere di S. Basilio Casabella n. 212 53-54 Si
Fascio M. 1956 L'attività dell'UNRRA-CASAS, in Nuove esperienze urbanistiche INU Roma No
Fiorentino Mario 1956 Il nuovo quartiere (UNRAA-CASAS) Casabella n. 212 55-59 Si
Salem Hilda 1957 Urbs in rure. Urban nuclei in the italian countryside The Architectural Review n. 727 Si
Gorio Federico 1959 Dieci anni di produzione coerente: Opere dell'architetto romano Mario Fiorentino. Quartiere San Basilio in Roma L'Architettura. Cronache e Storia n. 45 160-161 Si
1959 Il nuovo volto di Roma. S. Basilio Urbanistica n. 28-29 83-88 No
Accasto Gianni, Fraticelli Vanni, Nicolini Renato 1971 L'architettura di Roma Capitale. 1870-1970 Golem Roma 543 No
De Guttry Irene 1978 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi De Luca Roma 81 No
Rossi Piero Ostilio 1984 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1984 (I ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 98 Si
Ramaccia Giancarlo (a cura di) 1984 Mario Fiorentino. Un quartiere a Roma, San Basilio 1949-'55 Clear Roma Si
Moschini Francesco (a cura di) 1985 Mario Fiorentino. La Casa. Progetti 1946-1981 Kappa Roma 55-68 Si
Gervasoni Ubaldo 1986 San Basilio. Nascita, lotte e declino di una borgata romana Edizioni delle autonomie Roma No
Rossi Piero Ostilio 1991 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-1991 (II ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 97 Si
Sgarbi Vittorio 1991 Dizionario dei monumenti italiani e dei loro autori. Roma. Dal Rinascimento ai giorni nostri Bompiani Milano 109 No
Olmo Carlo 2000 Dizionario dell'architettura del XX secolo, vol. 2 Allemandi Torino-London 350 No
Remiddi Gaia, Greco Antonella, Bonavita Antonella, Ferri Paola 2000 Il moderno attraverso Roma. 200 architetture scelte Palombi Roma Scheda O142 Si
Rossi Piero Ostilio 2000 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2000 (III ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 97 Si
De Guttry Irene 2001 Guida di Roma moderna dal 1870 ad oggi, De Luca, Roma 2001, p. 81 De Luca Roma 81 No
Muratore Giorgio 2007 Roma. Guida all'architettura L'Erma di Bretschneider Roma 46 Si
Rossi Piero Ostilio 2012 Roma. Guida all'architettura moderna 1909-2011 (IV ed.) Laterza Roma-Bari Scheda n. 97 No
Fusco Gian Giacomo 2013 Ai margini di Roma capitale. Lo sviluppo storico delle periferie. San Basilio come caso di studio Nuova Cultura Roma Si
De Togni Nicole 2018 Italian postwar reconstruction and the contribution of UNRRA-CASAS Titelzusatz ideologies, models, and actors for architecture and society, in Hess Regine (a cura di), Architektur und Akteure Transcript Bielefeld 21-31 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Mario Fiorentino Mario Fiorentino MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma Nuovo centro residenziale UNRRA CASAS in località San Basilio. Centro Studi sull'Abitazione C.N.R., Roma

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Planimetria generale Planimetria generale
Vista corte interna Vista corte interna
Vista vialetto d'accesso Vista vialetto d'accesso
Vista esterna Vista esterna

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Enciclopedia Treccani - Mario Fiorentino Visualizza
MAXXI Patrimonio - Mario Fiorentino Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 28/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2021