Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

FACOLTA' DI AGRARIA DELL'UNIVERSITA' DI SASSARI

Scheda Opera

  • scheda uniss 2004
  • Foto interni
  • Planimetria storica di riferimento
  • Planimetria dello stato attuale
  • Foto esterni
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Facoltà di Agraria
  • Comune: Sassari
  • Denominazione: FACOLTA' DI AGRARIA DELL'UNIVERSITA' DI SASSARI
  • Indirizzo: Via Enrico De Nicola, N. 1 (angolo Viale Italia)
  • Data: 1966 - 1967
  • Tipologia: Università - Campus
  • Autori principali: Fernando Clemente, Maria Gertrude Sirca
Descrizione

A causa dell'incremento della didattica e della ricerca negli anni sessanta, la Facoltà di agraria dell'Università di Sassari decise di dotarsi di una nuova sede in grado di ospitare i laboratori, gli studi dei professori e la didattica. Nel 1967 fu realizzato il progetto di Fernando Clemente (1917-1998), che oggi contiene tredici Istituti, gli uffici della Presidenza , la biblioteca, quattro aule e i servizi generali. L'ingresso principale si apre su Viale Italia, una delle direttrici dello sviluppo urbano sassarese, e si segnala in modo discreto attraverso un piccolo giardino e l'arretramento rispetto al filo stradale di due corpi bassi in cemento armato a vista, originariamente trattato con una vernice protettiva a base di cemento e ora dipinto. Il linguaggio brutalista dà continuità sia ai muri di contenimento in cemento armato che racchiudono gli spazi aperti in cui sono collocati gli edifici, sia ai corpi a quattro piani degli istituti che accolgono i laboratori e gli studi dei professori, segnati orizzontalmente dai marcapiani in cemento, dai parapetti in mattoni e dai lunghi serramenti a nastro. La partizione orizzontale che organizza le facciate del complesso trova una minima ma significativa eccezione nelle lesene in cemento armato che articolano le lastre in calcestruzzo delle due facciate verso l'ingresso. I corpi di fabbrica sono disposti parallelamente attorno al cortile allungato interrotto da un salto di quota, che assolve contemporaneamente alla funzione di spazio di distribuzione all'aperto e piccolo giardino interno. Il linguaggio brutalista continua coerentemente negli spazi interni e viene esibito nelle scale a sbalzo rette da setti di cemento. La sobrietà generale del complesso lo ha reso a tutt'oggi ancora molto apprezzato dagli utenti; l'unica eccezione alla semplicità delle forme è la copertura dell'aula magna, una sequenza di falde triangolari in cemento armato. Nel 1966 il complesso ha vinto il Premio InArch per la committenza, la progettazione architettonica e la progettazione strutturale, su proposta di un altro celebre architetto sassarese membro dell'InArch, Vico Mossa. L'intervento è caratterizzato principalmente da due corpi in linea paralleli che contengono i laboratori e i dipartimenti. In testata è posto lo spazio eccezionale dell'aula magna. Il progetto incarna una delle possibilità di “costruzione pubblica del territorio” più indagate negli anni '60 e '70: “cultura dell'oggetto architettonico e del sistema urbano autonomo, non più come frammento dimostrativo dell'utopia di una nuova città, specchio di una società rinnovata, ma piuttosto in quanto modello sperimentale disciplinarmente limitato su cui si esercitano alcune possibili combinazioni: tra tipologia e struttura, tra pubblico e privato, tra tecnologie e immaterialità, tra infrastrutture, edificio e movimento” (Gregotti, “La città visibile”, Einaudi, Torino, 1993). “Nel decennio tra il '65 ed il '75, inoltre, l'Università e le sue strutture fisiche si caricano dei caratteri simbolici della rappresentazione di modelli di microstrutture urbane di una nuova società avanzata” (Gregotti, 1993). L'intervento, sia per tipologia che per materiali, si ricollega al linguaggio brutalista. L’uso del cemento armato faccia a vista, raramente usato nell’edilizia corrente locale, ha portato in molte parti del progetto a un sovradimensionamento della struttura. Ugualmente insoliti sono i tamponamenti in mattoni rossi e i grandi serramenti in acciaio, materiali usati anche in altri edifici contemporanei ma senza la volontà linguistica che si ritrova nella Facoltà di Agraria. Il complesso si pone come un edificio “allo stato dell’arte” per quegli anni: in generale il suo carattere innovativo rispetto all’architettura locale contemporanea sta nell’attenzione alla progettazione dello spazio, al rapporto tra interno ed esterno ed all’adesione senza mediazioni ad un modello linguistico. Le eccezionalità tecniche e strutturali sono conseguenza di queste premesse: la copertura a ventaglio sulle grandi aule, di sapore brutalista, è una delle più interessanti costruzioni a spessore sottile fatte in Sardegna in quegli anni.
L’edificio, nato come uno degli ultimi edifici della città prima della campagna, è ora completamente inglobato nel centro urbano. Lo spazio interno, concepito come uno specchio ordinato della natura circostante, costituisce ora uno dei pochi spazi verdi di viale Italia, occupato con notevole densità. L’edificio e gli spazi verdi interni si presentano in ottimo stato di conservazione.

Info
  • Progetto: 1966 - 1966
  • Esecuzione: 1966 - 1967
  • Committente: Università degli Studi di Sassari
  • Proprietà: Proprietà pubblica
  • Destinazione originaria: sede della Facoltà di Agraria
  • Destinazione attuale: sede della Facoltà di Agraria
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Fernando Clemente Progetto architettonico Progetto SI
Maria Gertrude Sirca Progetto architettonico Progetto SI
Franco Tassi Progetto strutturale Progetto NO
  • Strutture: calcestruzzo armato faccia a vista; ora dipinto
  • Materiale di facciata: tamponamento in mattoni rossi
  • Coperture: solaio piano in calcestruzzo armato con manto di copertura in bitume
  • Serramenti: infissi metallici in ferro finestra verniciati in blu

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L’edificio, nato come uno degli ultimi edifici della città prima della campagna, è ora completamente inglobato nel centro urbano. Lo spazio interno, concepito come uno specchio ordinato della natura circostante, costituisce ora uno dei pochi spazi verdi di viale Italia, occupato con notevole densità. L’edificio e gli spazi verdi interni si presentano in ottimo stato di conservazione.
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  • Riferimento Normativo:
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Scheda redatta da Francesco Spanedda, Università degli Studi di Sassari, Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica (2004).

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
1951 "Notiziario urbanistico", Comunità, n. 12 7 Si
AA. VV. 1952 Esperienze urbanistiche in Italia INU Roma Si
AA. VV. 1956 Nuove esperienze urbanistiche in Italia INU Roma Si
Clemente Fernando 1964 La pianificazione territoriale in Sardegna Gallizzi Sassari Si
Tafuri Manfredo 1986 Storia dell'architettura italiana 1944-1985 Einaudi Torino No
Fabbri Marcello 1997 Anni difficili. La revisione del Movimento Moderno in Italia", in «Controspazio» n. 6, novembre-dicembre 4-21 Si
Masala Franco 2001 Architettura dall'Unità d'Italia alla fine del '900 Ilisso Nuoro Si

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
scheda uniss 2004 scheda uniss 2004
Foto interni Foto interni
Planimetria storica di riferimento Planimetria storica di riferimento
Planimetria dello stato attuale Planimetria dello stato attuale
Foto esterni Foto esterni
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria
Facoltà di Agraria Facoltà di Agraria

Criteri
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per la Sardegna
Titolare della ricerca: Università degli Studi di Cagliari – DICAAR
Responsabile scientifico: Paolo Sanjust


Scheda redatta da
creata il 31/12/2016
ultima modifica il 31/01/2023

Revisori:

Martina Massaro