INA-CASA
Scheda Opera
- Comune: Orbassano
- Denominazione: INA-CASA
- Indirizzo: Via Frejus N. 57
- Data: 1954 - 1955
- Tipologia: Abitazioni plurifamiliari
- Autori principali: Roberto Gabetti, Giorgio Raineri
Descrizione
1. Opera originaria
«La casa fa parte del programma del Piano incremento occupazione operaia; lo stanziamento fissava unicamente il numero totale dei vani, da distribuirsi a cura dei progettisti.
Il volume a torrione esagonale è nato dal desiderio di isolare la nuova casa, mediante una forma chiusa, dallo squallido ambiente circostante; contemporaneamente la necessità della più assoluta economia consigliava una pianta addensata con scala disimpegnante tre alloggi per piano e minimo sviluppo di tetto. L’esagono è tagliato verso mezzanotte, lungo la strada provinciale, in corrispondenza del vano scale, e quindi dell’ingresso. Il tetto in tegole piane è in vista dall’interno della scala. I prospetti sono lavorati in mattoni comuni lavorati a faccia a vista; pure i davanzali sono in mattoni». (Roberto Gabetti e Giorgio Raineri, Ina-Casa a Orbassano, 1954-55, «Casabella-Continuità», n. 212, settembre-ottobre 1956, p. 38). Traduzione inglese e francese: si
«[…] Con l’Ina-Casa di Orbassano, nelle vicinanze di Torino, progettata nel 1954 da Roberto Gabetti e Giorgio Raineri, ci si trova di fronte a un tipo a torre di impianto esagonale, intozzito sul vano scala centrale che distribuisce tre alloggi per piano. In analogia a quanto detto precedentemente per Ridolfi a proposito della promiscuità sociale romana, qui la memoria sembrava correre, con allusione riconoscente, all’agroindustrializzazione diffusasi in Piemonte nel Secolo scorso, recuperando tipologicamente dall’edilizia militare e dai casali agricoli. Quest’opera si faceva annunciatrice della precoce maturità di questi architetti torinesi, rispetto ai loro coetanei pure coinvolti nel revival, nel far precipitare a conclusione certe istanze rimaste ancora latenti, ancora ambiguamente sospese, nella poetica dei maestri italiani. Questo aspetto, che penso verrà ripreso da chi si occuperà dei decenni successivi, è molto importante dacché furono le generazioni più giovani a fornire l’indice tollerabile di esposizione formale e ideologica nel corpo della storia, altrimenti indefinito, tra modernità e tradizione, nell’ambivalenza dei maestri». (Guido Canella, Figurazione e funzione nella architettura italiana dal dopoguerra agli anni Sessanta, in «Hinterland», n. 13-14, gennaio-giugno 1980, p. 68). Traduzione inglese: si
«[…] Tra tutti i progetti per l’Ina-casa quello di Orbassano emerge per l’estrema singolarità formale, anticipando il tema della “forzatura” delle geometrie nelle architetture svincolate dalla necessità degli allineamenti. Commissionato a Gabetti e Raineri dallo Iacp di Torino, nel 1954, l’edificio venne iniziato nel 1955 e terminato entro l’anno.
La casa di Orbassano presenta, come tutte le altre dell’Ina, particolarità costruttive che riguardano direttamente la struttura, realizzata in muratura portante a solai misti e copertura con travatura lignea e tegole piane. L’assoluta economia non ha permesso lussi: anche i davanzali sono in mattoni, le scale in economici marmi bianche, le superfici interne semplicemente intonacate, il taglio degli alloggi modesto, gli spazi comuni esigui: niente ascensore, uno spoglio giardino erboso.
La caratteristica di questo edificio è l’incisivo profilo volumetrico. Nasce come prisma a base esagonale ed è poi lavorato dall’interno, alla ricerca di una possibile regolarizzazione degli ambienti da abitare.
Ecco allora una prima interruzione del volume puro per sottrazione di un consistente spicchio che permetta di illuminare il vano scala e una incisione più modesta per risolvere un nodo distributivo per localizzare le cucine di due alloggi.
La posizione del corpo scala, a proiezione all’incirca triangolare, facilita la distribuzione degli alloggi. Del triangolo, infatti, i due lati verso la strada sono occupati dalle rampe, l’altro dal pianerottolo; questo si affaccia nel vuoto centrale, in comunicazione diretta con le cantine e con la copertura, poiché non esiste sottotetto, né compartimentazione dello scantinato.
Gli alloggi, tre per piano, sono di taglio differente: a una, due, tre camere da letto. Secondo le prescrizioni normative, dopo l’approvazione ministeriale, si sarebbe dovuta modificare l’imposta della copertura, poiché, per dar risalto al volume puro dell’edificio, non si era previsto il cornicione. I lavori vennero tuttavia svolti seguendo il progetto, come risulta dalle prime pubblicazioni; ma in seguito venne aggiunto il cornicione…». (Tamara Del Bel Belluz, Giorgio Raineri Architetto, Celid, Torino 1998, p. 119)
«La particolare tessitura e colorazione dei mattoni a vista, a due sabbie, conserva il forte carattere visivo di questa piccola casa, nonostante gli sbrigativi ritocchi apportati dall’uso: i balconi, già ridottissimi, sono stati in molti casi chiusi da verande in vetro e molti dei serramenti in legno sostituiti da telai in alluminio di diversa colorazione; venne inoltre chiusa con una vetrata la scala». (Tamara Del Bel Belluz, Giorgio Raineri Architetto, Celid, Torino 1998, p. 135 nota 88).
«Nella torre di Orbassano (1954-55), realizzata per l’Ina-Casa con Roberto Gabetti, la ricerca sperimentale di Raineri si risolve nella definizione dell’impianto tipologico. Approfittando di un bando che, stanziando unicamente il numero totale di vani, lascia agli architetti la massima libertà aggregativa, gli autori disegnano una torre esagonale con blocco scala centrale che distribuisce a tre alloggi, per un totale di quattro piani.
Un volume introverso e compatto, reso uniforme, nelle facciate, dall’utilizzo del mattone paramano, che costituisce una emergenza simbolica all’interno di un panorama circostante caratterizzato da bassi fabbricati senza qualità. I tagli verticali degli alti camini, che costellano il profilo spezzato del tetto, contribuiscono a definire l’originalità figurativa dell’edificio». (Giovanni Durbiano, Essere “nuovo”, ieri, in Giorgio Raineri - Cinquant’anni di architettura, numero monografico, in «Porti di Magnin» n. 42, aprile 1999, pp. 25-26)
«Costruito nell’ambito del programma di interventi di finanziamento pubblico per residenze a basso costo INA-Casa (Piano di incremento per l’occupazione operaia), l’edificio è un volume a forma di esagono regolare con tetti a falda e tegole piane, tagliato in corrispondenza del lato della strada e dell’accesso. La scala centrale, anch’essa esagonale, ha la struttura della copertura a vista. Come ha scritto a suo tempo Gregotti, quest’opera si tiene lontana “dalla tentazione di un linguaggio dialettale”, memore forse di certe architetture militari del Piemonte (Gregotti 1956). Interamente in mattoni, ammorsati sugli spigoli in moda da creare un elemento decorativo, l’edificio si impone nella sua forma geometrica e chiusa e definita nel paesaggio: l’oggetto architettonico prende le distanze da un intorno privo di qualità». (Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino, Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006), Allemandi, Torino 2008, p. 197).
«[…] Ma quasi con costanza se ne trovano altri richiami tanto nella scelta del torrione introflesso in paramento di mattoni dell’INA Casa a Orbassano (1954), sempre di Gabetti e Raineri, realizzata per il Piano di incremento per l’occupazione operaia (e oggi anch’essa purtroppo disastrosamente alterata in figura da un rivestimento esterno a cappotto e intonaco), quanto negli sbalzi in assolo dell’uno e dell’altro autore: come nel caso dell’altana della Casa R. a Eremo Torinese (1951), che sprofonda al disotto della quota massima dei timpani “senza mai interrompere la continuità delle falde”; oppure nell’insolito effetto figurativo della copertura fuori scala, “con tessitura in diagonale rispetto alle travi”, nella sopraelevazione di Casa Costamora a Belvedere Langhe, costruita nel 1952 (con strutture di Giuseppe Raineri). […] È quindi forse plausibile per l’architettura di Roberto Gabetti provare a ragionare su due orientamenti entrambi caratterizzati dall’operare in sodalizio – con Giorgio Raineri prima e con Aimaro Isola poi –, che tracciano però percorsi molto netti e in alcuni casi contrastanti. […] E semmai l’alternanza di “due vene pendolarmente oscillanti, una ritrosa e sottile, una fiduciosa e quasi forte”, attribuita da Gabetti a Giorgio Raineri nello scritto “Intimismo” del 1969 sembra, rileggendola oggi, quasi un sottile accenno di pentimento dell’autore per quel comune operare giovanile. Quasi che Gabetti conscio delle “intonazioni di grande effetto” e delle “sonate tutte in maggiore” delle prime realizzazioni con Raineri (che Gregotti introduce sulla «Casabella-Continuità» del 1956) volesse indicare, per entrambi, un necessario ritorno a vie più pacate, a linguaggi mediati e meditati, a quell’alternativa ritrosa e sottile, sorta di demarcazione dell’architettura torinese dell’immediato secondo dopoguerra, che compone secondo misura, attenta al dettaglio, all’elemento minore, alla storia dei luoghi, al paesaggio».(Gentucca Canella, Dal mobile agli allestimenti, per un eccesso di intuizione, in Ge. Canella e P. Mellano, a cura di, Roberto Gabetti 1925-2000, Franco Angeli, Milano 2017, pp. 273-274).
2. Consistenza dell’opera al 2019 / Stato attuale
L’opera mantiene la sua destinazione originaria a residenza. Nell’agosto 2016 è stata oggetto di un intervento di ristrutturazione ad opera dei proprietari che ha comportato un’alterazione integrale dei caratteri percettivi: la facciata originariamente in mattoni faccia a vista è stata coperta da un rivestimento ad intonaco (con cappotto sottostante); tutti i serramenti sono stati sostituiti con profili in alluminio. Il rifacimento della copertura ha completamente alterato gli originari rapporti sia nei materiali di finitura che nello sporto del nuovo cornicione.
È stato inserito nel vuoto centrale del corpo scala un impianto ascensore.
(Scheda a cura di Gentucca Canella, DAD - Politecnico di Torino)
Info
- Progetto: 1954 -
- Esecuzione: - 1955
- Committente: IACP Torino (Presidente Carlo Villa)
- Proprietà: Proprietà privata
- Destinazione originaria: Edifici residenziali Ina-Casa
- Destinazione attuale: Residenziale
Autori
| Nome | Cognome | Ruolo | Fase Progetto | Archivio Architetti | Url Profilo | Autore Principale |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Roberto | Gabetti | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.treccani.it/enciclopedia/roberto-gabetti/ | SI |
| Impresa | Granero | Impresa esecutrice | Esecuzione | NO | ||
| Giorgio | Raineri | Progetto architettonico | Progetto | Visualizza Profilo | https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 | SI |
| Raineri Giorgio | Direzione lavori | Esecuzione | Visualizza Profilo | https://www.museotorino.it/view/s/557ba297e18845aa870a5c8a0f47ab46 | NO |
- Strutture: Struttura in muratura portante a solai misti
- Materiale di facciata: Facciata in mattoni a vista, a due sabbie
- Coperture: Copertura con travatura lignea e tegole piane
- Serramenti: Serramenti in legno
- Stato Strutture: Buono
- Vincolo: Non Vincolata
- Provvedimenti di tutela: Nessuna opzione
- Data Provvedimento:
- Riferimento Normativo:
- Altri Provvedimenti:
- Foglio Catastale: -
- Particella: -
Note
-
Bibliografia
| Autore | Anno | Titolo | Edizione | Luogo Edizione | Pagina | Specifica |
|---|---|---|---|---|---|---|
| Gregotti Vittorio | 1956 | Un nuovo architetto torinese: Giorgio Raineri | Casabella-Continuità n. 212 | 31-47 | No | |
| Gabetti Roberto | 1969 | Intimismo. In questi ultimi dieci anni, dieci nuove opere di Giorgio Raineri | Casabella n. 338 | 11 | No | |
| Gregotti Vittorio | 1979 | La strategia dell’invenzione e la poesia del mestiere: opere di Giorgio Raineri; Giorgio Raineri, Architetture, 1954-1979; Roberto Gabetti, Una lettera a Giorgio Raineri | Controspazio n. 3 | 26-46 | No | |
| Canella Guido | 1980 | Figurazione e funzione nella architettura italiana dal dopoguerra agli anni Sessanta | Architettura italiana 1945-1960, «Hinterland», n. 13-14 | 3, 68 | No | |
| Guerra Andrea, Morresi Manuela | 1996 | Gabetti e Isola. Opere di architettura | Electa | Milano | 43-47 | No |
| Del Bel Belluz Tamara | 1998 | Giorgio Raineri Architetto | Celid | Torino | No | |
| AA.VV. | 1999 | Giorgio Raineri - Cinquant’anni di architettura, numero monografico | Porti di Magnin n. 42 | No | ||
| Maria Adriana Giusti e Rosa Tamborrino | 2008 | Guida all’architettura del Novecento in Piemonte (1902-2006) | Allemandi | Torino | 197 | No |
| Guido Canella | 2010 | Architetti italiani nel Novecento, a cura di Enrico Bordogna con Enrico Prandi e Elvio Manganaro | Christian Marinotti Edizioni | Milano | 114 | No |
| Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) | 2017 | Roberto Gabetti 1925-2000 | Franco Angeli | Milano | 110-111 (figg.), 273-274 | No |
| Canella Gentucca, Mellano Paolo (a cura di) | 2019 | Il diritto alla tutela. Architettura d’autore del secondo Novecento | Franco Angeli | Milano | 266-269 | No |
Allegati
Criteri
| 1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale. | |
| 2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale. | |
| 3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale, | |
| 5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive. | |
| 6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale. | |
| 7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata. |
Crediti Scheda
Enti di riferimento: DGAAP - Segretariato Regionale per il PiemonteTitolare della ricerca: Politecnico Torino Dipartimento Architettura e Design
Responsabile scientifico: Maria Adriana Giusti, Gentucca Canella (DAD)
Scheda redatta da Gentucca Canella
creata il 31/12/2004
ultima modifica il 28/01/2025
Revisori:
Mezzino Davide 2021













