Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

GRANDI MAGAZZINI LA RINASCENTE

Scheda Opera

  • Pianta del piano terreno
  • Vista esterna prospetto su via Salaria
  • Vista esterna prospetto su piazza Fiume
  • Particolare facciata
  • Vista esterna da piazza Fiume
  • Vista esterna notturna
  • Vista prospetto posteriore
  • Comune: Roma
  • Località: Salario
  • Denominazione: GRANDI MAGAZZINI LA RINASCENTE
  • Indirizzo: Piazza Fiume
  • Data: 1957 - 1961
  • Tipologia: Edifici per il commercio
  • Autori principali: Franco Albini, Franca Helg
Descrizione

L’edificio de La Rinascente è l’unica opera realizzata a Roma da Franco Albini, una delle figure di maggior spicco della cultura architettonica italiana. Milanese di formazione, nel dopoguerra insegna nelle facoltà di architettura di Venezia, di Torino e di Milano. Il dopoguerra e gli anni Cinquanta coincidono con la stagione più prolifica dell’architetto, anche grazie all'associazione di Franca Helg nel 1952.

Già dalla prima fase della carriera di Albini è possibile notare il suo orientamento verso un’architettura razionalista tipica degli anni della sua formazione. Chiamato ad allestire padiglioni a livello europeo è riuscito ad arricchire, attraverso gli anni, la sua conoscenza riguardo materiali nuovi usati nel campo edilizio come l’acciaio e la ghisa. Egli codifica un modo di fare architettura che sottolinea l’innovazione dei materiali ma che allo stesso tempo riprende la tradizione.

Il grande magazzino, tra le opere più note dell’architettura italiana degli anni '60, è considerato il miglior esempio di inserimento di un edificio contemporaneo nel tessuto storico della città di Roma. Si trova infatti nel quartiere umbertino di piazza Fiume in prossimità delle Mura Aureliane. In questo progetto del 1957 Albini denota una straordinaria capacità di risolvere in chiave moderna, attraverso le moderne tecniche dell’acciaio e della prefabbricazione, alcuni dei temi formali tipici della tradizione architettonica romana elaborati anche dagli architetti lombardi di allora, in particolare il forte chiaroscuro e l’articolazione plastica delle facciate cinquecentesche e barocche, reinterpretando un nuovo spirito ereditato nel tempo.

Un primo progetto, elaborato tra il 1957 ed il 1958, prevede un parcheggio di 2 piani sulla copertura che poteva essere raggiunto da una coppia di elevatori meccanici. Diverso era il partito della facciata, rivestita con lastre di travertino determinato da portali con interasse di 3 m, mentre il fronte verso piazza Fiume era caratterizzato da una scala metallica a sbalzo destinata al pubblico. L’edificio realizzato, finito di costruire nel 1961, costituisce la nuova versione del precedente, modificato su richiesta della commissione edilizia cittadina: si evolve nell'attuale blocco chiuso, scandito dagli elementi verticali e orizzontali della gabbia strutturale in acciaio a vista.

L'edificio ha due ingressi principali, uno su corso d’Italia, l’altro su via Salaria e comprende sette piani fuori terra, di cui cinque adibiti alla vendita - il più possibile uguali tra loro in modo da poter essere adattati alle diverse esigenze commerciali - il sesto per le riserve di merce e l’ultimo per gli uffici, e tre sotterranei destinati ad impianti e servizi (depositi e centrali per gli impianti). Al momento della sua inaugurazione offre almeno 50 reparti di vendita che presentano tutti i temi di assortimento già caratteristici della sede di Milano di allora: La Rinascente diviene così il più completo centro per lo shopping a Roma.

All'interno dell’edificio agli ambienti aperti e privi di caratterizzazione formale, Albini ed Helg oppongono la forma sinuosa del corpo scala elicoidale con la struttura portante in acciaio dell'edificio. La scala, che si trova nella porzione d’angolo dell’edificio che si affaccia su via Aniene e sul cortile interno e collega il primo piano interrato con il sesto piano, sembra staccarsi dalle pareti donando a chi la percorre una sensazione di leggerezza, secondo un tema ricorrente per Albini, il quale aspira a rendere questo elemento estremamente leggero, quasi galleggiante nell'aria, in una sfida continua contro la gravità che lo porta poi verso i veri capolavori strutturali successivi.

Complessivamente l’edificio presenta tre ascensori e cinque corpi scala: oltre a quello elicoidale, vi sono infatti le scale mobili posizionate nella parte mediana dell’edificio, a ridosso di uno dei lati più lunghi, che si affacciano in un cortile interno e collegano il primo piano interrato con il quarto piano fuori terra, sono presenti anche una scala che conduce ai piani interrati ed altri due corpi scala a servizio del personale di vendita.

Constatata l’inutilità delle le finestre, perché è necessario illuminare e areare artificialmente gli spazi destinati al pubblico, la soluzione figurativa viene affidata al carattere dell’involucro esterno, risolto in un particolare rapporto tra struttura portante metallica e pannelli di tamponamento. L’opera riprende i toni cromatici dell’edilizia storica e dell’intonaco romano a base di pozzolana, tramite l’utilizzo di pannelli prefabbricati in graniglia di granito e marmo rosso, ciascuno diviso orizzontalmente in quattro parti, di cui una fascia color avorio che disegna un elemento continuo sulle pareti.

Questa scelta è stata operata con l’intento di emulare in qualche misura la scansione ritmica degli edifici rinascimentali e barocchi e relazionarsi alla tradizione romana lavorando sull'uso creativo della memoria, attraverso una corrugazione dinamica che produce un effetto contrastato tra luce-ombra tale da definire l’aspetto di un masso increspato ma al contempo bloccato dagli accentuati ricorsi orizzontali della gabbia metallica. I marcapiani metallici avanzano rispetto alla facciata assumendo valore di modanatura, sottolineata anche dalle successioni di architravi, canali per l’illuminazione, canali di gronda, scossaline, cassonetti delle tende del piano terreno, canali di gronda, rotaie per il carrello di pulizia della facciata.

Tutti questi elementi metallici marcano l’orizzontalità dell’edificio, bilanciata verticalmente dalle piegature dei pannelli di facciata, caratterizzati da una serie crescente di ondulazioni (dal basso verso l’alto), che invece accolgono le canalizzazioni dell’impianto di condizionamento, i pluviali, e i condotti dell’impianto antincendio. Verso la piazza, il prospetto che guarda le Mura Aureliane ribadisce il dialogo con le suggestioni storiche grazie all'inserimento di una fascia centrale vetrata e arretrata rispetto il piano della facciata, che ne sottolinea il ruolo gerarchico di prospetto principale.

La maglia strutturale è in ferro dal primo piano sotterraneo al piano di copertura. L’impalcato strutturale è scomposto nei suoi elementi primari (travi e pilastri) che sono poi montati su due piani diversi, in maniera da conservare ciascuno la propria riconoscibilità, secondo un criterio di ispirazione neoplastica. La trave aggetta quindi vistosamente sul filo del pilastro ed è di conseguenza appoggiata su di un piccolo capitello. Anche in questo edificio il linguaggio architettonico, che si arricchisce degli esiti di una sempre più affinata ricerca tecnologica, permette di leggere quel rapporto tra modernità e tradizione che è un tema costante nella riflessione del progettista.

Info
  • Progetto: 1957 -
  • Esecuzione: 1957 - 1961
  • Committente: La Rinascente S.p.A.
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Franco Albini Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19452 SI
Antonio Badoni Impresa esecutrice Esecuzione NO
Franca Helg Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=21153 SI
Castelli Costruzioni edilizie S.p.A. Impresa esecutrice Esecuzione NO
  • Strutture: acciaio
  • Materiale di facciata: pannelli prefabbricati pesanti, profilati in acciaio
  • Coperture: piana
  • Serramenti: metallo
  • Stato Strutture: Ottimo
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Ottimo
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Già dalla prima fase della carriera di Albini è possibile notare il suo orientamento verso un’architettura razionalista tipica degli anni della sua formazione. Chiamato ad allestire padiglioni a livello europeo è riuscito ad arricchire, attraverso gli anni, la sua conoscenza riguardo materiali nuovi usati nel campo edilizio come l’acciaio e la ghisa. Egli codifica un modo di fare architettura che sottolinea l’innovazione dei materiali ma che allo stesso tempo riprende la tradizione. 

Il grande magazzino, tra le opere più note dell’architettura italiana degli anni '60, è considerato il miglior esempio di inserimento di un edificio contemporaneo nel tessuto storico della città di Roma. Si trova infatti nel quartiere umbertino di piazza Fiume in prossimità delle Mura Aureliane. In questo progetto del 1957 Albini denota una straordinaria capacità di risolvere in chiave moderna, attraverso le moderne tecniche dell’acciaio e della prefabbricazione, alcuni dei temi formali tipici della tradizione architettonica romana elaborati anche dagli architetti lombardi di allora, in particolare il forte chiaroscuro e l’articolazione plastica delle facciate cinquecentesche e barocche, reinterpretando un nuovo spirito ereditato nel tempo.

Un primo progetto, elaborato tra il 1957 ed il 1958, prevede un parcheggio di 2 piani sulla copertura che poteva essere raggiunto da una coppia di elevatori meccanici. Diverso era il partito della facciata, rivestita con lastre di travertino determinato da portali con interasse di 3 m, mentre il fronte verso piazza Fiume era caratterizzato da una scala metallica a sbalzo destinata al pubblico. L’edificio realizzato, finito di costruire nel 1961, costituisce la nuova versione del precedente, modificato su richiesta della commissione edilizia cittadina: si evolve nell'attuale blocco chiuso, scandito dagli elementi verticali e orizzontali della gabbia strutturale in acciaio a vista. 

L'edificio ha due ingressi principali, uno su corso d’Italia, l’altro su via Salaria e comprende sette piani fuori terra, di cui cinque adibiti alla vendita - il più possibile uguali tra loro in modo da poter essere adattati alle diverse esigenze commerciali - il sesto per le riserve di merce e l’ultimo per gli uffici, e tre sotterranei destinati ad impianti e servizi (depositi e centrali per gli impianti). Al momento della sua inaugurazione offre almeno 50 reparti di vendita che presentano tutti i temi di assortimento già caratteristici della sede di Milano di allora: La Rinascente diviene così il più completo centro per lo shopping a Roma.

All'interno dell’edificio agli ambienti aperti e privi di caratterizzazione formale, Albini ed Helg oppongono la forma sinuosa del corpo scala elicoidale con la struttura portante in acciaio dell'edificio. La scala, che si trova nella porzione d’angolo dell’edificio che si affaccia su via Aniene e sul cortile interno e collega il primo piano interrato con il sesto piano, sembra staccarsi dalle pareti donando a chi la percorre una sensazione di leggerezza, secondo un tema ricorrente per Albini, il quale aspira a rendere questo elemento estremamente leggero, quasi galleggiante nell'aria, in una sfida continua contro la gravità che lo porta poi verso i veri capolavori strutturali successivi. 

Complessivamente l’edificio presenta tre ascensori e cinque corpi scala: oltre a quello elicoidale, vi sono infatti le scale mobili posizionate nella parte mediana dell’edificio, a ridosso di uno dei lati più lunghi, che si affacciano in un cortile interno e collegano il primo piano interrato con il quarto piano fuori terra, sono presenti anche una scala che conduce ai piani interrati ed altri due corpi scala a servizio del personale di vendita.

Constatata l’inutilità delle le finestre, perché è necessario illuminare e areare artificialmente gli spazi destinati al pubblico, la soluzione figurativa viene affidata al carattere dell’involucro esterno, risolto in un particolare rapporto tra struttura portante metallica e pannelli di tamponamento. L’opera riprende i toni cromatici dell’edilizia storica e dell’intonaco romano a base di pozzolana, tramite l’utilizzo di pannelli prefabbricati in graniglia di granito e marmo rosso, ciascuno diviso orizzontalmente in quattro parti, di cui una fascia color avorio che disegna un elemento continuo sulle pareti. 

Questa scelta è stata operata con l’intento di emulare in qualche misura la scansione ritmica degli edifici rinascimentali e barocchi e relazionarsi alla tradizione romana lavorando sull'uso creativo della memoria, attraverso una corrugazione dinamica che produce un effetto contrastato tra luce-ombra tale da definire l’aspetto di un masso increspato ma al contempo bloccato dagli accentuati ricorsi orizzontali della gabbia metallica. I marcapiani metallici avanzano rispetto alla facciata assumendo valore di modanatura, sottolineata anche dalle successioni di architravi, canali per l’illuminazione, canali di gronda, scossaline, cassonetti delle tende del piano terreno, canali di gronda, rotaie per il carrello di pulizia della facciata. 

Tutti questi elementi metallici marcano l’orizzontalità dell’edificio, bilanciata verticalmente dalle piegature dei pannelli di facciata, caratterizzati da una serie crescente di ondulazioni (dal basso verso l’alto), che invece accolgono le canalizzazioni dell’impianto di condizionamento, i pluviali, e i condotti dell’impianto antincendio. Verso la piazza, il prospetto che guarda le Mura Aureliane ribadisce il dialogo con le suggestioni storiche grazie all'inserimento di una fascia centrale vetrata e arretrata rispetto il piano della facciata, che ne sottolinea il ruolo gerarchico di prospetto principale. 

La maglia strutturale è in ferro dal primo piano sotterraneo al piano di copertura. L’impalcato strutturale è scomposto nei suoi elementi primari (travi e pilastri) che sono poi montati su due piani diversi, in maniera da conservare ciascuno la propria riconoscibilità, secondo un criterio di ispirazione neoplastica. La trave aggetta quindi vistosamente sul filo del pilastro ed è di conseguenza appoggiata su di un piccolo capitello. Anche in questo edificio il linguaggio architettonico, che si arricchisce degli esiti di una sempre più affinata ricerca tecnologica, permette di leggere quel rapporto tra modernità e tradizione che è un tema costante nella riflessione del progettista.
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  • Vincolo: Non Vincolata
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  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: -
  • Particella: -

Note

Nel 1954 La Rinascente istituisce il premio Compasso d'oro, da un'idea di Gio Ponti e Alberto Rosselli, fortemente sostenuta da Aldo Borletti e Cesare Brustio. Il riconoscimento è rivolto ai migliori risultati della produzione industriale e ai designer che nella creazione di oggetti del quotidiano sanno unire estetica e funzionalità. La sede de La Rinascente di Roma riceve questo Premio nel 1958. Nel 1959 l'organizzazione viene ceduta ad ADI, l'Associazione per il disegno industriale nata nel 1956. Superficie lorda dell'edificio: 11.060 mq

Bibliografia
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Bucci Federico 2009 Franco Albini Electa Milano No
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Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Franco Albini e Franca Helg Franco Albini, Franca Helg Fondazione Franco Albini, Milano Grandi Magazzini La Rinascente, Roma

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
Pianta del piano terreno Pianta del piano terreno
Vista esterna prospetto su via Salaria Vista esterna prospetto su via Salaria
Vista esterna prospetto su piazza Fiume Vista esterna prospetto su piazza Fiume
Particolare facciata Particolare facciata
Vista esterna da piazza Fiume Vista esterna da piazza Fiume
Vista esterna notturna Vista esterna notturna
Vista prospetto posteriore Vista prospetto posteriore

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
2. L’edificio o l’opera di architettura è illustrata in almeno due riviste di architettura di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Rinascente Archives. La Rinascente Roma piazza Fiume Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franca Helg Visualizza
Fondazione Franco Albini Visualizza
Dizionario biografico degli Italiani - Franco Albini Visualizza
Enciclopedia Treccani - Franco Albini Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: PaBAAC - Direzione Regionale per il Lazio
Titolare della ricerca: Università degli studi di Roma "Sapienza"
Responsabile scientifico: Piero Ostilio Rossi


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 28/02/2025

Revisori:

Alberto Coppo 2022