Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi

UFFICI TECNICI ALFA ROMEO

Scheda Opera

  • La testata a nord-est con in evidenza il cornicione in aggetto che contiene le sale dei disegnatori
  • Dettaglio del profilo dell'edificio con in evidenza gli aggetti del basamento e del cornicione
  • Il basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare
  • Vista di insieme del fronte principale su viale Luraghi
  • Il basamento passante, punto di accesso degli operai
  • La rampa di accesso al parcheggio per gli impiegati
  • Vista generale con la successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale e il grande cornicione sporgente
  • Comune: Arese
  • Denominazione: UFFICI TECNICI ALFA ROMEO
  • Indirizzo: Via Giuseppe Eugenio Luraghi
  • Data: 1967 - 1974
  • Tipologia: Edifici per uffici
  • Autori principali: Ignazio Gardella
Descrizione

Il fabbricato per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo – grande porta d'ingresso alla città-fabbrica retrostante – è realizzato lungo la strada a scorrimento veloce che delimita a sud il perimetro dei nuovi padiglioni industriali della casa automobilistica, realizzati negli anni Sessanta per sostituire i vecchi stabilimenti del Portello, a nord-ovest di Milano; si colloca come elemento terminale dell'asse principale dell'insediamento produttivo individuato dall'edificio della Spina centrale, un lungo corpo in linea contenente gli spogliatoi, le mense e i servizi che divideva in due l'area delle lavorazioni industriali. Già nel primo progetto di concorso questa spina di servizi era collegata al nuovo edificio degli uffici tramite una passerella che, scavalcando la strada interna, li riconnetteva al resto della fabbrica.
L'edificio si propone come segno forte ed espressivo, caratterizzato da una gerarchia compositiva che rimanda all'esperienza classica nella successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale ritmato da pilastri e il grande cornicione sporgente. La sua immagine complessiva si distacca dai dettami dell'International Style attraverso l'uso di un linguaggio ritenuto dagli stessi progettisti più vicino alla concretezza dello spirito industriale lombardo.
Il volume si articola in due parti distinte: un enorme basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare – con i terminal degli autobus e l'ingresso degli operai al piano strada e i parcheggi per le auto degli impiegati al primo livello – e il corpo degli uffici veri e propri, che si innalza dalla piastra di base per quattro piani tipo. Questa distinzione funzionale consente un'efficace separazione tra i flussi di ingresso e di uscita degli operai, a piano terra, e quelli degli impiegati, che accedono all'edificio direttamente dal piano superiore della piastra.
Le due parti si differenziano anche per l'uso dei materiali: calcestruzzo armato a vista e pannelli in graniglia di cemento grigio per la zona basamentale e per le imponenti rampe di accesso ai parcheggi e una struttura in ferro verniciato e alluminio per la parte soprastante. L'edificio è concluso nella parte sommitale da un enorme cornicione in aggetto – anch'esso rivestito in pannelli di graniglia – che contiene le sale dei disegnatori.
L'impianto planimetrico degli uffici è impostato su un rettangolo di base profondo circa 17 metri su cui si innestano due corpi quadrati di 35 metri di lato ruotati di 45 gradi rispetto al corpo principale. Queste testate laterali ospitano nella parte centrale il nucleo dei servizi con i vani scala. Altri due grandi volumi contenenti corpi scala e servizi si inseriscono nel fronte nord, verso gli stabilimenti industriali: la soluzione di portare verso l'esterno i corpi di servizio (ascensori, scale, spogliatoi e bagni) ha consentito di avere un grande spazio libero e flessibile nei piani tipo, organizzati secondo uno schema modulare di pareti mobili. All'ultimo piano, caratterizzato nella sezione trasversale dal grande aggetto – più di quattro metri – del cornicione, gli ambienti prendono luce, oltre che dalla finestratura continua, anche dagli ampi lucernari soprastanti.
Le facciate sono caratterizzate dalla presenza di un “curtain-wall“ uniforme e continuo che si inserisce in un sistema di alte travi e pilastri perimetrali in ferro, sporgenti dal filo di facciata, connotati dalle caratteristiche asole che permettono l'attraversamento all'esterno dei manutentori e degli addetti alle pulizie dei vetri: un espediente tecnico che ha anche un particolare risvolto figurativo, con un effetto di leggerezza dei partiti verticali dei fronti. La presenza dei pilastri in facciata, secondo l'interpretazione dello stesso Gardella, rievoca nel ritmo regolare e nella serialità costruttiva le cascine e i fienili della tradizione rurale lombarda, riportando un'immagine consolidata nella storia all'interno di un contesto moderno.

Info
  • Progetto: 1967 - 1970
  • Esecuzione: 1970 - 1974
  • Tipologia Specifica: Uffici
  • Committente: Alfa Romeo S.p.A.
  • Proprietà: Proprietà privata
Autori
Nome Cognome Ruolo Fase Progetto Archivio Architetti Url Profilo Autore Principale
Anna Castelli Ferrieri Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=19778 NO
Cegnar Egone Progetto strutturale Progetto NO
Finsider Impresa esecutrice Esecuzione NO
Jacopo Gardella Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://ordinearchitetti.mi.it/it/news/2021-02-26/jacopo-gardella NO
Ignazio Gardella Progetto architettonico Progetto Visualizza Profilo https://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/siusa/pagina.pl?TipoPag=prodpersona&Chiave=60047 SI
Tekne S.p.A. Consulente Progetto NO
  • Strutture: travi e pilastri in cemento armato (basamento); travi e pilastri in ferro (corpo degli uffici)
  • Materiale di facciata: cemento armato a vista (basamento), ferro verniciato di rosso bruno (corpo uffici), pannelli prefabbricati in graniglia di cemento grigio (cornicione, blocchi-servizi, parapetti della piastra e delle rampe)
  • Coperture: piana non praticabile
  • Serramenti: in alluminio naturale
  • Stato Strutture: Buono
  • Stato Materiale di facciata: Buono
  • Stato Coperture: Buono
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L'edificio si propone come segno forte ed espressivo, caratterizzato da una gerarchia compositiva che rimanda all'esperienza classica nella successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale ritmato da pilastri e il grande cornicione sporgente. La sua immagine complessiva si distacca dai dettami dell'International Style attraverso l'uso di un linguaggio ritenuto dagli stessi progettisti più vicino alla concretezza dello spirito industriale lombardo.
Il volume si articola in due parti distinte: un enorme basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare – con i terminal degli autobus e l'ingresso degli operai al piano strada e i parcheggi per le auto degli impiegati al primo livello – e il corpo degli uffici veri e propri, che si innalza dalla piastra di base per quattro piani tipo. Questa distinzione funzionale consente un'efficace separazione tra i flussi di ingresso e di uscita degli operai, a piano terra, e quelli degli impiegati, che accedono all'edificio direttamente dal piano superiore della piastra. 
Le due parti si differenziano anche per l'uso dei materiali: calcestruzzo armato a vista e pannelli in graniglia di cemento grigio per la zona basamentale e per le imponenti rampe di accesso ai parcheggi e una struttura in ferro verniciato e alluminio per la parte soprastante. L'edificio è concluso nella parte sommitale da un enorme cornicione in aggetto – anch'esso rivestito in pannelli di graniglia – che contiene le sale dei disegnatori.
L'impianto planimetrico degli uffici è impostato su un rettangolo di base profondo circa 17 metri su cui si innestano due corpi quadrati di 35 metri di lato ruotati di 45 gradi rispetto al corpo principale. Queste testate laterali ospitano nella parte centrale il nucleo dei servizi con i vani scala. Altri due grandi volumi contenenti corpi scala e servizi si inseriscono nel fronte nord, verso gli stabilimenti industriali: la soluzione di portare verso l'esterno i corpi di servizio (ascensori, scale, spogliatoi e bagni) ha consentito di avere un grande spazio libero e flessibile nei piani tipo, organizzati secondo uno schema modulare di pareti mobili. All'ultimo piano, caratterizzato nella sezione trasversale dal grande aggetto – più di quattro metri – del cornicione, gli ambienti prendono luce, oltre che dalla finestratura continua, anche dagli ampi lucernari soprastanti.
Le facciate sono caratterizzate dalla presenza di un “curtain-wall“ uniforme e continuo che si inserisce in un sistema di alte travi e pilastri perimetrali in ferro, sporgenti dal filo di facciata, connotati dalle caratteristiche asole che permettono l'attraversamento all'esterno dei manutentori e degli addetti alle pulizie dei vetri: un espediente tecnico che ha anche un particolare risvolto figurativo, con un effetto di leggerezza dei partiti verticali dei fronti. La presenza dei pilastri in facciata, secondo l'interpretazione dello stesso Gardella, rievoca nel ritmo regolare e nella serialità costruttiva le cascine e i fienili della tradizione rurale lombarda, riportando un'immagine consolidata nella storia all'interno di un contesto moderno.
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L'incarico della progettazione degli Uffici di Fabbrica Alfa Romeo viene affidato a Ignazio Gardella in seguito ad un concorso a inviti bandito nel dicembre 1967 a cui partecipano anche gli architetti Albini, Cassi Ramelli e Latis. La prima proposta progettuale, presentata nel marzo 1968, ha un carattere marcatamente razionalista: l'edificio è costituito da un insieme seriale di elementi fissi e ripetibili, con i prospetti caratterizzati dalla griglia ortogonale di facciata e da un forte chiaroscuro dettato dagli imponenti parapetti del curtain-wall, aggettanti al punto da creare una marcata ed estesa linea d'ombra che accentua l'orizzontalità della facciata. Il disegno in sezione dell'elemento-parete di facciata, cardine del progetto, esprime una notevole capacità plastica dettata dall'utilizzo di travi a sezione triangolare. Al di là delle richieste funzionali del bando, alcune scelte progettuali di questa proposta di concorso rimarranno nel progetto definitivo, come il disegno simmetrico del volume e la scelta di portare i blocchi dei servizi verso l'esterno, in questo caso due sul lato nord e due sul lato sud. L'edificio non è tuttavia ancora centrato rispetto all'asse della spina dei servizi, a cui è comunque collegato da una passerella sopraelevata, che verrà mantenuta anche nella soluzione realizzata.
Il progetto assume l'aspetto definitivo nei suoi caratteri formali nel luglio del 1968, con la pratica presentata in Comune per l'ottenimento della concessione edilizia: vengono inserite le due testate ruotate di 45 gradi rispetto al corpo principale e viene proposto il grande coronamento all'ultimo piano; l'edificio è centrato rispetto alla spina dei servizi e assume una forma conclusa e autonoma, allontanandosi da quella idea di sviluppo seriale e ripetibile – quasi un non finito – che aveva caratterizzato la proposta di concorso. 
Con il progetto esecutivo (agosto-settembre 1968) si precisa una duplice soluzione costruttiva: alla base la grande piastra in cemento armato e al di sopra la struttura metallica degli uffici, con un sistema di travi e pilastri perimetrali in ferro a scandire le superfici dei fronti. Lo studio del dettaglio diviene matrice qualificante dell'intervento ed elemento primario ai fini della definizione formale dell'edificio. Quella del fabbricato per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo è stata infatti una vera e propria occasione di “progettazione integrale“: tutto è stato pensato e disegnato fin nei minimi particolari architettonici e tecnologici alle varie scale, per cui le modifiche nel corso dei lavori di costruzione sono state davvero minime e irrilevanti. Inoltre ogni scelta di progetto è frutto della consapevolezza da parte dei progettisti che la struttura e gli impianti tecnologici rientrino a buon diritto nella sfera della composizione architettonica e come tali siano elementi in grado di concorrere alla definizione dell'immagine e del significato dell'architettura stessa, tanto più per una realtà industriale con una storia gloriosa come quella di Alfa Romeo.
L'edificio degli Uffici Tecnici è tra i pochi rimasti in piedi in seguito alla serie di demolizioni che sono seguite alla dismissione funzionale degli stabilimenti, nei primi anni Duemila; al piano terra, in corrispondenza dell'ingresso dei lavoratori alla fabbrica, sono situate due lapidi in ricordo degli operai caduti e deportati durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il vincolo riguarda la porzione del Centro direzionale  adibita a museo storico con la sua raccolta e l'archivio
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  • Vincolo: Non Vincolata
  • Provvedimenti di tutela: Dichiarazione di notevole interesse
  • Data Provvedimento: DDR 31/01/2011
  • Riferimento Normativo: D. Lgs 42/2004 art. 10, c. 3, lett. d) e e)
  • Altri Provvedimenti:
  • Foglio Catastale: 1
  • Particella: 117
Opere D'Arte:
Codice ICCd Ubicazione Tipologia Soggetto Autore Materia Tecnica Stato di Conservazione Restauri
Piano terra Due lapidi dedicate ai lavoratori Alfa Romeo deportati e caduti durante la Seconda Guerra Mondiale Pietra Mediocre


Note

Notizie storiche L'incarico della progettazione degli Uffici di Fabbrica Alfa Romeo viene affidato a Ignazio Gardella in seguito ad un concorso a inviti bandito nel dicembre 1967 a cui partecipano anche gli architetti Albini, Cassi Ramelli e Latis. La prima proposta progettuale, presentata nel marzo 1968, ha un carattere marcatamente razionalista: l'edificio è costituito da un insieme seriale di elementi fissi e ripetibili, con i prospetti caratterizzati dalla griglia ortogonale di facciata e da un forte chiaroscuro dettato dagli imponenti parapetti del curtain-wall, aggettanti al punto da creare una marcata ed estesa linea d'ombra che accentua l'orizzontalità della facciata. Il disegno in sezione dell'elemento-parete di facciata, cardine del progetto, esprime una notevole capacità plastica dettata dall'utilizzo di travi a sezione triangolare. Al di là delle richieste funzionali del bando, alcune scelte progettuali di questa proposta di concorso rimarranno nel progetto definitivo, come il disegno simmetrico del volume e la scelta di portare i blocchi dei servizi verso l'esterno, in questo caso due sul lato nord e due sul lato sud. L'edificio non è tuttavia ancora centrato rispetto all'asse della spina dei servizi, a cui è comunque collegato da una passerella sopraelevata, che verrà mantenuta anche nella soluzione realizzata. Il progetto assume l'aspetto definitivo nei suoi caratteri formali nel luglio del 1968, con la pratica presentata in Comune per l'ottenimento della concessione edilizia: vengono inserite le due testate ruotate di 45 gradi rispetto al corpo principale e viene proposto il grande coronamento all'ultimo piano; l'edificio è centrato rispetto alla spina dei servizi e assume una forma conclusa e autonoma, allontanandosi da quella idea di sviluppo seriale e ripetibile – quasi un non finito – che aveva caratterizzato la proposta di concorso. Con il progetto esecutivo (agosto-settembre 1968) si precisa una duplice soluzione costruttiva: alla base la grande piastra in cemento armato e al di sopra la struttura metallica degli uffici, con un sistema di travi e pilastri perimetrali in ferro a scandire le superfici dei fronti. Lo studio del dettaglio diviene matrice qualificante dell'intervento ed elemento primario ai fini della definizione formale dell'edificio. Quella del fabbricato per gli Uffici Tecnici Alfa Romeo è stata infatti una vera e propria occasione di “progettazione integrale“: tutto è stato pensato e disegnato fin nei minimi particolari architettonici e tecnologici alle varie scale, per cui le modifiche nel corso dei lavori di costruzione sono state davvero minime e irrilevanti. Inoltre ogni scelta di progetto è frutto della consapevolezza da parte dei progettisti che la struttura e gli impianti tecnologici rientrino a buon diritto nella sfera della composizione architettonica e come tali siano elementi in grado di concorrere alla definizione dell'immagine e del significato dell'architettura stessa, tanto più per una realtà industriale con una storia gloriosa come quella di Alfa Romeo. L'edificio degli Uffici Tecnici è tra i pochi rimasti in piedi in seguito alla serie di demolizioni che sono seguite alla dismissione funzionale degli stabilimenti, nei primi anni Duemila; al piano terra, in corrispondenza dell'ingresso dei lavoratori alla fabbrica, sono situate due lapidi in ricordo degli operai caduti e deportati durante la Seconda Guerra Mondiale. Il vincolo riguarda la porzione del Centro direzionale adibita a museo storico con la sua raccolta e l'archivio

Bibliografia
Autore Anno Titolo Edizione Luogo Edizione Pagina Specifica
Rossi Aldo 1976 Ignazio Gardella A+U n. 12 89-120 No
Santini Pier Carlo 1977 Incontro con i protagonisti. Ignazio Gardella Ottagono n. 46 42-49 No
Belski Maria Pia, Boidi Sergio (a cura di) 1980 Razionalismo e rigenerazione figurativa. Ignazio Gardella Hinterland 13-14 No
Grandi Maurizio, Pracchi Attilio 1980 Milano. Guida all'architettura moderna Zanichelli Bologna 380 No
Samonà Alberto 1981 Ignazio Gardella e il professionismo italiano Officina Roma 56; 226-230 No
Fiori Leonardo, Boidi Sergio (a cura di) 1982 L'Alfa Romeo. Disegni e progetto degli uffici Alfa Romeo di Arese Abitare Segesta Milano Si
Porta Marco (a cura di) 1983 Gli uffici Alfa Romeo ad Arese L'Architettura. Cronache e Storia n. 327 65-74 Si
Porta Marco (a cura di) 1985 L'architettura di Ignazio Gardella Etas Libri Milano 152-161 Si
Muratore Giorgio, Capuano Alessandra, Garofalo Francesco, Pellegrini Ettore 1988 Italia. Gli ultimi trent'anni Zanichelli Bologna 128: Scheda n. 9 No
Polano Sergio 1991 Guida all'architettura italiana del Novecento Electa Milano 94-95 No
Zermani Paolo 1991 Ignazio Gardella Laterza Roma-Bari 139-141 No
Buzzi-Ceriani Franco 1992 Ignazio Gardella. Progetti e architetture 1933-1990 Marsilio Venezia 182-193 Si
Monestiroli Antonio 1997 L'architettura secondo Gardella Laterza Roma-Bari 95-97, 104-106 No
Loi Maria Cristina, Lorenzi Angelo, Maggiore Carlo Alberto, Nonis Fabio, Riva Simone (a cura di) 1998 Ignazio Gardella. Architetture Electa Milano 162 No
Guidarini Stefano 2002 Ignazio Gardella nell'architettura italiana. Opere 1929-1999 Skira Milano 181-189 Si
Casamonti Marco (a cura di) 2006 Ignazio Gardella architetto (1905-1999). Costruire le modernità Electa Milano 263 No
Monestiroli Antonio 2009 Ignazio Gardella Electa Milano 60-61 No
Ciarcia Saverio 2012 L'architettura di Ignazio Gardella. Il pensiero e le opere Giannini Napoli 137-143 No

Fonti Archivistiche
Titolo Autore Ente Descrizione Conservazione
Fondo Ignazio Gardella Ignazio Gardella CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione, Parma Alfa Romeo - stabilimento di Arese

Allegati
File Didascalia Credito Fotografico
La testata a nord-est con in evidenza il cornicione in aggetto che contiene le sale dei disegnatori La testata a nord-est con in evidenza il cornicione in aggetto che contiene le sale dei disegnatori Stefano Suriano - 2017
Dettaglio del profilo dell'edificio con in evidenza gli aggetti del basamento e del cornicione Dettaglio del profilo dell'edificio con in evidenza gli aggetti del basamento e del cornicione Stefano Suriano - 2017
Il basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare Il basamento passante sorretto da pilastri a sezione circolare Stefano Suriano - 2017
Vista di insieme del fronte principale su viale Luraghi Vista di insieme del fronte principale su viale Luraghi Stefano Suriano - 2016
Il basamento passante, punto di accesso degli operai Il basamento passante, punto di accesso degli operai Stefano Suriano - 2016
La rampa di accesso al parcheggio per gli impiegati La rampa di accesso al parcheggio per gli impiegati Stefano Suriano - 2016
Vista generale con la successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale e il grande cornicione sporgente Vista generale con la successione dei tre elementi costitutivi dell'organismo architettonico: il basamento, il corpo principale e il grande cornicione sporgente Stefano Suriano - 2016

Criteri
1. L’edificio o l’opera di architettura è citata in almeno tre studi storico-sistematici sull’architettura contemporanea di livello nazionale e/o internazionale.
3. L’edificio o l’opera di architettura ha una riconosciuta importanza nel panorama dell’architettura nazionale, degli anni nei quali è stata costruita, anche in relazione ai contemporanei sviluppi sia del dibattito, sia della ricerca architettonica nazionale e internazionale,
4. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale.
5. L’edificio o l’opera di architettura introduce e sperimenta significative innovazioni nell’uso dei materiali o nell’applicazione delle tecnologie costruttive.
6. L’edificio o l’opera di architettura è stata progettata da una figura di rilievo nel panorama dell’architettura nazionale e/o internazionale.
7. L’edificio o l’opera di architettura si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata.
Sitografia ed altri contenuti online
Titolo Url
Dizionario biografico degli Italiani - Ignazio Gardella Visualizza
Enciclopedia Treccani - Ignazio Gardella Visualizza
SAN Archivi degli Architetti - Ignazio Gardella Visualizza
Archivio Storico Fondazione Fiera Milano - Ignazio Gardella Visualizza
Sistema Museale dell’Università di Parma - Ignazio Gardella Visualizza

Crediti Scheda
Enti di riferimento: DARC
Titolare della ricerca: Politecnico di Milano - Dipartimento di Industrial Design, Arti, Comunicazione e Moda
Responsabile scientifico: Fulvo Irace, Graziella Leyla Ciagà


Scheda redatta da
creata il 31/12/2012
ultima modifica il 22/03/2024

Revisori:

Alberto Coppo 2022